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matematto non praticante

Sirietto

Oggi ho preso un 7, il cosiddetto tram “Sirietto” che dall’anno scorso ha iniziato a percorrere le strade milanesi. Nel tram ci sono tre timbratrici: una per i biglietti cartacei e due per quelli magnetici e per le tessere. Peccato che entrambe le timbratrici fossero bloccate e non accettassero biglietti. In effetti era solo indicata l’ora e non la scritta “Milano centro”. D’altra parte leggere sul display che la “fermata attuale” era quella di Corso Semplone angolo via Arona quando mi trovavo in Fulvio Testi mi ha fatto capire molte cose…
Per la cronaca, ho visto altre persone cercare di timbrare il biglietto su entrambe le macchinette, giusto per dire che non ci sono solo portoghesi.
(Dal mio punto di vista la cosa è cambiata poco, avendo timbrato un biglietto giornaliero. Mi dispiace.)

Si vede che sto invecchiando

Una volta, con una lieve nevicata che non si attacca nemmeno per le strade e sapendo che avrei dovuto anche fare dei giri qua e la per Milano, non avrei avuto dubbi e avrei preso la bicicletta.
Stamattina l’ho lasciata a casa e sono andato a prendere i mezzi.

Le più belle fiabe dell’Europa

[copertina] Questo libro (a cura di Rita Marchiori, Le più belle fiabe dell’Europa, Edicart 2003, pag. 52, ISBN 978-88-8328-111-2) fa parte di una collana di fiabe da varie parti del mondo; essendo presumibilmente destinate alla lettura dei bambini insieme ai genitori il volume è di grandi dimensioni, con caratteri grandi e parecchie figure – non delle più riuscite, a mio parere; ma tanto i miei figli sono troppo piccoli, mi limito a leggere loro le storie perché sentano la mia voce. La cosa più interessante di questo volume è che i nove racconti contenuti non fanno parte del corpus standard, e quindi risultano interessanti anche per un adulto. Strana tra l’altro una storia come “Tom Tit Tot”, che non segue affatto la trama usuale delle favole; la protagonista non è bella e brava, non ha voglia di far nulla però ha tanta fortuna e quindi le va bene tutto. Chissà cosa avrebbe detto Propp al riguardo!

Forma e sostanza

Vi sarete accorti che per tutta la scorsa settimana Formigoni ostentava sicurezza dicendo che, anche ammesso che per le loro firme la forma non fosse corretta, la sostanza lo era. Insomma, la sostanza è più importante della forma.
Non vi sarete però probabilmente accorti che la sentenza del Tar che ha riammesso il listino Formigoni non ha affatto guardato alla sostanza ma solamente alla forma; come avevo parafrasato l’altro giorno, la ragione della riammissione è stata “La Corte d’Appello aveva già ammesso la lista; quindi il ricorso altrui non poteva essere considerato valido per rifiutarla successivamente”. Non ve ne siete accorti perché Roberto, pur avendolo fatto dire ai suoi avvocati, si è guardato bene dal declamarlo in conferenza stampa. Si vede che ha ancora un minimo di pudore.

L’azione può essere soggetta a periodi limitati

A fine agosto avevo raccontato di come Lidl stava dismettendo la sua Lidl Card. La notizia era piuttosto esagerata; quello che è successo in realtà è che il gigante tedesco ha cambiato finanziaria di appoggio per la carta di credito, e quindi ha dovuto bloccare per qualche tempo l’emissione di nuove carte. Adesso è tutto tornato normale, con le offerte speciali (di sabato… non ho capito la logica, ma si vede che hanno un flusso dei clienti di tipo diverso che negli altri supermercati) e via discorrendo.
Mentre l’altro giorno ero in coda alla cassa, non avendo molto da fare mi sono messo a guardare il volantino pubblicitario, comprese le scritte in piccolo, e mi sono trovato la frase “L’azione può essere soggetta a periodi limitati”, che sono certo risulterà sibillina alla maggior parte degli italiani… a meno che non abbiano bazzicato il Canton Ticino. In effetti, “azione” è un germanismo, traslitterazione del tedesco Aktion che significa “offerta”. Mi chiedo chi abbiano assoldato in Lidl per la localizzazione del testo :-)

Fatemi capire

I pasticciacci del centrodestra in queste regionali erano tre: la lista PdL a Roma, il listino Formigoni in Lombardia, il listino Polverini nel Lazio.
L’ultimo è stato sanato prima che venisse promulgato il decreto salvaliste; il secondo è stato sanato col Tar che è stato bene attento a dire “noi l’abbiamo fatto indipendentemente dal decreto salvaliste”; il primo non è stato sanato nonostante il decreto salvaliste.
Senza entrare nel merito: perché diavolo hanno fatto questo decreto, allora? E dobbiamo dire che Nappy ha fatto tutta melina perché sapeva cosa sarebbe successo? Sono cose troppo complicate per un povero piccolo matematico quale io sono.
Aggiornamento: (9 marzo) c’è un’altra cosa che non ho capito. Il dispositivo del Tar dice che (b) visto che il ricorso è stato fatto prima del decreto e (c) le liste al tempo non c’erano, allora non può essere accolto; ma tanto (a) il decreto non serviva a nulla perché la legge regionale prevale sulla nazionale (e Bossi sarà contento). Però l’ordine non è b-c-a, ma appunto a-b-c. Che senso ha?

Appeasement

Io non seguo la linea di Di Pietro; non credo che la firma del decreto salvaliste possa configurarsi come alto tradimento. Napolitano, come tutti i presidenti della Repubblica di cui io abbia memoria diretta – insomma da Pertini in poi – segue la propria via istituzionale. Non che io creda – come Nappy ha detto tra le righe – che Berlusconi sarebbe andato avanti anche senza decreto: deve sapere anche lui che una cosa del genere non sarebbe stata accettata nemmeno da metà dei suoi.
Detto questo, avendo studiato un po’ di storia contemporanea so fin troppo bene dove si arriva in questo modo.
(però mi sono sbagliato anch’io. All’estero di queste nostre cose se ne strafregano)