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matematto non praticante

Beatles for Sale (libro)

[copertina] Biografie dei Beatles ce ne sono tante. Questa (Marco Bonfiglio, Beatles for Sale, Fermento 2005, pag. 409, € 16, ISBN 978-88-89207-28-4) ha la peculiarità di essere sotto forma di romanzo, con Doctor Robert, uno S.T.A.R.R. (Supervisore Tutelare per Artisti Rock’n’Roll, entità eterea inviata sul pianeta Terra per sviluppare la musica) che decide di dedicarsi a quelli che intuiva sarebbero divenuti i musicisti pià grandi di tutti. La storia segue più o meno la biografia ufficiale del quartetto, compresi gli errori fattuali che oramai sono entrati a fare parte del folklore (esempio banale: la targa della Volkswagen nella copertina di Abbey Road non termina con 28IF ma con 281F).
Diciamo che se uno non conosce la storia dei Beatles può valere la pena di leggerlo, almeno come curiosità; altrimenti lo si può tranquillamente tralasciare.

Antonio, fa caldo!

Visto che l’open space dove lavoro è il più lontano dalla centrale termica, non è probabilmente un caso che – come questo inverno il riscaldamento non funzionava – adesso è il condizionamento a essere inesistente. In questo momento la temperatura nella stanza è di 30,5 gradi e teniamo la finestra spalancata così come la porta, visto che in effetti persino il corridoio è meno caldo.
In una notizia scorrelata, il portatile da cui mi dovrei connettere in rete continua ad avere una connessione erratica, e non si sa mai se e per quanto tempo funzioni. Peccato che noi avremmo anche un’assistenza, ma a quanto pare il PC è troppo vecchio e non hanno i pezzi di ricambio; non parliamo poi del computer fisso, che non solo è del 2004 ma per policy aziendale non si connette in rete. (Bisogna dire che l’assistenza c’è, mi hanno di nuovo chiamato adesso annunciandomi che lunedì mattina arriverà un tecnico stavolta hardware…)
((no, lunedì alle 14, mi è appena arrivato l’SMS di conferma))

_L’uomo che sapeva troppo_ (libro)

[copertina] Questa biografia di Alan Turing (David Leavitt, L’uomo che sapeva troppo – Alan Turing e l’invenzione del computer [The Man Who Knew Too Much], Codice edizioni 2007 [2006], pag. 247, € 19, ISBN 978-88-7578-069-2, trad. Carolina Sargian) ha un unico pregio: convincere il lettore a comprarsi quella scritta da Andrew Hodges. Turing era omosessuale, e la sua omosessualità è stata la causa del suo suicidio, quindi è chiaro che essa è un tema fondamentale. Ma questo non dovrebbe significare leggere tutta la vita del matematico inglese in chiave omosessuale, a meno che uno non voglia farsi ridere dietro scrivendo ad esempio che “la strategia attuata da Turing di aprire il suo lavoro riassumendo tutte le rivendicazioni degli oppositori prefigura i manifesti per i diritti dei gay degli anni Cinquanta e Sessanta” (pag.189; ma avrei potuto scegliere tanti altri esempi). Aggiungete che Leavitt, a differenza di Hodges, non è un matematico e quindi non riesce a spiegare chiaramente l’Entscheidungproblem oltre a prendersi qualche topica sulla zeta di Riemann, e rincarate la dose con i danni di traduzione ed editing che riescono a scrivere la lista dei numeri naturali invece che quelli primi e a non accorgersi che se stai parlando di cifratura di una frase in inglese non puoi tradurla lasciando identica la frase cifrata, sennò l’esempio non ha alcun senso; come potete capire il risultato finale è che dalla lettura di questo libro non guadagnerete nulla.

vuoti di memoria

In queste settimane mentre sono a casa dai suoceri mi sta capitando di leggere Ritorno dall’universo di Stanislaw Lem. (Io sono abituato a leggere a spizzichi e bocconi).
Controllando sulla mia base dati personale, ho scoperto che l’avevo già letto cinque anni fa: non mi ricordo assolutamente di nulla, se non della copertina che in effetti non mi suonava nuova. L’unica cosa che mi permette di non correre a sbattere la testa contro il muro è che la recensione che scrissi al tempo è quella che avrei scritto adesso.

gioco per il 2 giugno: The Sealed Living Room Escape

Toh, un altro gioco per cui bisogna scappare via… anche se oggi è la festa della nostra beneamata Repubblica. In The Sealed Living Room Escape la storia dice “Ieri devo aver bevuto davvero troppo al party con i miei amici, e ho un terribile mal di testa. Mentre mi preparavo per andare a lavorare, mi sono accorto di essere chiuso in una strana casa, con una porta senza maniglia. Non sapevo come aprirla, così ho urlato per chiamare aiuto, ma non è arrivato nessuno. Insomma, devo fare da solo.”
(via Passion for Puzzles)

Garibaldi fu ferito

Scopro da Elrond la lista degli enti a cui la manovra taglierà i finanziamenti statali. Ad esempio c’è il Comitato Nazionale per il centenario della nascita di Cesare Pavese (che nacque 102 anni fa) e il Comitato Nazionale per le celebrazioni del centenario della nascita di Mario Soldati (che nacque 104 anni fa): enti come questi dovrebbero avere la data di scadenza già inserita nell’atto costitutivo.
Ma il record credo sia assegnabile all’Associazione nazionale veterani e reduci garibaldini. Leggete bene: non è l’Associazione per il ricordo delle Camicie Rosse, nel qual caso potremmo anche discuterne. Stiamo parlando di veterani e reduci garibaldini. Giacobbo ci può fare su un’intera trasmissione, mi sa.
(p.s.: lo statuto attuale è stato approvato nel 1993 (non nel 1893) ed è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale. Il problema insomma non è l’associazione in sé quanto la logica che porta lo Stato italiano a darle questa ufficialità)

i 50 migliori blog (in inglese) di matematica

Le liste lasciano spesso il tempo che trovano, visto che seguono spesso i gusti di chi le compila. Anche in questo caso probabilmente ci sono blog assolutamente inutili o magari troppo complicati per le nostre povere forze (non è che poi io mi ricordi chissà quanta matematica :-( )
Ad ogni modo, se ne avete voglia date una scorsa alla lista su Online Degree!

giro d’Italia 2010

Il Giro d’Italia 2010 è stato vinto da Ivan Basso, reduce da due anni di squalifica per sospetto doping. (Per completezza: i ciclisti spagnoli coinvolti nello stesso scandalo hanno continuato allegramente a gareggiare e vincere). Secondo David Arroyo, che è entrato in una fuga bidone nella tappa dell’Aquila ed è riuscito a mantenere almeno in parte il capitale acquistato, compresi numeri incredibili in discesa sotto la pioggia. Terzo Vincenzo Nibali, ancora troppo giovane per assurgere agli onori della cronaca nera; quarto Michele Scarponi, molto chiacchierato in passato ma sempre trovato pulito all’antidoping. Gilberto Simoni, noto per le caramelle alla coca (non cola…) dello zio vescovo, non è riuscito a passare in testa sui 3000 metri del Gavia, cima Coppi di quest’anno.
Il ciclismo è sempre stato un laboratorio per il doping, fin dai tempi eroici degli anni ’30. Il dispendio energetico dei corridori in una corsa a tappe è tale che non bastano le bistecche per recuperare le energie; l’unica cosa che rimane da capire è quanto gli aiuti chimici siano leciti e quanto no. Alcuni quotidiani hanno fatto notare come nelle salite “storiche” quest’anno i ciclisti siano saliti più lentamente che in passato, affermando tra le righe che il doping si deve essere ridotto. Non so, e continuo a chiedermi se e quanto la trasparenza sia utile: vedremo tra un mesetto al Tour de France che succederà.