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matematto non praticante

Pagine bianche – la vendetta

L’anno scorso avevo scritto a proposito della riduzione della dimensione delle Pagine Bianche, chiedendomi se i due volumi milanesi potessero essere compattati in uno. E in effetti quest’anno è proprio così: c’è solo un volume, e mi sembra poco più spesso del volume principale dell’anno scorso.
Però ho cambiato idea sulla ragione del dimagrimento; a parte la possibile mancanza di pagine pubblicitarie, non è che molti si siano tolti dall’elenco sperando di non essere più contattati da tutti i telemarkettari? Come se servisse, del resto…

siti pratchettiani italiani

Nel Regno Unito Terry Pratchett è probabilmente peggio di quanto possa essere da noi Umberto Eco o Andrea Camilleri: quando esce un suo libro (un tempo fin troppo spesso, adesso comunque spesso) esso va immediatamente in cima alle classifiche di vendita e ci resta per un bel po’. In Italia non è così: c’è uno sparuto nucleo di fan (quorum ego) che lo legge da decenni e un altro gruppo che si è avvicinato con le traduzioni italiane, purtroppo non sempre perfette. Forse non ha nemmeno aiutato il fatto che inizialmente è stato pubblicato da Mondadori e in seguito è passato da Salani.
Ad ogni modo sembra che si voglia ricominciare a fare le cose in grande: nel sito di Salani ci sono così due sottositi dedicati a Tartarughe divine e Il tristo Mietitore (non chiedetemi come mai il secondo è visto come sottodirectory del primo, probabilmente c’è stato un cambio di idee in corsa). Se volete sapere qualcosa in più su Pterry, oppure se lo conoscete già bene e volete inviare un po’ di fanpic, il posto è tutto per voi!

Enigmistica minimale

Quella che io chiamo “enigmistica minimale”, e di cui trovate un paio di altri esempi qua, è un gioco enigmistico standard, con la differenza che il testo è composto unicamente dai termini del gioco. Questo significa naturalmente che c’è tutta una storia prima che prepara il gioco, un po’ come il Piccolo Sillabario Illustrato di Calvino.
Vabbè, ecco qua il testo:
Anagramma a frase
Eccolo, il boia di Srebenica! Sta lanciando improperi contro la gente!
X' Xxxxxx, x xxxxxxxx
La risposta la trovate se andate nella pagina dove punta il link lì sopra :-)

ballottaggio milanese

Domani si vota al ballottaggio. Si vota in tante parti d’Italia, ma io mi limito a parlare di Milano perché è la città in cui vivo. Non è un segreto che io speri nella vittoria di Giuliano Pisapia, che votai già alle primarie – e vi garantisco che non è affatto detto che io voti alle primarie. E so bene che anche se vincerà non saranno rose e fiori, e probabilmente dovremo pagare delle tasse in più: d’altra parte il mio punto di vista è che se l’alternativa è un peggioramento della qualità di vita magari è meglio mettere mano al portafoglio. Ma non è di questo che voglio parlare, e a dirla tutta probabilmente non voglio nemmeno parlare del ballottaggio, checché ne dica il titolo di questa notiziola.
Quello di cui voglio parlare è che per la prima volta negli ormai dieci anni di vita milanese ho sentito gente di buon umore. In effetti non è banale per uno le cui simpatie non vanno al centrodestra essere allegri qui a Milano; anche se per motivi completamente diversi da quelli per cui un simpatizzante del centrodestra è comunque incazzato. Ma stavolta c’è una certa qual levità che fa ben sperare.
E poi c’è ancora un’altra cosa. Lasciamo da parte la storia del quartiere Sucate, che per qualcuno potrebbe sembrare troppo goliardica, e limitiamoci ai #morattiquotes. Dopo che Letizia Moratti tentò il colpo sotto la cintura accusando Pisapia di essere stato un ladro d’auto, cosa hanno fatto a sinistra? Si sono inventate le accuse più assurde nei confronti del loro candidato sindaco e hanno iniziato a farle girare. È chiaro che questo lo si può fare solo quando si è certi dell’integrità morale del proprio candidato; resta il fatto che non me li vedo supporter del centrodestra, quelli dell’amore che vince sempre sull’invidia e sull’odio, fare così. Che ci volete fare: io sono ancora un giocherellone :-)

_L’aritmetica di Cupido_ (libro)

[copertina] Non è la prima volta che Carlo Toffalori scrive un libro in cui cerca di mettere insieme matematica e opere letterarie. Rispetto al precedente Il matematico in giallo, però, stavolta (Carlo Toffalori, L’aritmetica di Cupido, Guanda “Biblioteca della Fenice” 2011, pag. 254, € 16,50, ISBN 978-88-6088-869-3) il risultato mi sembra molto migliore. Ho qualche riserva sul titolo; di matematici e amor letterario se ne parla giusto per un capitolo, e nemmeno tanto ampio. Il tema generale è di come la matematica e i matematici vengono visti in tutta la letteratura, da sant’Agostino al giorno d’oggi; il testo è pertanto prodigo di citazioni dei più svariati autori, immerse in quella che è una lunga chiacchierata di quelle che si potrebbero fare in una lunga sera d’inverno davanti a un caminetto. La matematica non ne esce sempre bene: anche autori come Edgar Allan Poe, che pure a parole si profondono in lodi sperticate all’Analisi, a una lettura meno affrettata si nota affastellano nozioni senza un chiaro significato: più che matematica si può quasi parlare di magia. Altri accostamenti, come quello di Pirandello, mi appaiono un po’ forzati; meglio sicuramente quando si parla di Oulipo e dell’onnipresente Borges. Alla fine ci si rende comunque conto che anche la matematica fa parte della vita…

così vicino così lontano

Stamattina c’è stato un temporalaccio qui in ufficio, e una serie di clacsonate giù in strada. Entrambe le cose sono relativamente comuni, soprattutto il venerdì quando c’è il mercato in via Termopili e via Marco Aurelio. In pausa pranzo – intanto era spiovuto – sono uscito per andare in palestra, e per strada mi sono fermato a un banco del mercato per comprarmi mezzo chilo di pesche noci. Scambiando due chiacchiere con l’ambulante, mi ha detto che non solo la giornata era stata rovinata causa temporale, ma che come se tutto quello non bastasse era anche arrivato il Bossi, con tutto il codazzo di telecamere e roba varia.
Stamattina avevo sentito che il Senatur sarebbe andato a fare campagna elettorale in un paio di mercati, ma non credevo sarebbe passato proprio qui sotto, in un mercato dove più della metà degli ambulanti non è italiana :-) Poi non garantisco nemmeno ci sia davvero passato, visto quanto scritto qua (tanto le tv mica sapevano del cambiamento di programma…); però devo dire che ad averlo saputo un saltino qui sotto ce l’avrei fatto :-)

santini elettorali ballottanti

Ho aspettato fino ad oggi per quest’ultimo aggiornamento sulla pubblicità elettorale ricevuta nella mia buca delle lettere per applicare la par condicio. Lunedì mi era arrivato infatti il volantino di Pisapia (formato un terzo di foglio A4, carta da 120 g/mq, committente il solito Bruno Siracusano): su una facciata il testo biografico in prima persona, sull’altra il faccione, lo slogan, il “Metti una X solo sul nome di Giuliano Pisapia” e l’importante nota (in nero, e non in arancione) “Puoi votare anche se non l’hai fatto al primo turno”. Per la cronaca, stanotte mi è stato imbucato un secondo volantino: assolutamente identico, tranne per la grammatura che è scesa a 60 g/mq, immagino perché sono finiti i soldi. Ma di Letizia nulla.
Bene, la mia pazienza è servita a qualcosa! Ieri sera c’era una lettera di Letizia Moratti, anzi due perché una era per me e una per Anna! (i gemelli per fortuna non votano ancora) Che mi dice l’attuale sindaco? Beh, innanzitutto mi dà dell’Egregio Signor, il che significa chiaramente che non mi conosce affatto. Col plurale majestatis, mi comunica(no) che «Adesso abbiamo solo un obiettivo: completare il nostro lavoro di questi anni e dare risposte concrete a voi cittadini, alle   imprese, a chi lavora e a chi cerca un lavoro, alle famiglie, a tutti coloro che hanno bisogno di aiuto e di sostegno». (Non “continuare a dare”, notate: lo spin doctor stava dormicchiando in quel momento). Lei/loro sanno «di non avere raggiunto tutti gli obiettivi», perché «Quando si fanno le cose si possono commettere degli errori» (mi sfugge il nesso logico), e assicura(no) che «Lasciare le cose a metà sarebbe assurdo. Ancora più assurdo sarebbe consegnare Milano a chi non ha un programma credibile» (campagna al negativo, perché quel mujaheddin di Pisapia «vuole aprire i concorsi pubblici agli stranieri», ad esempio). Pertanto mi dice/dicono «Le chiediamo una scelta chiara» (d’accordissimo) e poi, con un salto alla prima persona singolare che non è affatto uno svarione grammaticale, termina con «Sono pronta con umiltà e con il cuore ad ascoltare tutti gli altri», perché «È in gioco Milano».
Ma state per perdervi il meglio. Quella è la lettera che Moratti ha scritto a me. Quella spedita ad Anna, che io ho surrettiziamente aperto in barba alla privacy, è completamente diversa! Mia moglie, essendo un essere di sesso femminile, non è Egregia Signora ma Gentile, e fin qua boh. Ma poi il testo oscilla dal plurale majestatis al singolare (e qui non so se sia una scelta stilistica, lo ammetto), il tutto in senso femminile. «Milano è la nostra casa. Milano è il luogo dove viviamo, dove lavoriamo, dove vogliamo far crescere i nostri figli» (e scusate se qui mi viene in mente la Bat-casa). E ancora «È una città dove le donne hanno un ruolo fondamentale in ogni campo»; «Le donne hanno fatto di Milano una grande città, ma il loro ruolo deve essere ancora pienamente valorizzato»; «Vogliamo che sia riconosciuto il contributo delle donne, di tutte le donne». Poi «Penso in particolare al lavoro delle casalinghe», seguito da uno snocciolìo di cose fatte per le donne, tipo «Abbiamo aumentato la sicurezza soprattutto per le donne che lavorano, che devono prendere i mezzi pubblici anche la sera». Il “lasciatemi finire” qui è coniugato così: «Abbiamo cominciato un lavoro che non possiamo lasciare a metà. Un lavoro che insieme possiamo rendere ancora più efficace, più completo, più capace di raggiungere i vostri bisogni, le vostre esigenze.» Orsù, donne! È arrivata l’arrotina! «Io sono una di voi e sarò sempre al vostro fianco. Le chiedo come donna di darmi la sua fiducia domenica 29 e lunedì 30 maggio». E infine, «Grazie per tutto quello che sta facendo e che farà per Milano» (e anche qua nulla da eccepire, mi sa)
L’allieva ha insomma superato il maestro. Sbaglio o Berlusconi non ha mai pensato al direct marketing differenziato per sesso?