Oggi all’asilo dei bambini era stato allestito il seggio (si fa per dire, c’era un tavolo e una scatola di cartone con un foro) per le elezioni del Consiglio di Unità Educativa. La scelta era molto complicata, visto che c’era 1 (una) lista con 1 (un) candidato. Ma la cosa più divertente è che – avendo io due bimbi frequentanti – sono stato dotato di 2 (due) schede per votare…
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le password rubate a Libero
A quanto pare sono riusciti a prendere anche la mia password di email su Libero. Perlomeno su un’altra mia casella di posta mi è arrivato il “mio” messaggio con i link spammosi. Non che ci abbiano guadagnato molto, per due ragioni: la casella su Libero è poco più di una honey trap, quindi non ho chissà quali indirizzi nella mia rubrica, e quella password era usata solo su un altro sito… cioè l’honey trap su Tiscali.
Resta il fatto che non è bello pensare che uno di quelli che dovrebbero essere i siti più importanti italiani sia stato bucato in quel modo…
SAS
Quizzino della domenica: partizioni
Il triangolo equilatero ABC mostrato qui sotto è stato diviso dai due segmenti AM e BN in quattro parti. Sappiamo che l’area del triangolo AOB è uguale all’area del quadrilatero OMCN. Quanto vale l’angolo AÔB?
(un aiutino lo trovate sul mio sito, alla pagina http://xmau.com/quizzini/p157.html; la risposta verrà postata lì il prossimo mercoledì. Problema di V. Proizvolov in Math Horizons, Spring 1994 e presentato in Futility Closet)
_Imaginary Numbers_ (libro)
Quanto si parla di matematica in letteratura? Non tantissimo, purtroppo. Però se uno va a cercare bene ci sono parecchi racconti di tema matematico; alcuni di questi sono stati raccolti da William Frucht in questa antologia (William Frucht (ed), Imaginary Numbers : An Anthology of Marvelous Mathematical Stories, Diversions, Poems, and Musings, Wiley 2000, pag. 352, $ 20, ISBN 9780471393412). Diciamolo subito: a volte Frucht ha barato. Nell’introduzione aveva detto che per quanto possibile avrebbe usato testi di autori non matematici di professione, sennò sarebbe stato troppo facile: ma nell’antologia troviamo un capitolo di The Planiverse di A.K. Dewdney e uno da Gödel, Escher, Bach di Douglas Hofstadter che tecnicamente sono saggi scientifici, anche se non matematici in senso stretto né di autori matematici in senso stretto. Però questa non è una pecca, di per sé, perché permette di avere uno sguardo più ampio sulla “letteratura matematica”. Ci lamentiamo tanto delle due culture separate e poi non vogliamo metterle insieme quando ne abbiamo la possibilità?
Come ogni analogia che si rispetti, il libro contiene di tutto: prosa e poesia, fantascienza e letteratura “ufficiale”, Nobel come la Szymborska e non-Nobel come Borges, e anche due autori italiani: Italo Calvino e Tommaso Landolfi, che è un po’ buffo leggere in traduzione inglese; a proposito di traduzioni, ho scoperto il romanzo distopico del russo Evgenij Zemjatin “We”, una delle fonti per 1984 di Orwell, e che fu pubblicato nella lingua originale più di sessant’anni dopo la sua stesura. Se siete abbastanza ferrati nella lingua di Albione,la raccolta è una lettura piacevole.
Lodovico Sonego, che ti ho fatto di male?
Stamattina mi sono trovato (al mio indirizzo come portavoce di Wikimedia Italia) una copia di una newsletter di “lodovico sonego” tuttoinminuscolo, dal titolo «Sonego, Serracchiani, il Ministro Pinotti, torio a Cordenons, trasporto su rotaia e molto altro». Da quello che posso immaginare, Lodovico Sonego è un politico friulano: piuttosto che perdere tempo a cercare maggiori informazioni su di lui, preferisco perderlo scrivendo questo post.
Caro (si fa per dire) Sonego, non gliel’ha mai insegnato nessuno che non si mandano messaggi pubblicitari non richiesti? Peggio ancora, non si è mai accorto che Wikipedia in generale e Wikimedia Italia in particolare sono apolitiche, e quindi inviare messaggi di questo tipo è doppiamente nocivo? Infine, si rende conto che siamo nel 2014, e quello che sto scrivendo dovrebbe essere noto da anni a chiunque abbia un minimo di esperienza pubblica?
(Lo so, sono domande retoriche. Ma hanno il loro senso)
Disaffezione elettorale
Se in Emilia-Romagna in quatto anni e mezzo l’affluenza alle urne è scesa dal 68% al 38%, qualcosa di strano c’è. Immaginando che non ci siano state squadracce davanti ai seggi a impedire l’ingresso ai solerti elettori – a parte quelli che non si sono presentati perché gli hanno tolto il comune – l’ovvia considerazione è che la gente si è scocciata di votare. Fin qua è facile, come è facile dire che chi non vota ha sempre torto e i risultati sono del tutto legittimati.
Io vorrei però fare un passetto in più. La Lega, per esempio, è molto cresciuta in percentuale e ha recuperato anche parte dei votanti che aveva perso alle politiche e alle auropee: è chiaro che la svolta destrorsa di Salvini appare attualmente vincente, anche se dovremmo forse parlare di cannibalizzazione nello schieramento. M5S, come numero di voti, è tornato ai risultati del 2010, anche se la percentuale è cresciuta dal 7% al 13%; a differenza della Calabria non è affatto un pessimo risultato, considerando le liti interne tra i pentastellati. Nulla di strano, se ci pensate: la disaffezione dovrebbe essere minore nel caso in cui si è “contro” e quindi si vuole far sentire la propria voce. Quello che mi pare davvero interessante è il 4% della lista di sinistra. In pratica rispetto alle due liste del 2010 il numero di votanti a sinistra si è quasi dimezzato. Eppure si sente tanta gente lamentarsi della politica di Renzi che non è certo di sinistra: ma al momento di poter mostrare in pratica questo malessere, i maître-à-penser se ne sono stati a casa… oppure, se preferite, non sono così tanti ma fanno solo molto rumore.
Oggettivamente non riesco a dar torto al ragionamento di Renzi: se a sinistra c’è il vuoto pneumatico, perché devo spostarmi a sinistra?
Aggiornamento: (ore 14:15) Prima che qualcuno me lo faccia notare, lo scrivo io. Il mio conteggio rispetto alla sinistra è sbagliato: SEL infatti era coalizzata con il PD, e sommando i suoi 38.845 voti ai 44.676 della lista “L’altra Emilia-Romagna” arriviamo a 83.521 voti, contro i 58.943 (Federazione della sinistra) più 37.698 (SEL+Verdi) del 2010. Il calo totale non è dunque così accentuato, ed è da ascriversi alla sinistra-sinistra che pure era uscita dalla coalizione con il PD. Diciamo insomma che è più giusto affermare che i maître-à-penser non hanno convinto nessuno ad andare a votare, anzi.
La Rai ci illumina
Premessa: a casa mia si paga il canone Rai, e possediamo una sola abitazione. Quindi per quanto mi riguarda pagare 65 euro per abitazione invece che 113,50 euro è un risparmio pecuniario. Ciò non toglie che per me la cosa sia una pessima idea.
Il grosso guaio della Rai non è la sua elefanticità, quanto il suo non essere né carne né pesce. Il servizio pubblico richiede probabilmente molti dipendenti (ah: Rai non è i tre canali televisivi, ma ci sono anche i vari canali tematici e quelli radiofonici, giusto per ricordarlo), ma non richiede grandi nomi né ha nulla a che fare con lo sborsare decine di milioni di euro per “i grandi eventi sportivi”, che a quanto pare hanno per esempio affossato i conti 2014. Bene: ammesso e non concesso che tutti debbano contribuire – in maniera non troppo progressiva, diciamo – all’avere un servizio pubblico radiodiffuso, perché questo non viene fatto direttamente sulle imposte del reddito? La cosa avrebbe un senso maggiore, e sarebbe sicuramente più chiara. Meglio ancora, a questo punto, dividere Rai in due: un vero servizio pubblico senza pubblicità e pagato da tutti, e un altro pezzo trasmesso solo crittato, e che quindi possa essere visto solo da chi paga il decrittatore. Notate che non ho parlato di privatizzare un pezzo della Rai, il che significa che certi costi tecnici della “Rai crittata” sarebbero comunque spalmati su tutti: ma almeno ingaggi e grandi eventi se ne starebbero per conto loro…