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matematto non praticante

Il cardinale e Giordano Bruno

Ricordate che venerdì 15 gennaio Wikipedia ha festeggiato 15 anni? Ho scoperto solo martedì sera che il cardinale Gianfranco Ravasi aveva scritto questo tweet:

La sapienza abbandonò la terra quando i dotti cominciarono a usare la loro dottrina a scopo di lucro (Giordano Bruno) Auguri

La citazione è molto bella, e come wikipediano potrei farla mia. Ma vedere citato Giordano Bruno da un cardinale di Santa Romana Chiesa a me fa un’impressione un po’ strana, come se volesse trollarci. In fin dei conti, citando Wikipedia che aveva ripreso un articolo di Luigi Accattoli sul Corsera, nel 2000 papa Giovanni Paolo II disse che anche se la morte di Giordano Bruno “costituisce oggi per la Chiesa un motivo di profondo rammarico”, tuttavia “questo triste episodio della storia cristiana moderna” non consente la riabilitazione dell’opera del filosofo nolano arso vivo come eretico, perché “il cammino del suo pensiero lo condusse a scelte intellettuali che progressivamente si rivelarono, su alcuni punti decisivi, incompatibili con la dottrina cristiana”.

Voi che ne pensate?

“It contains content that’s typically used in spam messages”

Mi è appena arrivato nel folder spam di Gmail il messaggio di “Luciano Fontana, Direttore del Corriere della Sera <direzione_corrieredellasera@rcs.it>” che presenta la nuova edizione digitale a pagamento del quotidiano. L’algoritmo di Google ha deciso che il testo del messaggio era quello tipico degli spam.
Mi sa che al Corsera hanno ancora bisogno di fare un po’ di fine tuning.

E LA FIGLIA DEI MARÒ?

Ieri Giulia Latorre prima avrebbe affermato di essere omosessuale, poi avrebbe smentito di aver detto ciò (“sono stata fraintesa”), poi avrebbe smentito la smentita, poi non so più come sia proseguita la cosa.
Spero che sia chiaro che a me non importa nulla delle preferenze sessuali della giovane signora Latorre, nel senso che può fare quello che vuole e non sarò certo io a dire alcunché. Né penso che lei debba necessariamente pubblicizzare le sue preferenze: se vuole e se la sente di farlo è una sua scelta, altrimenti è una sua scelta lo stesso. Un consiglio non richiesto glielo vorrei però dare: se decide di fare coming out, oltre a valutare le pressioni che potrebbero fare su di lei per ritrattare almeno pubblicamente, non affidi il suo messaggio a un sito attivista LGBT, ma scelga un media mainstream. Tanto la notizia verrà diffusa lo stesso.

Italo Treno che fa sconti

In questi giorni è montata la polemica sugli sconti che Italo Treno fa per chi va a Roma al Family Day, inserendo l’apposito codice FAMILY30. Una rapida rassegna stampa: visto da destra, visto da Renzi, visto dai complottisti (che non per nulla citano l’onnipresente esposto dell’onnipresente Codacons). È stata persino creata una pagina Facebook.

A me non è che Italo faccia più o meno simpatia di Trenitalia. Vedendo gli status postati in questi ultimi giorni al limite potrei consigliare loro di cambiare azienda che si occupa del social manager. Ma finché non mi si dimostrerà che per un qualche evento che possa far muovere in treno almeno un centinaio di persone Italo Treno ha rifiutato la convenzione non vedo nulla di male. Evidentemente gli organizzatori del Family Day si sono ricordati di Lc 16, 8b: «I figli di questo mondo, infatti, verso i loro pari sono più scaltri dei figli della luce.»

Inquinamento e automobili

emissioni Ieri sera Marco Mazzei ha postato su Facebook uno status in cui cita il rapporto 2014 sulla qualità dell’aria della Città Metropolitana di Milano, prodotto da quei comunistoni di Arpa Lombardia. A pagina 14 trovate la tabella qui in cima, dove viene mostrato quali percentuali di inquinanti derivano dalle varie attività. Poi naturalmente è chiaro che nei trasporti per strada sono anche comprese le biciclette che risollevano le polveri sottili, intendiamoci…

Il mistero Barbarella

Nella notte tra sabato e domenica, causa gatta vomitante, non riuscivo a prendere sonno e così mi sono ridotto a leggere sul tablet la colonnina infame di Repubblica, scoprendo che era morta la pornostar Barbarella (che la terra le sia lieve). Il “piccolo” problema è che la fotogallery iniziava con “E’ morta a 52 anni la pornodiva Barbarella, al secolo Virna Aloisio Bonino. A darne la notizia, la seconda data di Wikipedia (28 maggio 1963 – 3 dicembre 2015)”, e io sono sobbalzato. Sono andato a vedere la voce di Wikipedia: la fonte per la morte di Barbarella è… l’articolo di Wikipedia. A questo punto, ho controllato quando era stata inserita la data della morte: è avvenuto il 21 dicembre scorso, da parte di un anonimo che ha compiuto solo e unicamente quella modifica all’enciclopedia. Modifica che si sarebbe dovuta cancellare immediatamente perché senza fonti: ma evidentemente non c’è più così tanto interesse per le pornodive degli anni ’90 – tanto per dire, il sito ufficiale indicato (http://missbarbarella.com/) non esiste più e bisogna andare qui – e così la presunta data della morte è rimasta e ora è stata ufficializzata dalla stampa.

Per la cronaca, ora il testo è diverso, visto che recita “A darne la notizia, su Facebook, le ex colleghe Ilona Staller, meglio nota come “Cicciolina” e Jessica Rizzo.”>; ma io ho lo screenshot. Ma il mistero resta fitto lo stesso, perché se vedete
il post di Ilona Staller è datato 22 gennaio, quindi prima della fotogallery di Repubblica ma un mese dopo l’aggiunta della data di morte su Wikipedia e un mese e mezzo dopo la morte: per quanto ne possiamo sapere, Cicciolina era per caso andata a vedere la voce su Wikipedia, ha letto della morte della sua amica e ha giustamente pensato di scriverne un ricordo… oppure potete credere al Messaggero che scrive «Poi, lo scorso dicembre, un fugace sms ricevuto da Ilona Staller in cui il compagno di Barbarella la avvisava del ricovero d’urgenza dell’ex collega, ma senza le indicazioni dell’ospedale.». A questo punto crederei davvero più all’anonimo compagno dell’attrice che abbia voluto farlo sapere: ma in ogni caso quella segnalazione come fonte non può valere.

Qualche anno fa, lo sport preferito da molti giornali era segnalare come Wikipedia avesse scritto una bufala, indicando che una qualche persona era morta mentre era viva e vegeta. Ho sempre avuto qualche dubbio su come un giornalista fosse così fortunato da accorgersi della modifica fatta da un anonimo alla voce nei due minuti prima che qualcuno rimettesse le cose a posto: ma in fin dei conti l’enciclopedia rimaneva affidabile. Ora invece sembra che arrivi la tendenza a considerare Wikipedia fonte primaria… e questo è pericolosissimo. Wikipedia non può essere fonte primaria: a parte che è contro i cinque pilastri dell’enciclopedia, rovinerebbe del tutto la ricerca dell’affidabilità, che è il suo compito assieme a quello della raccolta della conoscenza.

Quizzino della domenica: operazioni inesatte

In uno di quei libri con catervate di test per prepararsi ai concorsi, viene chiesto il risultato di questa espressione: 42+53:5-2×22. Le risposte possibili indicate sono (a) 35; (b) 33; (c) 32. Peccato che – come potete facilmente verificare – quell’espressione abbia come risultato 8,6: ricordo che prima si fanno moltiplicazioni e divisioni, da sinistra a destra, poi addizioni e sottrazioni, sempre da sinistra a destra. Riuscite a svelare l’arcano e trovare qual è la soluzione, o forse dovrei dire per prima cosa la formulazione, corretta?

(un aiutino lo trovate sul mio sito, alla pagina http://xmau.com/quizzini/p192.html; la risposta verrà postata lì il prossimo mercoledì.)

_Una scomoda eredità_ (libro)

9788875785185 Ci sono due cose che non mi sono piaciute in questo libro (Nicholas Wade, Una scomoda eredità : La storia umana tra razze e genetica [A Troublesome Inheritance], Codice Edizioni 2015 [2014], pag. 273, € 15,90, ISBN 978-88-7578-518-5, trad. Allegra Panini). La prima è l’insistenza di Wade sul fatto che parlare di razze umane non significhi parlare di razzismo o esprimere una tesi politica: tutto il libro è invece permeato di politica. La seconda cosa è che il libro è molto ripetitivo: poteva avere ottanta pagine di meno e sarebbe stato perfetto.
Premesso questo, la lettura mi è stata molto utile e istruttiva. Non entro nel merito della diatriba dell’uovo e della gallina: se fino a un secolo o poco più fa gli incroci tra popolazioni dei diversi continenti erano scarsi o nulli, non è strano che si trovino caratteristiche somatiche diverse nei continenti, e che luoghi come il Vicino e Medio Oriente oppure il subcontinente indiano, dove le popolazioni invece si sono mischiate, possano essere considerate come razze. Wade fa poi presente che il corredo genetico umano è identico per tutti, altrimenti non saremmo un’unica specie; ma gli alleli possono essere diversi, e i ridotti incroci possono portare a una diversa percentuale della presenza di un dato allele in una popolazione. Tenete poi conto che un singolo allele fa poco, e anzi certe caratteristiche fisiche esteriori possono essere il risultato di alleli indipendenti; ma con decine di alleli diversi le probabilità si compongono e si ottiene un risultato più definito. Una sottotesi del libro è che queste modifiche evoluzionistiche, non tanto nell’aspetto fisico quanto nelle tendenze culturali, sono molto più rapide di quanto si pensi, e richiedano poche decine di generazioni: mi meraviglio tra l’altro che Wade non abbia citato la modifica della struttura delle razze canine dal tempo delle prime fotografie, cosa che corrobora la sua tesi.
In definitiva il libro permette di pensare alla genetica in un modo diverso e molto pratico. La traduzione di Allegra Panini è scorrevole, ma in un paio di punti più matematici mi ha dato il sospetto di essersi persa nei meandri linguistici di Wade.