In questi giorni ho sentito spesso per radio la pubblicità di Coyote, un servizio (?) che ti avvisa degli autovelox mentre stai guidando. L’astuto coyote (lo sapevate, vero, che in Wile E. Coyote “wile” non significa “vile”?) ha messo nel cloud l’equivalente degli sfareggiamenti che si facevano decenni fa per indicare la presenza di una pattuglia della Stradale, e cita anche una lettera ufficiale in cui si afferma che il servizio non è illegale perché non può sapere se autovelox o tutor sono in funzione, ma indica semplicemente dove sono dislocati, o meglio dove sono stati segnalati. Sarà.
(Intanto ho scoperto che li fa la Magneti Marelli, non l’avrei mai creduto. Chissà perché non lo indicano così chiaramente)
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Non credo (a) che vincerò mai questa macchina da scrivere né che comunque me la spedirebbero in Italia, ma segnalarvelo costa poco.
I poster nelle caserme
Ero convinto che la storia della bandiera del Reich fosse rientrata nel dimenticatoio: e invece a quanto pare a destra se la sono legata al dito, tanto che oggi il Giornale pubblica un articolo su un poster di Lotta Continua che sono riusciti a scovare in Questura a Pisa.
Ora, nemmeno al Giornale riuscirebbero a dire che un poliziotto è fan di Lotta Continua senza mettersi a sghignazzare sguaiatamente: e quindi si sono messi a parlare di tutt’altro, lasciando giusto alla fine una chiosa «Chi lo conosce [il funzionario] esclude che abbia posizioni di estrema sinistra» che mi pare tanto una litote. A questo punto non era più semplice strutturare l’articolo sulla penultima frase «Chissà che cosa diranno i quotidiani di sinistra, sempre vigili sul fantomatico ritorno del fascismo.»? Non ci avrei visto nulla di male, e penso che il lettore tipico di quel quotidiano sarebbe comunque rimasto soddisfatto. D’altra parte, il poster di Lotta Continua non dovrebbe stare lì dentro come non doveva starci la bandiera imperiale tedesca, e su questo non ci piove. (L’ultima frase con l’accenno a Mario Calabresi avrebbero potuto evitarla, ma lo stile non te lo puoi comprare.)
Ah: a questo punto immagino che il supposto articolo del codice civile che vieta di scattare foto di istallazioni militari non valga per questi luoghi.
Tempi postali
Il 17 novembre scorso, mentre ero a casa perché Jacopo non stava bene, un postino ha deciso di non suonare il nostro citofono per consegnare una raccomandata ad Anna. Nel pomeriggio ho scritto un reclamo alle Poste, reclamo che la sera stessa del 17 ha generato una risposta automatica di ricezione: «desideriamo informarLa che la sua richiesta è in gestione alla funzione competente per la risoluzione della stessa. Sarà presto ricontattato dalle nostre strutture per le comunicazioni del ticket»
La risposta (ovviamente interlocutoria)
con riferimento alla Sua richiesta, La informiamo che il Suo reclamo è stato inoltrato agli uffici e alle strutture territoriali competenti, affinché provvedano a verificare e risolvere le anomalie da Lei lamentate.
La ringraziamo per la Sua segnalazione in quanto ci offre l’opportunità di conoscere eventuali criticità e di porre in essere azioni mirate a migliorare la qualità dei nostri servizi e a renderli sempre più vicini alle aspettative dei clienti.
mi è arrivata per email ieri mattina. Non c’è molto da aggiungere.
Soluzione 12%
Sabato, mentre prendevo oziosamente un caffè all’Autogrill San Rocco sulla Torino-Milano, mi è caduto l’occhio su un cartello (fotocopiato) che diceva che dallo scorso primo ottobre il prelievo fiscale sulle vincite oltre i 500 euro dei gratta e vinci è passato dal 6% al 12%.
Da un punto di vista prettamente egoistico la cosa non potrebbe che farmi piacere: io non ne ho mai comprato nessuno, quindi i soldi che lo Stato si prende in quel modo sono soldi in meno di tasse che devo pagare io. Però ritengo la cosa del tutto ingiusta in linea di principio. Il prelievo fiscale c’è già alla fonte. Non basta? Aumentatelo lì. E non venitemi a dire che bisogna far capire che anche i soldi vinti alla lotteria sono da tassare, perché allora non si toglie il prelievo alla fonte, almeno per i premi maggiori, e non li si fa dichiarare nel 730? In fin dei conti la cosa favorirebbe i più poveri. (Sì, questa è una battuta. Una delle cose fondamentali dei giochi a premi è che le vincite sono anonime)
Quizzino della domenica: numeri brillanti
Chiamiamo un numero “brillante” se è il prodotto di due numeri primi dello stesso numero di cifre. Quindi 35 = 5 × 7 è brillante, ma 37 (primo) no, come non lo è 77 (7 × 11). Qual è il più piccolo e il più grande numero brillante di tre cifre?

(un aiutino lo trovate sul mio sito, alla pagina http://xmau.com/quizzini/p286.html; la risposta verrà postata lì il prossimo mercoledì. Problema ispirato da Gifted Mathematics)
_Matematica: stupore e poesia_ (libro)
Bruno D’Amore ha sempre avuto un approccio molto personale nei suoi libri. In questo caso (Bruno D’Amore, Matematica: stupore e poesia, Giunti 2009, pag. 216, € 18, ISBN 9788809754492, link Amazon) direi che la scelta è molto felice. Il tema, più che quello che il titolo farebbe pensare, non è la bellezza per così dire poetica della matematica ma la sua filosofia. D’Amore non entra nel merito dei temi specifici – quantunque l’accenno alla definizione gödeliana di matematica “di destra” e “di sinistra” sia davvero allettante – ma riesce molto bene a trasmettere al Lettore (con la L maiuscola..) il senso di meraviglia per come essa riesca a funzionare. Pensate un attimo: com’è che possiamo essere certi che le dimostrazioni geometriche per esempio sui triangoli, fatte con l’ausilio di un disegno, valgano per tutti i triangoli possibili? E come è possibile che un ragazzo passi dal riconoscimento per intuizione di un risultato all’astrazione che gli si richiede quando cresce? (Tra l’altro, D’Amore è molto critico con la riforma universitaria del 3+2, e non si perita di scriverlo a chiare lettere nel testo). All’interno della trattazione, D’Amore inserisce inoltre brani di altri “amici matematici”, il che da un lato gli permette di entrare meglio nei temi che tratta e dall’altro mostra paradossalmente come non esista in realtà un pensiero unico della matematica.