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matematto non praticante

Nessun dove (libro)

[copertina]Londra è Londra, non c’è che dire. Ma siamo sicuri che sia solo Londra? Neil Gaiman nelle varie versioni di questo libro (Neil Gaiman, Nessun dove [Neverwhere], Fanucci – Tif Extra, 2008 [1996, 1997, 2000], pag. 329, € 9,90, ISBN 978-88-347-0874-3, trad. Elena Villa) – secondo l’autore il libro che ho tra le mani è diverso da quello che lui aveva scritto inizialmente – racconta la “Londra di sotto”, la città di chi è in un certo senso stato buttato fuori dalla città “di sopra”, i dropout insomma. Il tutto però è un modo per raccontare della città in modo diverso dal solito; il libro è pieno di minuzie storiche e geografiche, tanto che lo si può quasi leggere come una sorta di guida turistica della città. La trama sta più o meno tra il fantasy e il noir: ho trovato personalmente pesante l’inizio, e mi ci sono volute quasi cento pagine prima che la storia mi prendesse; forse vedere il povero protagonista che rapidamente spariva dalla vista degli altri. La povera traduttrice ha dovuto (vittoriosamente) lottare per rendere comprensibili i nomi delle parti di Londra che nella storia sono presi alla lettera, come i Frati Neri che stanno a Blackfriars: direi che ci è riuscita abbastanza bene.

Orari

Ci sono dei vantaggi competitivi a fare un corso che termina di venerdì e si tiene in un albergo a nove minuti di bicicletta da casa :-)

lo smoot

Leggendo vb, scopro l’esistenza di un’unità di misura di lunghezze piuttosto particolare: lo Smoot.
Come si può leggere, Oliver Reed Smoot, Jr venne usato nel 1958 per misurare la lunghezza dell’Harvard Bridge tra Boston e Cambridge in Massachusetts. “Usato” nel senso che è stato man mano messo per terra dai compagni della sua fraternità al MIT, visto che era il più piccolo della classe, fino a che non hanno stabilito che il ponte era lungo 364,4 smoot più o meno un orecchio. A distanza generalmente di 10 smoot sono stati messi dei segni per dare la lunghezza parziale, segni che sono stati conservati anche quando hanno rimesso a nuovo il ponte perché la polizia li trovava comodi quando dovevano indicare il luogo esatto di un incidente (e uno si chiede quanti diavolo di incidenti facciano su quel ponte).
Ma la cosa più divertente è che Smoot (la persona) divenne presidente dell’ANSI nel 2001-2002 e dell’ISO nel 2002-2004; da essere un’unità di misura è arrivato a standardizzare le unità di misura. Però non è vero che sia riuscito a farla diventare una misura ANSI…
Inutile dire che c’è una voce al riguardo sulla wikipedia in inglese; e Google traduce anche metri e piedi in smoot, se uno preferisce misurare le distanze in questo modo.

Magritte – il mistero della natura (mostra)

Ok, è terminata domenica scorsa, ma non è colpa mia (o forse sì…) se siamo andati a vedere la mostra nel suo ultimo giorno di apertura, dopo che ci avevamo tentato nelle vacanze di Natale e ancora giovedì scorso.
La prenotazione dei biglietti è stata piuttosto costosa, considerando il 16% di diritti di prevendita e soprattutto il fatto che nel sito non erano mica indicate tutte le possibilità di biglietto ridotto, e quindi abbiamo pagato intero. Per il resto, la mostra sfruttava il periodo in cui il museo Magritte di Bruxelles era chiuso per rinnovamento e quindi ha potuto mostrare molte opere conservate là. Come nel caso della mostra comasca del 2006, però, il Magritte e noto a tutti non era così rappresentato nella mostra; inizio a pensare che le immagini che si vedono in giro non siano effettivamente “il vero Magritte”. Da notare poi l’allestimento, con una serie di microcitazioni immagino magrittiane sui muri, e soprattutto l’enorme quantità di gente, con l’ulteriore fregatura di due-gruppi-due di trenta persone cadauno con guida che praticamente bloccavano due sale consecutive. Doveva essere proprio un pittore alla moda.

Maroni non ha tutti i torti

In questi giorni Radio Popolare, e immagino tutta la stampa di sinistra, sta cercando di montare un caso a proposito della morte di non si sa quante centinaia di migranti affondati mentre cercavano di arrivare in Sicilia dalla Libia. Il direttore Danilo De Blasio chiosava “se fossero precipitati due charter con trecento turisti stranieri, ci sarebbe stata tutta un’altra attenzione mediatica”, e si lamentava delle parole di Maroni che a suo parere se ne lavava sostanzialmente le mani.
Per quanto scarso sia il mio amore per questo governo e per il sassofonista ministro degli interni, non posso però essere d’accordo con questo giudizio sprezzante. Innanzitutto se fossero cascati due aerei di turisti americani ci sarebbe stato qualche titolone sui giornali, ma si sarebbe comunque dimenticato tutto il giorno dopo. Quanto al ruolo dell’Italia, onestamente non possiamo pattugliare tutto il Mediterraneo né tanto meno finire dlle parti della Libia, che non sarebbe contenta. Certo, c’è un (brutto) gioco delle parti tra Italia e Libia, ed è probabilmente vero che Gheddafi fa chiudere più di un occhio a chi dovrebbe pattugliare le coste libiche; ma non vedo come si sarebbe potuto fare altimenti in questo caso. E comunque diciamolo: rispetto alla strage del Venerdì Santo di alcuni anni fa siamo molto migliorati.

Come giocare e divertirsi con l’ingegno (libro)

[copertina] Con questo volume delle Sfide Matematiche (Jaime e Lea Poniachik, Come giocare e divertirsi con l’ingegno, RBA Italia 2009, pag. 230, € 9,99, trad. Paola Pettinotti) abbiamo una visione sulle ricreazioni matematiche sudamericane, come già capitato coi testi di Recamán. La criptoaritmetica e i problemi numerici in genere hanno un peso notevole, ma ci sono anche vari tipi di problemi, come il percorsi del segugio oppure i problemi dei giorni del mese, che non sono mai stati visti nella tradizione statunitense oppure europea, e possono essere un interessante diversivo rispetto ai soliti problemi passatempo.
Inutile aggiungere che chi è interessato alla matematica ricreativa alla Gardner non amerà troppo questo libro: a ognuno il suo.
La traduzione, a parte qualche refuso, mi pare infine buona.

l’INPS pensa a noi

Scopro da Repubblica che l’Inps, nella sua infinita bontà, manderà 700 mila lettere ai datori di lavoro delle colf, con i bollettini di pagamento precompilati. Inutile dire che Roberto Petrini, che ha scritto che lo fa “in vista della scadenza del 10 aprile”, non deve mai avere avuto a che fare con le Regie Poste Italiche. Vabbè, risparmio la fatica di scrivere all’Inps per avere dei nuovi bollettini: devo dire però che i “laboriosi calcoli sulle ore” non sono mai stati troppo laboriosi, visto che in un trimestre ci sono tredici settimane e basta fare due moltiplicazioni per avere il totale (via, diciamo quattro moltiplicazioni per sapere quant’è la quota a carico del lavoratore). Ad ogni modo una piccola fatica in meno: stasera avevo perso cinque minuti per calcolare il totale e compilare il modulo relativo, il prossimo trimestre non dovrò perdere i due minuti per compilare il nuovo modulo.
Quello che però è poco serio è scrivere che tutto questo servirebbe per fare emergere il lavoro nero. Chi paga i contributi può magari aver saltato un trimestre, ma nulla di più: chi non li paga continuerà a non pagarli. A cosa serve allora tutta questa notiziona?

assenza più o meno giustificata

Da domani a venerdì sarò a un corso (“Gestione efficace delle attività”: in effetti per un casinista come me è un must). Il corso si tiene a circa un chilometro dal mio ufficio e a due chilometri e mezzo da casa, quindi non è una grande cosa. L’unico guaio è che sarò lontano dal PC, e quindi non avrò notiziole da commentare da par mio. Qualche post ci sarà comunque, ma sarà più generale. Non lamentatevi troppo :-)