Giovedì scorso mi arriva un messaggio dalla mia banca. Me ne arrivano tanti, visto che monitoro tutti i pagamenti col bancomat. Mi dicevano che c’era un addebito di 90 euro da parte di tale Mila no Revisioni datato 03/12/2007. Sì, dicembre duemilasette.
Venerdì mattina contatto via chat il supporto clienti e chiedo lumi sulla cosa: l’operatrice mi dice su quale bancomat è stato fatto (quello di Anna) e che manderà avanti la cosa. Parlando con Anna, a un tratto le viene in mente una cosa: “non sarà stata la volta della batteria kaputt?” Controllo: le date coincidono, una pagina di Google indica che ora l’azienda sta non so dove ma in passato è stata dietro casa nostra, in effetti l’estratto conto di allora non riportava il pagamento (che bello avere gli estratti conto in formato elettronico, tra l’altro :-) ) e quindi mi tranquillizzo.
Lunedì sera mi arriva la riposta del customer care, che afferma che il pagamento è dovuto – nulla da eccepire – e che “il pagamento e’ stato addebitato in conto solo adesso in quanto quando era arrivato si era bloccato poiche’ il conto non era momentaneamente capiente.” Ho controllato: il mio conto non è mai stato così vicino al rosso. Però mi domando se devo essere felice che la mia banca non volesse farmi pagare degli interessi di mora o se devo preoccuparmi perché si dimentica un pagamento per quindici mesi…
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Le incredibili avventure del Dottor Ecco (libro)
Dennis Shasha, l’autore di questo libro della collana Sfide Matematiche, è stato uno dei tenutari della rubrica dei giochi matematici sullo Scientific American: una garanzia, insomma. Questo (Dennis Shasha, Le incredibili avventure del Dottor Ecco [The Puzzling Adventures of Doctor Ecco], RBA Italia 2009 [1988,1998], pag. 204, € 9,99, trad. Angela Iorio) è il suo primo primo libro con protagonista il dottor Jacob Ecco, omnieuristico, e il suo amico e narratore professor Scarlet che, a differenza dello sherlockiano Watson, non è un sempliciotto e collabora attivamente alla risoluzione dei problemi. Gli enigmi presentati sono generalmente di tipo algoritmico – Shasha è professore di Computer Science e collabora con l’IBM – di difficoltà variabile ma mai eccessiva; spesso poi vengono presentati dando un aiutino più o meno chiaro ma comunque esplicito per trovare la migliore via di attacco al problema. Peccato che RBA Italia si sia dimenticata di copiare nell’indice le lettere relative alla difficoltà dei problemi (le ho aggiunte nella pagina del libro su aNobii) e che ci siano alcuni parti in cui la traduzione è stata fatta troppo di fretta: ad esempio, “then again” non significa affatto “allora di nuovo”, e “one-way” non è “a una corsia”! Il libro è comunque consigliabile.
Marina Berlusconi nuovo presidente Rai!
(Ansia, 10 mar) Dopo una notte di febbrili trattative, Gianni Letta e Dario Franceschini hanno trovato l’accordo sul nuovo presidente della Rai. La scelta dell’avvenente figlia dell’attuale PresConsMin ha trovato un’ampia convergenza in Parlamento, dove tutti si sono rallegrati che finalmente è stata scelta una persona che la televisione la conosce bene; inoltre l’avere sposato un ballerino le fornirà quel qualche cosa in più per sopravvivere ai continui rimescolii dell’ente televisivo pubblico. Massimo D’Alema ha commentato che le dinamiche emulative tra fratelli permetteranno finalmente una concorrenza fattiva contro Mediaset e Piersilvio Berlusconi, mentre Mara Carfagna si rallegra che ancora una volta sia stata scelta una donna non in quanto specie protetta ma per le sue qualità affinatesi negli anni. Persino Antonio Di Pietro ha rilasciato una dichiarazione possibilista, che garantirà al neopresidente una tregua per alcuni decenni: “Prima devo finire con suo padre”. L’unica voce fuori dal coro, oltre forse a quella di Umberto Bossi che però è ancora in corso di restaurazione dai tecnici del RIS, è quella di Maurizio Gasparri: “Aho’, se ce annavo io nun era mejo? So’ bbello e intelligente anch’io!”
Come primo atto forte della presidenza Berlusconi, uno stop a veline e similari: d’ora in poi, le assistenti indosseranno un burka disegnato da Dolce & Gabbana ma potranno finalmente parlare e mostrare le eventuali altre loro doti.
statistiche ed economia
Lo scorfano segnala questo articolo della Stampa, che racconta come (secondo qualcuno “casualmente”) i dati sul deficit pubblico nel 2007 siano stati corretti: prima delle scorse elezioni il rapporto deficit/PIL era stato stimato all’1.9%, adesso è stato corretto all’1.5%. Non sono noccioline: quattro decimi di punto corrispondono circa a 6 miliardi di euro.
Devo però dire che a me questa sembra una non-notizia. Innanzitutto non penso che avere saputo subito il valore corretto avrebbe spostato un solo voto. Poi può essere vero che considerare Equitalia (concessionario per la riscossione delle imposte) come società privata quando il capitale è pubblico (51% in mano allAgenzia delle Entrate e 49% allInps) è stato un errore marchiano; ma il problema di base è che il bilancio statale è così complicato che non ci vuole molto a spostare da una parte o dall’altra miliardi di euro (si chiama “finanza creativa” se la fa Tremonti, ma è stata fatta anche dai vari governi Prodi, non credete). Però quei numeretti sembrano così importanti… o almeno ci fanno credere così. È proprio vero che l’economia sulle statistiche ci prospera.
_Gli snumerati_ (libro)
Forse non è un caso che questo vecchio libro (John Allen Paulos, Gli snumerati [Innumeracy], Leonardo 1990 [1988], pag. 142, trad. Chiara Faglia) non sia più in commercio. Già il sottotitolo (“impariamo a far di conto per fare i conti col mondo”) è un po’ inquietante, ma è proprio il concetto di base che è impervio. Lo snumerato è l’equivalente dell’illetterato, solo che le conoscenze che non ha sono quelle matematico-statistiche. Non stiamo parlando di malattie come la discalculia (l’equivalente della dislessia, se ve lo steste chiedendo) ma proprio dell’incapacità di riuscire a stimare anche solo grossolanamente dei valori; quello che è peggio è che mentre magari qualcuno si vergogna di non essere bravo con le parole e non conoscere i classici della letteratura, è molto più semplice trovare gente che si vanta di essere uno snumerato. Dire che non sarebbe così difficile notare queste cose: nel mio piccolo faccio spesso esempi di “povera matematica” e garantisco che non ci vogliono chissà quali conoscenze per accorgersi degli strafalcioni che si sentono.
I capitoli del libro spaziano su vari temi. Si inizia con la capacità di stimare un valore e riconoscere gli errori almeno di due o tre ordini di grandezza; si continua con gli apparenti paradossi probabilistici, dove il senso comune ci porta fuori strada. Un capitolo è dedicato all’uso della matematica nelle pseudoscienze, in modo che ci possiamo accorgere di come i numeri possano essere usati pre fregarci. Dopo un lungo sfogo sulla povertà dell’insegnamento matematico, si termina portando all’attenzione del lettore i casi di snumeratezza statistica, con un’utile infarinatura su come leggere i sondaggi. L’idea di mettere l’indice di rischio relativo (il logaritmo della probabilità di morire per un certo comportamento, relativo a quanta gente si comporta così) è ad esempio un’idea interessante, anche se rovinerebbe molti titoloni dei media… e forse è per questo che non è mai stata messa in pratica.
Il libro è scritto bene e la lettura è piacevole, con la parte matematica ridotta al minimo; sarebbe proprio una lettura utile per molti… se solo fosse disponibile!
ora legale
Questa notiziola rappresenta un’eccezione nella categoria “povera matematica”: per una volta c’è un’affermazione corretta che in genere viene sempre taciuta.
D’accordo, Luigi Bignami si dimentica di dirci che il suo articolo è scopiazzat… ehm, surrettiziamente tradotto dallo Scientific American. Ma non stiamo parlando della deontologia giornalistica. La frase che ci interessa è questa, della Commissione per l’Energia della California: «L’aver allungato di 15 giorni il periodo di ora legale nel nostro Stato, non ha portato ad alcun beneficio, in quanto l’anno scorso il risparmio di energia è stato dello 0,2%, ma è un dato che ha un margine d’errore dell’1,5%»
Mi pare importante dare un grande risalto a questa affermazione, perché mette alla luce una verità che in genere viene messa sotto il tappeto: che cioè i numeri statistici devono essere sempre presi con beneficio di inventario, per quanto possiamo essere attenti a ricavarli. Già quando i valori sono certi non si può essere del tutto sicuri: ad esempio il registratore di cassa di un negozio può dire che a febbraio si è ricavato come media giornaliera meno che a marzo, ma ci possono essere stati mille fatti esterni (magari marzo ci sono stati cinque sabati e il nostro negozio fa più affari il sabato…) che disturbano i risultati. Non per nulla in certi casi si fanno le medie destagionalizzate. Ma se dobbiamo anche fare delle stime, gli errori si sommano agli errori e quindi sarebbe sempre giusto aggiungere il margine di errore. Accontentiamoci che per una volta è stato fatto, e facciamolo notare!
Omar Hassan al-Bashir
Scommetto non vi ricordate chi è. Aiutino: meno di una settimana fa, la Corte Penale Internazionale dell’Aia ha emesso un mandato di cattura contro costui, che per la cronaca è il presidente del Sudan. Se non ve lo ricordavate, qualche scusa ce l’avete: ormai se n’è andato via dalle prime pagine dei quotidiani online. Solo il Corsera oggi parla di lui come ultima notizia, mentre Rep-punto-it preferisce riempire la Colonna Infame con notizie tipo “In Germania nudi con lo slittino per il campionato mondiale“.
Per non saper né leggere né scrivere, ho chiesto lumi al mio amico Yagoub che è un esule sudanese, e mi ha risposto che questa incriminazione ha generato un aumento della popolarità per il presidente, che quindi si sente ancora più sicuro. Insomma, secondo lui l’allontanamento delle ONG che operano nella regione non è stata tanto una ripicca quanto una prova di forza. Cito direttamente le sue parole: «Al bashir merita sicuramente di essere condannato ma la tempistica è stata sbagliata: lui è ancora presidente in carica, tra un avremmo dovuto avere le elezioni e ora forse saranno cancellate.»
Il tutto mi ha fatto pensare. Abbiamo (hanno) creato questo tribunale penale internazionale con tanta fanfara. Già il fatto che ad esempio gli USA non l’abbiano ratificato gli toglie immediatamente un bel po’ di forza (anche e soprattutto morale); ma se poi fanno queste scelte ho come il sospetto che tutto quello che interessi davvero loro sia la pubblicità, e non i risultati. Cosa che magari con l’opinione pubblica funziona anche, intendiamoci: ma che personalmente trovo peggio che inutile.
Intrappolato 2!
Credo che si possa dire ormai con ragionevole certezza: sono io che porto sfiga. Dopo che la scorsa settimana sono rimasto bloccato in ascensore, stamattina ho fatto il bis. Stavolta eravamo in quattro, Damiano aveva già letto la cronaca del mio primo blocco, e in quattro e quattr’otto abbiamo aperto le porte e siamo usciti. Il mio piccolo problema personale è che da solo non ce la faccio mica :-(