Roe vs Wade

Premetto che questo mio post è puramente politico e non vuole entrare nel merito del diritto d’aborto, né negli USA né tanto meno in Italia. Mi pare che ci sia già abbastanza gente che ne stia parlando, almeno nella mia bolla twitter, e non avrei nulla di intelligente da aggiungere.

Dovrebbe essere abbastanza chiaro che la Corte Suprema USA (ma questo vale anche per la nostra Corte Costituzionale) è un organo eminentemente politico. Non esistono leggi assolute: per dire, cent’anni fa il diritto di voto per le donne non era certo dato per scontato, anzi: e non faccio fatica a immaginare che se la Corte Suprema di allora fosse stata chiamata a prendere una decisione, avrebbe sentenziato che la Costituzione USA parlava di “men” e non di “men and women”. (E tra l’altro la sentenza del 1973 è stata fatta da una corte composta da soli maschi, quindi non stiamo a parlare di maschilismo in genere). La seconda cosa che io terrei bene a mente è che con ogni probabilità gli antiabortisti hanno aspettato di avere una maggioranza schiacciante (6-3) prima di riportare la sentenza al giudizio della suprema Corte, perché non si sa mai cosa sarebbe potuto succedere altrimenti. Insomma, Ruth Ginsburg – che stava già perdendo colpi sotto Obama ma è rimasta inchiodata alla poltrona – ha anche giocato una parte importante sul risultato della scorsa settimana.

Per il resto, visto che la nuova sentenza non afferma che l’aborto è illegale ma semplicemente che non è normato a livello federale, quello che succederà è che gli USA saranno ancora più divisi, tra chi vive in uno stato dove l’aborto continuerà a essere legale oppure avrà la possibilità di andare ad abortire in uno di quegli stati e chi invece avrà la scelta tra portare avanti una gravidanza e trovare qualcuno che la faccia abortire illegalmente, in modo chirurgico o più probabilmente chimico. Mi chiedo solo quanto tempo una nazione così divisa potrà resistere.

Ultimo aggiornamento: 2022-06-27 09:54

8 pensieri su “Roe vs Wade

  1. procellaria

    L’effetto sulle tensioni interne negli USA dovrebbe essere l’unico elemento della questione ad avere rilevanza nella colonia dell’impero in cui viviamo. Le divisioni interne USA sono potenzialmente esplosive per l’Europa, che potrebbe trovarsi di colpo svincolata dai puntelli americani in caso di collasso dell’impero. Una cosa è quasi sicura, senza l’influenza USA sull’Europa la UE non esisterebbe, dato che ci sono troppi interessi divergenti tra le nazioni che la compongono (l’unica cosa che hanno in comune è quella di essere parte della sfera di influenza USA). La sentenza della corte suprema potrebbe alleviare momentaneamente le tensioni, perché finora diversi stati del Sud e del centro degli Stati Uniti dovevano adeguarsi alla norma dello stato federale, sempre più visto da quelle parti come entità invasiva, tanto che Trump fu eletto proprio per opporsi a questa tendenza, evidentemente senza successo data la mancata rielezione. Lo stato federale di fatto con questa sentenza fa un passo indietro, contribuendo a smorzare velleità secessioniste degli scontenti stati centrali. Ma appunto, si tratta solo di lieve smorzamento temporaneo, perché né Trump né la corte suprema possono opporsi alla traiettoria imperiale, che genera anche senza volerlo uno stato centrale sempre più corposo e invasivo. La seconda guerra civile americana è solo rimandata.

  2. Bubbo Bubboni

    Già, perché non hanno anche vietato alle donne incinte che potrebbero abortire di uscire dallo stato sull’esempio dell’Irlanda o anche aggiunto una condanna a 30 anni di carcere in caso di aborto spontaneo come in El Salvador?
    Si potrebbe anche prendere esempio da un fedele partner commerciale e impedire alle donne di muoversi autonomamente senza permesso di un maschio tutore.
    Bah, io queste democrazie non le capisco proprio…

  3. mestessoit

    “Mi chiedo solo quanto tempo una nazione così divisa potrà resistere.”

    Molto a lungo. Il fatto di essere una nazione federale se da un lato fa aumentare le divisioni interne dall’altro abilita la scelta su dove si vuole vivere, e ti ricordo che (a differenza di noi italici) il nomadismo interno in USA è la regola e non l’eccezione.

    Ma se vuoi vedere quanto possa resistere una nazione divisa, vieni in Europa, ed in particolare in Belgio: fiamminghi e valloni sono divisi fin dalla nascita in scuole ed anche alcune università dedicate, nella polizia e nella sanità, in un modo anche più brutale degli USA negli anni ’60: eppure sono lì ancora, e lì rimarranno, per sempre.

    Gli USA sono in piena decadenza, ma non moriranno per questo. Più o meno lentamente si inchineranno ai nuovi padroni, i cinesi, ed amen. Nel frattempo sicuramente i conservatori farano altri editti limitanti di questo tipo, ma non influirà sul processo generale di decadenza, mi duole dirlo.

  4. dag68

    Dai, non ti ci mettere anche tu col “chimico”: l’acqua è un composto chimico, ogni cosa compresi noi è fatta di elementi chimici. Quello che menzioni, in italiano, si chiama aborto farmacologico, ed è un’alternativa molto importante visto che non richiede ricoveri o altro.

    1. .mau. Autore articolo

      ma qui la contrapposizione è con l’aborto chirurgico! Il termine “chimico” non ha alcuna connotazione negativa. Se preferisci, avrei usato “chimico” anche se putacaso esistesse un decotto abortivo.

      1. dag68

        Siamo d’accordo: dico solo che “chimico” è troppo generico, e che il nome usuale, proprio in contrapposizione a quello chirurgico, è “aborto farmacologico”.

      2. mestessoit

        Esistono ahimé, e talvolta vengono utilizzati (con gran pericolo per la madre, dato che sono abbastanza tossici). Tra questi uno dei più comuni è l’estratto di salvia.

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