Archivi annuali: 2019

Quizzino della domenica: Tangente

Nella figura qui sotto, abbiamo un quadrato, un semicerchio e una linea che parte da un angolo del quadrato ed è tangente al semicerchio. Se il lato del quadrato è lungo 1, quanto è lungo il segmento DS?


(un aiutino lo trovate sul mio sito, alla pagina http://xmau.com/quizzini/p400.html; la risposta verrà postata lì il prossimo mercoledì. Problema tratto da Mind Your Decisions.)

_Il labirinto del continuo_ (ebook)

Il titolo di questo libro (Giorgio Chinnici, Il labirinto del continuo : Numeri, strutture, infiniti, Hoepli 2019, pag. 224, € 15,99 (cartaceo: 19,90), ISBN 9788820391195, link Amazon) è un po’ riduttivo. Chinnici, dopo avere scritto vari testi di divulgazione fisica, si dedica stavolta alla matematica: ma il continuo arriva solo piuttosto avanti nel testo, dopo una lunga introduzione che parla di numeri in generale e che è direi la parte più debole dell’opera. Devo riconoscere che il punto di vista di un non-matematico è interessante: alcune sue considerazioni su come le strutture numeriche così definite si possono applicare al mondo reale non mi sarebbero mai venute in mente. Insomma, anche se pensate di conoscere già la materia, vale comunque la pena di leggerlo per il suo approccio lontano da quello abituale.

_In principio era il numero_ (libro)

La collana Grandi idee della matematica, che Hachette Fascicoli ha preso dalla Spagna, apre con un libro (Francisco Javier Mateos Maroto, In principio era il numero : L’umanità impara a contare [En el principio fue el número], Hachette Fascicoli 2019, pag. 135, €1,99, trad. Maria Peroggi)… che non è di matematica, il che ha senso visto che prima della matematica è nato il senso di numerosità, e non abbiamo certo tracce esplicite di cosa gli uomini facevano decine se non centinaia di migliaia di anni fa. Il guaio, almeno per me, è che questo è significato mettere fortemente l’accento sul cognitivismo matematico, che per me non funziona. Potete dire quello che volete, ma pensare che le api “comprendano il concetto di zero” perché se imparano a scegliere il luogo con meno figure allora preferiscono quello senza figure mi pare che non tenga conto che per esempio potrebbero semplicemente considerare il colore. Più classica – ed effettivamente con molti esempi – la parte sui sistemi di numerazione. Sospendo per il momento il giudizio per vedere come funzioneranno i volumi più matematici.

Ultimo aggiornamento: 2019-09-01 20:17

_L’ultimo mistero di Hitler_ (libro)

Adolf Hitler si suicidò il 30 aprile 1945 nel bunker sotto la cancelleria in cui si era rifugiato nelle ultime settimane di guerra, e il suo corpo venne immediatamente cremato per evitare che finisse nelle mani dei russi. Eppure furono in tanti ad affermare che in realtà era riuscito a fuggire e riparare in Sudamerica. Quali sono le prove che abbiamo? I giornalisti Jean-Christophe Brisard e Lana Parshina, lui francese e lei russo-americana, hanno scritto questo libro (Jean-Christophe Brisard e Lana Parshina, L’ultimo mistero di Hitler [La mort d’Hitler], Ponte alle Grazie 2018 [2017], pag. 409, € 19, ISBN 9788868338626, trad. Michele Zaffarano, Valentina Ballardi, Luigi Toni, link Amazon) raccontando la loro inchiesta condotta a Mosca per trovare le prove della morte del dittatore tedesco, sparse tra i vari uffici ex sovietici. Il resoconto dei loro tentativi non sempre fruttuosi è inframmezzato dal racconto degli ultimi giorni di Hitler e delle prime inchieste russe dopo la capitolazione del Reich, ottenendo così un’opera che è una via di mezzo tra un racconto storico e un’inchiesta. Non che ci sia nulla di nuovo o di definitivo, in realtà: però nelle prime tre parti il libro si lascia leggere bene, anche grazie alla traduzione del trio Michele Zaffarano, Valentina Ballardi, Luigi Toni. Purtroppo l’ultima parte risente di un editing troppo affrettato già nell’originale, che rovina il risultato finale.

Ultimo aggiornamento: 2020-01-14 21:56

toh, ci si inventa una nuova licenza

Leggo sul Post che le Big5 (i gruppi librari più importanti al mondo) hanno citato a giudizio Audible, la società di Amazon specializzata in audiolibri. Come mai? Portava i libri che offriva al lettor… ehm, all’ascoltatore? Ovviamente no. La cosa è molto più sottile. Ultimamente Audible ha prodotto una nuova funzione, “Captions”, che dovrebbe essere resa disponibile dal 10 settembre. Questa funzione è pensata per i bambini che stanno imparando a leggere: man mano che il libro viene letto, un sistema di riconoscimento del parlato traduce i suoni in parole e le mostra una per volta su uno schermo. ArsTechnica spiega un po’ più a fondo la cosa, pur essendo costretta anch’essa a fare alcune ipotesi non essendoci alcuna specifica ufficiale. Gli editori americani contestano che la licenza che loro concedono ad Audible non permette di fare una cosa come quella. Se si associasse al testo letto quello presente nella versione scritta del libro, si potrebbe seguire che in effetti si sta usando qualcosa (il testo scritto) su cui non è stata ottenuta la licenza; non è un caso che quali di Amazon, che sono delle faina ma hanno anche fior di avvocati, abbiano deciso di fare altrimenti. Gli editori hanno pertanto scelto un’altra strada, fortunatamente esplicitata a pagina 3 delle cento pagine della citazione a giudizio. Proprio perché la tecnologia è automatica e quindi con un certo margine di errore – fino al 6% secondo Audible – succederebbe che

Audible Captions could directly compete with both books (physical and eBooks) and authorized cross-format (incorporating both text and audio) products, the latter which benefit consumers by not relying on faulty transcription technology and for which Publishers and authors are compensated.

Questi i fatti. Il mio commento? Innanzitutto, quello che mi preme far notare è che gli editori richiedono un nuovo tipo di copyright, proprio come a inizio anno hanno fatto per la famigerata snippet tax nella direttiva comunitaria sull’e-commerce. Come scrivevo sopra, per gli editori la versione audio+testo generato è diversa da quella audio+testo ufficiale, e qui non ci sono dubbi, che da quella solo audio, di cui sarebbe un formato derivato. Audible ribatte che non si può parlare di opera derivata, perché il testo è inestricalmente legato all’audio e non può essere usato in modo autonomo. Ora, per quanto io non abbia così a cuore Amazon, mi infastidisce molto di più questo ampliamento strisciante dei diritti d’autore, soprattutto perché l’ipocrisia degli editori parla dei mancati compensi loro o degli autori. Non mi stancherò mai di ripeterlo: in questi casi gli autori, salvo eccezioni davvero rarissime, contano zero. Un contratto standard, almeno qui in Italia, cede all’editore tutti i diritti, quindi i soldi per l’autore semplicemente non arriveranno.

Io non pretendo che chiunque segua il modello Wikipedia, con testi e immagini liberamente disponibili anche per essere usati in opere commerciali: non lo faccio sempre nemmeno io, tra i libri pubblicati ufficialmente per cui cedo i diritti e i testi come quelli di questo blog per cui uso una licenza di riuso non commerciale. Però la mia idea di opera derivata consiste in qualcosa che possa essere fruito in modo indipendente da quella originaria, e che non sia una mera rappresentazione. In questo caso l’indipendenza certo non si ha, per come Captions è stato pensato. Possiamo al più chiederci se a un bambino serva davvero un software che può fare errori: la mia risposta è che entrambe le parti in causa hanno esplicitamente alzato la probabilità di errore, ciascuna per i propri scopi. Stiamo parlando di libri letti professionalmente, quindi ben scanditi: potrebbero esserci errori di punteggiatura, ma le parole dovrebbero essere in massima parte corrette.

Chiudo con una considerazione sulla “rappresentazione”. Tra quattro giorni comincia Wiki Loves Monuments, e come capita da vari anni Wikimedia Italia ha passato mesi alla caccia delle autorizzazioni per fotografare liberamente almeno nel mese di settembre le tante opere d’arte italiane. Già per le opere antiche è un problema, ma per quelle contemporanee è praticamente impossibile, perché gli archi e i progetisti hanno il copyright non solo per l’opera in 3D ma anche per le foto, che sono viste appunto come opere derivate. Ma come si può fruire della foto di un palazzo o di una statua? E quale sarebbe la differenza tra vederla in foto o trovarsela di fronte? Ecco, il problema rimane questo: i diritti d’autore sono ormai un modo per impedire la creatività rimanendo fissi a quanto già fatto e cercando di sfruttarlo anche per cose che non si pensavano nemmeno.

Ultimo aggiornamento: 2019-08-28 17:43

Vivaldi (il browser)

Tra i millanta browser per desktop che ci sono sul mercato, qualche mese fa mi è capitato di provare Vivaldi (sì, come il compositore). Nella sua presentazione spiega che la filosofia di base è dare la massima flessibilità all’utente su come gestire i propri dati: dubito che siano in molti a sfruttare tali possibilità, ma per esempio c’è un’interessante modalità “smartphone” che permette di usare Instagram e postare direttamente da un desktop, anziché prendere il furbofono. In effetti ho scoperto l’esistenza di Vivaldi proprio così…

_From Music to Mathematics_ (libro)

Lo dicono in tanti: la musica è matematica sotto mentite spoglie. Solo che questa frasetta resta per lo più ripetuta a pappagallo, e quando si ribatte “e perché lo sarebbe?” il nostro interlocutore tipicamente si arrampica sugli specchi e recita qualche banalità come la storia delle sette note e roba del genere. Bene: se volete sapere seriamente cosa c’è in comune tra musica e matematica, pigliate questo libro. (Gareth E. Roberts, From Music to Mathematics: Exploring the Connections, Johns Hopkins Univ Press 2016, pag. 301, $49.95, ISBN 9781421419183, link Amazon). Attenzione: il testo è stato scritto per un corso universitario: americano, quindi probabilmente un po’ più semplice di quello che avremmo da noi, ma che richiede pur sempre un insieme di conoscenze di base non banale. Di per sé sia i termini musicali che quelli matematici vengono definiti e spiegati quando appaiono, ma secondo me chi non ha già un’infarinatura almeno pratica non riuscirà a capirci molto. Per chi sa orientarsi un po’ il libro è però una miniera di informazioni, sia per quanto riguarda la musica classica – finalmente c’è una spiegazione chiara delle sette note e di come sono nati i temperamenti principali – che per temi più esoterici come la musica dodecafonica e le regole matematiche che la definiscono oppure… le melodie britanniche con le campane (Change Ringing), che Roberts mostra essere definibili mediante la teoria dei gruppi in modo a prima vista inimmaginabile. In qualità di testo per un corso ci sono molti esercizi (senza risposte… si può provare a chiederle all’autore) e un sito dedicato, http://www.frommusictomath.com.

spam via calendar?

Stasera, mentre stavo spippolando sul furbofono, mi è arrivata la notifica di Calendar che vedete qui a fianco. Tecnicamente non era sul mio indirizzo solito ma su uno di quelli secondari, ma il punto resta lo stesso. Come è possibile che mi si inserisca in un calendar?

Ultimo aggiornamento: 2019-08-26 22:31