Archivi annuali: 2017

scis e sione

Non ho capito se ci sarà una scissione del PD né chi si scinderà e chi no: ma detto tra di noi non me ne può importare di meno. Troverei più interessante capire perché la minoranza PD, che prima chiedeva a gran voce il congresso, adesso non lo vuole più: dal mio punto di vista la cosa più semplice è contarsi e poi eventualmente andarsene se si scopre che quelli che la pensano in modo molto diverso da noi sono troppi. Ma mi resta comunque il dubbio: ma cosa pensano quelli che votano o potrebbero votare PD di tutta questa storia? Interessa loro oppure no?

Ultimo aggiornamento: 2017-02-20 15:28

_Bellotto e Canaletto_ (mostra)

Sabato pomeriggio abbiamo portato i bambini a un “laboratorio filosofico” alle Gallerie d’Italia – Piazza Scala, e ne abbiamo approfittato per cercare di vedere la mostra Bellotto e Canaletto. “Cercato” è la parola giusta, perché i muri di persone attaccati ai quadri – ho visto dita a un centimetro dalla tela, mi chiedo che tipo di sicurezza abbiano – e il fatto che le opere sono più o meno ammassate in quello che era il salone principale della Banca Commerciale Italiana – una bellissima struttura, tra l’altro, praticamente identica alla banca del film di Mary Poppins – ci ha fatto vedere ben poco. Prendete insomma questa recensione cum grano salis.

Come avrete sicuramente intuito dal titolo, di Canaletto ci sono forse tre opere, giusto per poter mettere il nome e attirare un po’ più di gente. La cosa buffa è che Bellotto è un clone di Canaletto: diciamo che sarebbe bastato il primo suo quadro in mostra (Il molo verso ovest con la colonna di San Teodoro), con la versione di Bellotto a fianco, per capire che si poteva lasciare il secondo da solo e sarebbe andato tutto bene lo stesso, anzi avrei forse avuto la possibilità di guardare meglio le opere. D’altra parte Bernardo Bellotto era il nipote del Canaletto: da ragazzo è andato dallo zio a imparare il mestiere, e l’ha fatto così bene che a un certo punto ha cominciato anche lui a firmarsi “Canaletto”, perché tanto disegnava vedute di canali con tecnica fotografica – basta vedere i muri sbrecciati – e appiccicandoci su le persone come fossero stencil. Vi dirò che ho apprezzato quasi più i suoi schizzi a china, che mostrano una maestria assoluta e fanno venire tanta invidia a chi come me non sa disegnare affatto. Poi Bellotto capisce che a Venezia tanto preferiscono lo zio, e quindi comincia a cercare committenti in giro: Firenze, Roma, Torino, fino ad andare in Germania. Quando gli chiedono che sa fare, secondo me rispondeva “mi savria dessegnar el canal”, e quindi – in mancanza dell’originale – troviamo vedute dei fiumi locali con i ponti. Giusto a Roma si dovette reinventare – si vede che il Tevere non gli piaceva – e dipinse scorci visti da sotto un arco, facendo finta insomma che il canale fosse in secca.

La mostra è aperta fino al 5 marzo: il biglietto è 10 euro, che vi permette anche di vedere la collezione stabile dell’800 e del ‘900, ma se siete soci Coop pagate 8 euro. Una prova provata della commistione tra le cooperative rosse e le grandi banche italiane.

Quizzino della domenica: non serve la domanda

È proprio periodo di test. Questa volta vi viene consegnato un foglio con una domanda per un test a risposta multipla. Le possibili risposte sono queste:

(A) c è un numero intero
(B) a+b+c è un numero intero
(C) a, b, c sono numeri interi
(D) se a è un numero intero, anche b è un numero intero
(E) 2a è un numero intero.

Ma c’è il piccolo guaio che la prima parte della domanda è illeggibile, e l’unica frase che si può leggere è “Quale delle seguenti affermazioni non può essere dedotta?”. Vi precipitate dal professore, che guarda il testo, ci pensa un attimo e dice “Tanto la domanda non serve: la risposta è comunque unica”. Qual è la risposta? Detto in altri termini: se sapete che data l’ipotesi che non riuscite a leggere allora una e una sola delle affermazioni non è necessariamente vera, qual è?

(un aiutino lo trovate sul mio sito, alla pagina http://xmau.com/quizzini/p236.html; la risposta verrà postata lì il prossimo mercoledì. Problema tratto da Alberto Saracco su MaddMaths!)

_L’infinito in breve_ (libro)

Qual è uno dei vantaggi di essersi fatto un nome nel campo della scienza e della cultura? Edoardo Boncinelli non ha dubbi: avere la possibilità di pubblicare quello che a lui piace davvero scrivere: aforismi, che compila da almeno un quarto di secolo. Ecco dunque questo libriccino (Edoardo Boncinelli, L’infinito in breve : inciampi e contrattempi della scienza, Rizzoli 2016, pag. 151, € 16, ISBN 97888817091237), che raccoglie varie massime divise grosso modo in macrotemi. Dal mio personale punto di vista, la sua minima ampiezza è stata un vantaggio, perché non sono proprio riuscito ad apprezzarlo. Ho trovato qualche massima bella e/o interessante, ma sono una rara avis nel mucchio, e spesso non riesco nemmeno capire il significato delle sue frasi, forse troppo profonde per un’anima semplice come me. È possibile che il mio problema sia trovare troppi aforismi tutti insieme, un po’ come avere solo glassa e niente torta, anche se potrei essere in minoranza se Boncinelli ha ragione quando dice che il genere piace molto. Ah sì: di infinito e di scienza ce n’è qualcosa, ma non più di tanto.

Liebster Award

Come sapete, la mia religione mi vieta di far proseguire catene varie, qualunque sia la loro origine e il loro motivo. Quindi ringrazio Eva (che conosco) e Valeria (che non conosco) che nel loro blog Le parole degli altri mi hanno citato; consiglio vivamente ai miei ventun lettori di leggere il loro blog, ché imparerete tante cose utili; ma la cosa finisce qui…

Ultimo aggiornamento: 2017-02-17 13:31

Winston Churchill e la scienza

Tutti sanno chi fu Winston Churchill: il politico britannico a capo dell’Impero Britannico durante la seconda guerra mondiale (e fatto fuori subito dopo: ah, la democrazia!). Molti sanno che Churchill vinse anche un premio Nobel, non per la pace – sarebbe stato troppo… – ma per la letteratura. Quello che non si sapeva è che Churchill si dilettava anche di scienza. Mario Livio ha scritto su Nature di un breve saggio, 11 pagine, che Churchill scrisse nel 1939 e modificò leggermente nel 1950: “Are We Alone in the Universe?” Nel saggio, mai pubblicato e riscoperto l’anno scorso, Churchill fa varie considerazioni sulla possibilità di vita all’infuori della Terra: il tutto non dal punto di vista della fantascienza, ma secondo basi scientifiche. Livio nota come riprenda modelli scientifici, per esempio la teoria di James Jeans sulla formazione del sistema solare, e dibatta sulla loro plausibilità.

Intendiamoci, non siamo certo a un livello di produzione scientifica vera e propria: potremmo definirlo un volonteroso dilettante. Ma non è questo il punto: in fin dei conti il suo lavoro era un altro. Quello che conta davvero è vedere come Churchill fosse un politico che aveva ben chiaro come funzionava la scienza, e si trovava perfettamente a suo agio con temi scientifici: più o meno quello che per esempio è capitato in Italia durante il Risorgimento e l’Unità, e che adesso pare essere del tutto perso, non solo nel Bel Paese ma anche all’estero. Ripeto: il problema non è la mancanza di scienziati al governo. Il problema è la mancanza di governanti che capiscano di scienza, cosa che è completamente diversa. Una volta ce n’erano, ora no.

Fake referrer

Una volta, quando i blog erano di moda, uno dei modi in cui si estrinsecava l’ego surfing era andare a vedere chi aveva messo un link al nostro sitarello, ed era sempre una gioia scoprire qualcuno che non conoscevamo. Tutto questo è durato poco: gli spammatori si sono subito appropriati del meccanismo, e così man mano i referrer (il nome tecnico di questa funzione) sono spariti alla vista. Ma naturalmente ci sono ancora, e se qualcuno va a vedere le statistiche del proprio sito li può trovare.

Bene: la maggior parte di questi referrer finti sono siti russi, i famosi hacker che vanno sempre in giro a cercare le mail di tutti (tranne di Gentiloni che non le usa). Ma ho notato che c’è una seconda nazione con un numero sproporzionato di siti, ed è l’Ucraina. Sì: sarà anche in guerra non dichiarata con la Russia, ma direi che sotto sotto le due nazioni sono più simili di quanto sembri…

(Non chiedetemi cosa ci sia in questi siti, non sono mica così fesso da andarci)

Ultimo aggiornamento: 2017-02-16 13:52

_La scienza delle serie tv_ (libro)

Le serie tv sono molto mutate nei decenni. Siamo partiti dagli episodi autoconclusi di un tempo, poco più di una serie di sketch su un canovaccio, e ora abbiamo una trama coerente che si dipana da episodio in episodio, sempre che non decidiamo di fare una scorpacciata (il binge watch) e non ci spariamo tutte le puntate di fila. Andrea Gentile ha scelto di unire la passione per le serie tv a quella per la divulgazione scientifica; in questo libro (Andrea Gentile, La scienza delle serie TV, Codice Edizioni 2016, pag. 175, € 18, ISBN 9788875785871) prende dieci serie tv, dal Doctor Who a Dr House, da Battlestar Galactica a The Big Bang Theory, e le usa come base per vedere quante delle cose raccontate sono non dico vere ma plausibili, raccontandoci nel contempo un po’ di aneddoti scientifici e televisivi. Certo, sappiamo tutti che quando guardiamo quegli episodi sospendiamo il nostro pensiero scientifico; il bello di Gentile è proprio partire da queste assunzioni e mostrare quello che si può davvero fare con la scienza, cosa che sarà poco televisiva ma secondo me è davvero interessante e soprattutto non si trova facilmente in giro. Ma non preoccupatevi: ogni capitolo termina con una decina di curiosità legate alla serie tv e non alla scienza, come ciambella di salvataggio dopo il tuffo nel mare magnum della scienza. Menzione particolare per i bei disegni di Marco Romano, che abbelliscono il testo.

Ultimo aggiornamento: 2017-02-15 09:12