Archivi annuali: 2017

_Magnificat in D-Dur_ (spartito)

Avendo cantato col Forum Corale Europeo il Magnificat di Bach, mi sono comprato e “letto” questa edizione filologica (J.S.Bach, Magnificat in D-Dur BWV 243, Bärenreiter 1956, pag. 87, € 8,50, ISBN 9790006464272, link Amazon).
Bach era un genio, ma era anche un cesellatore sopraffino. Aveva scritto il Magnificat nel 1723, e nove anni dopo decise di rimetterlo in sesto per un uso più generale, togliendo le parti strettamente natalizie e riaggiustando qua e là la tessitura armonica (a cinque parti, tra l’altro, mica pizza e fichi). Quello che succede quando si studia lo spartito, che è cosa diversa dall’ascoltarlo, è che si scopre tutta una serie di giochini armonici tra le parti che sono piacevoli persino all’occhio e non solo all’orecchio, il che tra l’altro significa che questa edizione è ben curata anche nei dettagli. Insomma, una gioia.

Ultimo aggiornamento: 2018-01-16 17:02

Silvio e le risposte lette alla radio

Ieri il Fatto Quotidiano ha pubblicato un articolo che spiega come Berlusconi, intervistato dalla “sua” Radio 105, in realtà leggesse le risposte alle domande preparate in anticipo senza pensare che – come capita da un po’ di anni a questa parte – l’intervista era anche videotrasmessa sul canale DTT della radio.

Però non ho mica capito quale sarebbe stato il “massacro” indicato nell’articolo. Abbiamo al più scoperto che Silvio non ha idea di cosa succeda oggi nelle radio (ma magari non lo sapeva nemmeno al tempo); chi lo vota non trova nulla di strano nel fatto che legga le risposte, e chi non lo vota non avrebbe cambiato idea nemmeno se avesse fatto una performance strabiliante. Infine al FQ sapranno bene che tutte le interviste hanno come minimo un canovaccio, per evitare pericolosi silenzi. Forse insomma è meglio che tornino a prendersela con Renzi…

Ultimo aggiornamento: 2017-12-22 18:46

Stefano Pierini, Annamaria Mangione e il plagio

Un paio di giorni fa Roberto Natalini mi scrive dicendo che ha scoperto un sito, lnx.scienceonline.it, che copia da destra a manca contenuti scientifici, senza nemmeno cambiare una parola, postando il tutto con un bel © 2017 Stefano Pierini. Ci sono post di MaddMaths!, di Scienza in rete, dal sito Mathesis torinese e via discorrendo. Quando Natalini ha segnalato la cosa sul gruppo Mathesis, dove Pierini è iscritto, questi si è immediatamente inalberato, sfoggiando una proprietà di linguaggio degna di un brufoloso quattordicenne. (Nel caso Pierini abbia cancellato i suoi post mentre mi state leggendo, qui c’è un parziale screenshot). Oltre a Pierini, tra i commenti a quel post c’è stato un muro di testo scritto da Annamaria Mangione, che poi si è presentata come moglie di Pierini.

Qual è la linea di difesa dei due, a parte gli insulti, e frasi come quella di Mangione «mi sembra di capire che si e’ lamentato uno che gia’ tiene un sito prendendo egli stesso articoli di altri autori…» (il che non è così strano, visto che MaddMaths! è un blog di gruppo, e quindi gli articoli sono scritti – e firmati dai singoli autori)? Semplice. Il sito di Pierini non ha pubblicità, e quindi a suo parere può copiare tranquillamente tutto e metterlo a nome suo, perché tanto lui non ci guadagna; la sua è un’opera meritoria perché permette alla gggente di scoprire cose che non sapeva. (Non ho ben capito perché la gggente in questione dovrebbe seguire il suo blog e non gli altri, ma poi magari lui me lo spiegherà.) Come avrete capito, questo è il classico argomento usato per scopiazzare le immagini: “foto presa da internet” e ci si para il culo. Beh, non è proprio così. Suggerisco a Stefano Pierini di leggere la definizione di “plagio” (per esempio dallo Hoepli):

«plagio [plà-gio] s.m. (pl. -gi) – 1 DIR Appropriazione, riproduzione e pubblicazione anche parziale di un’opera altrui, letteraria, scientifica, artistica, che si fa passare come propria: commettere un p.»

Forse però quel testo è troppo stringato per Pierini: lo inviterei pertanto a leggere questa Guida sul diritto d’autore. In pratica,

Indipendentemente dai diritti di utilizzazione economica dell’opera, l’autore ha e conserva, anche dopo la cessione di essi, una serie di facoltà, chiamate diritti morali.

Detto in altro modo, i soldi sono una cosa, dire chi ha scritto un testo è tutta un’altra cosa. Tipicamente chi scrive sul web non è interessato più di tanto ai soldi (ci sono eccezioni, è vero, ma sono relativamente poche). Però visto che mettere le cose in maniera abbastanza comprensibile gli è costato lavoro, mi pare il minimo che quel lavoro gli sia moralmente riconosciuto, checché ne pensino Stefano Pierini e Annamaria Mangione. Altrimenti si parla appunto di plagio, punito come dall’articolo 2577 comma 2 del codice civile. Notate che non si sta affatto parlando di copyright, tra l’altro: questa è una storia diversa. Per esempio, uno non può tradurre un’opera sotto copyright, perché tra i diritti del creatore c’è anche quello sulle opere derivate, quale è una traduzione.

Sono però certo che Stefano Pierini, forte della sua conoscenza dell’analisi complessa (suo commento: «Studia che non ci capisci un cavolo sulla z di Rienmann …. ecco perché critichi») ora riscriverà con parole sue i post e li renderà ancora più comprensibili al volgo!

Ultimo aggiornamento: 2018-06-07 15:39

MEB e Banca Etruria

Le audizioni della Commissione Parlamentare sulle banche stanno riuscendo a ingarbugliare ancora di più la mia già scarsa comprensione di quello che è successo. Che cosa ho capito? [*]

  • In quell’ambiente il più pulito ha la rogna. Mi sembrano tutti molto attenti a non dire nulla che possa anche solo far sorgere altre domande. Vedere Visco pappa e ciccia con Renzi è stato incredibile.
  • Se la Boschi avesse davvero “fatto pressioni” (anche solo indirette, se ti parla un ministro o il sottosegretario alla presidenza del Consiglio possiamo immaginare che non servano parole esplicite) sarebbe dovuto succedere qualcosa; ma Unicredit non ha fatto nulla, probabilmente perché si è accorta che Banca Etruria era decotta da mo’.
  • La Boschi sapeva certamente che la banca era decotta, e lo sapeva da suo padre. Così, da brava deputata locale, ha sondato un po’ di gente per vedere se si riusciva a fare qualcosa (notate che in Italia – non so all’estero – è abbastanza normale fare fusioni bancarie per evitare casini: stavolta non gli è riuscita)
  • Invece che dirlo subito e uscire relativamente pulita, ha preferito negare tutto e ora si trova nei casini per avere negato.

Su queste cose Silvio è molto più bravo, diciamocelo.

[*] non necessariamente quello che ho capito è la verità.

Ultimo aggiornamento: 2017-12-20 15:34

Quizzino della domenica: regali di Natale

Sono andato a comprare i regali di Natale per la famiglia. Ho pagato per ciascuno di essi un numero di euro che è un quadrato perfetto; scrivendo i vari prezzi ho notato che le cifre da 1 a 9 sono tutte presenti una e una sola volta. Sapendo che ho speso la quantità minore di euro dati questi vincoli, quanti regali ho fatto e quanto costavano in tutto?

(un aiutino lo trovate sul mio sito, alla pagina http://xmau.com/quizzini/p287.html; la risposta verrà postata lì il prossimo mercoledì. Problema da Varsity Math, immagine di raseone da OpenClipArt)

Ultimo aggiornamento: 2017-12-27 16:26

_Filosofia per tutti_ (libro)

Introduzioni alla filosofia ce ne sono tante. Questa (Richard H. Popkin e Avrum Stroll, Filosofia per tutti [Philosophy Made Simple], Il Saggiatore 2014 [1993, 1997], pag. 422, € 15, ISBN 978-88-628-2053-2, trad. Pietro Adamo, link Amazon) ha almeno per quanto mi riguarda un vantaggio: non è una storia dei filosofi ma piuttosto dei temi filosofici. La differenza è enorme: pur seguendo l’uso anglosassone di presentare i sistemi filosofici come risposta a quelli che li hanno immediatamente preceduti, concentrarsi sul singolo tema significa disperdere meno le forze dello studente un po’ tonto quale io sono, e fargli capire qualcosa in più appunto della filosofia. Certo, il lato opposto della medaglia è che si perde la visione unitaria del pensiero dei grandi filosofi, ma almeno per me il gioco vale la candela. Il testo – ben reso da Pietro Adamo – è abbastanza discorsivo e pensato per chi preferisce idee tagliate con l’accetta alle mille sfaccettature della realtà; di nuovo la scelta mi pare ottima visto che non è un manuale scolastico. Poi è chiaro che l’approccio è anglosassone in tutto, e per esempio dà una preferenza nemmeno troppo nascosta all’empirismo humeiano: ma non si può pretendere tutto dalla vita. Nota di demerito all’edizione 2014 che ho comprato, che è semplicemente quella precedente ristampata (in anastatica?) nella nuova collana. Non mi lamento tanto della mancanza di aggiornamento delle date di morte dei filosofi contemporanei quanto proprio della stampa; soprattutto verso la fine i caratteri sono poco leggibili. Capisco che se quello era l’originale a disposizione non si poteva pensare che un OCR avrebbe fatto miracoli, ma forse il risultato sarebbe stato più piacevole.

Ultimo aggiornamento: 2018-01-16 16:52