Lasciate perdere cosa scrive l’italica stampa sulla risoluzione votata oggi dall’Europarlamento sulla Brexit e nella quale M5S – ma anche la sinistra italiana – ha votato contro, e andate a leggervi direttamente il testo, che tanto è anche stato tradotto in italiano.
Premessa: Il Regno Unito è entrato nell’UE quando si è accorto che altrimenti rischiava di rimanere fuori dal mercato unico, la sola cosa che gli interessava; e in questi quaranta e più anni ha sempre remato contro una maggiore integrazione. Di pancia io sono totalmente d’accordo con la risoluzione, ve lo dico subito. Ma se fossi stato un europarlamentare avrei anch’io votato contro di essa.
Guardando i quindici punti, ce ne sono alcuni, come il 2 «[Il Parlamento europeo] sottolinea che si tratta di un momento cruciale per l’UE e che gli interessi e le aspettative dei cittadini dell’Unione devono essere nuovamente posti al centro del dibattito; indica che è giunta l’ora di rilanciare il progetto europeo», che sono semplici paroloni, senza alcun significato pratico. Ce ne sono altri, come il 4 «sottolinea che i negoziati a norma dell’articolo 50 TUE concernenti il recesso del Regno Unito dall’UE dovranno iniziare non appena sarà stata comunicata la notifica ufficiale», che sono semplici riproposizioni di quanto già scritto nero su bianco. Ce ne sono altri, come il 14 «invita il Consiglio a modificare l’ordine delle sue Presidenze onde evitare che il processo di recesso pregiudichi la gestione delle attività correnti dell’Unione», che sono dettati dal buon senso (come puoi dare la presidenza di turno a una nazione che se ne sta per andare?). Ce ne sono altri, come il 6 «ricorda che l’intesa convenuta dai capi di Stato e di governo nel febbraio 2016 subordinava la sua entrata in vigore alla decisione del Regno Unito di rimanere nell’UE; indica che tale intesa è pertanto nulla» e il 7 «ricorda che non si potrà decidere in merito alle eventuali nuove relazioni tra il Regno Unito e l’UE prima della conclusione dell’accordo di recesso», che sono le vere bombe “peggio per voi”.
Ma c’è anche il primo punto della risoluzione, anzi la sua seconda parte (la prima, «prende atto del desiderio dei cittadini del Regno Unito di uscire dall’UE», è appunto una presa d’atto). Il Parlamento infatti «sottolinea che la volontà espressa dalla popolazione deve essere pienamente rispettata, procedendo non appena possibile all’attivazione dell’articolo 50 del trattato sull’Unione europea (TUE)». Ora, il referendum britannico era consultivo, per l’ottima ragione che le leggi inglesi non prevedono referendum deliberativi ma è solo il Parlamento che può deliberare. Andava benissimo dire “Il Parlamento Europeo chiede al parlamento britannico una decisione immediata se accettare o no la volontà del popolo del Regno Unito”: a chi dice che non si può fare un ultimatum ricordo che nel testo l’ultimatum c’è già al punto 5 – «si attende che il Primo ministro del Regno Unito notifichi l’esito del referendum al Consiglio europeo del 28 e 29 giugno; indica che tale notifica segnerà l’avvio della procedura di recesso». Ma così l’Europarlamento sta bypassando un parlamento nazionale per seguire la ggggente, e io su questo non ci sto. Le procedure formali in un sistema democratico sono fondamentali.
Inutile aggiungere che è vero che io avrei votato come M5S ma per la ragione opposta, visto che loro non hanno appunto seguito il loro mantra “il potere alla ggggente”: ma se loro vogliono abdicare ai loro principî, io non lo faccio con i miei.
Ultimo aggiornamento: 2016-06-28 22:38