Archivi annuali: 2015

Giochi della domenica: 0h h1 e 0h n0

Paolo Marino mi ha segnalato non uno ma due giochi, col lapidario commento “Goodbye productivity”, creati da Q42. In entrambi i casi occorre riempire una scacchiera n×n con tessere di due colori, ma le regole sono diverse.

In 0h h1 bisogna cercare un equilibrio: ogni riga e colonna deve avere lo stesso numero di tessere rosse e blu, non possono esserci tre tessere dello stesso colore vicine nella stessa riga o colonna, non possono esserci due righe o due colonne uguali.

In invece le tessere rosse “bloccano la vista” di quelle blu; lo schema inizia con alcune tessere blu che hanno un numero che indica quante altre tessere blu riescono a vedere in orizzontale o verticale, e occorre completare lo schema.

Tutto qua, ma garantisco che giocarci è divertente!

Ultimo aggiornamento: 2015-05-03 19:28

_La rivoluzione dell’informazione_ (libro)

[copertina] Ha senso affidare a un filosofo il compito di dare una panoramica su cosa sia l’informazione? Secondo me la scelta non è poi così azzardata. In fin dei conti non solo il concetto di informazione è molto più ampio di quello legato all’informatica, ma soprattutto è necessario avere una tassonomia chiara, per accorgersi di come noi tendiamo a mischiare concetti che in realtà sono diversi tra di loro. Da questo punto di vista il libro (Luciano Floridi, La rivoluzione dell’informazione [Information. A Very Short Introduction], Codice Edizioni 2012 [2010], pag. 162, € 15, ISBN 978-88-7578-306-8, trad. Massimo Durante) è sicuramente ottimo e permette di riconoscere i vari concetti, partendo da quello più banale: i dati non sono informazione ma mancanza di uniformità (di vari tipi), e l’informazione è un passo successivo. La tesi di Floridi secondo cui quella dell’informazione sarà (è?) la quarta rivoluzione del nostro modo di pensare, dopo quelle copernicana, darwiniana e freudiana, è interessante e bene argomentata. Il guaio però è che nel tentare di racchiudere in centocinquanta pagine tutto o quasi sull’informazione – ricordo che il libro fa parte della collana della Oxford University Press “A very short introduction” – Floridi ha probabilmente messo troppa carne al fuoco: i capitoli sull’informazione biologica e su quella economica mi sono apparsi un po’ tagliati con l’accetta. Sono poi rimasto molto dubbioso sulla parte finale, dedicata all’etica dell’informazione. Mentre è vero che il costo marginale dell’informazione (o meglio, del suo trattamento) non è del tutto nullo, tanto che i data center stanno consumando sempre più energia, mi pare che Floridi abbia un po’ esagerato con le similitudini tra termodinamica e teoria dell’informazione; inoltre mi ha lasciato molto freddo il suo forte accento verso quella che chiama “ecologia dell’informazione”.

Ah: è buffo pensare che questo libro sia stato scritto da un italiano ma sia dovuto essere tradotto nella nostra lingua. Intendiamoci: la traduzione di Massimo Durante è ottima, a parte che non ho capito perché abbia parlato di carta-forbice-pietra, e da quanto Floridi scrive nell’epilogo ha comunque discusso con Durante. Quindi non preoccupatevi che non sia in versione originale.

divieti di sosta

Via Villani, a Milano, è una strada senza uscita: porta giusto a un parcheggio pubblico (oltre che all’asilo dei miei bimbi… ma lì si può solo arrivare a piedi o in bicicletta). Via Borsa è una traversa di via Villani ed è ancora più senza uscita: cento metri in cui l’unica possibilità è entrare in un cortile a metà della via. Via Villani ha sempre avuto un cartello di divieto di sosta, generalmente poco rispettato; questa settimana il cartello è stato anche aggiunto in via Borsa.

Intendiamoci: le due vie sono strette, e se qualcuno parcheggia non è possibile per due auto incrociarsi. D’altra parte, proprio per il tipo di traffico presente è piuttosto improbabile che due auto si incrocino: in questi anni non mi è mai capitato di vedere problemi in via Borsa. Paradossalmente il problema peggiore sono i pullman che si fermano in via Villani perché lì c’è un residence, e bloccano praticamente tutta la carreggiata; se ci fosse un lato dove è consentito parcheggiare autoveicoli non potrebbero più farlo, e la strada sarebbe più scorrevole anche per i poveri ciclisti come me.

Certo, si può immaginare che il comune di Milano abbia bisogno di soldi e quindi voglia aumentare il numero di multe possibili: ma pedalando per la città mi accorgo che se si iniziasse a dare multe a chi parcheggia alla &#%$ i soldi li farebbero lo stesso. E allora perché?

Ultimo aggiornamento: 2015-02-12 12:38

Numeri di iscrizione

Ieri ho iscritto alla scuola primaria i miei gemelli. (Sì, le iscrizioni erano possibili dal 15 gennaio, e mi sono ridotto all’ultimo: ma mi serviva sapere se avevamo possibilità di farli entrare nella scuola che volevamo, per non finire cornuti e mazziati.) D’altra parte non c’è una priorità legata alla data di iscrizione, quindi ho aspettato per evitare di trovarmi i server sovraccaricati. A dire il vero ho dovuto ricaricare una volta una pagina: mi chiedo quanta gente fosse connessa ieri sera alle 21.

Ad ogni modo sono passati otto minuti tra le due iscrizioni, perché non sono poi così banali. Bene: i numeri di pratica sono 5541958 e 5542884. Che si può dire su questi numeri? Beh, la spannometria viene in nostro aiuto. Le iscrizioni online sono per la prima elementare – pardon, scuola primaria; per la prima media – secondaria di primo grado; e per i centri di formazione professionale. I nati in un anno saranno intorno ai 600.000, quindi è impossibile che ci siano state cinque milioni e mezzo di iscrizioni. Quale ipotesi si può fare, allora? Semplice: l’ultima cifra della richiesta è un codice di controllo, che male non fa, e le richieste sono numerate separatamente per ciclo di scuola. Naturalmente c’è anche l’ipotesi B, che questi siano numeri che continuano a crescere negli anni. Però significherebbe che in otto minuti verso la fine del periodo di iscrizioni ci siano stati mille bambini iscritti, il che mi pare improbabile. Voi che ne pensate?

Aggiornamento: Una bambina iscritta al prim’anno della primaria il 18 gennaio ha numero di pratica 4276673. A questo punto posso immaginare che i numeri non siano progressivi per anno ma assoluti.

Ultimo aggiornamento: 2015-02-12 11:30

tigri, aritmetica, memoria

tigri In questi giorni, soprattutto su Facebook ma anche in altri social network, sta girando il ritaglio qui a fianco, che racconta di come «la maggioranza delle tigri ospitate nei circhi italiani, che in base alla legge dovrebbero vivere in recinti di 8 metri quadrati, sono costrette in gabbie di tre metri per tre». Ovviamente chi lo fa rimbalzare in giro si è accorto – oppure gli è stato fatto notare – che una cella 3×3 ha una superficie di nove metri quadri, quindi più di otto.

La cosa che mi ha stupito è che io ricordavo benissimo di aver letto quell’articolo sui social network. Ho fatto una rapidissima ricerca ed è uscito fuori l’articolo, che è stato pubblicato più di due anni fa. (Pensavo meno: come passa il tempo quando ci si diverte!) La domanda che ora sorge spontanea è: come mai questa settimana l’articolo è ricomparso e sta diventando un (piccolo) meme? Sarò cinico e antianimalista, ma la cosa mi interessa più del sapere chi aveva tirato fuori quell’idiozia matematica sesquipedale…

p.s.: naturalmente io mi ricordavo di quell’articolo appunto per l’idiozia matematica sesquipedale :-)

Ultimo aggiornamento: 2015-02-09 17:11

Quizzino della domenica: calendario

Come sapete, Capodanno cade sette giorni dopo Natale: non lasciatevi suggestionare dal fatto che una volta scrivevano “Ottava di Natale”. Quindi capita nello stesso giorno della settimana. Ma non è sempre stato così! Qual è stato l’ultimo anno in cui Natale e Capodanno sono capitati in giorni diversi della settimana?

(un aiutino lo trovate sul mio sito, alla pagina http://xmau.com/quizzini/p162.html; la risposta verrà postata lì il prossimo mercoledì.

Ultimo aggiornamento: 2015-02-08 17:52

_Capra e calcoli_ (libro)

[copertina] Scrivere un libro a quattro mani non è mai facile: il rischio è sempre quello di non riuscire ad amalgamare le varie parti. Ecco, questo è il punto più debole di questo libro (Marco Malvaldi e Dino Leporini, Capra e calcoli : l’eterna lotta tra gli algoritmi e il caos, Laterza 2014, pag. 177, € 15, ISBN 9788858111925). L’inizio del libro infatti racconta (bene) come si possa sfruttare la probabilità per capire come funzionano alcune cose (Monty Hall, ma anche il metodo Montecarlo per affrontare un problema troppo complicato), passando poi ai problemi legati alla troppa rapidità dei computer e al fatto che non siamo capaci di fare le cose in modo che non vada tutto a pallino a causa della loro intrinseca stupidità. Il guaio è che i singoli capitoli sono interessanti, ma al lettore – rectius: a me, non so come gli altri vedano le cose – rimane l’impressione che si sia perso da qualche parte il filo conduttore.
Probabilmente insomma il modo migliore per leggerlo è dedicarsi a un capitolo per volta, come se il libro fosse una raccolta di saggi.

Ultimo aggiornamento: 2015-02-07 12:52

je suis .mau.

JeSuisMAU Ieri ero in Triennale a presentare Matematica in pausa caffè a pochi amici (che però rispetto a novembre a Bookcity erano al caldo…. Marco Scud mi ha scattato un po’ di foto: per chi non è debole di cuore eccovene una.
(sì, cliccandoci su esce a dimensioni maggiori)

Ultimo aggiornamento: 2015-02-05 12:20