Archivi annuali: 2015

Edicole

Lunedì io e Anna siamo passati in via Frisi, e lei mi fa: “Hai presente l’edicola? Beh, non c’è più!” Io stavo guidando e non potevo certo mettermi a guardare. Stamattina però sono passato in bicicletta e ho notato che in effetti l’edicola non c’era più. E intendo proprio fisicamente: non era infatti u negozio, ma un’edicola nel senso etimologico del termine, cioè un chioschetto sul marciapiede che in quel punto è piuttosto ampio. Avevano anche riasfaltato il marciapiede, insomma un lavoro fatto bene.

Sono anni ormai che almeno a Milano le edicole stanno chiudendo: tanto per dire, quella nel mezzanino della metropolitana a Maciachini è serrata da almeno un anno. Ma il processo è generale: questo articolo dell’anno scorso di Silvia Pieraccini afferma che in dieci anni in Italia si è passati da 40000 a 30000 edicole. D’altra parte la gente compra sempre meno quotidiani, e nonostante continui la proliferazione di riviste su tutti i temi immaginabili – e anche alcuni inimmaginabili.. – ho il sospetto che alla pubblicazione non corrisponda un’effettiva vendita, tranne che per gli album di figurine dei Cucciolotti. Quello che mi sto chiedendo è se la cosa (a parte chiaramente per gli edicolanti) è un bene o un male. Hanno senso le riviste cartacee? Esiste un modello di rivista elettronica che permetta agli autori di guadagnare qualcosa? Boh…

Ultimo aggiornamento: 2015-04-01 11:29

Quizzino della domenica: la calcolatrice rotta

Barbara, mentre giocava con la sua calcolatrice a scuola, l’ha lasciata cadere a terra, e ora è praticamente rotta del tutto: a parte il tasto C che azzera il risultato funzionano solo tre tasti, uno che somma cinque al valore attuale, uno che somma sette, e uno che calcola la radice quadrata del risultato. «Ecco! – dice il maestro – Visto cosa hai combinato? Ora hai una calcolatrice inutile: non riesci nemmeno a scrivere il numero due…» Subito Barbara: «Certo che invece ci posso riuscire: guardi qua…» Qual è il minimo numero di tasti che Barbara deve schiacciare per ottenere 2 partendo da 0?

(un aiutino lo trovate sul mio sito, alla pagina http://xmau.com/quizzini/p167.html; la risposta verrà postata lì il prossimo mercoledì. Problema di Daniel Finkel, da Numberplay

Leggere attentamente le istruzioni

Mentre pulivo lo spam qui sul blog, mi sono trovato tre messaggi che iniziavano così:
{
{I have|I’ve} been {surfing|browsing} online more thgan {three|3|2|4} hours today, yet
I never fouind any interesting article like yours.

{It’s|It is} pretty worth enough for me. {In my opinion|Personally|In my
view}, if all {webmasters|site owners|website owners|web owners} and bloggers
mqde good content as you did, the {internet|net|web} will be {much
more|a lot more} useful than ever before.|

A parte il “fouind” e il “mqde” che dovrebbero essere un modo per verificare se il post è stato effettivamente postato, è ovvio che quel testo è nato per essere istanziato in modo diverso tra i vari blog e quindi sfuggire alle grinfie degli antispammer. Però se non lo istanzi non è che funzioni così bene…

Ultimo aggiornamento: 2015-03-28 21:19

_La vista da qui_ (libro)

[copertina] È davvero ingiusto definire Massimo Mantellini “il Gramellini del web”, anche se i due sono più o meno coetanei e hanno lo stesso nome. Mantellini non è un addetto ai lavori dell’italico web in senso stretto (e mi sa che questo sia un punto a suo favore, visti tanti sedicenti guru…), ma la sua esperienza quasi ventennale di commentatore gli permette di parlare della rete con cognizione di causa ma allo stesso tempo in modo comprensibile al navigatore della domenica. Insomma il titolo di questo suo libro (Massimo Mantellini, La vista da qui, minimum fax 2014, pag. 140, € 10, ISBN 9788875215965) è stato scelto molto bene.
Tra i vari capitoli del libro, che pur essendo interconnessi da un fil rouge sono fondamentalmente indipendenti, consiglio caldamente di assaporarvi quelli che raccontano come i politici si sono avvicinati alla rete (male, e questo lo sapevamo tutti: ma c’è un perché) e sul rapporto tra gli italiani e la tecnologia, con le frasi trionfalistiche dell’allora ministro Cardinale e il confronto con la dura realtà. L’appunto maggiore che faccio a Massimo è il suo essere ancora ottimista nonostante tutto. A differenza sua, non penso che le cose meravigliose che si possono fare sulla rete serviranno a qualcosa: passeggiare virtualmente per le vie di Parigi attraverso una LIM non ha nessun effetto su uno studente, né tantomeno gli farà comprendere quante possibilità ha a disposizione se solo smette di usare Whatsapp o Telegram o qualcuno dei giardinetti recintati che stanno sostituendo la Rete di tanti anni fa e dai quali Mantellini ci mette in guardia.

Ultimo aggiornamento: 2015-03-28 16:12

“al netto dei ritardi”

Sul forum di MilanoTrasporti è stato segnalato questo articolo de L’Inkiesta che racconta di come sia possibile usare il passante ferroviario per attraversare Milano velocemente e soprattutto gratuitamente, visto che i controlli sono inesistenti non solo a bordo ma anche ai tornelli. Sulla mancanza di controlli sono perfettamente d’accordo: venerdì scorso ho preso il passante da Repubblica a Segrate con la mia bici (per la quale ho regolamente pagato un altro biglietto), e la controllora sul treno mi ha semplicemente detto “su questo treno non c’è il posto per bici, la metta dove trova spazio”.

Quello su cui non sono d’accordo – e che mostra che Fabrizio Marino qualche problema con la matematica ce l’ha – è questa frase:

La frequenza di ogni linea è di trenta minuti per direzione, ma utilizzando la rete per spostarsi solo all’interno della città, grazie a tutte le coincidenze di linee presenti, è possibile arrivare ad una frequenza di passaggio di un treno ogni 6 minuti. Al netto dei ritardi ovviamente.

Certo, i ritardi ci sono sempre, magari anche solo di un minuto, più spesso di cinque o sei. Peccato che la cosa non abbia nessuna importanza per chi usa il passante “per spostarsi solo all’interno della città”. Mi spiego. Dal punto di vista del pendolare che prende il treno a Novara, Varese, Lodi o Treviglio per arrivare a Milano, se il treno ha un ritardo di quindici minuti lui si trova a stare un quarto d’ora in più sul treno (o ad aspettarlo in banchina, nel caso salga in una stazione intermedia: visto che i treni hanno una frequenza di una corsa ogni mezz’ora uno arriva in stazione all’ora giusta). Dal punto di vista di uno come me che usa il passante all’interno della città, non mi cambia nulla se il treno che prendo è quello di Novara in orario o quello di Varese in ritardo di un quarto d’ora: sempre un treno è. Se dunque i ritardi sono più o meno coerenti – e la mia frequentazione mi permette di dire che solitamente lo sono – io continuerò ad avere una frequenza di un treno ogni sei minuti. Se i ritardi non sono coerenti posso essere sfigato e avere un po’ più di sei minuti di attesa, ma in media i treni continueranno a passare ogni sei minuti. Insomma, anche in questo caso si verifica la solita fonte di incomprensione matematica: bisogna capire qual è il corretto punto di vista da cui fare i conti.

Il vero problema del passante è al limite la possibilità che i treni vengano soppressi: in quel caso sì che le attese si allungano, anche se comunque meno di quanto capiti ai poveretti che devono prendere il treno da fuori… ma questo con la “povera matematica” c’entra poco o nulla.

Ultimo aggiornamento: 2015-03-26 12:32

Ricerca per parole specifiche in Google

La ricerca di Google ha una caratteristica “interessante”: se uno fa una ricerca con una parola, tra i risultati ci possono essere anche quelli di parole simili oppure sinonimi, soprattutto in inglese. Un tempo esisteva una scorciatoia molto semplice per spiegargli che volevamo proprio quella parola: invece che scrivere pippo si scriveva +pippo, e quel segno più bloccava il termine di ricerca. Ma poi è nato Google+, e quindi adesso +pippo significa tutta un’altra cosa. Certo, c’era una seconda possibilità : scrivere il termine tra virgolette. Con "pippo" si è ancora adesso certi di limitare la ricerca. Peccato che le virgolette servano anche per dire che si vuole ricercare la frase esatta, e non un insieme di parole: con "topolino e pippo" per esempio non può arrivare come risposta un documento con la frase “Pippo è il migliore amico di Topolino”.

Bene: come fare a mettere insieme i due significati semantici delle virgolette? Non l’avrei mai creduto (ci sono arrivato oggi per disperazione): li si usa entrambi! Così la ricerca "Topolino e "pippo"" farà quello che vogliamo, nonostante le virgolette a noi sembrino logicamente mal poste. Misteri googliani.

Ultimo aggiornamento: 2015-03-24 13:59

Quizzino della domenica: perimetri e circonferenze

Nella figura qui sotto vedete un quadrato ABCD e un cerchio che passa per i punti B, C e per il punto medio E del lato AD. Qual è la figura col perimetro maggiore? Il quadrato o il cerchio?

[un cerchio e un quadrato]

(un aiutino lo trovate sul mio sito, alla pagina http://xmau.com/quizzini/p166.html; la risposta verrà postata lì il prossimo mercoledì. Problema tratto da Math StackExchange

_Martin Gardner in the Twenty-First Century_ (libro)

[copertina]Chiunque parli di matematica ricreativa non può non parlare di Martin Gardner. Quello che è incredibile è che la sua influenza è arrivata anche nel ventunesimo secolo. Questa raccolta (Michael Henle e Brian Hopkins (ed.), Martin Gardner in the Twenty-First Century, MAA 2012, pag. 274, $40, ISBN 978-0-61444-801-3) contiene appunto vari testi pubblicati dal 2000 al 2010 che partono dai temi trattati da Gardner nella sua rubrica sullo Scientific American e presentano nuovi risultati che espandono quanto scritto al tempo. Ma ci sono anche alcuni articoli dello stesso Martin Gardner, che ben dopo aver compiuto novant’anni (era del 1914) continuava a collaborare con la Mathematical Association of America; aveva inviato l’ultimo suo racconto, Superstrings and Thelma, anch’esso presente in questa raccolta, qualche settimana prima della sua morte.
Come doveroso, gli argomenti trattati nel libro sono tra i più svariati: per chi ha una formazione matematica di base, è molto piacevole riprendere i temi che Gardner presentò mezzo secolo fa e scoprire i nuovi sviluppi teorici – e anche pratici… – che sono avvenuti. La lettura è sicuramente consigliata per tutti i fan della matematica ricreativa, e non preoccupatevi se non comprenderete tutto! Come dice lo stesso Gardner – la citazione la si trova nella prefazione – sul motivo per cui quello che scriveva era così chiaro:

I took no math in college. I’m like a person who loves music but can’t hum a tune or play an instrument. My understanding of math does not go beyond a minimal understanding of calculus. I hasten to add that I consider this one reason for the success of my Scientific American column. I had to work hard to understand whatever I wrote about, and this made it much easier for me to write in a way that readers could understand.

Ultimo aggiornamento: 2015-04-10 11:18