Archivi annuali: 2014

Facebook e le bolle di amicizia

Mi è capitato di leggere questo articolo di Manuel Peruzzo che fa alcune considerazioni sul perché i simpatizzanti M5S non riescono a concepire la non-vittoria elettorale alle europee. (Parlare di “sconfitta” col 21% dei voti mi pare esagerato). Concordo sul punto di base: le persone tendono a unirsi con chi la pensa come loro, e così si ha una percezione sbagliata di cosa pensa davvero la gente. Pensate, se siete abbastanza vecchi, alla “gioiosa macchina da guerra” di Occhetto e capirete che la cosa non dipende affatto da Internet ma è una dinamica naturale delle interazioni umane.

Dove però non seguo Peruzzo è nel suo apprezzamento acritico del libro di Eli Parisier “The Filter Bubble”. Premessa: io non ho letto il libro e quindi non sto criticandolo: parlo solo di quanto scritto da Peruzzo al riguardo. Secondo lui, la crescente personalizzazione dei motori di ricerca fa si che la gente venga sempre più racchiusa in una bolla; la modifica degli algoritmi di visualizzazione dei post di Facebook, che ora privilegiano pochi amici e non tutti gli aggiornamenti di status di tutti, servirebbe proprio a questo. La mia esperienza personale è però diversa. Io negli ultimi mesi ho scientemente deciso di non seguire (cosa diversa dal “togliere l’amicizia”: ma io uso Facebook in maniera un po’ strana) parecchie persone. Motivo? continuavano a spedirmi inviti o scrivevano solo messaggi politici. (M5S, Tsipras, Verdi per i curiosi). Ma nella homepage continuo a trovarmi status di gente di tutte le simpatie politiche, e non certo perché io li commenti (sono troppo pigro per impelagarmi in certi tipi di “discussioni” che sono tutto fuorché discussioni). Insomma, questa bolla ci sarà anche – ma in realtà potrebbe essere anche dovuta al fatto che non tutta la gente è vociante allo stesso modo – ma mi pare parecchio permeabile. Voi che ne pensate?

Sto per spiegare…

Ogni tanto mi capitava di sbirciare l’home page di Libero, per vedere se c’era qualche spunto per le mie vignette (e sapere cosa si pensa dalle loro parti). Ora sto smettendo. Perché? Semplice. Ecco alcuni titoli che ci sono in questo momento:

  • Silvio non molla, scoppia la bufera Ecco chi vuole farlo fuori…
  • Cav: “Resto il leader”. E su Marina…
  • Lo sfogo di Minzolini: “Silvio, ti dico io cosa hai sbagliato…”
  • Una voce su FI per il nuovo leader: ecco su chi punta Berlusconi…
  • Silvio scambia la Ravetto per la Boschi e lei risponde: “Presidente guarda che io…”
  • Lo studente realizza il suo sogno: lancia la torta in testa alla prof, ma…
  • Renzi vuole estendere la “mancia”. Ecco a chi andrà ora il bonus…
  • Renzi, 2 botte ai pensionati. Poi fa Frate Indovino: “I sondaggi…”
  • TERREMOTO IN PARLAMENTO – Ecco chi vuole andare col Pd e chi rischia la poltrona…
  • Le pagellone di Feltri dopo le europee: “Il migliore tra gli uomini del Cav è…”
  • LA POLTRONA DI RE GIORGIO – Dopo le europee scatta il Toto-Colle. I nomi in corsa e i loro “sponsor”…
  • Per Befera un altro posto da “sceriffo”: Ecco dove andrà e cosa farà adesso…
  • COMANDANO LE GONNE – Le donne più potenti del mondo. Ecco chi guida la classifica…
  • Innocenzi vendica Santoro, attacco a Grillo “Lascia stare il Maalox, fatti una…”

Vi siete accorti del pattern (che non è il contenuto politico delle notizie, che è ovvio)? Proprio così. La maggior parte dei titoli non sono informativi, ma sono dei teaser, resi coi puntini perché nessuno abbia difficoltà a capire che deve cliccare sul link per sapere tutto. Ovviamente questo significa un’altra impression per Libero e altri introiti diretti (pubblicità che appaiono) e indiretti (scalata delle classifiche Audiweb).

Nulla di illegale, intendiamoci. Qualcuno potrebbe anche dire che il modello classico del quotidiano (titolo che dà la notizia, catenaccio che dà qualche informazione di contorno, articolo che spiega con dovizia di particolari e/o aggiunge il commento del giornalista) è morto, ed è giusto provare nuove vie. Bene: le provi pure. Io passerò a sbirciare Il Giornale, che per il momento lascia ancora le notizie nei titoli.

Ultimo aggiornamento: 2014-05-29 10:00

Clima aziendale

Come capita ogni anno o due (l’ultima volta deve essere stata nel 2012, se non erro), la mia azienda ha mandato a me e ad altre cinquantamila persone il link al questionario sulla rilevazione del clima aziendale; questionario che se non ho capito male è stato preparato dalla Bocconi ed è comune anche ad altre aziende, il che significa che molte domande sono ancora più rarefatte di quelle che si trovano in questionari simili e tendono ad avere la stessa relazione con la realtà degli oroscopi.

Qualche miglioramento rispetto al passato c’è stato: come sempre, il questionario ha un codice personale ma questa volta è stato esplicitato che l’azienda si impegna a non vedere chi ha scritto cosa. Resta però un problema di base: mi sono arrivate quattro mail (e un SMS o due) che mi invitavano ad affrettarmi a compilare il questionario, e per ben due volte la data di scadenza per la compilazione del questionario è stata spostata in avanti, tipici segni che indicano una scarsa partecipazione. Chissà se anche questo verrà preso in considerazione nel misurare il clima.

Ultimo aggiornamento: 2014-05-29 09:34

Leggere le avvertenze

Leggo sul sito della BBC questo articolo, che ha come catenaccio «Uno studio rivela che l’enciclopedia online Wikipedia contiene errori in nove voci su dieci riguardanti la salute, e dovrebbe essere usata con cautela». Toh, chi l’avrebbe mai detto…

Considerando che ci sono buone probabilità che qualche italico quotidiano tradurrà l’articolo nella nostra bella lingua, e che in tal caso – a differenza di quanto fatto dalla BBC – le probabilità che venga intervistato qualcuno di Wikimedia Italia (in teoria io, visto che sono l’addetto stampa) sono nulle, mi porto avanti col lavoro e ricordo che in tutte le voci che riguardano temi medici c’è un disclaimer bello grande che afferma «Avvertenza: Le informazioni riportate non sono consigli medici e potrebbero non essere accurate. I contenuti hanno solo fine illustrativo e non sostituiscono il parere medico: leggi le avvertenze.»

disclaimer-medico

Del resto, io non mi fiderei di nessuna voce di Wikipedia, se non per verificare se quello che ricordo è corretto e per usarla come punto di partenza di ricerche serie; ma se per questo non mi fiderei nemmeno di un’enciclopedia medica vera e propria. Questo dovrebbe essere così ovvio da non doversi nemmeno rimarcare: ma a quanto pare non è così. L’articolo citato dalla BBC dice infatti che «tra il 47% e il 70% di medici e studenti in medicina affermano di usare Wikipedia come fonte di informazioni mediche». Ecco: questo sì che è un dato preoccupante. Io posso cercare su Wikipedia l’enunciato esatto di un teorema matematico; ma posso verificare che il teorema sia vero. Come fa a farlo un medico?

Aggiornamento: (28 maggio). Come volevasi dimostrare, l’articolo è apparso, come banale traduzione.

Ultimo aggiornamento: 2014-05-28 13:53

Scalfari e le percentuali

Lo so, parlare male dei nonagenari non è bello: ma nessuno impone a Eugenio Scalfari di scrivere ogni domenica la sua articolessa su Repubblica. Gennaro mi segnala la chicca sul suo editoriale di ieri. Ovviamente non mi interessa parlare delle sue previsioni elettorali – io in genere le sbaglio molto di più, per esempio avevo pensato a una differenza tra Pd e M5S di tre-quattro punti percentuali – ma delle sue conoscenze matematiche. Secondo il barbuto fondatore del quotidiano romano, infatti,

Gli ultimi sondaggi segnalano circa il 40 per cento di probabili astenuti. Sommati ai voti che presuntivamente prenderanno i Cinque Stelle si arriva al 60 per cento. E sommati al populismo di Berlusconi, che dopo vent’anni di malgoverno spera ancora in un 20 per cento di allocchi che lo votino, siamo all’80 per cento del popolo sovrano che, se abboccherà a queste manipolazioni, rinuncerà ad utilizzare la propria sovranità.

Peccato che ovviamente non si possano sommare le percentuali di voto ai partiti (che sono calcolate sui voti validi, quindi su chi ha votato e non ha lasciato la scheda bianca né l’ha annullata) con quella di astensione. Se insomma secondo Scalfari M5S e FI avessero preso il 20% dei voti, questo corrisponderebbe al 12% del corpo elettorale; quindi la somma sarebbe stata il 64%, qualunque cosa ciò significhi. D’altra parte, come Gennaro fa notare, con i conti scalfariani sarebbe restato un 20%: togliendo il 6% della Lega e un 10% per Tsipras, NCD e altri rimasugli, il PD avrebbe solo il 4% dell’elettorato…
Calcoli di questo tipo me li aspetto dal facebookaro medio, non certo su uno dei due quotidiani più venduti in Italia. No, meglio: me li aspetto anche lì, ma non vorrei proprio vederli.

[la rete non dimentica] Post Scriptum: il facebookare modio di cui sopra ha cancellato il suo post. Peccato che mi fossi premunito di salvarlo, in ottemperanza all’aurea norma TRASPARENZA INNANZI TUTTO!!!1!!!11! che ci viene ricordato a ogni piè sospinto.

Ultimo aggiornamento: 2014-05-28 19:12

Intanto, in Venezuela…

Dopo lo chavismo, Nicolás Maduro evidentemente non è in grado di catalizzare il consenso popolare, e da vari mesi ci sono manifestazioni contro di lui. Leggo oggi sul sito BBC che due sindaci erano stati imprigionati per aver rifiutato di far togliere le barricate allestite dagli insorti; ieri ci sono state le elezioni comunali, vinte… dalle loro mogli. A San Cristóbal (circa 400.000 abitanti) Patricia Gutierrez ha vinto con il 73% dei voti, a San Diego (poco meno di 200.000 abitanti) Rosa Brandonisio ha preso l’88% (!) dei voti.

Si sa che il peronismo è di moda nel Sudamerica, ma con questi numeri è un po’ difficile nascondere il tutto… (beh, non ho controllato se c’è qualche trafiletto sull’italica stampa, è vero)

Ultimo aggiornamento: 2014-05-26 11:18

Douglas Noel Adams

[lettera di DNA] Oggi è il Towel Day, e come tutti gli anni ho postato (altrove) una foto con l’asciugamano di ordinanza. Però quest’anno volevo raccontarvi una cosa.
Nel 1992 era stato tradotto (per la prima volta) in italiano Dirk Gently’s Holistic Detective Agency. Io mi ero comprato il libro (in inglese) non appena era stato pubblicato e l’avevo apprezzato (per un anno o due ho persino usato come mio alias Richard McDuff… ma questo non se lo dovrebbe ricordare nessuno) Ricordo ancora quando lessi la scena della cavalla nel bagno del professor Chronotis, con il professore che balbetta “Yes, it is, Wait – let it be. It won’t be long” al che Richard risponde “Lei ha un cavallo nel bagno e tutto quello che sa fare è pronunciare titoli di canzoni dei Beatles?”; nella pagina successiva, alla domanda di Richard “ma come può esserci una cavalla nel suo bagno”, Chronotis risponde “Well, the bathroom window’s open. I expect she came in through that”. Ero sul 62 barrato che mi stava portando in Cselt; credo che gli altri passeggeri siano rimasti perplessi nel vedermi capottare dalle risate.

Essendo abbastanza feticista mi ero però anche preso l’edizione italiana, e ne rimasi assolutamente deluso. Passi non aver capito quel gioco di parole, ma tradurmi “the Divine John wrote the book of Revelation” con “il divino Giovanni scrisse il libro della rivelazione” era troppo. Per sbollire, decisi di scrivere direttamente a Douglas Adams (c/o Pan Publishing) per segnalargli questa triste notizia. Beh, dopo un paio di mesi ricevetti una risposta direttamente firmata dal Nostro! Non so se la lettera l’avesse scritta lui oppure no, però rimasi comunque piacevolmente stupito del pensiero…

Ultimo aggiornamento: 2014-05-26 10:38