Archivi annuali: 2014

_Nel nome dei Beatles_ (libro)

[copertina]Come si poteva scrivere un libro sui Beatles quasi vent’anni fa, subito dopo il successo del progetto Anthology? Non era ovviamente possibile fare un’ennesima biografia di seconda mano: giustamente Salvatore Pettinato aveva così deciso di fare una metanarrazione, in modo da scegliere alcuni temi e svilupparli. Com’è andata? Bah. Il libro (Salvatore Pettinato, Nel nome dei Beatles, Rusconi 1997, pag. 256, ISBN 9788818970029) è fondamentalmente diviso in tre parti: una storia dei Beatles con particolare attenzione alla parte musicale; una disamina del “fenomeno Anthology” – si ricordi che il libro nacque proprio in occasione del nuovo hype della fine del millennio scorso; un resoconto delle principali tribute band e dei luoghi beatlesiani da visitare a Liverpool e Londra. Nel testo si trovano spunti interessanti ma non sempre fattualmente veri. Per esempio, è vero che non si conosce nessuno (eccetto i genitori…) che abbia insegnato ai Beatles a suonare, ma affermare che loro sono nati con il rock’n’roll, a differenza delle band coeve che avevano influssi della musica passata è improbabile, pensando al padre di Paul che suonava in una banda. O ancora: è vero che Liverpool, rispetto al resto dell’Inghilterra, aveva una forte presenza cattolica: ma quella definita “una delle più grandi cattedrali” è la anglicana; quella cattolica non è chissà cosa. Dal punto di vista strettamente musicale, a parte un po’ di magniloquenza nei toni come quando parla del Concetto con la C maiuscola e i gusti ovviamente personali, Pettinato segnala accuratamente le due anime beatlesiane, quella dei “craftsmen” e quella degli sviluppatori di un nuovo stile; questa è sicuramente la parte migliore del libro. La pesante critica al progetto Anthology, che ha portato solo soldi ma nulla di veramente nuovo, è la classica posizione del fan sfegatato che tanto conosceva bene praticamente tutto quel materiale; in realtà mi pare fuori tema all’interno del libro. Infine la terza parte è quella che sente più pesantemente il tempo passato dalla pubblicazione, e si può tranquillamente saltare.
In definitiva, questo libro – almeno oggi – può avere senso per chi i Beatles li conosce un po’ ma non troppo; ma non è certo un’opera di quelle definitive.

Ultimo aggiornamento: 2014-06-14 21:21

palindromi con le operazioni

Un palindromo – ma lo sapete tutti – è una parola che si legge allo stesso modo da sinistra a destra o da destra a sinistra: un esempio classico è la parola ossesso. Un palindromo numerico è un numero che si legge allo stesso modo da sinistra a destra o da destra a sinistra, come la targa 313 dell’auto di Paperino.

Ma bisogna dire che l’uguaglianza

25986 = 213 × 122

che letta da destra a sinistra diventa l’uguaglianza (corretta)

221 × 312 = 68952

non è affatto male, vero?

(grazie a Paolo Marincola per la segnalazione)

Milano contro il papa

La luna di miele del mondo internettaro con papa Francesco si è interrotta bruscamente lo scorso weekend, quando il papa ha detto a una quindicina di coppie di sposi “fate figli, non prendete cani e gatti”. La lobby dei gattyni, come tutti sanno, è potentissima e ha subito messo in campo i cannoni. Sin qui nulla di strano: ma com’è che ieri il Comune di Milano mi ha inviato una comunicazione in cui rende noto che «è nato il centralino unico dedicato agli animali, un servizio attivo 24 ore su 24 per le segnalazioni di smarrimento, di maltrattamento, le richieste di soccorso, le emergenze sanitarie, avvistamenti di randagi o di animali protetti.»

Qui gatta ci cova.

Ultimo aggiornamento: 2014-06-04 11:18

io e il SEO

Il sito che ospita i miei blog non è un vero hosting, quindi le statistiche di accesso non sono in un posto visibile. L’accrocchio che il mio sysop fa è correggere a mano la protezione della directory coi log per permettermi l’accesso; solo che quando viene fatto un aggiornamento del sistema operativo i permessi si resettano e devono essere rimessi a posto.
Bene: stamattina ho scoperto che il 7 aprile scorso c’è stato l’aggiornamento in questione. Ciò significa che in due mesi non mi è mai venuto in mente di controllare le statistiche del mio sito. Niente male, vero?

Ultimo aggiornamento: 2014-06-04 10:54

grano saraceno e copincolla

Penso che oggi abbiate visto tutti la storia del DDL con cui una pattuglia di deputati M5S si lamenta perché un terzo della pasta venduta in Italia è prodotta con “grano saraceno”; in caso contrario potete leggere la storia completa su Giornalettismo. Vorrei però fare alcune considerazioni a margine della faccenda.

Innanzitutto, non si sa bene come mai quella proposta di legge sia spuntata oggi. Se preferite, è apparsa per caso: in fin dei conti è stata presentata quasi un anno fa, il 23 luglio 2013. Non che sia stata letta da qualcuno: il sito della Camera segnala che non è mai stata neppure assegnata a una commissione. Certo, si può dire che è stata la Ka$ta a bloccare i lavori di M5S: ma la mia sensazione è che questo, come tanti altri di tutti i partiti, sia semplicemente un testo messo lì per fare quantità e non qualità. Non importa se verrà discusso oppure no: intanto è lì, nero su bianco.

In secondo luogo, la frase è il copincolla di quanto scritto dal leghista Giovanni Fava e dal piddino Luca Sani in una relazione del 2011 della Commissione parlamentare d’inchiesta sui fenomeni della contraffazione e della pirateria in campo commerciale. Questo significa due cose: che le relazioni delle commissioni parlamentari non le legge nessuno, e che i firmatari del disegno di legge hanno copincollato senza leggere quello che stavano preparando (o se preferite che l’hanno letto ma non capito). Ecco: e noi vorremmo riformare l’Italia?

Ultimo aggiornamento: 2014-06-03 15:04

Scherziamo (.it)?

Ho appena eliminato un commento di spam sul blog, uno dei soliti. Il testo era «Wow! This blog looks exactly like my old one! It’s on a entirely different topic but it has pretty much the same layout and design. Wonderful choice of colors!» e dall’ultima frase sulla scelta dei colori si capisce subito che l’unica altra alternativa era che l’anonimo estensore sia daltonico.

Quello che mi stupisce non è tanto che il messaggio arrivi da un IP di Wind, quanto che il sito su cui dovrei cliccare è “scherziamo.it”. Io non sono andato a vedere il sito, se volete fatevelo voi: l’unica cosa che mi può venire in mente è che quello sia un tentativo di avere un messaggio approvato per poi spammare con calma con l’indirizzo finito nella lista dei buoni. Ma a questo punto perché non preparare anche il messaggio in italiano? Ah, questi spammer…

Ultimo aggiornamento: 2014-06-03 09:39

Test: Che tipo di inglese parli?

Da Friendfeed sono venuto a conoscenza del test Which English?, creato dall’MIT per cercare di addestrare un algoritmo a indovinare quale dialetto dell’inglese si tende a parlare. Tanto per essere specifici, il test è solo scritto e si occupa solo di grammatica, proponendo varie frasi che sono – immagino – sentite come corrette in nazioni anglofone diverse.

Premetto che io non parlo inglese, come ben sa chi mi ha sentito pronunciare frasi nella lingua di Albione: per me l’inglese è una lingua fondamentalmente scritta, anzi letta. A scuola, come in genere quelli della mia età, ho studiato l’inglese britannico; poi ho continuato a leggere più in inglese americano che in britannico, pur con notevoli eccezioni (Douglas Adams, Terry Pratchett, Ian Stewart). Direi quindi che l’algoritmo è ancora da tarare: secondo lui, infatti, i miei presunti dialetti sarebbero 1. Welsh (UK) – 2. English (UK) – 3. Singaporean (che a quanto pare è molto simile all’American English). Garantisco che non so assolutamente quali siano le caratteristiche grammaticali dell’inglese parlato nel Galles. Peggio ancora, le predizioni sulla mia lingua madre sono state 1. Spanish – 2. English – 3. Finnish. L’italiano proprio non è stato considerato, e non chiedetemi perché dovrei essere di madre lingua finnica :-) D’altra parte, i ricercatori mettono le mani avanti: «The algorithm is only just starting to be able to guess native languages other than English.» In effetti, dopo aver fatto le sue predizioni, chiede una serie di informazioni che dovrebbero servire per tarare meglio i futuri risultati; se ci saranno tanti italiani a farlo, la prossima volta magari ci prenderà meglio :-)

Ultimo aggiornamento: 2014-12-28 19:15

_La scienza dal giocattolaio_ (libro)

[Copertina] Avrei giurato che Davide Coero Borga fosse un mio coetaneo, e invece ha quasi vent’anni meno di me. Mi ero fatto questa idea non tanto per i giochi che racconta in questo libro (Davide Coero Borga, La scienza dal giocattolaio, Codice Edizioni 2012, pag. 180, € 24,90, ISBN 9788873783211) quanto per l’immaginario che si legge dietro le righe del testo. Questo libro in realtà è un oggetto di design, e lo si capisce già dalla seconda di copertina, che specifica minuziosamente che tipo di carta è stata usata per le sue pagine e la copertina stessa, e se ne è certi giungendo alla penultima pagina, che è un foglio di plastica rossa che deve essere staccato per vedere i disegni nascosti tra le varie pagine: chi ha presente la carta che avvolge le caramelle Rossana capirà quello che sto dicendo.

Come dice il titolo, i giochi raccontati in brevi schede non sono scelti a caso, ma hanno tutti un’attinenza con la scienza in senso lato: possono essere versioni giocattolo di strumenti reali,, come la bussola, oppure avere una struttura scientifica interna, come il cubo di Rubik o i Geomag. Del gioco vero e proprio si parla relativamente poco: d’altra parte il bello del gioco è giocarci, mica discuterne! Il testo divaga invece su tutto ciò che sta dietro di esso, cosa a mio parere molto più interessante. Per esempio il Dolce Forno scaldava i cibi… con due lampadine di 100 watt, e perciò il passaggio alle lampadine a basso consumo ha costretto il produttore a ripensarlo. Infine il libro è impreziosito da immagini che riprendono i giochi e li pongono in un contesto immaginifico. Insomma un testo da sfogliare con vero piacere.

Ultimo aggiornamento: 2014-05-31 09:35