Cent’anni fa nasceva Gino Bartali, uno dei simboli dell’Italia (non solo ciclistica). Consiglio di leggere questo articolo di Giovanni Fontana (che pietosamente non parla della sua partecipazione a Striscia la Notizia), per avere un punto di vista un po’ diverso su cosa Bartali ha fatto oltre che vincere gare ciclistiche.
Archivi annuali: 2014
statistiche per fare bella figura
Lunedì Andrea Monti mi ha segnalato questo articolo di Repubblica, insieme alle sue considerazioni al riguardo. Lasciate pure perdere l’articolo originale, a meno che non siate interessati al gossip; chi vuole proprio sapere qual è stato l’esperimento condotto farà meglio a leggere l’articolo originale. Per chi ha fretta, l’esperimento, condotto su 60 volontari trentini, ha misurato la loro propensione a “vendere” i loro dati personali – in forma anonima e aggregata – ottenuti dall’uso del loro smartphone, scoprendo che il valore percepito è molto basso, e gli unici dati che sembrano avere un minimo interesse sono quelli degli spostamenti effettuati. Magari un’altra volta parlerò dei risultati: adesso mi sembra più interessante guardare la metodologia usata.
Io non ho certo le competenze statistiche necessarie per fare un’analisi completa dei risultati, ma c’è una cosa che mi ha lasciato molto perplesso, anche se devo dire che non è certo il primo caso che mi è capitato di vedere. Andrea ha perfettamente ragione quando fa notare che il campione usato non è assolutamente rappresentativo per tutta una serie di motivi: è stato scelto con lo snowballing, cioè chiedendo agli sperimentatori di cercare nuovi amici; si limita a una sola piattaforma software e a un gruppo di persone di una certa categoria sociale; e soprattutto è davvero limitato – 60 persone non sono certo un campione statisticamente valido. Differiamo solo nelle conclusioni: io sono più ottimista di lui e ritengo che quel paper ha un interesse sociologico, anche se solo qualitativo e non certo quantitativo. (Lasciamo stare l’articolo su Repubblica, se non per apprezzare che ha vari link tra cui quello al paper originale: un risultatone rispetto al tipico articolo che si può leggere sull’italica rete) Insomma, si può vedere che a quanto pare esistono alcune persone che non sembrano attribuire un grande valore ai propri dati personali, ancorché anonimizzati.
Ma resta il problema di base: perché un articolo deve avere tutta quella messe di parametri statistici, quando il campione di base è così ridotto? Qual è il valore aggiunto? Sarei lieto se qualche statistico si palesasse qui nei commenti e mi dimostrasse che ho torto, ma per quanto mi riguarda quei numeri non hanno un vero valore se non quello di intimidire chi non è abituato a trattarli… o se preferite bisogna inserirli perché l’articolo venga accettato da una qualche rivista; questo non è certo l’unico paper che spenda e spanda tutti questi dati, quindi potrebbe benissimo essere una necessità pratica per la pubblicazione.
Ultimo aggiornamento: 2014-08-13 15:43
Finalmente spam WordPress in italiano
Per la prima volta oggi mi è arrivato da moderare un messaggio di spam (di tale maltaedu.com, che essendo scritto in maltese vi lascio immaginare quanto sia comprensibile) che non era scritto in inglese, ma recitava «Perché questo Web site non hanno altro supporto di lingue?»
Diamo atto allo spammatore: si è accorto che questo è un sito in italiano e non in inglese :-)
Ultimo aggiornamento: 2014-07-15 22:51
Carnevale della matematica #75: GOTO Dionisoo
Con il nome in codice “il merlo, tra i cespugli, tra i cespugli” è stata pubblicata sul blog di Dionisoo la settantacinquesima edizione del Carnevale della Matematica, con il tema “La matematica della musica o la musica della matematica?”. Come certo sapete, Dionisoo ha appena pubblicato l’ebook La musica dei numeri, e quindi è un esperto del campo: ma come certo anche sapete, i contributi dei carnevalisti tendono ad andare fuori tema, quindi come sempre si parla di tutto.
Attenzione, però: Pitagora si è lamentato perché i suoi insegnamenti sono stati resi pubblici, come leggerete!
Ultimo aggiornamento: 2014-07-15 13:33
_La matematica del Club Olimpico Kangourou_ (libro)
I giochi Kangourou sono dedicati agli studenti delle medie e delle superiori, su varie discipline (non necessariamente scolastiche…). In questo caso (Marc Bachmakov, La matematica del Club Olimpico Kangourou, Edizioni Kangourou Italia 2008 [1998], pag. 256, € 22,50, ISBN 978-88-89249-08-6, trad. a cura di Barbara Mastracchio) parliamo di matematica, e quindi di problemi matematici. Ma definirlo così sarebbe riduttivo: Bachmakov, matematico e alpinista russo (ha scalato tutti i “settemila” situati nel territorio dell’ex Unione Sovietica…) parte giustamente dalla considerazione che i Kangourou non sono tanto (e solo) competizioni, quanto un modo di usare i problemi per arrivare con maggiore facilità alla comprensione dei concetti sottostanti. Così i vari “temi” in cui è diviso il libro iniziano col mostrare i principi di base, insieme ad alcuni cenni storici; seguono poi vari esercizi “di riscaldamento” e infine alcuni problemi effettivamente assegnati alle Olimpiadi della Matematica. Nell’edizione italiana tutti i problemi hanno indicata la soluzione, o almeno una traccia, il che permette di non dover sbattere troppo la testa con i problemi più ostici; ma soprattutto fa sì che il testo possa essere molto utile a un’insegnante che voglia uscire un po’ dalle gabbie dei programmi ministeriali e far vedere ai suoi studenti come si possa fare matematica in modo più divertente del solito, il che fa solo bene. In libri come questo la traduzione deve soprattutto evitare di creare difficoltà di comprensione dei problemi; Barbara Mastracchio fa sicuramente un ottimo lavoro.
Ultimo aggiornamento: 2014-07-20 17:47
la cattiva reputazione della matematica
In ufficio c’è un firewall per uscire su Internet. Fin qui nulla di strano. Il firewall ha una serie di regole per bloccare siti “pericolosi”: per esempio, immagino che youporn non sia accedibile (ah, ho controllato: è in effetti bloccato, come categoria “pornography” e “minimal risk”).
Bene: il firewall mi ha appena bloccato l’accesso a una pagina del sito Math Munch. Il sito è indicato come “Malicious” e “High Risk”; la regola attiva è “Destinazioni bloccate per cattiva reputazione”. Che diavolo può esserci di così perfido in quel sito? Semplice: si parla di matematica, come potete vedere facilmente da voi (se non siete bloccati da un firewall): il suo titolo è ”
A Weekly Digest of the Mathematical Internet”. Direi che quel messaggio di avviso la dice lunga.
(ah: se vado sulla home page del sito posso tranquillamente leggere tutto il post…)
Ultimo aggiornamento: 2014-07-10 11:22
gli “inconvenienti” del copyright
L’Agenzia delle Entrate ha un sito, l’Osservatorio del Mercato Immobiliare, con delle bellissime mappe, di quelle vettoriali e non raster (il che significa che si possono scalare a piacere, perché edifici e altro non sono delle immagini ma sono calcolati con le coordinate). Questo sito è il fiore all’occhiello dell’Agenzia, tanto che nel 2010 il suo creatore, Sogei, ne tesseva le lodi. Facile, direte voi: quelli lì hanno tutti i dati catastali e li hanno sfruttati per la creazione delle mappe.
Macché. Sogei ha comprato lo stradario Navteq – e fin qui passi, dopo tutto le vie non sono accatastate – e l’ha appiccicato sopra le mappe prodotte dai volontari di OpenStreetMap, l’alternativa libera e costruita dal basso alle mappe di Google, di Virgilio o di Michelin. Come faccio a saperlo? Semplice: Simone Cortesi, vicepresidente di Wikimedia Italia e attivista OSM, si è accorto che quelle mappe contenevano il giardino e lo stagno di casa sua, che lui aveva aggiunto alla mappa per divertirsi. Eh sì, perché nel sito non c’era traccia dell’attribuzione di quelle mappe. Eppure usarle è assolutamente permesso, e non costa nulla: gli unici obblighi sono quelli di indicare da dove sono state prese le mappe e di lasciare i risultati con la stessa licenza. Dopo due mesi di infruttuosi tentativi di contattare l’Agenzia delle Entrate – dovete sapere che nell’Italia Digitale esiste la Posta Elettronica Certificata che è legalmente equivalente alle raccomandate; peccato che a tre mail PEC non è mai giunta risposta – gli amici di OSM hanno preparato un sito di accusa, intitolato “Agenzia Uscite” per una ragione che spiegherò dopo, e hanno iniziato uan campagna di informazione, alla quale ha anche contribuito il vostro affezionato bloggher scrivendo questo comunicato.
Risultato? Sogei è stata costretta a scusarsi ufficialmente, come si può leggere qui. E in effetti ora le mappe riportano anche il copyright OpenStreetMap, secondo la Open Database License. Tutto a posto, dunque? No. Leggetevi quel comunicato. A parte tutta la sbrodolata autopubblicitaria, Sogei «si scusa per l’inconveniente relativo all’uso di OpenStreetMap». Una violazione di copyright loro la chiamano “inconveniente”. Ovvio, no? Se mai qualcuno di voi verrà rinviato a giudizio, può sempre provare a spiegare al giudice che si è solo trattato di un inconveniente.
Ma quello che a me dispiace di più non riguarda Sogei ma l’Agenzia delle Entrate; non per nulla il comunicato di Wikimedia Italia era diretto a loro e non a chi aveva prodotto il software. L’Agenzia ha a disposizione una serie di dati, quelli catastali, che sono pubblici e dovrebbero essere liberamente utilizzabili da chiunque: se questi dati fossero disponibili, OpenStreetMap potrebbe migliorare ancora più la qualità delle proprie mappe, e tra l’altro sarebbe possibile scoprire finalmente la quantità di edifici non accatastati, con un vantaggio anche per l’erario. Lo scopo principale della campagna “Agenzia Uscite” era proprio questo: “usciteci questi dati”, in un italiano sgrammaticato ma sicuramente efficace. Paradossalmente, il successo dal lato Sogei ora bloccherà quest’altro tentativo. Sappiamo tutti che il ministero dell’Economia non lascerà certo la presa su quei dati, e l’unica speranza che abbiamo è un bombardamento mediatico: bombardamento che ora è impossibile (e se qualcuno pensa che la risposta così rapida di Sogei, che è controllata al 100% dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, sia stata fatta pensando a questo non sarò certo io a smentirlo…)
Ultimo aggiornamento: 2014-07-08 22:17
allagamenti
Erano dieci anni che non vedevo un allagamento così a Milano. Quando sono uscito per portare i bimbi a scuola, la mia via era bloccata da auto che andavano contromano, perché evidentemente piazzale Istria e via Taormina erano entrambe allagate – e d’altronde questo è piazzale Caserta, a trecento metri da casa. Vabbè, tanto da me era praticamente asciutto: prendo i bimbi e faccio il giro dall’altra parte per sicurezza, sapendo le pozzanghere che potevo trovare sulla strada solita. Vedo che i tram sul 4 non sono i Sirietti ma i vecchi jumbo, e immagino che un qualche deposito ATM abbia avuto dei problemi ma nulla più.
Consegnati i bimbi all’asilo, con i soliti problemi con Jacopo (che già che c’era è riuscito a rompere il suo armadietto… santo ragazzo) inforco la bici. Il percorso normale, più lungo ma meno trafficato, oggi mi sembra da evitare, quindi decido di passare per la pseudo pista ciclabile di viale Marche. Stranamente non mi trovo nessuno che ci si piazza sopra, tranne una che ha pensato bene di bloccare un incrocio: solo che quando arrivo all’angolo con via Lario mi trovo davanti un lago. Vabbè, giro da lì invece che da viale Zara: ma il lago peggiora, tanto che sono costretto a salire sul marciapiede, quasi cascando dalla bici. Supero via Nava e arrivo in viale Stelvio: anzi non ci arrivo, come da foto quassù. Ritorno mestamente indietro, passo da via Paolo Bassi e riprendo via Farini: da lì passo il cavalcavia, costeggio Garibaldi, passo sotto le torri Cesar Pelli (dove un *$%^%& con la Car2Go non rispetta la precedenza e cerca di stendermi) e rientro su viale Tunisia (dove un’auto ha steso uno scooter). Una tranquilla mattinata, insomma.
Ultimo aggiornamento: 2014-07-08 12:06