Archivi annuali: 2013

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Sono andato in farmacia a comprare le vitamine per i tremezzenni, e già che c’ero ho preso delle gocce per le orecchie, visto che Cecilia potrebbe avere un principio di otite. Solo che mi sono capito male con Anna e non ho preso un antibiotico. Mi hanno dato delle gocce omeopatiche: li ho guardati un po’ male, ma ho pensato che tanto alla peggio sarei passato all’antibiotico e l’ho preso. Dopo avere pagato, la farmacista mi chiede se avevo la tessera sanitaria. Le dico “ma le vitamine non sono scaricabili!” e lei mi risponde “no, ma il farmaco omeopatico sì”. Qualcuno mi spiega come hanno fatto gli omeopati a farsi accettare i loro farmaci?

Ultimo aggiornamento: 2013-01-28 19:34

_La cattedrale di Turing_ (libro)

[copertina] Inizio con una informazione secondo me necessaria: nonostante il suo titolo, questo libro (George Dyson, La cattedrale di Turing : Le origini dell’universo digitale [Turing’s Cathedral], Codice 2012 [2012], pag. 447, € 24,90, ISBN 9788875783181, trad. Stefania De Franco e Gaia Seller) di Turing parla nel capitolo 13; per il resto non si accenna a lui se non di sfuggita, e in incisi che sembrano essere stati inseriti a forza dall’autore – il figlio del famoso fisico Freeman Dyson – per sfruttare il battage del centenario della nascita di Alan Turing. Per stavolta la colpa non è dell’editore italiano, ma proprio dell’autore. Come ha detto mia moglie Anna, “avrebbero dovuto chiamarlo La cattedrale di Von Neumann!” E in effetti un simile titolo sarebbe stato più corretto, visto che il libro parla della storia dei primi calcolatori elettronici intrecciata con quella del loro uso per creare le bombe a fissione e fusione, e in entrambi i casi “Johnny” è stata una figura prominente.
Passando al lato più prettamente legato alla recensione, il testo è molto americano come stile, privilegiando le testimonianze per quanto possibile dirette e costruendo quindi la storia sulle persone più che sugli avvenimenti: molto utile il glossario iniziale con l’elenco delle persone stesse e una loro lapidaria biografia. L’apparato di note è enorme, ma è più che altro un insieme di riferimenti ad altri libri: insomma può essere tranquillamente saltato. La storia è molto dettagliata, con fatti ignoti almeno a me e che possono gettare una luce anche sulla vita statunitense negli anni 1940 – mica me lo aspettavo che ancora dopo la fine della guerra ci fossero restrizioni per gli acquisti negli USA! – ma purtroppo non dà grandissime informazioni sul software dei primi computer, limitandosi a considerazioni sull’hardware. Verso il fondo Dyson sterza verso la filosofia, con una curiosa interpretazione simbiotica del rapporto tra umani e computer unita a una visione neo-analogica del Web 2.0 che dal mio punto di vista è sconcertante ma comunque interessante.
La traduzione di Stefania De Franco e Gaia Seller è generalmente scorrevole, tranne per alcuni punti dove non mi sono raccapezzato molto; l’editing invece, soprattutto nelle prime cento pagine, lascia un po’ a desiderare con alcuni spazi interparola che sono spariti. In definitiva, un libro principalmente per appassionati della materia.

Ultimo aggiornamento: 2013-01-26 07:00

_Renzo Bergamo : Atomo – Luce – Energia_ (mostra)

A dire il vero la mostra su Renzo Bergamo (in cima al Castello Sforzesco, ingresso gratuito, spero segnalata un po’ meglio) è aperta da una decina di giorni, e ancora più a dire il vero io l’ho visitata un’ora prima dell’inaugurazione, grazie a Eva che è la coordinatrice della mostra; ma sono sempre in ritardo e non avevo ancora trovato il tempo di parlarne. Ma in fin dei conti ne aveva già scritto Mina che presumo abbia più lettori di me, quindi non mi preoccupo più di tanto del ritardo, anche perché la mostra rimarrà aperta fino a metà marzo.
Dopo questa lunga premessa, confesso che io l’arte contemporanea non sono mai riuscito a comprenderla. È abbastanza facile accorgersi che, anche se c’è un tema univoco che consiste per l’appunto nel cercare di inserire in un quadro concetti prettamente scientifici, il modo di dipingere di Bergamo è profondamente mutato negli anni; e soprattutto dagli anni 1990 i suoi quadri sono diventati un’esplosione di luce, che non riesce ad essere bene catturata a video (questo è comunque il sito dell’artista, per chi vuole avere un’idea). Detto questo, io mi taccio. Ho fatto delle supposizioni su alcuni quadri, intitolati “Senza titolo” e quindi senza nessun appiglio; credo amasse cercare di inserire la temporalità nelle sue opere, che quindi non sono un’immagine in un dato istante ma una somma di immagini in istanti successivi; però sono davvero supposizioni senza nessun fondamento sicuro. Se passate al Castello e non sapete cosa fare potete provare a fare le vostre ipotesi!

Ultimo aggiornamento: 2013-01-25 11:13

Lettere a Wikipedia

Il guaio di presentarmi ufficialmente come portavoce di Wikimedia Italia ha degli indubbi svantaggi: per esempio che mi scriva gente che non solo non ha ben chiaro quale sia la differenza tra Wikimedia Italia e Wikipedia – e qui potrei anche dire che è in parte colpa nostra – ma le cui idee sono poche e ben confuse. Ecco un esempio di cosa mi è arrivato qualche minuto fa, in una mail senza titolo:

L’onorevole del PDL Lara Moci nel suo intervento ha più volte confuso la Coop. Costruttori di Argenta Coop. fallita con la Coop Costruzioni di Bologna Coop. sana e attiva.
Sarebbe bene si informasse prima di additare ak altri

Notate che non esiste neppure una voce “Lara Moci” su Wikipedia, immagino perché il mittente ha sbagliato a scriverne il nome. Ma se anche ci fosse, non credo proprio al suo interno ci sarebbe stata una citazione di questo gravissimo “errore di sbaglio”. Magari Wikinotizie ne avrebbe potuto parlare, ma dubito anche di quello.
Ora, io quasi capisco quello che scrive a tutti i quotidiani per lamentarsi di un vero o presunto errore; magari gli va di lusso ma gli rispondono. Ma qua su Wikipedia?

Ultimo aggiornamento: 2013-01-25 08:58

Phishing DHL

Il phishing DHL sembra sia così pervasivo che mi è arrivata una comunicazione ufficiale dal nostro dipartimento risorse umane per non cascarci. Però bisogna dire che un certo qual senso dietro il messaggio c’è. Se uno legge un testo

Il corriere della nostra societa non e riuscito a consegnare il pacco a Suo indirizzo.
Motivo: Lerrore nellindirizzo della consegna.
Lei potra personalmente ricevere il pacco presso Suo ufficio postale.
Lei ha da stampare questo documento per poter ricevere il pacco nellufficio postale.

e ha presente il tipico consegnatore di pacchi DHL, è sicuro che il testo sia stato scritto da quello lì.

Ultimo aggiornamento: 2013-01-24 12:56

mi assomiglio?

Se siete tra i miei ventun affezionati lettori, ricorderete che due anni fa ho pubblicato un libro per Vallardi, Matematica in relax. È però meno probabile che sappiate che esiste un sito, Cado in piedi, che raccoglie contributi dei vari autori del gruppo editoriale Mauri Spagnol, quorum ego. Almeno nel mio caso quello che trovate non sono contributi appositi: vengono ripresi i post più interessanti che scrivo per il Post, ovviamente dopo aver chiesto preventivamente il consenso.
Beh, questa è la mia pagina autore, che come tutte le altre presenta un disegno della faccia dell’autore stesso, in questo caso pertanto io. Quello che mi chiedo è: mi vedete davvero così?

Ultimo aggiornamento: 2013-01-24 07:00

Traduzioni automatiche

Forse a causa del post sul blog della Wikimedia Foundation a riguardo della milionesima voce di it.wikipedia, stanotte mi sono arrivate un paio di richieste di “amicizia” che ho al mio solito immediatamente cassato (non sopporto le richieste non personalizzate). La cosa buffa è che erano di due tizi tedeschi, e quindi erano scritte in tedesco: quello non è un grande problema, visto che qualcosicchia lo capisco e ad ogni modo quel tipo di richieste è così standard che probabilmente le capirei anche in ungherese (occhei, non esageriamo: diciamo in norvegese). La cosa più strana è che l’invito su Xing, pardon l'”Einladung in mein XING-Netzwerk”, aveva in cima la possibilità di tradurlo, per default in inglese ma presumo anche in italiano visto che l’interfaccia era chiaramente googliana.
Intendiamoci: non mi stupisce che Google “apra” la mail, veda che è in tedesco, e si offra di tradurmela. Quello che mi stupisce è che, almeno per messaggi di questo tipo che presumo siano tradotti perfettamente perché Google “sa” come prendere la stessa frase già tradotta dai signori di Xing, siamo arrivati al punto da accettare come normale una traduzione di un’email. Io sono vecchio e mi sono fatto un mazzo tanto per imparare quelle due fregnacce nelle principali lingue occidentali per tirare a indovinare con un minimo di cognizione di causa; è un’abilità che sta diventando oramai inutile? Ovviamente parlo di questo tipo di messaggi, non di testi di narrativa o anche solo manuali; però anche solo cinque anni fa non l’avrei affatto creduto possibile.

Ultimo aggiornamento: 2013-01-23 16:58