Archivi annuali: 2012

Wikipedia e il metodo scientifico

È buffo vedere un articolo postato tre giorni fa che cita esplicitamente come suo “innesco” un articolo del New Yorker di cinque anni e mezzo fa. Ma uno può anche scrivere a partire dalla Divina Commedia, a ben pensarci: quindi non è che la cosa sia davvero così strana. Poi è utile rileggere quell’articolo, ricordarsi del caso Essjay e scoprire che il budget di Wikipedia è passato in cinque anni da 750.000 a 20 milioni di dollari, il che non mi stupisce ricordandomi della lentezza tragica dell’accesso all’enciclopedia libera a quei tempi: server e banda costano. Ma torniamo all’articolo di Appunti Digitali, articolo immagino innescato proprio dalla storia di Essjay.
Alessio Di Domizio mette subito in chiaro che vuole discutere «sul modo in cui, indirettamente e non certo dichiaratamente, Wikipedia stia insinuando un metodo di approccio alla conoscenza in qualche modo alternativo a quello scientifico». Le sue argomentazioni si possono riassumere cosi: dire che tutti possono correggere gli errori per ottenere un’enciclopedia più obiettiva, indipendentemente dai titoli e dalle conoscenze, è pericoloso perché non porta affatto a una conoscenza obiettiva. Questo va contro il metodo scientifico, che a dire di Di Domizio «richiede il consenso attorno ad un concetto fondamentale: la “verità” circa un determinato oggetto è storicamente determinata, nel senso che è legata a condizioni specifiche e comunque ad un preciso stadio dell’avanzamento della conoscenza come codificata. È perciò sempre e comunque relativa.» Infine, «Proprio nel difendere l’anonimato Wikipedia getta le basi per un metodo che si propone come alternativo a quello scientifico. Assume anzi una posizione politica chiara e riconoscibile quando antepone l’intelligenza della massa alla competenza della comunità scientifica.»
Leggendo il testo, la prima cosa che posso dire è che c’è un’incomprensione di base di cosa sia Wikipedia. Wikipedia è un’enciclopedia, non un trattato scientifico. Forse l’Encyclopédie di Diderot aveva velleità di essere “scientifica” nel significato di Di Domizio – significato su cui avrei comunque da ridire: la scienza non parla di “verità”, ma di “modello più adatto” legato alle condizioni specifiche bla bla bla. Ma d’altra parte la definizione settecentesca di scienza era diversa da quella odierna, e non credo proprio che Diderot, D’Alembert e soci pensassero al metodo scientifico. Quello che Wikipedia vuole essere è un compendio di informazioni, una fonte secondaria tanto che le “ricerche originali” sono bandite: anzi, l’edizione in lingua inglese comincia persino a storcere il naso rispetto alle fonti secondarie, vale a dire il riportare direttamente quanto scritto da qualcuno, e tende a prediligere le fonti terziarie, cioè qualcosa che è già un compendio di suo. Intendiamoci: non sempre funziona così, e anche se l’ostracismo sulle fonti primarie è generalmente osservato può sempre capitare che qualcosa sfugga. Ma sicuramente tacciare Wikipedia di andare da un’altra parte rispetto al metodo scientifico è come tacciare una barca perché va da un’altra parte rispetto alle autostrade.
Sempre le linee guida di Wikipedia spiegano che il NPOV (Neutral Point Of View, punto di vista neutrale) non consiste nel dare uguale importanza a tutte le teorie, ma piuttosto nel dar loro uno spazio proporzionale all’accettazione da parte della comunità (non quella wikipediana, ma del mondo in generale). Quindi nel caso della comunità scientifica è ovvio che non si parla affatto di “intelligenza della massa”: quello che può capitare è che la massa non sia capace a spiegare correttamente una teoria, il che è una cosa diversa dal creare una teoria. Non vedo quale sia la “posizione politica” se io prendo un testo di storia dell’arte, materia di cui notoriamente non so una cippa, ci trovo una teoria che leggo supportata dai maggiori critici e la aggiungo a una voce: né vedrei una posizione politica diversa se facessi tutto ciò da anonimo. Altro conto sarebbe se uno modificasse senza dire qual è la sua fonte: ma già oggi una modifica senza spiegazioni e fonti viene (quasi) immediatamente eliminata, per non sapere né leggere né scrivere.
In definitiva, Wikipedia è costretta a basarsi sul metodo scientifico per ottenere il materiale da inserire al suo interno: se qualcuno pensa che “faccia scienza”, forse è meglio chiedersi se abbiamo la stessa definizione di “metodo scientifico” e in caso affermativo se l’ha applicato al proprio ragionamento… cosa certo non obbligatoria :-)

Ultimo aggiornamento: 2012-01-26 07:00

italici spammatori: www.italia730.it

Premessa: per quanto mi riguarda lo spam è UBE + UCE, dove E sta per email, U per unsolicited (cioè spedita senza che io ti abbia chiesto nulla), C per commercial e B per bulk, cioè inviata a molta gente e non solo a me. Che sia commerciale o no, quindi, non è importante. Ho deciso che se qualcuno pensa sia lecito mandarmi messaggi di questo tipo allora non ha il diritto di lamentarsi se io ne parlo: deciderà il lettore chi dei due ha ragione.
Il messaggio di oggi arriva da tal “giuliocesare carminati ” (ma me ne era arrivato uno un mese e mezzo fa da “francesco crisafulli messinasolidaleonlus@hotmail.it” che credo sia il vero nome dell’amichetto… anche se in siti come www.alfemminile.com trovate associato a quel sito una francescA crisafulli. Bisessuale?) e ha come titolo «INFORMAZIONE SOCIALE. Servizi fiscali gratuiti on-line. Ise,Red,730 e Unico 2012 H24». Ora, se voi vi fidate di uno che dice che fa INFORMAZIONE SOCIALE e che cambia nome come voi cambiereste maglietta, sapete dove andare per farvi fare i moduli delle tasse. Ma poi non venitevi a lamentare con me.

Ultimo aggiornamento: 2012-01-25 22:10

sentire i terremoti

Non ho sentito il terremoto di stamattina: stavo pedalando verso l’ufficio e i miei pensieri si concentravano sul non essere investito da nessuno. Non ho nemmeno sentito il terremoto di stanotte, che però aveva epicentro nel veronese… e infatti Anna che è lì per lavoro mi ha detto che lei invece l’aveva sentito bene. Quello che posso dire è che io stanotte mi sono svegliato intorno all’una perché Cecilia si lamentava: mi sono alzato, le ho dato un po’ di camomilla, lei ha continuato a lamentarsi e io ho mentalmente commentato “lamentati pure, che io intanto torno a letto!”.
Mi piacerebbe dire che Cecilia si è svegliata per il terremoto, ma la scossa è stata alle 0:54 e io mi sono alzato all’1:15. Quindi o ci sono voluti venti minuti perché io mi accorgessi di qualcosa – non impossibile, intendiamoci, ma poco probabile – oppure le due cose sono scorrelate.
Ah: gatte non pervenute. Avranno pensato che è comunque meglio un terremoto che i due duenni.

Ultimo aggiornamento: 2012-01-25 13:50

Il perché dei no ai referendum contro il Porcellum

Ieri sono state depositate le motivazioni della Consulta per la decisione di non ammettere i due referendum contro l’attuale legge elettorale. Siamo in Italia, e così a quest’ora la notizia non è già più nella homepage del Corriere, e galleggia a stento in quella di Repubblica. Si sa, la notizia era “referendum sì, referendum no”: il perché è pleonastico.
Come promesso, invece, due parole su queste motivazioni io le scrivo. Purtroppo non posso darvi il link alla sentenza 13/2012 se non dicendovi di cliccare qui e mettere 2012 nell’anno e 13 nel numero, perché il sito della Corte Costituzionale si aggiudica di gran lunga il titolo di meno internet friendly di tutta Italia: per dire, anche con la ricerca interna l’URL che ottengo è http://www.cortecostituzionale.it/actionSchedaPronuncia.do che ovviamente non dice molto. Vabbè: vediamo.
– La Suprema corte inizia a dire “noi in questa sede non possiamo decidere se la legge attuale è costituzionale o no”, e su questo siamo tutti d’accordo, almeno spero.
– Le due proposte, anche se non lo dicono esplicitamente, tendono entrambe ad abrogare del tutto la legge attuale, la prima direttamente la seconda togliendole il toglibile: e anche qua siamo d’accordo. D’altronde non si vede dove dovrebbe essere scritto esplicitamente, no?
– Occorre che «risulti una coerente normativa residua, immediatamente applicabile, in guisa da garantire, pur nell’eventualità di inerzia legislativa, la costante operatività dell’organo», e quello lo si spera bene (anche se paradossalmente vengono citate a supporto due sentenze di ammissibilità di referendum, quelli a cui poi non ha votato nessuno)
– Ora però iniziano i miei dubbi. Per il primo referendum, il punto 5.2 afferma che «La tesi della reviviscenza di disposizioni a séguito di abrogazione referendaria non può essere accolta, perché si fonda su una visione “stratificata” dell’ordine giuridico, in cui le norme di ciascuno strato, pur quando abrogate, sarebbero da considerarsi quiescenti e sempre pronte a ridiventare vigenti.». A me (e a molti costituzionalisti che sicuramente ne sanno più di me) la cosa continua a parere strana: sarebbe forse concepibile nel caso di referendum per abrogare una legge che affermi nel suo ultimo articolo “ogni disposizione di legge in contrasto con il testo di questa legge è implicitamente abrogata”, ma in questo caso il Porcellum modificava solo parti del Mattarellum. Insomma, io non vedo quali potrebbero essere le «conseguenze imprevedibili per lo stesso legislatore, rappresentativo o referendario, e per le autorità chiamate a interpretare e applicare tali norme, con ricadute negative in termini di certezza del diritto». Né il riferimento alla sentenza 28/2011 parrebbe lecito: lì infatti si scrive che il decreto legislativo oggetto della richiesta di referendum «ha espressamente abrogato alcune preesistenti norme concernenti la disciplina in esame» . Nella legge Calderoli c’è un unico comma abrogato, il sesto dell’articolo 58 del D.Pr. 361/1957, che però non c’era già….
– Diciamo insomma che il punto 5.4, «La volontà di far “rivivere” norme precedentemente abrogate, d’altra parte, non può essere attribuita, nemmeno in via presuntiva, al referendum, che ha carattere esclusivamente abrogativo, quale “atto libero e sovrano di legiferazione popolare negativa” (sentenza n. 29 del 1987), e non può “direttamente costruire” una (nuova o vecchia) normativa (sentenze nn. 34 e 33 del 2000)», mi sembra molto tirata per i capelli.
– Paradossalmente, rispetto almeno alla mia idea di due settimane fa, sono pienamente d’accordo con il motivo del rifiuto del secondo referendum. In pratica, cancellando solo i 71 « alinea– cioè le frasi iniziali di ognuno dei commi oggetto della richiesta, che dispongono l’abrogazione o la sostituzione delle norme elettorali prima in vigore», si rischiava di avere delle doppie norme soggette poi a interpretazione. Insomma, non era un triciclo con le ruote sghembe ma un triciclo con due insiemi di ruote che si muovevano in direzioni diverse.
Commento finale? Continuo a pensare che la decisione sia stata molto politica, ma tanto non ci si può fare nulla.

Ultimo aggiornamento: 2012-01-25 12:56

Chi genera i dati?

Neanche a farlo apposta, dopo il mio pippone di ieri ho scoperto che Goodreads sta per eliminare con un preavviso minimo (una settimana…) un’enorme quantità di dati presi da Amazon, perché le condizioni d’uso sono diventate nel tempo sempre più restrittive e ora sembrano impossibili da gestire. Quelli di Goodreads stanno così chiedendo ai librarian di “salvare” i libri: c’è proprio un pulsante “rescue me” che permette di riscrivere i metadati del libro, indicando se la fonte è un sito (non una libreria online…) o la propria copia del libro. Il lavoro è massacrante: tanto per fare un esempio, io avrei 243 libri da rimettere in sesto.
Alcune considerazioni sparse:
– Mi domando quali siano i diritti che Amazon accampa sui “suoi” dati, che in pratica sono quelli che gli arrivano dagli editori qualche mese prima dell’effettiva pubblicazione dei libri.
– Come corollario, i libri che verranno salvati avranno dati migliori di quelli che ci sono stati fino ad ora. Garantisco che il numero di pagine, e a volte persino il titolo nel caso di editori minori, sono spesso errati e non vengono corretti se non dopo parecchio tempo: nulla di strano, perché tanto per dire il mio libro è stato aggiunto a fine novembre 2010 quando non avevo nemmeno terminato di correggere le prime bozze!
– È vero che i contenuti generati dagli utenti (user generated content) sono generalmente di buona qualità, soprattutto in casi come questo in cui chi opererà ha un interesse personale, ma sarebbe molto più logico che Goodreads si accordasse con gli editori. Tra l’altro già adesso c’è il campo “official URL”, che punta al sito dell’editore: una collaborazione di questo tipo è win-win, ancora più oggidì con i siti degli editori che fanno e-commerce.
Insomma, perché dover sempre sfruttare il volontariato senza mai pensare alla possibilità di accordarsi per generare dati semantici?

Ultimo aggiornamento: 2012-01-24 20:43

altro che web semantico

Premessa: come faccio quasi sempre, parlo di me stesso, visto che sono la persona che io conosco meglio.
Postpremessa: come sa chi mi legge, io nel mio piccolo cerco di produrre un minimo di aggregazione di conoscenza: recensisco i libri che leggo, faccio un po’ di post di argomento matematico, e via discorrendo. Questa conoscenza aggregata la spammo poi un po’ in giro.
Qual è il risultato pratico? Per esempio, se recensisco un libro non c’è solo il post sul blog, ma il tutto lo copio su aNobii,
Goodreads, Zazie, Amazon e Ibs (e ciascun sito ha piccole differenze, oltre a non avere a quanto ne so un’API: il che vuol dire che devo fare tutto a mano, mettendoci molto più tempo di quanto mi ci era voluto a scrivere la recensione stessa: per fortuna è ancora meno tempo di quello che ci metto a leggerlo, il libro). Per fare un altro esempio, starei cercando di raccogliere il secondo gruppo di post scritti sul Post, il che significa rimettersi a leggere quello che ho scritto, eliminare le idiozie peggiori, magari aggiungere qualche spunto dai commenti: non è un caso che stia procrastinando la cosa. Terzo e ultimo esempio: i problemini della domenica che hanno sostituito i giochi della domenica non sono solo sul blog ma anche sul mio sito, il che significa una preparazione relativamente complicata – nonostante abbia un template da copincollare per la struttura del file – e un doppio lavoro di editing.
Bene: tutte le volte che sento parlare di Web semantico, e sono più di quindici anni ormai, io continuo a chiedermi se chi ne parla ha ben chiaro tutto quello che servirebbe per fare un vero Web semantico. Io sono scettico sulla possibilità di un computer non tanto di aggregare dati (quello lo si fa egregiamente anche con metodi statistici, chiedere a Google per informazioni) quanto di estrarre effettivamente le informazioni in maniera utilizzabile da altri computer per ricavare qualcosa di diverso: e questo significa che questo lavoro lo dobbiamo fare ancora noi umani nonostante in tutto ciò di creativo non ci sia nulla. Mi sa tanto che alla fine si continuerà ad avere cose fatte alla bell’e meglio… e gli unici a guadagnarci saranno quelli che proporranno progetti sempre più arditi di Internet Molto Intelligggente.

Ultimo aggiornamento: 2012-01-23 12:41

Problema della domenica: Alla ricerca del tempo guadagnato

Tutte le sere prendo la metropolitana per tornare a casa: scendo al livello dei binari, aspetto il treno, salgo, faccio le mie cinque fermate, scendo e risalgo verso casa. Ieri però il treno mi ha chiuso le porte proprio davanti, e ho dovuto prendere quello successivo, che per fortuna è passato dopo novanta secondi (ah, la nuova segnalazione della Rossa!). Eppure ci ho messo esattamente lo stesso tempo per arrivare a casa. Come è possibile? Ho camminato alla mia solita (lenta) velocità, e non ci sono stati ostacoli come semafori o grumi osmotici di persone.
(un aiutino lo trovate qui; la risposta verrà postata mercoledì, a partire da quel link)

Ultimo aggiornamento: 2016-05-31 12:18

_Giochi matematici_ (libro)

[copertina] Questo libro (Nando Geronimi (ed.), Giochi matematici, Centro Pristem 2009, pag. 134, € 12, ISBN 978-88-96181-02-7) è la raccolta dei problemi apparsi nei vari giochi matematici organizzati dalla Bocconi negli anni 2001 e 2002. Chi conosce i giochi sa che sono rivolti ai ragazzi dagli 11 ai 99 anni, anche se penso gli ultracentenari verrebbero comunque accettati: come si può immaginare, quindi, ci sono vari gradi di difficoltà. I problemi più interessanti, ma anche i piu complicati da risolvere, sono gli ultimi; le prime due parti sono invece alla portata di tutti, naturalmente con carta e penna per fare le prove e trovare il risultato o i risultati corretti… e se non ci si riesce, basta voltare pagina per trovare la soluzione spiegata in modo esauriente. Carine poi le “curiosità”, generalizzazioni dei problemi che permettono di capire come si può sempre provare a fare qualcosa di nuovo.

Ultimo aggiornamento: 2012-01-21 07:00