Archivi annuali: 2011

dovevo immaginarmelo

Quando uscì il decretone sulla semplificazione delle italiche leggi, mi permisi di plaudire almeno in parte a Simplificius Calderoli. Peccato che col passare del tempo ci si accorga che la furia semplificatrice ha lasciato una serie di danni che devono essere riparati in tutta fretta.
L’ultima che è stata trovata, l’abrogazione dell’annessione del Veneto e della provincia di Mantova, è naturalmente una boutade; tanto per dire, che il Veneto sia in Italia lo dice la Costituzione (articolo 131). [e comunque ricorderei ad Alessio Antonini che al più dovremmo ridarlo all’Austria… peccato che Bozen non fosse oggetto di quella legge]. Ma magari di cosette tipo il Tribunale dei Minori ci si poteva accorgere, no?
Insomma abbiamo avuto il classico esempio di cose raffazzonate che generano più danni che altro. Magari Calderoli potrebbe mettersi a lavorare lui sul serio… ammesso che sappia come si fa.

Ultimo aggiornamento: 2011-02-09 10:18

crucchi

La pila del mio Creative Zen era ormai completamente defunta. Faccio un rapido giro sulla rete, e decido che la soluzione migliore sia prenderla via amazon.de. Mi iscrivo (tanto i dati se li scambiano già) e faccio l’ordine. Il giorno dopo mi arriva una mail dal venditore (come sapete, Amazon per i non-libri usa spesso terze parti) che mi dice più o meno “ottime notizie! Il suo ordine che ci è arrivato il 31.01.2011 alle 18:53:12 è stato processato e in breve le arriverà a milano: il numero della ricevuta è XYZ e la spedizione è avvenuta il 01.02.2011 alle 09:43:42. Le saremmo grati se ci inviasse una nota quando ha ricevuto l’ordine; siamo a disposizione per ogni problema, bla bla bla”.
Una cosa che salterà agli occhi di tutti voi è la precisione teutonica. Avrei capito indicare ora e minuti, ma anche i secondi? La seconda cosa invece non potete saperla. Tutta la transazione, dall’apertura della pagina di amazon.de alle mail del venditore, è stata scritta rigorosamente in tedesco. D’accordo, capisco quel minimo di tedesco per poter seguire le transazioni, e oggi come oggi Google Translate aiuterebbe anche; però mi pare comunque sconcertante che – una volta che il sistema automatico ha visto che io non abito in Krante Cermania, o almeno in Südtirol – a nessuno venga in mente di aggiungere un collegamentino “se preferisci usare l’inglese clicca qua”. Ecco, queste cose me le aspetto da un francese, non da un tedesco… (da un italiano mi aspetto il link in inglese con testo tradotto dal cugggino dell’amico, e comprensibile solo da un italianofono; ma questa è un’altra storia)

Ultimo aggiornamento: 2011-02-08 09:56

Potenziamento

Oggi c’è stata la seconda domenica senz’auto (che poi di auto ce n’erano parecchie soprattutto da me in periferia, ma lasciamo perdere). ATM aveva annunciato un potenziamento delle linee metropolitane e di superficie.
Bene: alle 15:15 siamo usciti per andare a prendere il 4 che ci avrebbe portati tutti e quattro al Parco Sempione. Mentre arriviamo all’angolo vediamo passare due tram, uno in su e uno in giù. Vabbè, pensiamo, ce ne sarà ben uno tra poco. Ordunque: il tabellone mobile in direzione opposta segnava la corsa successiva dopo 16 (sedici) minuti; quello in direzione nostra era silente, e solo dopo qualche minuto si è improvvisamente animato e ha sentenziato 11 (undici) minuti di attesa. Facendo un po’ di conti, la resurrezione deve essere giustamente stata quando il tram è partito dal capolinea.
Per curiosità abbiamo guardato la tabella delle frequenze: la domenica alle 15 dovrebbe passare un tram ogni 11 minuti. Chi è che regala un vocabolario, o almeno la lettera P del vocabolario, ad ATM?

Ultimo aggiornamento: 2011-02-06 22:39

gioco della domenica: Ball Balance

Chi mi verrà a dire “basta con le varianti del tetris!” dimostrerà che non ha affatto provato a vedere questo Ball Balance. Certo, ci sono le palline dei vari colori, e quando ne metti tre in fila orizzontale e verticale queste spariscono. Peccato che le palline caschino su uno schema che sta in precario equilibrio su una bilancia: quindi occorre pensarci bene su e capire se convenga cercare di completare il terzetto oppure spostare di corsa la pallina dall’altro lato per riequilibrare il tutto. Ah, le palline hanno anche un peso diverso, e non puoi tenerle all’infinito in attesa mentre la bilancia raggiunge l’equilibrio, sennò il tutto sarebbe troppo facile.
Ah: il programmatore di questo gioco è italiano…
(via Passion for Puzzles)

Ultimo aggiornamento: 2011-02-06 07:00

Cows in the Maze (libro)

[copertina]Terza (e ultima) raccolta degli articoli di Ian Stewart sullo Scientific American (e sulla versione francese Pour la Science – non so voi, ma a me il pensiero che la rubrica di giochi matematici sullo Scientific American fosse divenuta bimestrale e che sono state le versioni nazionali a mantenere alta la bandiera della matematica ricreativa fa un po’ di tristezza), in questo libro (Ian Stewart, Cows in the Maze, Oxford University Press 2010, pag. 306, Lst 8,99, ISBN 978-0-19-956207-7) troviamo quello che ci si può aspettare da un libro del genere: capitoli generalmente scorrelati, tranne il trittico sui viaggi nel tempo che in effetti sono l’espansione di un’unica colonna piuttosto lunga nell’originale, e che toccano più o meno tutti i campi, data la pervasività della matematica che i non matematici credono essere incredibile ma che in effetti per i matematici è una cosa assolutamente normale. Questo significa che ci sono capitoli (quello sulle figure di corda e sulle danze) che per me sono assolutamente inutili e altri (chessò, quello sui quadrati più che magici o sui percorsi dei cavalli su scacchiere rettangolari) il cui approccio è molto più interessante di quello che si trova in giro solitamente. Altra cosa molto bella è la sezione finale di ogni capitolo con la sitografia: perché diciamocelo, oggi come oggi il libro è il punto di partenza, non certo l’arrivo. In definitiva: carino, ma direi non essenziale.

Ultimo aggiornamento: 2011-02-05 07:00

Perché tanta fretta?

Non sono riuscito a capire come mai Berlusconi abbia deciso, poche ore dopo la bocciatura in Bicameralina del decreto attuativo sul federalismo fiscale, di convocare in fretta e furia un consiglio dei ministri per ripresentare le norme sotto forma di decreto legge. Secondo me Napolitano non aspettava altro, e in tempo record ha rimandato al mittente il decreto facendo “rispettosamente” notare che la legge delega del 5 maggio scorso diceva qualcosa di diverso.
Per la precisione, il governo poteva sì fregarsene del parere del parlamento: però «Il Governo, qualora non intenda conformarsi ai pareri parlamentari, ritrasmette i testi alle Camere con le sue osservazioni e con eventuali modificazioni e rende comunicazioni davanti a ciascuna Camera. Decorsi trenta giorni dalla data della nuova trasmissione, i decreti possono comunque essere adottati in via definitiva dal Governo. Il Governo, qualora, anche a seguito dell’espressione dei pareri parlamentari, non intenda conformarsi all’intesa raggiunta in Conferenza unificata, trasmette alle Camere e alla stessa Conferenza unificata una relazione nella quale sono indicate le specifiche motivazioni di difformità dall’intesa.». Detto in altro modo, essendo per il momento l’Italia una democrazia parlamentare in ogni caso non si può far nulla senza rendere almeno nota ufficialmente la cosa. Quale sarebbe stata la differenza? Trenta giorni più il tempo necessario per inserire nel calendario delle Camere le comunicazioni.
Perché insomma BossiBerlusconi ha deciso di fare una mossa così azzardata? Davvero, non lo so. Una possibilità è che non sia affatto convinto che il governo regga per tutto quel tempo, e che quindi fosse meglio lanciarsi in fretta e furia a mettere le cose nero su bianco; ma anche così doveva essere davvero nervoso e preoccupato per non immaginare che Nappy e i suoi costituzionalisti non gliel’avrebbero mai fatta passare. O forse è l’inizio di una nuova campagna di delegittimazione – beh, inizio si fa per dire visto quanto scritto stamattina sul Giornale di famigghia? Voi che ne pensate?

Ultimo aggiornamento: 2011-02-04 14:48

Trovate le eventuali differenze

(il grassetto è mio)
(a): «Ieri il governo ha approvato il federa­lismo municipale. Lo ha fatto con una apparente forzatura, non tenendo con­to del parere negativo della commissio­ne bicamerale. Ma sulle riforme il gover­no non si può fermare. Deve andare avanti, senza farsi imbrigliare dalle pro­cedure parlamentari. In nome e per con­to dei cittadini che chiedono uno stato più agile.»
(b): Quando mancasse il consenso, c’è la forza. Per tutti i provvedimenti anche i più duri che il Governo prenderà, metteremo i cittadini davanti a questo dilemma: o accettarli per alto spirito di patriottismo o subirli.
Poi non venitemi a dire che Vico non aveva ragione.
(Credits: Galatea, ziomau e wikiquote)
P.S.: in molti mi avevano suggerito «Potevo fare di quest’aula sorda e grigia un bivacco per i miei manipoli.»; peccato che la citazione corretta sarebbe allora stata qualcosa tipo «Potevo fare di quest’aula sorda e grigia un residence per le mie amichette», e soprattutto che in parte Lui (l’altro Lui, ovvio) l’abbia già fatto.

Ultimo aggiornamento: 2011-02-04 12:47

Hosni

Occhei, ditemi quanti di voi fino all’inizio di questa settimana avevano mai sentito nominare il Rais egiziano altro che con il suo cognome. Non è mica facile passare al nome proprio: pensate solo ai nostri Pierluigi, Massimo, financo Romano… ma anche negli USA nessuno parlerebbe di Barack, no?
Ah, a questo riguardo vorrei compiere un’operazione enigmistico-divinatoria. Se togliete da BARACK HUSSEIN OBAMA le lettere di HOSNI MUBARAK, quello che rimarrà è «B.: È CASA». Le lettere non sbagliano mai: è proprio vero che Silvio credeva che Ruby fosse la nipote di Mubarak!

Ultimo aggiornamento: 2011-02-04 10:22