Archivi annuali: 2010

Impar condicio

Posso immaginare mille ragioni per cui Silvio Berlusconi appaia in un servizio di Studio Sport, come effettivamente è successo oggi all’ora di pranzo. Non ne riesco a trovare molte per cui ci fosse una sequenza con lui seduto alla scrivania e dietro i simboloni del PdL e della lista pro Renata Polverini.

Ultimo aggiornamento: 2010-03-12 14:29

Raccomandata 1: una mezza fregatura

La scorsa settimana mia mamma mi ha spedito due golfini per i gemelli, visto che non sapeva quando sarebbe tornata a Milano. Andata all’ufficio postale Ha fatto una Raccomandata1, che sarebbe dovuta arrivare in un giorno. Il primo tentativo è andato a vuoto, per l’ottima ragione che aveva sbagliato numero civico: nove euro sprecati, ma in quattro giorni il pacchetto le è ritornato indietro. Nulla da eccepire, insomma.
Sabato scorso ci ha ritentato: lunedi sera arrivo a casa e trovo in buca un foglietto di carta velina (non quello giallo classico) che spiegava comefossero passati a mezzogiorno e non avessero trovato nessuno in casa. Falso, visto che c’erano i miei suoceri; ma probabilmente il postino non ha avuto voglia di scorrere i nomi del citofono elettronico per trovare il nostro. Ad ogni modo c’era un numero di telefono al quale, sempre secondo il foglietto stesso, avrei potuto telefonare nei tre giorni successivi per avere un secondo tentativo di invio. Chiamo nel pomeriggio di martedì: il pacchetto non si trova, e l’impiegato mi suggerisce di chiamare il matino dopo perché è più facile trovare qualcuno che abbia informazioni. Intanto martedì sera trovo l’usuale foglietto giallo, dove c’è scritto che il giorno prima non ci avevano trovato. (Per la cronaca: il foglietto giallo lo mettono sempre il giorno dopo, non è strano). Mercoledì mattina chiamo di nuovo, mi dicono che il pacchetto è li ma me lo devo venire a prendere io, nell’ufficio postale che tra l’altro era comodo per la casa vecchia ma non per la nuova.
Ora capisco che PosteItaliane abbia bisogno di fare i soldi. Però potrebbero almeno evitare di prenderci per i fondelli e lasciare solo il foglietto giallo, no?

Ultimo aggiornamento: 2010-03-12 07:00

Digitalizzazione googliana: è proprio pubblico dominio?

Ieri (vedi CorseraRepubblicaIl Sole-24 Ore è stato siglato un accordo tra il ministro dei Beni Culturali Sandro Bondi e Google, per la digitalizzazione di tutti i libri in pubblico dominio conservati nelle Biblioteche Nazionali di Firenze e Roma: quasi un milione di testi.
Lascio volutamente da parte l’enfasi sui “posti di lavoro” (quanti pensate ne servano?) e vado molto più sul concreto, vale a dire su quanto “libera” sarà la libera disponibilità di tali opere. Frieda, la capa di Wikipedia, c’è andata giù molto pesante: nelle condizioni d’uso di Google per i libri da loro scansionati c’è infatti scritto (a) che non si può fare un uso commerciale di questi file (e quindi ad esempio non potrebbero essere importati su Wikipedia, che anche se non è commerciale di suo permette un riuso commerciale) e (b) che chi se ne prende una copia deve conservare la filigrana di Google (il watermark, se vi piace parlare inglese), in modo da permettere la tracciatura del testo. Tutto questo non è evidentemente quello che si definisce pubblico dominio, dove uno può fare quel che vuole del materiale.
La cosa è però a mio parere un po’ più complicata. Un conto è infatti l’opera che viene scansionata, che è nel pubblico dominio; altro conto è la scansione del testo, che indubbiamente è un’opera derivata e quindi può finire sotto copyright; altro conto ancora è il testo ricavato dalla scansione. A me ad esempio interessa più che altro quest’ultimo; nessuno però sa al momento quale sia la possibilità pratica di ottenerlo legalmente a partire dalla scansione. Nel caso si faccia un OCR indipendente è improbabile che si possa dimostrare che un testo è stato preso da una certa fonte, ma le regole sono regole e bisogna rispettarle. D’altra parte il libero utilizzo è sì utile, ma molto più limitante, e contribuisce a creare un oligopolio di fatto (no, non un monopolio: ma ai fini pratici cambia poco)
Come finirà il tutto? Boh. Vedremo (e speriamo!)
Aggiornamento: (15:00) Il comunicato stampa (in inglese) lo si trova qui; quando metteranno in rete la versione italiana magari posto anche quel link.

Ultimo aggiornamento: 2010-03-11 14:32

illegittima procrastinazione

Io sono tendenzialmente favorevole al principio del legittimo impedimento. Paradossalmente lo ritengo addirittura più logico nel caso di procedimenti penali non direttamente collegati agli atti legislativi di un qualche ministro. Ritengo anche che la norma sia incostituzionale, però: nessuna contraddizione, ma la semplice constatazione che ponendo in essere una disuguaglianza tra cittadini dovrebbe essere votata come legge costituzionale.
Detto questo, non riesco a capire il vantaggio del PresConsMin. Col legittimo impedimento i tempi di prescrizione si congelano, e quindi non si possono fare le solite manfrine di giustifiche dell’ultimo momento. La posizione dell’imputato viene stralciata, e quindi è più facile arrivare a una sentenza per gli altri imputati: se la sentenza è di assoluzione tanto meglio per tutti, ma altrimenti resta una spada di Damocle. L’unico risultato pratico sembra insomma nascondere sotto il tappeto i problemi e spostarli di qualche tempo; anche il salvacondotto Alfano bis che dovrebbe arrivare come legge costituzionale non può fare altro che spostare i tempi, ma non annullerà nulla. L’unica cosa che mi può venire in mente è che il PresConsMin pensi di restare vita natural durante al governo, morire durante una riunione del Consiglio dei Ministri e quindi non aver più da preoccuparsi della giustizia terrena: però non riesco a crederci. Insomma, cosa c’è sotto secondo voi?

Ultimo aggiornamento: 2010-03-11 10:55

Fibonacci e l’induzione

Leggendo quanto ho scritto sull’induzione, Gnugnu mi ha scritto, suggerendomi un teorema che si può dimostrare con l’induzione forte: ogni intero può essere scritto in un unico modo come somma di numeri di Fibonacci distinti e non consecutivi. Per chi non se lo ricordasse, i numeri di Fibonacci sono definiti così: F1 = F2 = 1, e poi Fn+1 = Fn + Fn-1. In questo caso, però, i primi due numeri di Fibonacci non sono 1 e 1 ma 1 e 2, in modo che tutti i numeri siano distinti. Se volete provare a dimostrare il teorema, smettete di leggere ora! Se invece della dimostrazione non ve ne può importare nulla, saltate i due paragrafi seguenti che sono sì semplici, ma anche piuttosto noiosi.
Per dimostrare che una cosa si può fare in un solo modo, in genere si inizia a domostrare che la si può fare, e poi si fa vedere che se la si fa in due modi questi sono in realtà lo stesso. Vediamo allora innanzitutto che ogni numero può essere scritto come somma di numeri di Fibonacci distinti e non consecutivi. I casi 1, 2 e 3 sono banali: la “somma” è il singolo numero stesso. Andiamo avanti, e prendiamo un n qualunque. Sia Fk=f il più grande numero di Fibonacci minore o uguale a n. Se f=n siamo a posto; altrimenti sia d=nf. Sicuramente d<f, visto che tranne nel caso di 1 e 2 ciascun numero di Fibonacci è minore del doppio del precedente; cerchiamo ora il più grande numero di Fibonacci minore o uguale a d. Tale numero non può essere Fk-1, perché altrimenti se n ≥ Fk+Fk-1 allora è maggiore o uguale a Fk+1, contro la nostra ipotesi. Ma d è esprimibile come somma di numeri di Fibonacci distinti e non consecutivi per ipotesi induttiva, quindi siamo a posto per quanto riguarda la prima parte.
E per la seconda? Beh, prendiamo il più piccolo numero n esprimibile in due modi diversi come somma di numeri di Fibonacci distinti e non consecutivi. Il più grande Fk nello sviluppo dei due numeri deve essere per forza diverso: altrimenti anche n-Fk sarebbe esprimibile in due modi diversi, e quindi n non sarebbe il più piccolo. A questo punto ci occorre un lemma che mostri come – per quanto grande possa essere un numero come da ipotesi il cui sviluppo abbia come termine maggiore Fk – sarà sempre strettamente minore di Fk+1. Di nuovo, possiamo usare l’induzione. 1, 2, 3 non danno problemi perché il loro sviluppo contiene un solo numero. Per un k generico, un numero m il cui sviluppo abbia come termine maggiore Fk avrà al più come secondo termine Fk-2; quindi per ipotesi induttiva m – Fk < Fk-1 da cui m < Fk + Fk-1 = Fk+1, come volevasi dimostrare.
Dal lemma otteniamo così che non è nemmeno possibile che i due modi diversi per esprimere n abbiano come maggior numero di Fibonacci nel loro sviluppo due numeri diversi, e quindi la nostra tesi è ottenuta.
Detto tutto questo, e dando il bentornato a chi non ha avuto voglia di infilarsi in quei conti che sembravano essere infiniti, aggiungo che se io dovessi presentare una dimostrazione di questo teorema la farei in maniera completamente diversa e, almeno a mio parere, molto più intuitiva. Però prima di farla mi tocca fare qualche altro post…

Ultimo aggiornamento: 2010-03-11 07:00

Sirietto

Oggi ho preso un 7, il cosiddetto tram “Sirietto” che dall’anno scorso ha iniziato a percorrere le strade milanesi. Nel tram ci sono tre timbratrici: una per i biglietti cartacei e due per quelli magnetici e per le tessere. Peccato che entrambe le timbratrici fossero bloccate e non accettassero biglietti. In effetti era solo indicata l’ora e non la scritta “Milano centro”. D’altra parte leggere sul display che la “fermata attuale” era quella di Corso Semplone angolo via Arona quando mi trovavo in Fulvio Testi mi ha fatto capire molte cose…
Per la cronaca, ho visto altre persone cercare di timbrare il biglietto su entrambe le macchinette, giusto per dire che non ci sono solo portoghesi.
(Dal mio punto di vista la cosa è cambiata poco, avendo timbrato un biglietto giornaliero. Mi dispiace.)

Ultimo aggiornamento: 2010-03-10 15:52

Si vede che sto invecchiando

Una volta, con una lieve nevicata che non si attacca nemmeno per le strade e sapendo che avrei dovuto anche fare dei giri qua e la per Milano, non avrei avuto dubbi e avrei preso la bicicletta.
Stamattina l’ho lasciata a casa e sono andato a prendere i mezzi.

Ultimo aggiornamento: 2010-03-10 14:49

Le più belle fiabe dell’Europa

[copertina] Questo libro (a cura di Rita Marchiori, Le più belle fiabe dell’Europa, Edicart 2003, pag. 52, ISBN 978-88-8328-111-2) fa parte di una collana di fiabe da varie parti del mondo; essendo presumibilmente destinate alla lettura dei bambini insieme ai genitori il volume è di grandi dimensioni, con caratteri grandi e parecchie figure – non delle più riuscite, a mio parere; ma tanto i miei figli sono troppo piccoli, mi limito a leggere loro le storie perché sentano la mia voce. La cosa più interessante di questo volume è che i nove racconti contenuti non fanno parte del corpus standard, e quindi risultano interessanti anche per un adulto. Strana tra l’altro una storia come “Tom Tit Tot”, che non segue affatto la trama usuale delle favole; la protagonista non è bella e brava, non ha voglia di far nulla però ha tanta fortuna e quindi le va bene tutto. Chissà cosa avrebbe detto Propp al riguardo!

Ultimo aggiornamento: 2010-03-10 07:00