Archivi annuali: 2010

CUD previdenziale

Il presidente INPS Antonio Mastropasqua ama mandare circolari agli iscritti. Così giovedì sera mi sono trovato nella buca delle lettere una letterina da lui inviatami perché gli fa piacere informarMi che da “oggi” avrei potuto consultare il Mio Estratto conto contributivo e il mio rendiconto contributivo e previdenziale – ma quello solo dall’1.1.2005 al 31.12.2009.
A dire il vero l’Estratto conto contributivo lo potevo vedere da mo’, però mi incurosiva l’idea del CUD previdenziale. Entro nel sito, vado alla pagina… e scopro che non sono arrivati i dati del 2009. Venerdì pomeriggio riprovo, e anche quei dati sono finalmente presenti.
Mi chiedo se l’INPS abbia confidato che le Poste ci avrebbero messo abbastanza tempo a consegnare la lettera per permettere loro di finire di aggiustare le cose… e ovviamente mi chiedo quanto tempo ci vorrà perché rispondano alle richieste più importanti.

Ultimo aggiornamento: 2010-07-26 07:00

Gioco della domenica: Sleepy Head

L’idea di questo gioco (da Smart Kit) è banale: ci sono sedici vignette di un fumetto che devono essere messe nel loro ordine corretto spostandole con il mouse (ed evitando se possibile il mal di mare a vedere tutto lo schema che si muove.
La cosa è superiore alle mie povere forze, ma sono certo che voi riuscirete a trovare l’ordine giusto!

Ultimo aggiornamento: 2010-07-25 07:00

Il matematico curioso (libro)

[copertina] Beh, della geometria del calcio (metà del sottotitolo) non se ne parla molto, ma l’algoritmo dei tacchi a spillo in effetti c’è. Giovanni Filocamo, fisico prestato alla divulgazione matematica e impegnato nel progetto genovese MateFitness, in questa sua opera seconda (Giovanni Filocamo, Il matematico curioso, Kowalski 2010, pag. 223, € 13, ISBN 978-88-7496-777-3) ha come programma proprio quanto scritto nel titolo: come cioè un matematico curioso può trovare più o meno ovunque tracce della scienza che lui (o lei) ama. Lo stile di scrittura è molto, molto personale: per dare un’idea a chi mi conosce, io in confronto sono assolutamente asettico. I temi trattati sono più o meno noti, e risultano più o meno interessanti forse anche a seconda di quanto Filocamo li senta suoi; i primi capitoli mi sono sembrati più scoppiettanti, mentre poi è forse subentrata un po’ di stanchezza. Il libro è comunque in grado di far venire (spero!) un po’ di curiosità al lettore, soprattutto perché di formule non ce ne sono e quindi non c’è necessità di spaventarsi.

Ultimo aggiornamento: 2010-07-24 07:00

Bookdepository: qualcuno vuole uno sconto?

Book Depository è un sito che vende libri (in inglese), dove il prezzo indicato per i libri è quello realmente fatto (vale a dire non ci sono spese di spedizione aggiuntive). Il prezzo è generalmente in linea con Amazon.co.uk se non leggermente migliore, i tempi di spedizione verso l’Italia sono decenti (meno di una settimana), e mi sono sempre trovato bene.
Ora mi hanno inviato una email con la loro proposta marchettara: per festeggiare il loro sesto compleanno, danno un buono sconto del 10% alle persone di cui segnalo loro l’email e fanno un acquisto entro il 31 agosto (e poi danno lo stesso sconto a me). Non oserei mai inviare email di nessuno senza il loro consenso, ma se qualcuno è interessato alla cosa si faccia vivo :-)

Ultimo aggiornamento: 2010-07-23 10:32

Telecom e Facebook

L’Official Tim Page su Facebook ha 32000 fan. La pagina corrispondente di Vodafone (Italia) ne ha più di mezzo milione, giusto per dire. Nulla di strano, penseranno in molti: figuriamoci se i dinosauri in Telecom sono capaci a capire che esiste FacciaLibro.
Beh, oggi è stata presentata la pagina ufficiale di Telecom Italia. Al momento solo un raccogliotre di tutte le pagine delle varie iniziative di Telecom nel socialcoso da mezzo miliardo di utenti – nonostante tutti i tagli al personale, la mia azienda è ancora capace di avere più gruppi che fanno quasi la stessa cosa e non si conoscono – ma dopo le ferie ci dovrebbe essere anche la sezione relativa al fisso.
Non so se il tutto servirà, ma apprezzo il fatto che per una volta siamo entrati (ancorché in enorme ritardo) e l’abbiamo fatto a piccoli passi.

Ultimo aggiornamento: 2010-07-22 14:17

I miei ventun lettori

Chi legge il mio blog con una certa assiduità sa che io mi rivolgo spesso ai miei ventun lettori, il mio supposto folto pubblico. La scelta di ventuno come numero indicante la mia audience non è affatto casuale, e non dipende dal fatto che in questo modo ci sono 42 occhi che guardano i miei sproloqui, anche se ammetto che questa coincidenza è interessante. Ma visto che sembra che il meme “ventun lettori” stia prendendo piede, è ora che spieghi da dove deriva il tutto.
L’origine è naturalmente don Lisander, o meglio I Promessi Sposi. Tutti voi sapete dei “venticinque lettori” di manzoniana memoria: la frase effettiva, nel capitolo I del libro dopo che i bravi hanno spiegato a don Abbondio che il matrimonio tra Renzo e Lucia non s’aveva da fare, è «Pensino ora i miei venticinque lettori che impressione dovesse fare sull’animo del poveretto, quello che s’è raccontato.» Ora, è chiaro che non posso pretendere di avere più lettori del Manzoni; quindi mi sono dovuto accontentare di meno. Inizialmente parlavo dunque di ventitré lettori, che è anche più carino da vedersi con quell’accento acuto che occhieggia; ma ho poi scoperto che stavo commettendo un plagio. In effetti Giovannino Guareschi conclude le “istruzioni per l’uso” del suo Diario Clandestino con queste parole: «Comunque il libro è qui. Se la vedano i miei ventitré lettori. Se non va bene, vuol dire che la prossima prigionia farò meglio.» È ovvio che Guareschi aveva avuto il mio stesso pensiero, e si era accaparrato il bel numero di ventitré togliendomelo dalle dita. (Per la cronaca, il Club dei Ventitré prende il nome proprio da quella frase!)
A questo punto, già tre anni fa, ho ulteriormente ridotto le mie pretese di audience, e in fin dei conti anche “ventun lettori” suona molto bene e pertanto ne sono affezionato. Però a questo punto rivendico il copyright :-) (no, non chiedo royalties, non preoccupatevi)

Ultimo aggiornamento: 2010-07-21 12:51

Masyu

<img src="http://xmau.com/notiziole/files/masyu.GIF" alt="[schema di Masyu]" hspace="4" align="left" Il sudoku è arrivato in Occidente, secondo la leggenda, perché Wayne Gould si trovava a Tokio e l'unica cosa che riusciva a capire di un giornale giapponese era appunto lo schema di sudoku. Ma anche il sudoku ha dei simboli particolari, vale a dire i numeri; in Giappone sono riusciti a evitare di usare persino quelli, e hanno così creato un gioco di logica totalmente globale: Masyu.
Secondo la voce su en.wiki, Masyu (“cattive influenze”) è un nome arrivato per una cattiva lettura del kanji corrispondente al nome originale, “collana di perle”. Uno schema di Masyu è una scacchiera con alcune caselle con una pedina bianca oppure nera. Come dicono le spiegazioni di Nikoli (la rivista giapponese dedicata a questi giochi), occorre creare un percorso che tocchi tutte le pedine, con le seguenti proprietà:
– il percorso è un ciclo unico e non si autointerseca
– il percorso è sempre da una casella a una adiacente (non angolare)
– il percorso deve passare dritto attraverso le pedine bianche, ma deve curvare immediatamente prima oppure immediatamente dopo (va bene anche sia prima che dopo)
– il percorso deve fare un angolo quando passa attraverso una pedina nera, ma entrambi i lati deve fare almeno due caselle in linea retta da entrambi i lati.
Se volete provare, qui ci sono vari schemi; nel caso non capiste l’Engrish delle spiegazioni, per disegnare una riga che unisca due caselle dovete cliccare sul punto centrale del loro bordo in comune – cosa che prova come il pensiero logico giapponese sia completamente diverso dal mio, tra l’altro :-)

Ultimo aggiornamento: 2010-07-21 07:00

fedeltà trenitalia

Se tutto va bene, nel momento in cui apparirà questo messaggio io sarò sul Frecciarossa per Roma, per partecipare a una riunione. Quando venerdì ho avuto la conferma della trasferta ho compilato accuratamente il mio modulino elettronico per l’ufficio viaggi, e nel campo “osservazioni” ho scritto il numero della mia CartaFreccia (la carta fedeltà di Trenitalia). Due ore dopo mi sono arrivati i biglietti ticketless: del codice non c’era traccia alcuna. A quanto pare il campo “osservazioni” non serve a nulla, e occorre una procedura esoterica perché rimanga traccia perpetua di queste notizie.
Vabbè, mi dico abituato ai biglietti aerei: mi faccio segnare il numero in un secondo tempo. In fin dei conti il treno non l’ho ancora preso. E invece no: da regolamento, “Non sarà in ogni caso possibile recuperare i punti per i quali non è stato comunicato o compilato il codice personale al momento dell’acquisto.”
Poi uno si chiede come mai sto aspettando la (ancorché mi sa finta) concorrenza sui binari italiani…
(p.s.: avete mai provato a compilare un reclamo online nel sito di Trenitalia? È una procedura possibile solo per una persona molto paziente)

Ultimo aggiornamento: 2010-07-20 06:30