Archivi annuali: 2010

Il parlar figurato (libro)

[copertina] Bice Mortara Garavelli da decenni cerca di raccontare agli italiani come funziona la retorica. Stavolta con questo agile libretto (Bice Mortara Garavelli, Il parlar figurato – Manualetto di figure retoriche, Laterza 2010, pag. 178, € 12, ISBN 978-88-420-9213-1) forse ci è riuscita sul serio. Il problema principale quando si trattano questi temi, in effetti, è quello di trovare il modo per passare dall’esempio al nome; se qualcuno (qualcuno a caso…) parla infatti di anadiplosi si può sempre prendere il vocabolario e cercare il lemma corrispondente, ma partire dall’esempio per arrivare al nome è irrealizzabile. In questo caso invece l’indice serve proprio a dare un nome alla figura; nel testo c’è poi la spiegazione anche storica, terminata da una definizione vocabolariesca. Nel caso vi chiediate perché mai serva conoscere le figure retoriche, la risposta è banale: le dichiarazioni di politici e persone altolocate sono fatte apposta per nascondere la realtà per mezzo di esse, e quindi è opportuno accorgersi di quello che ci sta dietro.

Ultimo aggiornamento: 2010-09-02 23:00

primo settembre

A dirla tutta, qui in ufficio ieri è già stata una giornataccia. Però il Vero Inizio dell’anno, come si sa, è il primo settembre, cioè oggi.
Occhei, potrei dire che quest’anno per me c’è un motivo in più, visto che stamattina i giovini iniziano l’inserimento al nido; ma è indubbio che stamattina mi sia trovato molto più traffico di quello di ieri, il che significa che non sono l’unico a considerare il primo settembre come un vero spartiacque.
Ma a questo punto non si potrebbe fare una mozione per rendere lavorativo capodanno e festivo il primo settembre? :-)

Ultimo aggiornamento: 2010-09-01 09:38

paralleli

Non riesco a vedere questo parallelo tra Gheddafi e Berlusconi di cui parlano tutti.
All’estero mica lo trattano così bene, il Silvio!

Ultimo aggiornamento: 2010-08-31 09:17

le circonferenze degli ombrelloni

La notizia è vecchiotta, anche se Sleepers me l’aveva spedita immediatamente; ma le vacanze sono vacanze, e non avevo voglia di mettere su l’armamentario per postare sul blog.
Tanto per cambiare abbiamo il solito pool di ricercatori (stavolta dell’università di Valencia, chissà se la ricerca l’hanno fatta a Ibiza) che ha studiato l’utilità degli ombrelloni per proteggersi non tanto dal sole quanto dai raggi ultravioletti. Si scopre così che gli ombrelloni usati per il test sono bianchi e blu, ma soprattutto «alti un metro e mezzo e con una circonferenza di 80 centimetri». Ottanta centimetri di circonferenza significa circa venticinque centimetri di diametro; non dico che siano ombrellini da aperitivo, ma nemmeno un ombrello tascabile da pioggia è così piccolo. In effetti Sleepers ha anche recuperato l’abstract dell’articolo originale, dove si scopre che gli 80 centimetri sono il raggio dell’ombrellone – e la cosa torna – e anche che l’altezza non è 150 cm ma un metro, il che in compenso dà qualche perplessità sull’altezza del turista vacanziero spagnolo. Resta il fatto che a volte non è nemmeno facile copiare i numeri, mi sa!

Ultimo aggiornamento: 2010-08-31 07:00

Il sistema informatico Auchan

Ieri Anna e io siamo andati all’Auchan di Cinisello Balsamo per fare la spesa. Per amor di precisione c’erano anche i bimbi e le casse Auchan sono strette, quindi io sono uscito e passato dall’altro lato mentre lei metteva la roba sul nastro. Alla fine porgo bancomat e carta fedeltà (la Nectar) e mi sento dire “mi spiace, ma doveva darla prima che io battessi il totale, adesso il conto è bloccato”. Al punto assistenza hanno confermato che non è possibile fare nulla, perché “i punti vengono caricati man mano che si passano i prodotti”; cosa che immagino sia totalmente falsa, a meno che il sistema informatico sia ancora più stupido di quanto uno possa immaginare.
Già non ha un gran senso che il sistema si blocchi nel momento in cui il cassiere pigi il tasto “totale”; nelle casse Esselunga, tanto per fare un esempio, la chiusura della transazione si ha solo dopo che l’utente ha pagato. Fateci caso: voi consegnate contanti e/o plastica, digitate eventualmente il pin, e solo allora lo scontrino appare. Nemmeno ha senso che il cassiere, che si immagina sappia di questa cosa, non chieda fin dall’inizio se uno ha la carta fedeltà; ma su questo sorvolo. Quello che però per me è proprio incredibile è che nessuno abbia pensato a un sistema di backup: lo scontrino ha un numero identificativo, basterebbe inserirlo e caricare i punti sulla carta. Il fatto che nessuno abbia pensato a una cosa simile la dice lunga su come si studino le interfacce oggidì.

Ultimo aggiornamento: 2010-08-30 10:56

gioco della domenica: Music in Motion

Copincollo, senza nemmeno tradurre, dalla descrizione di Music in Motion: «This is not your standard music based game. It is an experimental game to test how music and platformers can mix. You do not have to play to the rhythm, but rather the rhythm plays with you.»
Se ho capito bene, scopo del gioco è far correre l’omino saltando gli ostacoli… che nascono a seconda della musica che viene contemporaneamente suonata. Io sono uscito pazzo dopo trenta secondi, non so voi.
(via Passion for Puzzles)

Ultimo aggiornamento: 2010-08-29 07:00

Legends – volume 2 (libro)

[copertina] A leggere questo libro (AA.VV., Legends – volume 2 [Legends], Sperling&Kupfer 2002 [1998], pag. 435, € 19, ISBN 978-88-200-3389-7, trad. Marina Deppisch e Francesco Di Foggia) ho scoperto una cosa: la fantasy (vera e propria, Harry Potter non c’entra) è una palla. Mettere insieme i racconti di vari grandi del settore mi ha fatto vedere come con tutte le variazioni possibili ci sia sempre la stessa storia dietro, e che quindi io debba prendere questa roba con le molle. Faccio eccezione per Terry Pratchett, il cui racconto apre il libro; ma Pterry notoriamente non scrive fantasy, anche se ne usa i personaggi. Granny Weatherwax e Nanny Ogg, le protagoniste del racconto, sono due streghe; ma la storia è a dire il vero un racconto di psicologia sociale.
Traduzione buona, tranne proprio nel racconto pratchettiano dove mi è rimasta la sensazione che la traduttrice abbia sbagliato registro linguistico; ma forse è perché sono abituato a leggerlo in inglese.

Ultimo aggiornamento: 2010-08-28 07:00

ninna nanna politically correct

Quando ero un bimbo, mia mamma per farmi addormentare mi cantava una ninna nanna che i miei neuroni hanno registrato così:

Stella stellina, la notte si avvicina,
la fiamma traballa, la mucca è nella stalla;
la mucca il vitello, la pecora l’agnello,
la chioccia il pulcino, ognuno ha il suo bambino;
e ognuno fa la nanna insieme alla sua mamma!
(ripete ad libitum)

Ora che tocca a me cercare di fare addormentare i pupi, mi è sovvenuto di non essere la loro mamma; ho riciclato così il tutto.

Stella stellina, la notte si avvicina,
la fiamma traballa, il toro è nella stalla;
il toro il vitello, l’ariete l’agnello,
il gallo il pulcino, ognuno ha il suo piccino;
e ognun la nanna fa insieme al suo papà!
(ripete ad libitum)

Per la cronaca, la sostituzione “bambino → piccino” mi è stata chiesta da Anna che non ritiene corretto parlare di bambini nel caso di animali.

Ultimo aggiornamento: 2010-08-27 07:00