Era un bel po’ di tempo che non mi dedicavo alla lettura di un quotidiano gratuito. Visto che la mia bici è rimasta bloccata per due giorni in ufficio, oggi ho preso Metro per vedere come le cose sono cambiate in questi mesi.
Innanzitutto il giornale è molto più smilzo: nonostante sia venerdì e ci dovrebbero essere le informazioni sul weekend è composto da sole 32 pagine, di cui ben 20 di pubblicità, quasi il più del 60% del totale. Le quattro pagine esterne sono dedicate all’uscita del film “Watchmen”, poi la fanno da padrone al solito i venditori di materiale elettronico; i miniannunci sono sempre un mondo nel mondo, come quello di “Importante multinazionale seleziona cinque persone per ampliamento organico anche alla prima esperienza lavorativa. Ruolo da definirsi in fase di colloquio” che mi fa pensare più che altro al reclutamento di picciotti.
Nel poco testo che rimane si possono notare varie cose. Innanzitutto l’attenzione all’ambiente, con l’articolo dove ci si spiega che in Italia si importano rifiuti differenziati, soprattutto in Lombardia, e l’intervista al commissario UE per l’ambiente. Il cattivo Facebook è presente sia nella sezione “primo piano” con i furti di identità che in un editoriale sempre sullo stesso tema. Ma il meglio viene sempre dato nelle brevi, che qua sono brevi per davvero: ecco un saggio.
– Direttore di un’azienda di Liverpool fermato per due ore perché stava ridendo al volante e quindi era colpevole di guida pericolosa. Ma a quanto pare il codice della strada britannico non prevede una simile infrazione.
– A furia di guardare le nostre trasmissioni TV, in Albania hanno avuto delle idee: il ministro della cultura è stato rimosso dopo essere stato ripreso a chiedere prestazioni sessuali in cambio di lavoro.
– Laura Pausini offre le sue note contro il global warning (no, questo è un articolo a mezza pagina, ma il contenuto pratico è quello)
La sensazione che ho avuto è che anche Metro, che con il fatto di avere edizioni in tutta Europa sembrava essere di respiro un po’ più ampio, si stia riducendo sempre di più ad essere un contenitore di agenzie appena toccate. Tempi brutti anche per i free press.
Ultimo aggiornamento: 2009-03-06 13:34