Archivi annuali: 2009

E se covano i lupi (libro)

[copertina]Seconda favola di Paola Mastrocola, dopo Che animale sei?. In questo libro (Paola Mastrocola, E se covano i lupi, Guanda 2008, pag. 207, € 15, ISBN 9788860884916) Lupo e Anatra sono ormai sposati, e Anatra si mette a covare tre uova… finché Lupo pensa che forse è l’ora di essere meno astratto e si offre per covarle lui, mentre Anatra potrà fare qualcos’altro nelle quattro settimane: le due storie proseguono parallele fino alla schiusa delle uova.
Ho trovato il libro molto bello e tenero, e oltretutto mi ha anche fatto sorridere in parecchi punti, il che fa sempre bene. La Mastrocola è davvero brava, e riesce a tratteggiare situazioni assolutamente reali con una prosa né piatta né melensa. L’unico appunto che mi sento di farle è quello del finale, che mi sembra un po’ un anticlimax: avrei preferito il libro terminasse subito dopo la schiusa delle uova, evitando le ultime pagine che trovo in tono minore. Ma anche con questa pecca minore resta un ottimo libro, che sarà apprezzato sia dai bambini sia da chi bambino non lo è anagraficamente più.

Ultimo aggiornamento: 2009-03-17 07:00

giornalismo

Promuovo questa tumblata a un post vero e proprio, perché l’argomento mi pare meriti più di una singola frasetta.
La domanda iniziale di Gaspar Torriero è «esiste uno scenario in cui si potrebbe fare a meno del giornalismo? Per esempio, se tutti gli atti del tuo comune fossero su internet, se ogni consigliere avesse un suo blog su internet, se le sedute fossero diponibili live su internet, e se ogni cittadino potesse accedervi via internet, sentiresti ancora bisogno del reporter che segue i consigli comunali?»; e la mia risposta è un convinto «sì».
La ragione è molto banale: nessuno di noi ha la possibilità di seguire tutto fino all’ultima parola, e quindi abbiamo un bisogno estremo di qualcuno che sintetizzi le cose bene e di cui ci possiamo fidare. Nello scenario di cui sopra, potrei andare a campionare ogni tantole sorgenti su quanto sta capitando, per stabilire se il giornalista sta facendo un resoconto corretto; ma una volta che ho stabilito che fa bene il suo lavoro, lo seguirei. E pagherei anche per seguire qualcuno, esattamente come oggi pago il giornale. Naturalmente, da buon bauscia importato, io pago e pretendo: e quindi un giornalista del futuro dovrà essere molto meglio di quelli che ci propinano aggratis la maggior parte delle notizie online oggi, con un livello di qualità tale che potrei farlo molto meglio io che da giornalista non ho mai studiato. Ma mi sa che sarà sempre più difficile trovare appunto del giornalismo di qualità; non necessariamente per colpa dei giornalisti, ma semplicemente perché anche loro saranno costretti a fare troppe cose in troppo poco tempo :-(

Ultimo aggiornamento: 2009-03-16 14:52

Elezioni

El Salvador: elezioni vinte dalla sinistra dopo vent’anni di dominio della destra. Fortunelli.

Ultimo aggiornamento: 2009-03-16 14:27

Quanti Codogno!

Dopo che è uscita la nuova pagina casa di FacciaLibro, ho innanzitutto capito ancora una volta che quello è un posto che non fa per me (diciamo che ci tengo un piede giusto perché non si sa mai). Dopo aver ordinato tutti i (troppi) amicici in varie liste, per cercare di diminuire almeno un po’ il rumore – ammesso e non concesso che ci sia qualcosa di diverso dal rumore: nulla di male, intendiamoci, è un modello come un altro – ho provato per curiosità a fare una ricerca con Codogno, e ho scoperto che ci sono decinaia e decinaia di miei cognomini, che naturalmente non mi era mai capitato di incontrare in rete (o nella vita reale, se per questo)
Direi che questa è un’ulteriore prova che la gente che usa Facebook è per lo più completamente diversa da quella cui eravamo abituati prima su Usenet, poi sui blog ma anche più banalmente con la posta elettronica (sul web non so che dire, visto che è una connessione monodirezionale). Basta solo ricordarselo!

Ultimo aggiornamento: 2009-03-16 11:30

Unisione

Nella rubrica odierna di Lessico e Nuvole, Stefano Bartezzaghi parla di una ipotetica operazione da aggiungere alle quattro usuali: l’unisione, che «sarebbe l’operazione per cui due uniso due fa ventidue», o per meglio specificare “due uniso tre fa ventitré”.
Tralasciamo il fatto che l’unisione si fa evidentemente in una base specifica, nel nostro caso in base 10, e veniamo alla sua operazione inversa. Secondo Stefano, l’unisione sarebbe un’operazione autoinversa, tale cioè che ventidue uniso due fa due. Io non sono d’accordo; secondo me ventidue uniso due fa duecentoventidue. Propongo come operazione inversa dell’unisione la stacchisione, tale per cui ventitrè stacchiso tre fa due (e ventitré stacchiso due fa tre…)
Voi che ne pensate, sia riguardo alla nomenclatura che all’operazione in sé?

Ultimo aggiornamento: 2009-03-16 09:21

Ah, la cultura

Ieri pomeriggio, alla Feltrinelli in Duomo. Due tizi dalla corporatura robusta bloccano l’accesso, impetriti davanti alla quantità di libri presenti. Il primo fa all’altro “io mi fermo qui”, e il secondo: “sì, ma chiediamo quanto costa, che all’Esselunga magari ce l’hanno con lo sconto”.

Ultimo aggiornamento: 2009-03-16 07:00

Cosa avrei dovuto fare?

Oggi pomeriggio ho preso la bici per farmi una pedalatina. Mentre passavo per gli pseudogiardinetti in fondo a via Melchiorre Gioia, quelli che poi ti fanno passare sotto i bastioni di Porta Nuova, ho visto che c’era un gruppetto di persone con una donna tenuta ferma che gridava “troia! puttana!” Ci ho pensato su un attimo, ho deciso che non stava gridando aiuto, e sono proseguito. Quando mezz’ora dopo sono passato di nuovo di là, c’era la donna sdraiata su una panchina, così ad occhio in stato di choc, con degli infermieri vicino: inoltre c’erano anche dei poliziotti.
Premesso che non mi sarei mai comunque sognato di fermarmi, quello che mi chiedo è se avrei dovuto avvisare io la polizia quando sono passato, rischiando ovviamente un falso allarme, o se avrei dovuto far finta di niente e vedere – a debita distanza – se la situazione sarebbe peggiorata.
Quello che posso dire è che non è stata una bella cosa.

Ultimo aggiornamento: 2009-03-15 17:21

Gran Torino (film)

[locandina] Secondo me, Anna ha scelto questo film perché ha pensato “magari vede la parola Torino nel titolo e si ringalluzzisce”, anche se sapevo bene che quello è il nome di un’auto e con la mia città originaria c’entra ben poco.
Devo dire però che Gran Torino (qui il sito ufficiale) è un bel film. Ho dei dubbi sull’utilità pratica del pistolotto dove Sue spiega a Walt Kowalski tutte quelle cose sugli Hmong, e non so quanto il gergo usato dalle varie gang nei film sia reale (ma qua bisognerebbe sentire chi vive dalle parti di Detroit e ha visto il film in originale): però l’assunzione di coscienza del vecchio Clint Eastwood, quando si accorge contro la propria volontà che ha più cose in comune con i musi gialli suoi vicini che con i suoi figli e nipoti, è resa proprio bene; anche il finale, pur essendo intuibile, almeno a me ha fatto pensare molto.
Ma la cosa forse più strana di tutta la storia è che non c’è nessun personaggio che sia Wasp. Walt, come si sente dal cognome, è polacco; abbiamo poi gli Hmong orientali, il prete cattolico che è irlandese, il barbiere italiano… L’unico “vero americano” è forse Daisy, il cane di Kowalski. Una sensazione un po’ strana, a dirla tutta.

Ultimo aggiornamento: 2009-03-15 12:22