Archivi annuali: 2009

(Quasi) tutto il mondo è paese

Non so se tra i miei ventun lettori ci sia qualcuno che vive in Sardegna, regione che è stata scelta come cavia per il passaggio forzato al digitale terrestre: leggo in giro che in mezza regione non si riesce più a vedere nulla e che c’è gente piuttosto arrabbiata, e mi piacerebbe saperne qualcosa in più.
Ma mentre noi siamo abituati dai tempi dei Savoia a considerare la Sardegna come un povero avamposto semicivilizzato dove si può fare di tutto compresi i vertici G8, se andate a leggere il NYT scoprirete che non siamo i soli a lamentarci. Anche nei grandi Stati Uniti il passaggio al digitale terrestre è imminente, e il 17 febbraio prossimo deve essere completato. Peccato che secondo John Podesta, pezzo grosso della squadra di transizione preparata da Obama, non stia funzionando nulla e il Congresso USA dovrebbe spostare ben in avanti la data di chiusura delle trasmissioni televisive analogiche. Verrebbe quasi (quasi) da rivalutare Gasparri, insomma.
Eppure, sempre a quanto ne so, in Svizzera il passaggio l’hanno fatto tranquillamente senza tante storie, e non è che la geografia elvetica aiutasse così tanto. Come hanno fatto?

Ultimo aggiornamento: 2009-01-09 12:02

vivere pericolosamente con Windows

Nella più o meno spasmodica attesa che arrivi Windows 7 (qui una delle primissime recensioni della nuova beta) stamattina mi sono accorto che il disco C: del PC di ufficio aveva solo 200 mega liberi. Anche facendo un po’ di pulizia standard ero salito solo a 600 mega, e quindi ho pensato “in fin dei conti è una partizione logica, e il disco D: ha quasi 40 giga liberi; che ci vuole a spostare un po’ il limite della partizione?”
Executive summary: è tutto a posto, e ho 7 giga di spazio in più. Ma la storia non è così semplice.
Innanzitutto, occorre ovviamente avere a disposizione un gestore di partizioni. Casualmente, grazie a una vecchia offerta del beneamato GiveAwayOfTheDay, ne avevo uno installato. Le operazioni logiche da fare non sono difficili: si sposta a destra il limite della partizione D:, si fanno spostare i file, si verifica che sia tutto a posto, si sposta a destra il limite della partizione C:, e siamo a posto. Il tutto “a cuore aperto”, senza nemmeno un backup. In effetti è stato così: un po’ di lavorio di spostamento dati, ma per il resto nulla di male. L’unica cosa che non ho capito è come mai abbia dovuto far ripartire il PC cinque volte, invece che le due che mi sarei aspettato: però in fin dei conti è sempre Windows…

Ultimo aggiornamento: 2014-03-05 11:05

Patinoire ciclistico

Stamattina ho guardato fuori di casa, ho visto che la strada iniziava ad essere asciutta, e mi sono detto “beh, se in una vietta come la mia la situazione è questa, nel resto di Milano sarà favolosa, e la bicicletta la posso usare senza problemi”. Sbagliato.
Il resto delle vie nel percorso casa-ufficio avevano infatti quel sottilissimo strato bagnato tendente al ghiacciato che è una gioia, soprattutto per chi ha le gomme slick anche se non esattamente tubolari. Ma fin qua nulla di male: basta andare un po’ più piano e un po’ più in mezzo alla strada.
Il vero problema c’è stato nel pezzettino dove percorro una delle tantissime piste ciclabili milanesi, cioè quella di Melchiorre Gioia. La strada era relativamente pulita. I marciapiedi erano relativamente puliti, forse anche leggermente meglio della strada. La pista ciclabile, no. Neve ghiacciata, pestata da qualche pedone e da qualche pneumatico. Fortuna che il tratto da fare è piccolo – poi mi sono rimesso sulla strada – ma l’ho dovuto fare praticamente da fermo, col piede in terra. Ma si sa, il sale era finito: probabilmente anche nella zucca di qualcuno che si è dimenticato dell’esistenza delle bici.

Ultimo aggiornamento: 2009-01-09 09:01

O che ci hai da accendere?

Con una captatio benevolentiae degna di ben più elevati interlocutori (cito testualmente: «ti segnalo due articoli interessanti sul problema del taglio dei rifornimenti del gas dalla Russia, per stimolare qualche tua acuta e pungente riflessione:») Silvia mi chiede appunto di scrivere qualcosa al riguardo: non tanto sulla crisi russo-ucraina quanto sul modo ben diverso con cui i vari governi europei si occupano della situazione. I due articoli sono uno del Corsera in cui il presidente dell’Eni afferma che fino a febbraio le nostre scorte sono sufficienti, cosa ribadita stasera anche da Scajola che l’ottimismo berlusconiano lo conosce bene, e questo di SüdTirol On line, come prevedibile in tedesco, che fa una panoramica di cosa sta succedendo nelle varie nazioni occidentali.
Come ho già scritto direttamente a Silvia, per una volta sono relativamente d’accordo con gli ottimisti, anche se so bene che loro sarebbero ottimisti in ogni caso perché è scritto nel loro contratto. Non so esattamente quanto siano le nostre riserve di gas, ma non mi stupirei che si limitassero a tre settimane circa di consumo. Però c’è un punto che non viene considerato: l’Italia ha molto diversificato le proprie fonti di approvigionamento, e la Russia conta per il 30% circa, a differenza di Germania e Polonia che dipendono da Mosca per una percentuale molto più alta. Anche supponendo di non potere chiedere un maggior afflusso di gas dall’Algeria, che è il nostro fornitore principale – di chiederne di più dalla Libia non se ne parla nemmeno in questi giorni, mi sa tanto – le tre settimane con uno 0% di gas importato diventano circa 10 settimane con il 70% di gas ancora in arrivo. Per gli inclini alla matematica, basta prendere la percentuale mancante (3/10), calcolarne l’inverso e moltiplicarlo per la durata di partenza.
L’unica cosa su cui non metterei la mano sul fuoco è che ministro e presidente abbiano effettivamente fatto questi conti, e non stiano invece bluffando per convincerci che non ci sono problemi.
Aggiornamento: (9 gennaio) Secondo la BBC, non sono Germania e Polonia le nazioni più colpite. Poi è chiaro che anche la loro mappa ha relativamente poco senso: anche se la Finlandia prende il 100% del suo fabbisogno di gas dalla Russia, non credo proprio che i suoi gasdotti passino dall’Ucraina!

Ultimo aggiornamento: 2009-01-08 21:22

no LLOOGG, bad LLOOGG

Sono un affezionato utente di lloogg. Non che me ne faccia molto, se non divertirmi a leggere quali sono le stringhe di ricerca con cui i poveri tapini finiscono sul mio blog, ma si sa che mi accontento di poco.
Purtroppo da alcuni giorni a questa parte, salvo un breve intervallo ieri, il sistema è sempre giù. Sono uno stimato esponente della scuola “se non hai pagato, non lamentarti”; ma sono anche uno stimato esponente della scuola “evita i lavori inutili”, quindi mi piacerebbe sapere se devo commentare via il codice che chiama lloogg all’interno del blog (e quindi rallenta l’apertura della pagina per chi non mi legge via feed) o posso aspettare con tranquillità la sua riapertura. Aggiungo che sarebbe stato simpatico in casi come questo inserire uno script di emergenza che non facesse nulla ma almeno chiudesse la connessione, ma vale sempre il punto scritto più sopra.
(vedi anche Cristiano Fino)

Ultimo aggiornamento: 2009-01-08 13:50

Nonostante il crollo dei prezzi del petrolio

Lo so che non ci crederete, ma l’OPEC (da un bell’indirizzo open@promo.org, che in effetti fa la sua bella figura…) il 23 dicembre ha estratto uno dei miei tanti indirizzi di posta elettronica, e mi ha fatto vincere “Ј1,000,000.00 GBP”. Non so cosa sia esattamente la J davanti, ed è vero che la sterlina è quasi in parità con l’euro, ma è sempre bello sapere certe cose, no? Certo che è chiaro che sono un po’ sulle spese, tanto che hanno dovuto subappaltare in Cina (opec-claimsdpt@w.cn) la verifica di tutti i miei dati finanziari e di stato civile (!)
Ad ogni modo, la chicca migliore è il sistema con cui hanno fatto il sorteggio. Lo cito verbatim: « the selection process was carried out through a random selection in our Computerized Email Selection System (C.E.S.S.)». Garantisco che l’acronimo l’hanno scritto loro.

Ultimo aggiornamento: 2009-01-08 07:00

Dopo la neve, la pioggia

Nel pomeriggio la nevicata milanese si è trasformata in pioggia. Nel frattempo donna Letizia era riuscita a fare arrivare il sale, e così stasera mi sono visto in viale Nazario Sauro dei solerti omini dell’Amsa che palavano via la neve, dopo averla fatta sciogliere col sale. Peccato che già quando piove lì si formino dei laghi artificiali; lascio immaginare cosa mi sono trovato mentre tentavo di andare in palestra – che poi era anche chiusa, mannaggia.
Mentre tornavo a casa dall’ufficio ho anche notato come ci fossero molte vie senza illuminazione pubblica: visto che non credo che lì il problema sia la mancanza di sale nelle centrali di trasformazione, posso provare a immaginare che qualcuno abbia pensato a iniziare a risparmiare sull’energia elettrica :-P

Ultimo aggiornamento: 2009-01-07 19:26

Lavori fatti a regola d’arte

Mentre con qualche collega sfidavamo la neve per andare a pranzo, abbiamo visto passare uno spazzaneve in via Giacosa. Peccato che le lame fossero a due centimetri di altezza rispetto all’asfalto, il che significa che si toglie un po’ di neve e si lascia il fondo ghiacciato.
La cosa non è per nulla strana: chiunque sia abituato a stare in posti dove nevica sa che ad andare troppo vicino all’asfalto le lame si rovinano più in fretta e quindi devono essere cambiate più spesso: e visto che nessuno sta a verificare come stai facendo il lavoro, perché mai dover fare delle spese non necessarie?
Tutto questo per consigliarvi di prenderla con filosofia se ATM dice “«Stiamo cercando di capire con chiarezza cosa sta succedendo»” o la Moratti che tiene aperte le scuole e afferma «Le nostre scorte erano sufficienti, ma quattro fenomeni hanno creato criticità: la rapida sequenza delle nevicate, i giorni di festa, la difficoltà del rifornimento dall’esterno e il fatto che Milano abbia donato sale ad altre città, come Torino». È tutto fatto a regola d’arte, come sempre del resto: sapendo che si avvicinano le feste e prevedono nevicate intense, la sindaca ha condiviso il poco che aveva, sperando che il buon Dio ci mandasse l’estate di santa Letizia.

Ultimo aggiornamento: 2009-01-07 14:39