Archivi annuali: 2009

Smemorati

Prima furono individuati, catalogati, schedati. Poi la propaganda di regime cominciò a dipingerli come causa di tutti i mali, esseri spregevoli, cancro da rimuovere. Poi furono privati dei beni, del lavoro, dei diritti civili. Poi usarono il ricavato delle espropriazioni per finanziare un meccanismo burocratico finalizzato ad espellerli una volta per tutte.
Gli ebrei furono trattati così dai nazisti e dai fascisti, molti anni fa.
Mai più!
Mai più? Come vengono trattati oggi — oggi, dico — come vengono trattati i rom, i sinti, gli immigrati? Quanti di noi sono rabbrividiti ascoltando un ministro della repubblica italiana dire che gli immigrati regolari devono pagare un tributo per finanziare l’espulsione degli irregolari? Chi di noi ha avuto paura — per sé stesso, dico, per i propri figli — quando quello stesso ministro chiamava “censimento” la schedatura di migliaia di rom e di sinti?
In quegli anni lontani, quando a partire dal 1933 gli ebrei furono ridotti in miseria e chiusi nei ghetti, i bravi cittadini applaudirono. Poi, il 27 gennaio 1945, fu loro mostrato l’orrore dei campi di sterminio. I bravi cittadini dissero: noi non lo sapevamo, noi siamo innocenti.
Cala il tramonto sull’ennesima giornata della memoria, sull’ennesimo coro di mai più! intonato da bravi cittadini che per il resto dell’anno applaudono chi si accanisce sulla miseria degli ultimi. I bravi cittadini che per tutto l’anno equiparano immigrati e “zingari” a un cancro da estirpare.
E gli ebrei?
Che senso ha commemorare sei milioni di ebrei morti per poi vomitare quotidianamente veleno su quelli vivi? Quanto sono smemorati quelli che versano una lacrimuccia annuale sulla Shoah e dedicano il resto dell’anno a bruciare bandiere israeliane, imbrattare sinagoghe e cimiteri ebraici, accostare il Maghen David alla svastica, negare a Israele il diritto di esistere come stato ebraico?
Anche oggi, come già un anno fa, il presidente Giorgio Napolitano ha ricordato che l’antisionismo è una nuova forma di antisemitismo e che occorre vigilare perché questo virus non faccia presa sulla società italiana. Qualcuno si ricorderà delle sue parole da qui al prossimo 27 gennaio?
Chi avesse ancora dei dubbi sull’identità fra antisionismo e antisemitismo potrà trarre giovamento dalla lettura di questa notizia che ho appreso dal blog di Deborah Lipstadt, la studiosa che ha segnato l’inizio della fine per il negazionista David Irving.
La notizia, in breve, è che uno dei maggiori negazionisti della Shoah ha deciso di cambiare mestiere, consapevole del fatto che il negazionismo ha perso la sua battaglia contro gli storici autentici. E che mestiere ha deciso di intraprendere questo negazionista frustrato dall’insuccesso? Semplice: farà l’antisionista. E, come commenta la Lipstadt, è tristemente facile prevedere che la sua nuova carriera sarà più gratificante.
(il post non è mio ma suo.)

Ultimo aggiornamento: 2009-01-29 09:43

ll Papa e il negazionismo

A quanto pare, la comunità lefebvriana ha chiesto scusa per le affermazioni negazioneste del vescovo Williamson, di cui parecchio si èparlato in questi giorni. Tutto a posto, allora? Per nulla. Provo a separare per quanto possibile l’aspetto religioso da quello politico, anche se la cosa non è mai facile.
Che il papa tolga la scomunica ai vescovi lefebvriani, è una scelta assolutamente interna: chi cattolico non è ha tutti i diritti di dire che è un simbolo di restaurazione – esattamente come gli esponenti cattolici hanno tutti i diritti di protestare contro le leggi da loro ritenute non etiche – ma non ha alcun diritto di pretendere di dettare lui l’agenda – esattamente come, ecc. ecc. Anche nella base cattolica ci sono dei malumori, se è per questo. Che la scomunica sia stata tolta il 24 gennaio, tre giorni prima della Giornata della Memoria, per me è stato solo un caso: alzi la mano che sapeva di Williamson prima della scorsa settimana.
È abbastanza normale, e “politico” se volete, che a questo punto si sia tirato fuori tutta la storia del negazionismo di Williamson. Nota a margine: mi sono sempre chiesto come i negazionisti spieghino la mancanza di vari milioni di ebrei zingari e via discorrendo che c’erano prima della seconda guerra mondiale, non sono andati in guerra, e poi non ci sono più stati. Hanno forse messo barba e baffi finti e sono andati a conquistare il mondo? Fine della nota. Ad ogni modo, c’era un occasione assolutamente naturale per parlare, ed era appunto la Giornata della Memoria. Benedetto XVI non avrebbe nemmeno dovuto limitarsi a parlare degli ebrei; nei campi di concentramento sono stati gassati anche dei preti, sia pure in piccolissimi numeri. Né avrebbe dovuto fare il nome di Williamson, del resto, secondo il classico principio de minimis non cura. In pratica, gli sarebbe bastato fare un discorso tecnicamente pastorale, ma con un chiaro significato sulla posizione della Chiesa Cattolica, che se permettete mi sembra parecchio più importante di quella di un singolo vescovo nemmeno in posizioni di responsabilità. Tutto questo, ribadisco, dalla bocca del papa, e non da una fonte pur autorevole come l’Osservatore Romano: è un problema di comunicazione. Invece, niente. Silenzio nella migliore delle ipotesi, forti spinte ai lefebvriani perché parlassero loro – e ancora una volta, di una piccola comunità ex-scismatica quanto volete che importi? – in quello peggiore. E queste sono posizioni politiche, non religiose.
Aggiornamento: (29 gennaio) Mentre stavo scrivendo il mio pippone, B16 ci stava già pensando. Bene.

Ultimo aggiornamento: 2009-01-28 16:30

Mino Reitano

Non dico che mi sia spuntata una lacrimuccia ad avere letto che è morto. Però un minimo di dispiacere sì, perché era una persona che si sapeva prendere in giro. Ricordo una trasmissione dove spiegava – lui che era un tappo – come avesse una serie di scarpe con rialzi sempre più alti a seconda dell’importanza del posto dove avrebbe cantato; e soprattutto non ricordo di averlo mai sentito fare piazzate e cose simili. Erano altri tempi.

Ultimo aggiornamento: 2009-01-28 08:44

questo super bonus vi terrà filatura

Ci ho perso un po’ di tempo per capire cosa diavolo volesse dire il titolo del messaggio di spam che ho ricevuto, e che pubblicizzava un casinò online.
Poi sono andato a controllare come si dice “filatura” in inglese, ho scoperto che è “spinning”, e tutto è tornato a posto. In pratica, l’amico spammatore aveva scritto “will keep you spinning”, nel senso che “vi continuerà a far girare” (le ruote delle slot machine, immagino), solo che i traduttori automatici hanno ancora qualche problemuccio!

Ultimo aggiornamento: 2009-01-28 08:00

Milano dall’età di Ariberto all’affermazione dei Visconti (libro)

[copertina] In uno dei miei giri alla biblioteca di zona mi sono recuperato questo vecchio libretto (Aldo Devizzi, Milano dall’età di Ariberto all’affermazione dei Visconti, Banca Popolare di Milano 1976, pag. 112, s.i.p., no ISBN), di quando la Banca Popolare di Milano probabilmente non era così grande da poter fare le vere strenne come tutte le altre banche. Il testo racconta della storia di Milano nel periodo che va più o meno dal 1000 al 1300, con il passare da un governo arcivescovile all’inzio delle signorie attraverso la fase del Comune e le lotte col Barbarossa e in genere gli imperatori tedeschi. Rispetto a quanto ricordo a stento dagli anni del liceo, l’impostazione storica mi pare molto più completa, mostrando le varie implicazioni politiche soprattutto nel potere temporale degli arcivescovi e nella lotta tra papa e imperatore, e lo spostamento delle loro scelte dall’acclamazione e/o nomina imperiale alla nomina papale, spostamento parallelo a uno dei tanti movimenti di rinascita ecclesiastica. Molto meno interessante la parte artistica: un po’ perché di manufatti originali ne sono rimasti ben pochi, un po’ perché le foto in bianco e nero sono piuttosto oscure. Utile ma non indispensabile, insomma.

Ultimo aggiornamento: 2009-01-28 07:00

kasmail: email usa-e-getta

Avete mai avuto bisogno di nascondere il vostro indirizzo email? in questi casi, il sistema più semplice è quello di usare un’indirizzo usa-e-getta, che viene creato espressamente per quello scopo. Di siti che offrono un servizio simile ce ne sono molti, ma mi sento di consigliarvi KasMail, non foss’altro che perché lo uso da un paio d’anni e non ho mai avuto problemi di sorta.
Ovviamente per registrarvi a KasMail dovete fornire un indirizzo email funzionante: se siete paranoici ne potete fare uno usa-e-getta da qualche altra parte. A questo punto potete creare tutti gli indirizzi che volete, definendo anche per quanto devono essere validi. Io ho creato i miei con durata indefinita, visto che c’è comunque la possibilità di cancellarlo quando si vuole; ma si può anche avere un indirizzo “a tempo”, da una settimana a sei mesi di tempo. Adesso ho scoperto che c’è persino un bookmarklet per creare l’indirizzo al volo!
(nota: questo post è anche un hint per quelli come Bistecca che mi scrivono indicando un loro indirizzo inesistente e Fang che non vuole esporre al pubblico il proprio indirizzo. La cosa non mi dà fastidio, ma è chiaro che se si aspettano una risposta da me non posso dargliela, no?)

Ultimo aggiornamento: 2009-01-27 17:29

testamento notaiologico

Leggo dal Corsera che il PdL ha portato in Commissione al Senato la sua proposta di legge sul testamento biologico.
Già capisco poco perché debba essere controfirmato da un medico, ma facciamo finta che sia perché così uno può capire cosa è lecito mettere dentro e cosa no. Ma perché mai deve essere depositato presso un notaio? Forse la categoria ha bisogno di lavorare un po’ di più? Com’è che se scrivo un testamento olografo posso stabilire dove vanno i miei soldi quando muoio senza dare prima soldi a nessuno? Sembra quasi inutile aggiungere che il testamento è a termine: dopo tre anni scade, come le medicine, e bisogna farne (e consegnarne) un altro. O magari è come il contratto collettivo di lavoro: quando scade bisogna fare la nuova piattaforma, un tiraemolla col medico, e finalmente chiedere l’intervento del notaio che faccia da mediatore. E non sognatevi di arrivare alla firma prima delle quattro del mattino.
Il tutto infine è assolutamente inutile: citando l’articolo, «è prevista la figura di un fiduciario che però non è vincolato a rispettare le indicazioni contenute nel documento». Diciamo che si direbbe che non si voglia che qualcuno osi stilare un testamento biologico?
(via Leibniz, che con Spinoza non c’entra nulla)

Ultimo aggiornamento: 2009-01-27 14:14

I filtri a Wikipedia

Non so se avete sentito parlare (ad esempio lo potete leggere su La Stampa) della proposta fatta dal fondatore di Wikipedia Jimmy Wales di “mettere un filtro” a Wikipedia: più precisamente, di implementare un sistema di controllo “per cui prima della pubblicazione di una modifica o di una nuova voce servirà il vaglio di uno degli editori”. Visto che un paio di mesi fa ero andato a vedere cosa stava succedendo, posso spiegare le cose un po’ più a fondo. Per la cronaca, l’annuncio ufficiale (in inglese) si trova qui.
Innanzitutto una precisazione: la proposta vale per Wikipedia in lingua inglese. Ciascuna edizione di Wikipedia, ha le sue regole ed è assolutamente indipendente dalle altre edizioni. Quindi l’edizione in lingua italiana potrebbe decidere di non implementare i filtri anche se quella in inglese lo farà, oppure può capitare l’opposto, o ancora le due edizioni potrebbero implementare i filtri in maniera diversa – credo sia questo il significato della frase riportata «Datemi entro sette giorni un’alternativa da votare nelle due settimane successive». Sì, perché la possibilità teorica di filtrare è già presente nel software da quasi un anno, come si può leggere nella pagina relativa, e un’implementazione è stata fatta nella wikipedia in lingua tedesca. Sono così andato a vedere cosa succede là.
[vista per un utente registrato] Quella che vedete qui a sinistra è una sezione (in alto a destra, per la precisione) di quello che ho visto accedendo come utente registrato alla voce Arne Friedrich che era stata appena modificata. Si nota che viene visualizzata l’ultima versione, che è segnalata come draft: c’è un link (“view page”) per vedere l’ultima versione verificata, ed è possibile anche confrontare (“compare”) queste due versioni, per vedere cosa è cambiato. Cliccando sull’ultimo link (“+/-“) si scopre che “L’ultima versione visionata è stata approvata il 17 dic 2008. 1 modifica ha bisogno di una revisione.” Io non sono un editor approvato per la versione tedesca di Wikipedia, quindi non ho avuto la possibilità di segnare la modifica come verificata.
[vista per un utente non registrato] Entrando come utente non registrato, la pagina appare diversa, come vedete a destra. Appare la versione verificata (“Gesichtet”: come è facile immaginare, se uno non è registrato si deve cuccare tutti i messaggi nella lingua dell’enciclopedia, visto che non ha la possibilità di settarseli), e un link che permette di vedere comunque l’ultima versione (“zur aktuellen Version”). Nel caso una voce fosse così nuova da non essere ancora stata verificata, essa appare con l’avviso “Keine Version gesichtet” (nessuna versione controllata). Per la curiosità, la modifica era stata fatta da un utente anonimo, e consisteva nel togliere una frase probabilmente ridondante: si è passati da così a così.
Il mio punto di vista è che un’implementazione di questo tipo, dove comunque si ha sempre a disposizione l’ultima versione al semplice costo di un clic in più, male non faccia: non si nasconde nulla, anche nel caso di un utente non registrato al limite si mette qualcosa sotto il tappeto ma si avvisa che sotto il tappeto c’è appunto qualcosa. L’utente registrato può scegliere se vedere la versione verificata oppure la più recente, quindi per lui massima libertà. Certo che se l’implementazione impedisse ad esempio ai non registrati la possibilità di visionare l’ultima versione, allora le cose cambierebbero, e almeno per quanto mi riguarda si tratterebbe di censura.
Detto questo, i filtri sono davvero utili? Boh. Vedo almeno due problemi. Innanzitutto, ci potrebbe essere la possibilità di un tempo piuttosto lungo prima di arrivare alla verifica di alcune voci, il che porterebbe a una percezione di “Wikipedia non aggiornata”. Personalmente, non lo trovo affatto un problema, ma immagino che per qualcuno lo sia. Più importante è vedere chi possa approvare le modifiche. Si può immaginare che gli utenti ritenuti affidabili saranno parecchi, molti di più di quelli che hanno i diritti di amministratore (per Wikipedia in lingua italiana un centinaio scarso al momento). Ma naturalmente non è detto che tutti costoro siano sempre al di sopra di ogni sospetto, e i complottisti avrebbero quindi sempre frecce al loro arco, fors’anche più di adesso. Nessuna panacea, insomma: però potrebbe essere un interessante esperimento.
(p.s.: ovviamente il fatto che il demiurgo di Wikipedia sia a favore sposterà molti voti dalla parte del filtraggio, ma come si può leggere sopra non c’è affatto un seguito di tipo bulgaro)

Ultimo aggiornamento: 2009-01-27 12:40