Archivio mensile:Settembre 2009

gioco della domenica: This Is The Only Level

Sono certerrimo che i miei affezionati lettori – se sono miei affezionati lettori è chiaro che hanno dei problemi sul loro sistema di valori – apprezzeranno alla follia questo This Is The Only Level della Armor Games.
Il gioco ha un solo livello, con un elefante che non fa onore alla sua proverbiale memoria visto che si è dimenticato tutti gli altri. In compenso, può avere quante vite vuole, il che è utile per superare i vari schemi, che sembrano uguali ma non lo sono (tanto l’elefante è smemorato, no?)
Vi assicuro che già solo vedersi il secondo schema è un’esperienza mistica che vi metterà di ottimo umore… sempre che non vi capiti di arrabbiarvi in maniera pesante.
(via Passion for Puzzles)

Ultimo aggiornamento: 2009-09-06 07:00

Aggiornamento server

Mario mi ha comunicato che il server dove sta questo blog – e in genere il mio sito – è stato aggiornato. Se notate dei problemi, avvisatemi.

Ultimo aggiornamento: 2009-09-05 22:19

Rita Levi Montalcini e lo sfratto EBRI

Sono in tanti a piangere per lo sfratto esecutivo dato dalla Fondazione Santa Lucia all’European Brain Research Institute fondato nel 2001 dal Rita Levi Montalcini. Da quanto si legge, stanno per staccare la luce, dopo aver tolto i telefoni e non aver pagato gli ultimi mesi di stipendio ai cinquanta ricercatori dell’istituto.
Invece che piangere, però, non sarebbe stato meglio accorgersi con congruo anticipo che un istituto di quel tipo ha dei costi non indifferenti e che essere un bravo scienziato non significa affatto essere un bravo amministratore? O si aspettava il solito italico stellone – anche se è più semplice credere nelle fate che in un maggior finanziamento alla Levi Montalcini da parte dell’attuale governo?

Ultimo aggiornamento: 2009-09-04 17:57

Mario Calabresi e le dieci domande

La lettera al direttore pubblicata oggi sulla Stampa pone una domanda a Mario Calabresi: “Perché il giornale da lei diretto non ha messo in prima pagina le dieci domande di Repubblica al premier, come invece hanno fatto altri quotidiani esteri?” La risposta di Calabresi è tecnicamente ineccepibile: «Non le pubblichiamo perché sono le dieci domande di Repubblica e non quelle della Stampa. Sono una loro scelta editoriale, frutto del loro lavoro, ideate con uno stile e un obiettivo che le ha trasformate nella colonna portante di una campagna giornalistica.» Epperò…
È indubbio che il fogliaccio scalfariano usa le dieci domande in senso politico, come si vede in parte dal loro testo e soprattutto dalla loro reiterazione quotidiana; né ci sono dubbi sul fatto che un conto è un quotidiano straniero che le riprende, e un conto è la stessa cosa fatta da un giornale italiano. In quest’ultimo caso infatti la sensazione nel pubblico è quella di una testata minore che va al traino di chi è davvero importante; l’immagine del quotidiano sabaudo andrebbe così a farsi benedire.
Però c’è una frase molto più preoccupante nella risposta di Calabresi: «non appena ne avremo l’opportunità allora rivolgeremo tutte le domande che riteniamo sia giusto fare al presidente del Consiglio.» Io ad esempio vorrei sapere perché Berlusconi ha dato tre risposte diverse – tutte smentite – su come e quando ha conosciuto Benedetto Letizia (di Noemi non me ne importa nulla), e quale è la vera storia, visto che è arrivato appositamente a Casoria per i diciott’anni della figlia; vorrei sapere l’elenco delle persone senza cariche istituzionali ospitate sui voli di Stato – lo so che è stato decretato che la cosa non è illecita, ma visto che comunque quei voli sono pubblici mi sembra il minimo sapere chi come e quando li usa; vorrei sapere come mai ha querelato le giornaliste e opinioniste dell’Unità per avere osato affermare la sua impotenza, ma non ha fatto nulla del genere contro Vittorio Feltri che pure lo scrisse chiaramente su Libero; vorrei sapere come mai non ha mai smentito l’affermazione di Feltri secondo il quale è stato Silvio, e non Paolo Berlusconi, a chiedergli di tornare a dirigere Il Giornale; vorrei sapere perché le cause che intenta sono sempre e solo civili, e mai penali (occhei, questa è una domanda retorica, ma qualcuna ce ne vuole); vorrei sapere se qualcuno ha mai tentato di ricattarlo.
Non sono domande attinenti alla vita sessuale e alla salute del premier, come si può vedere; sono domande che vertono sulla sua figura pubblica, e che a me parrebbero interessanti. Sono sicuro che ce ne sarebbero anche altre; mi chiedo allora se La Stampa (anche il Corriere della Sera, di per sé, ma De Bortoli non ha mica dato una risposta così esplicita) pensa di non avere l’opportunità di fare domande di questo tipo, oppure ritiene non sia giusto farle. Mica per altro: ma comincio a temere che hanno ragione quelli che stanno dicendo che l'”Editto di Tirana” è stato applicato rigorosamente facendo fuori Paolo Mieli e Giulio Anselmi per rimettere alla guida dei due grandi quotidiani tradizionalmente filogovernativi un Ferruccio de Bortoli stranamente molto più silente di un tempo e appunto un Mario Calabresi che sta bene attento a non disturbare il manovratore, limitandosi a riferire le cose manco fosse un’Ansa.

Ultimo aggiornamento: 2009-09-04 12:22

E se anche non gli tirasse?

So bene che nessuno dei miei ventun lettori si è stupito che Berlusconi abbia citato a giudizio L’Unità, perché quelle cattivone di Concita e amichette si sono comportate male «… presentando l’on B. come soggetto che certo non è, ossia come una persona con problemi di erezione», e non abbia fatto lo stesso con Feltri, che scrisse la stessa cosa. È chiaro a tutti che nel secondo caso stiamo parlando di un vecchio sodale che si rivolge affettuosamente al compagno di mille avventure, mentre giornalilste e opinioniste del quotidiano fondato da Gramsci sono evidentemente rancorose e dettate dall’invidia del pene.
C’è però qualcosa che mi disturba più in generale. Mentre capisco che Berlusconi possa sentirsi offeso per la domanda di Repubblica sulle sue condizioni di salute, domanda che neppure troppo velatamente punta a indicare una satiriasi del premier, in questo caso stiamo parlando di una possibilità assolutamente nello stato delle cose: un settantatreenne operato alla prostata non è esattamente un ventenne. Purtroppo però in Italia il machismo dei leader è sempre stato di moda: anche settant’anni fa c’era Qualcuno che era noto per le mille sue avventure sessuali. L’unica differenza era che non c’erano escort che spiattellavano tutto, anche perché i registratori portatili non erano ancora stati inventati…

Ultimo aggiornamento: 2009-09-03 10:14

Parcheggi ridotti

Le strisce blu in viale Monza continuano a prosperare, e in questi giorni stanno effettivamente dipingendole proprio in viale Monza. Finora il parcheggio era ufficiosamente a pettine, anche se tecnicamente sarebbe dovuto essere parallelo alla strada: non ci sarebbe comunque stato nulla di male, visto che almeno in teoria due auto affiancate potevano tranquillamente passare. In pratica no, perché c’è sempre gente in doppia fila che mi fanno smadonnare mentre pedalo e sono costretto a rischiare la vita andando in mezzo alla strada: ma non divaghiamo.
Bene: le strisce sono state dipinte in modo da forzare il parcheggio parallelo, tra l’altro risultando addirittura più strette della sezione con il pavé dedicata al parcheggio: il tutto in una zona che – come del resto la maggior parte di Milano – ha una fame incredibile di parcheggi. I casi sono tre: o Croci & Letizia si sono bevuti il cervello, o questa è una mossa astuta per multare tutti quelli che – ci posso giurare – lasceranno al solito la macchina parcheggiata a pettine, o ancora il tutto serve semplicemente a istituzionalizzare la doppia fila, che però adesso lascerà un po’ più di spazio per le auto che circolano. Misteri milanesi.

Ultimo aggiornamento: 2009-09-02 15:10

anagrammi colorati

Ho perso cinque minuti a fare il test di New Scientist indicato qui. Per la cronaca, ho avuto le parole rosse e ne ho indovinate 12 su 15 in quattro minuti, come sentenziato qua.
Il problema è che con un risultato così scarso ho comunque preso A – ma gli anglofoni sono così scarsi? – e che il test è fatto da cani: le tre parole non indovinate le avevo semplicemente saltate, ma non mi hanno lasciato gli ultimi sessanta secondi per fare un secondo tentativo. Lasciamo poi perdere il fatto che sul mio monitor 1600×1200 le parole non si vedevano quasi… A parte questo, avrà davvero senso una differenza “coloristica” come quella che gli amici di New Scientist stanno cercando di scoprire? Ho dei forti dubbi al riguardo: non tanto per la cromoterapia, quanto per il fatto ben noto che la parte del cervello che processa le parole è diversa da quella che si accorge dei colori, e non sono così certo che ci possa essere un fattore inibitorio.

Ultimo aggiornamento: 2009-09-01 13:25

Bofhfo

A me di Dino Boffo non può interessare di meno; soprattutto importuntubo se preferisce andare a letto con le donne o con gli uomini, fintantoché sono consenzienti e maggiorenni. (Nota per i vaticanisti dell’ultima ora: per la chiesa cattolica il peccato non è l’omosessualità ma gli atti omosessuali; e comunque se uno pecca perché è debole ma si pente viene sempre perdonato, “settanta volte sette”. Molto, molto più grave è colui che dà scandalo, e non mi pare che questo sia il caso del direttore dell’Avvenire.)
Le cose che mi fanno paura sono altre due. La prima è la famigerata nota informativa spacciata da Il Giornale come la “pistola fumante”. Nessun problema se è un falso – fatto piuttosto bene, in effetti, con quel lessico burosgrammaticato che fa immediatamente venire in mente le nostre forze dell’ordine. Ma se è vero, ciò significa che rischiamo di essere tutti segretamente schedati, proprio come in uno stato di polizia. La seconda cosa è che nel “sondaggio” di Skytg24, “state con il Giornale o con i vescovi?”, i feltristi sono circa il doppio degli altri. Facendo pure la tara degli anticlericali puri e duri – che non sono poi così tanti, esattamente come sono pochi gli integralisti cattolici – resta un risultato su cui mi sa che pesi parecchio l’omofobia. Detto in altro modo, se Boffo fosse stato condannato per evasione fiscale i risultati forse sarebbero stati diversi. Di nuovo, stiamo parlando di qualcuno che se è omosessuale comunque non lo sbandiera, quindi non c’è nemmeno la scusa del “guarda che pessimo esempio che dà”. Il tutto mi preoccupa davvero.
(di Feltri è inutile parlare. D’altra parte Silvio se l’è riportato ben per qualcosa, al Giornale di famiglia!)

Ultimo aggiornamento: 2009-09-01 09:18