Archivi annuali: 2008

Un mondo di cospiratori (libro)

[copertina] Adelphi sembra aver deciso di centellinare Richler per i lettori italiani: questo libretto (Mordecai Richler, Un mondo di cospiratori, Adelphi – Piccola Biblioteca 553 , pag. 199, € 11, ISBN 978-88-459-2151-3, trad. Matteo Codignola e Franco Salvatorelli) è solo una scelta di brani dall’originale Broadsizes, e non credo sia stata fatta col criterio dell’antologia.
Richler sarebbe stato un blogger perfetto: anzi no, perché giustamente avrebbe preferito scrivere per chi l’avrebbe pagato. Però il suo stile è davvero piacevole e leggero – la traduzione lo mantiene bene – sia che faccia un racconto della scuola ebraica da lui frequentata da bambino, sia che racconti della sua intervista a un’esperta di cospirazioni o della settimana passata al Terzo Festival Acquariano Gnostico Annuale di Astrologia, Potenza mentale, Scienze occulte & Stregoneria nella New Age, o ancora nelle voci di diario che terminano il libro. I ritratti che fa delle persone incontrate sono vivaci e almeno a me hanno dato quella strana impressione che si ha quando si è convinti che l’interlocutore sta parlando di cose che tu hai appena sentito al telegiornale.
Non è un capolavoro, d’accordo: ma a mio parere vale comunque la pena leggerlo.

Ultimo aggiornamento: 2008-08-16 08:32

si chiude davvero

Dopo la breve pausa di controllo, adesso chiudo davvero fino al 30. Ho persino settato il vacation di Google (solo con i contatti che erano finiti nella lista uffficiale… se uno mi scrive e non gli arriva il messaggio può lamentarsi con me a settembre).
Ci sono tre recensioni di libri – letti in questi giorni – che appariranno automagicamente sul blog: se volete commentare fate pure, ma se non siete Commentatori Ufficiali sappiate che nessuno vedrà quello che avete detto fino al 31 prossimo venturo.

Ultimo aggiornamento: 2008-08-12 20:53

Zibalduccio

Sto diventando pigro, inutile: quindi raccolgo in un unico post tutte le spigolature dei giorni passati a Usseglio dalla mia mamma.
Il terrore corre sul naso
Sabato mattina, prima di partire, ho portato su dalla cantina la valigia grande, che useremo poi per andare al mare. L’idea era di lasciarla qualche giorno a prendere aria e togliere l’odore. Quando siamo stati pronti per partire, Anna è andata alla caccia delle gatte per salutarle. Erano su in studio, assolutamente terrorizzate, tanto che nemmeno dopo che le abbiamo portate a forza giù si sono messe a mangiare la pappa – quella buona – che avevamo loro lasciato. Siamo rimasti un po’ stupiti, perché in fin dei conti sono abituate a vedere le nostre valigie in giro e certe scene ce le fanno solo quando vedono i trasportini. Poi Anna ha avuto l’illuminazione. Il problema non era quello che vedevano, ma quello che odoravano. La valigia aveva lo stesso odore che loro associano ai trasportini e quindi alle visite dalla veterinaria, e loro si sono preoccupate del futuro prossimo. Ci rimane il dubbio di cosa faranno martedì, quando le porteremo davvero via. Si saranno abituate all’odore e non si preoccuperanno dei trasportini, oppure le troveremo completamente sbarellate?
Uno dei primati torinesi
Chi è di Torino sa bene come la mia città natia abbia un rapporto peculiare con la morte: le pubblicità delle imprese di pompe funebri sono una visione abituale. Un altro lato di questa tanatofilia è mostrato dalla sezione necrologi della Stampa, dove anche l’Anziano Fiat può avere le sue quindici parole di celebrità. Come possiamo allora stupirci della sorte toccata ad Andrea Pininfarina? Oggi la Busiarda aveva sei pagine (abbondanti) di necrologio per la buonanima dell’industriale.
Tra l’altro, ho poi scoperto che la notizia è il secondo titolo del TG regionale piemontese, che ci ha anche comunicato che ci sono stati 788 annunci per riempire le sei pagine. Come vedete, non sono l’unico che non ha molto da dire intorno a ferragosto…
Rievocazioni in differita
Sabato pomeriggio, mentre ero passato a salutare i Fantozzi, Aldo stava guardando la tv che riproponeva la prova olimpica di ciclismo della mattinata. Nulla di strano, se non che il commento, per quel poco che ho orecchiato, sembrava essere fatto in diretta, sapendo cioè come era finita la gara. D’accordo, lo sapevo anch’io, quindi eravamo alla pari. Però sono comunque rimasto piuttosto perplesso. In pratica, un evento capitato sei ore prima era già stato giudicato degno di una rievocazione, o se preferite l’istante dell’instant reply che si usa nelle trasmissioni sportive era stato allungato fino a sei ore. In entrambi i casi, una sensazione un po’ estraniante.
Le lingue, oggi
Il bar-edicola-alimentar-bazar di Usseglio mette in mostra, oltre a quotidiani riviste libri, anche qualche dizionarietto tascabile. Oltre a francese, ma lì si gioca in casa, e tedesco, dovuto certo a un wishful thinking, la terza lingua presente è … il romeno. Mi sa che la cosa abbia il suo bel perché.
Il diritto pennacchiano
È quello di lasciare a metà un libro, come probabilmente sapete. Erano anni che non lo esercitavo più, ma a pagina 80 dell’Ottava Vibrazione di Carlo Lucarelli ho detto basta. Lucarelli parla sicuramente bene quando fa Blu Notte; sono anche sicuro che abbia studiato più che bene quanto è capitato a fine ‘800 giù in Etiopia. Però non ce la faccio proprio. Sarà la troppa frammentarietà della storia, sarà lo stile di scrittura che si è scelto – se in una frase passa dal passato remoto al presente, io non penso che sia un modo per rappresentare il parlato: rabrividisco. Fatto sta che lo sento troppo lontano da me per perderci del tempo su, soprattutto considerando che non è esattamente che mi manchi la roba da leggere.
L’uomo e la sua auto
Domenica siamo saliti al Pian Benot e da lì ci siamo inerpicati un po’ su, sul percorso della pista da sci. Lasciamo stare che non ho assolutamente il fisico e sbuffavo come un mantice sfiatato. Molto più interessante era vedere la fauna umana convenuta a Pian Benot, in occasione della festa patronale: X agosto, san Lorenzo. Non solo c’era una fila di auto parcheggiate con la gente che si spostava su e giù per la strada ma non si allontanava da essa per più di cinquanta metri, ma abbiamo visto svariate famiglie che avevano tirato fuori tavolino e sedie da picnic e se ne stavano beati a mangiare… attaccati alle proprie auto. Il massimo sono state due coppie di amici che hanno parcheggiato a pettine le loro due auto, lasciando in mezzo due metri scarsi; l’esatto spazio per potercisi infilare con i loro ammenicoli. Il motivo non mi sembrava tanto la paura che rubassero loro il veicolo né un bisogno di qualcosa tipo l’autoradio a tutto volume, quanto la difficoltà a separarsi dalla loro propaggine a quattro ruote, quasi fosse un membro della famiglia. Contenti loro.
Ossimori
Titoletto in prima pagina di Repubblica di lunedì: “Tutte vogliono vestire i panni di Moana Pozzi”. Quali?

Ultimo aggiornamento: 2008-08-12 15:44

Tablefy

Tra i tanti siti 2.0 o quel che l’è che sono spuntati in questi mesi, mi pare di non aver sentito parlare molto di Tablefy. Probabilmente frequento le compagnie sbagliate.
Ad ogni buon conto, Tablefy ti permette di costruire delle tabelle di comparazione online tra quello che ti pare. Fin qua nulla di così trascendentale, sono il primo ad ammetterlo. Però c’è il vantaggio di potere costruire la tabella, se si vuole, in maniera aperta ai contributi di tutti; e si possono prendere pezzi di tabelle in giro per il sito per costruirsi la propria. Ho fatto un veloce esperimento qui, tanto per avere un’idea, e la creazione di una tabella è stata abbastanza semplice, anche per includere immagini all’interno delle tabelle. Ci sono un po’ di problemi con il mio proxy (le pagine si direbbero cachate, e quindi mi ritrovavo connesso anche dopo avere fatto logout) e secondo me manca la possibilità di fare tabelle accessibili a un gruppo specifico di persone, ma il sito può risultare già utile a chi volesse abbellire il proprio blog con qualche confronto “colorato”!

Ultimo aggiornamento: 2008-08-12 08:14

Logaritmi cantati

Al giorno d’oggi i logaritmi sono uno di quegli enti matematici che sembrano nati apposta per spaventare gli studenti, che si chiedono a che diavolo servano quei numeri astrusi. Dire che doverbbero essere ancora felici che una qualunque calcolatrice tascabile da dieci euro ti permette di trovare il logaritmo di un numero schiacciando un tasto, senza dover compulsare le tavole logaritmiche (io ne avevo una: non era così difficile usarla, ma assicuro che era una palla). In effetti i logaritmi, come i regoli calcolatori, erano importanti quando non si avevano a disposizione calcolatrici e computer, ed era necessario fare dei conti complicati: se ci si accontentava di un risultato approssimato lo si poteva ottenere piuttosto facilmente, al costo di leggere un po’ di numeri sulle tavole.
Prima o poi dovrò scrivere qualcosa sui logaritmi: per il momento, se proprio non ne sapete nulla, tenete conto che le formule di base sono queste:
log(a*b) = log(a)+log(b)
log(ab) = b*log(a)
In pratica il logaritmo “abbassa di complessità” le operazioni, trasformando il prodotto in una somma e l’elevazione a potenza in un prodotto. Per calcolare ad esempio 3259*3425, posso insomma prendere i logaritmi dei due numeri, sommarli, e cercare l’antilogaritmo della somma per ottenere (un’approssimazione del) risultato.
[intervalli musicali e rapporti relativi] Storicamente i logaritmi servivano per rendere un po’ più semplici i contazzi enormi che soprattutto gli astronomi dovevano fare per calcolare le orbite degli astri. Però potrebbero essere usati anche per fare conti a mente… se non fosse per il fatto che imparare a mente i logaritmi dei principali numeri può essere piuttosto lungo, e se uno deve avere dietro le tavole dei logaritmi non gli passa più. C’è però un trucchetto che ci facilita la vita, usando… la musica! Sappiamo tutti infatti che 210 (1024) è più o meno uguale a 103 (1000), il che significa che 21/12 è più o meno uguale a 101/40. Ma 21/12 è esattamente il rapporto di frequenza tra due semitoni nel temperamento moderno! Questo significa che per trovare il logaritmo in base dieci di un numero x, basta vedere x come un rapporto, oppure il prodotto di vari rapporti; calcolare a quanti semitoni corrispondono tali rapporti; se ce n’è più di uno, sommarli; e dividere infine il risultato per 40. Viceversa, per l’antilogaritmo in base 10 di y (10y) si moltiplica y per 40, si guarda a quanti semitoni corrisponde, e da lì si ottiene il rapporto voluto. Per quanto possibile, conviene usare i rapporti che “suonano meglio” nel vero senso della parola: ottava (rapporto 2, pari a 12 semitoni), quinta (3/2, pari a 7 semitoni) e quarta (4/3, 5 semitoni).
Un esempio vale sicuramente più di mille parole: iniziamo a vedere come calcolare il logaritmo di 3. Scriviamo 3 come 2*(3/2), quindi 12+7=19 semitoni; dividendo per 40 (prima per 10 e poi due volte per 2) otteniamo 0,475 contro il valore corretto 0,47712 circa. Se volessimo calcolare il numero di risultati possibile al totocalcio, cioè 313, avremo 13*19 semitoni, cioè 247 semitoni totali. (Qui c’è un altro trucchettino matematico: 13*19 = (16*16)-(3*3), e chi ama fare conti a mente sa a memoria che 16 al quadrato è 256). Di questi semitoni, i primi 240 = 40*6 danno un milione, che è da moltiplicare per il rapporto corrispondente a 7 semitoni, cioè una quinta, cioè 3/2. Il valore approssimato è pertanto un milione e mezzo, contro il valore esatto di 1594323. Un 6% circa di errore, risultato non disprezzabile.
L’unico intero da 1 a 10 difficile da approssimare con gli intervalli musicali è 7, per cui si può prendere circa 34 semitoni, come si può vedere dalla tabella riportata nel sito da cui ho scopiazzat… ehm, mi sono ispirato: una lezione (PDF) di Sanjoy Mahajan per il suo corso al MIT denominato Street-fighting mathematics. La cosa non dovrebbe stupire chi ha studiato musica: in effetti i primi armonici del Do1, cioè i multipli interi della frequenza di base, sono Do2, Sol2, Do3, Mi3, Sol3, una nota stonata (il settimo armonico), Do4, Re4, Mi4. Torna tutto, insomma!
Occhei, probabilmente l’uso pratico di queste tabelline di conversione è un po’ improbabile, però sono carine, no?

Ultimo aggiornamento: 2008-08-11 18:46

Dice Matteo (libro)

[copertina] Dopo avere riscritto per i tipi di Salani l’Antico Testamento, portandolo più vicino alle nostre conoscenze, Silvia Giacomoni ha preso in mano il Nuovo Testamento, iniziando ovviamente da Matteo: il primo dei vangeli per la tradizione cristiana, che considera come suo autore il cambiavalute Levi che fu uno dei primi discepoli del Cristo. Il risultato è questo libretto (Silvia Giacomoni, Dice Matteo, Longanesi – Il Cammeo 2007, pag. 154, € 13, ISBN 9788830424395). Il punto di vista adottato è senza dubbio filologicamente corretto. Matteo scrive infatti per una comunità di ebrei-cristiani, subito dopo la distruzione del Tempio; è quindi necessario spiegare il contesto di tutta una serie di citazioni specifiche di passi della Bibbia, oltre a quelle implicite (secondo la Giacomoni, il citare quasi solo i farisei dipende dal fatto che dopo la Diaspora l’ebraismo si sarebbe trasformato, divenendo “rabbinico” e legato appunto al seguire minuziosamente le prescrizioni legali del Pentateuco). Anche la scelta di alcuni passi dell’Antico Testamento per fare rileggere il vangelo in maniera più vicina a quanto avrebbe potuto fare un ebreo della fine del primo secolo d.C. è positiva. Però credo che la Giacomoni avrebbe potuto osare molto di più nella modernizzazione del testo, che in molti punti è praticamente identico a quanto si trova nelle edizioni “ufficiali”, o approvate che dir si voglia. In fin dei conti, se il compito di questo libro è di avvicinare la gente al testo, qualche spiegazione “tecnica” in più non avrebbe fatto male; in caso contrario, una buona Bibbia basta tranquillamente.

Ultimo aggiornamento: 2008-08-11 08:33

Ariel, la diva

[una gatta o una diva?]
Vorrei farvi notare (si vede meglio se partite da qua) la triste e dura vita della nostra Ariel. Nella prima foto, non riesce a trattenere uno sbadiglio, chiaro segno di mancanza di stimoli: nelle altre due foto si arrende alle difficoltà.
Garantisco che per scattare queste foto non è stato torturato nessun gattino.

Ultimo aggiornamento: 2008-08-10 08:35

_Giocare con Pitagora_ (libro)

[copertina] (se vuoi una mia recensione più seria di questo libro, va’ su Galileo!)
Chi mi conosce sa che io amo i libri di giochini matematici, e che tendo a comprarnli tutti non appena escono, anche se temo sempre di ritrovarmi cose già viste qua e là. In questo caso, però, (Bernardo Recamán, Giocare con Pitagora, Bruno Mondadori 2008, pag. 171, € 10, ISBN 9788861590663, trad. B. Ximena Rodriguez) mi è andata bene. Il fatto che Recamán sia sudamericano probabilmente aiuta, visto che il suo modo di vedere le cose non è quello fondamentalmente statunitense a cui siamo tutti abituati. Personalmente ho trovato la prima parte del libro, quella dei problemi aritmetici, la meno interessante: fare conti non è mai stato il mio forte, in effetti. Molto meglio le sezioni successive, e soprattutto molto interessante l’idea di avere il ‘baule degli indizi”, una serie di aiutini per la maggior parte dei problemi. Io sono infatti della scuola “meglio risolvere un problema con un aiutino che non risolverlo per nulla”! Parecchi problemi hanno anche delle estensioni – senza risposta, sono puramente per chi ha voglia di andare avanti e fare vera matematica. Di nuovo, io sono della scuola “matematica è modellizzazione ed estensione; non importa se si parte da un giochino”.
La traduzione dallo spagnolo è buona, ma Bruno Mondadori, oltre a smetterla di scrivere “Pitagora” nei titoli di tutti i libri di giochi matematici da lui editi, avrebbe dovuto verificare meglio le bozze. Ci sono parecchi errori, dovuti chiaramente a disattenzione nel rivedere le figure e i testi (a parte il primo problema, per cui la soluzione è proprio sbagliata :-) ).

Ultimo aggiornamento: 2019-01-25 12:03