Dopo avere riscritto per i tipi di Salani l’Antico Testamento, portandolo più vicino alle nostre conoscenze, Silvia Giacomoni ha preso in mano il Nuovo Testamento, iniziando ovviamente da Matteo: il primo dei vangeli per la tradizione cristiana, che considera come suo autore il cambiavalute Levi che fu uno dei primi discepoli del Cristo. Il risultato è questo libretto (Silvia Giacomoni, Dice Matteo, Longanesi – Il Cammeo 2007, pag. 154, € 13, ISBN 9788830424395). Il punto di vista adottato è senza dubbio filologicamente corretto. Matteo scrive infatti per una comunità di ebrei-cristiani, subito dopo la distruzione del Tempio; è quindi necessario spiegare il contesto di tutta una serie di citazioni specifiche di passi della Bibbia, oltre a quelle implicite (secondo la Giacomoni, il citare quasi solo i farisei dipende dal fatto che dopo la Diaspora l’ebraismo si sarebbe trasformato, divenendo “rabbinico” e legato appunto al seguire minuziosamente le prescrizioni legali del Pentateuco). Anche la scelta di alcuni passi dell’Antico Testamento per fare rileggere il vangelo in maniera più vicina a quanto avrebbe potuto fare un ebreo della fine del primo secolo d.C. è positiva. Però credo che la Giacomoni avrebbe potuto osare molto di più nella modernizzazione del testo, che in molti punti è praticamente identico a quanto si trova nelle edizioni “ufficiali”, o approvate che dir si voglia. In fin dei conti, se il compito di questo libro è di avvicinare la gente al testo, qualche spiegazione “tecnica” in più non avrebbe fatto male; in caso contrario, una buona Bibbia basta tranquillamente.
Ultimo aggiornamento: 2008-08-11 08:33