Archivi annuali: 2007

Tombola!

È dura trovare qualcosa di nuovo sull’argomento “Natale è in arrivo”. I topos classici, dall’anticipo dell’accensione delle luci natalizie alle tredicesime che serviranno a ripianare i debiti, sono ormai stucchevoli. Al Corsera hanno così deciso che il dado era tratto :-) e hanno pensato di rivolgersi alla Scienza, nella fattispecie “al CNR”. È uscito così questo articolo, intitolato pomposamente Gli scienziati studiano la tombola: per vincere bisogna avere 6 cartelle. Sullo studio, non avendolo letto, non posso dire nulla: ma – a parte che mi fido di Ennio Peres che è un suo coautore – quello che sono riuscito ad estrarre faticosamente dall’articolo mi torna. Il guaio è che io ho abbastanza conoscenze matematiche per immaginare cosa c’era scritto in originale, ma questo è il mio campo! Come fa una persona che ha fatto altri studi a capirci qualcosa? Passiamo dunque alla prosa corseristica di Lorenzo Salvia, che è un preclaro esempio di come venga trattata la matematica da noi.
Occhei, probabilmente non si può imputare a lui il titolo. Ma vi sarete chiesti anche voi perché bisogna avere sei cartelle, e non di più. No, non c’è chissà quale teoria sul valore aspettato che cala al crescere del numero di cartelle acquistate. Non arriviamo così in là. Molto più banalmente, il titolo è stato tagliato perché troppo lungo: quello corretto sarebbe stato “per vincere bisogna avere sei cartelle con numeri tutti diversi”, esattamente come chi tiene il tabellone ha sei cartelle con numeri tutti diversi. Detto in altro modo, a parità di numero di cartelle conviene non avere doppioni tra i numeri presenti. Questo è un consiglio sicuramente vero, e se mi verrà voglia – o se qualcuno me la farà venire :-) – magari ne parlerò nella mia matematica light, potrebbe anche servire come giochino per farvi guadagnare due euro. Credo che sia anche vero che le cartelle della tombola siano stampate a gruppi di sei che contengono tutti i numeri senza ripetizioni: ma questo non significa che prendendone «sei in fila» succeda così. La dimostrazione è banale: se quelle numerate da 1 a 6 contengono tutti i numeri, e noi prendiamo quelle da 2 a 7, se anch’esse contenessero tutti i numeri ciò significherebbe che la cartella 1 e la 7 hanno esattamente gli stessi numeri. QED. Ma tanto il nostro ci consiglia di prendere le cartelle «dalla 24 alla 32», cioè nove cartelle :-)
Ma il peggio è come viene descritto l’articolo. Il ricercatore «mette su un modello matematico semplificato: una tombola con soli quattro numeri perché altrimenti il calcolo sarebbe troppo complicato. Poi, con meccanismi che le nostre povere menti non sono in grado di comprendere, estende il modello a una tombola da 90» (grassetto mio). Probabilmente lo studio fa un esempio con quattro numeri, semplicemente perché così si possono contare esplicitamente le combinazioni vincenti e perdenti, e poi passa alla dimostrazione generale fatta in maniera completamente diversa (e non “estendendo”, ma questo sarebbe il meno). Sono ragionevolmente convinto che la dimostrazione generale sia noiosa ma assolutamente comprensibile anche per chi non ha fatto matematica ma è una persona mediamente intelligente: però dire una cosa del genere è assolutamente blasfemo, e fa molto più figo dire che “le nostre povere menti non sono in grado di comprenderla”. Poi ci stupiamo che nei PISA, i test per valutare le capacità degli studenti, siamo sempre in fondo alle classifiche mondiali: da noi dare dell’ignorante scientifico è considerato un valore :-(

Ultimo aggiornamento: 2007-12-04 10:27

Milan-Celtic

Non è bello svegliarsi al mattino, uscire di casa, girare l’angolo e vedere due figuri in maglietta bianca e verde e kilt.

Ultimo aggiornamento: 2007-12-04 08:54

il marketing di Red Bull

Forse avete sentito della storia del sacerdote che ha scritto alla Red Bull per lamentarsi di una pubblicità dove i quattro Re Magi arrivavano alla mangiatoia dove c’è la Sacra Famiglia: oltre a oro, incenso e mirra viene anche portata della Red Bull che serve agli angeli (che hanno le ali, come da slogan della bevanda con la maggior quantità di caffeina probabilmente venduta in Italia) per “darsi la carica”.
Naturalmente vedere quattro Re Magi non viola nessuna verità rivelata: che siano tre non lo dicono i vangeli (Matteo parla di “alcuni” magi venuti dall’Oriente) ma la tradizione cristiana. Né riesco a vedere la “blasfemia” citata dal prete: capirei se ci fossero stati due San Giuseppi o due Marie, ma non è certo questo il caso. Però il punto che mi fa pensare che questa sia una non-notizia è un altro.
Se non erro, le campagne pubblicitare della Red Bull sono molto brevi; una scenetta non viene riproposta per molto tempo, e viene cambiata con una certa frequenza, immagino per non stancare il potenziale consumatore. Questo significa che anche lo sketch dei Re Magi era già in fase di scadenza, e quindi all’azienda non è costato nulla fare il gran gesto e dire che sarebbe stato ritirato. Anzi: in questo modo è arrivata loro tanta pubblicità gratuita, che non fa mai male soprattutto al giorno d’oggi. Resta solo da chiedersi se il prete agrigentino non si è accorto di questo boomerang, oppure se ha anche lui pensato che un po’ di pubblicità non fa mai male soprattutto al giorno d’oggi.

Ultimo aggiornamento: 2007-12-03 14:07

Non sono così famoso

È da ieri che mi arrivano dei commenti spam da “robot@google.com” (IP 216.240.129.180) con testo “Hello, nice site :)” e mittente “Brin <robot@google.com>”. La cosa strana è che non c’è altro; nessun link né esplicito né implicito.
A parte che mi piacerebbe scoprire come diavolo si fa con MT4 a bloccare automaticamente IP e range di IP, mi chiedo la logica di tutto ciò. Forse che spera in questo modo di fare poi passare dei trackback?

Ultimo aggiornamento: 2007-12-03 10:44

Batteria kaputt

Ieri sera Anna ed io siamo andati a cena a casa di Loris. Siamo arrivati a casa sua, lasciando la macchina dove c’era spazio (quindi in divieto di sosta su una via chiusa: sulle strisce gialle di posti ce n’erano a bizzeffe, ma i pochi posti sulle blu erano tutti occupati) e cenato amabilmente. Usciti di casa, entro in macchina, giro la chiave e si spegne tutto. Non è che il motorino d’avviamento girasse a vuoto: non girava e basta. Il quadro elettronico ha iniziato a dare i numeri, pensando probabilmente di essere un succedaneo di un albero di Natale. Vabbè, penso, chiamo Loris e vedo se ha i cavi. Peccato che lui e Michi stessero riportando a casa Roberto, e lui avesse lasciato a casa il cellulare. Comincio a pensarci un po’ su, e mi viene in mente che il cellulare di Roberto ce l’avrei anche… in qualche email. Lancio la connessione gprs a gmail, recupero il numero, lo chiamo, ma oramai lui era già stato lasciato a casa: fortunatamente però Loris stava arrivando, e nonostante le sue gufate su come fosse successo la stessa cosa con la macchina della Michi e non ci fosse stato verso di farla partire la nostra 147 si è messa immediatamente in moto appena sono stati messi i cavi.
Anna è convinta che qualcuno avesse tentato di rubare l’auto e l’antifurto si fosse scaricato; secondo me è molto più probabile che le batterie al giorno d’oggi siano un sistema binario, e si sia scaricata di colpo, o per meglio dire non abbia più il voltaggio necessario per fare partire il motore. In effetti, dopo avere parcheggiato sotto casa – non siamo scesi nel box per evidenti ragioni – Anna ha provato a riaccenderla immediatamente e il risultato è stato esattamente quello di prima: buio totale. Quattro anni e mezzo mi sembrano una durata possibile per una batteria, così ad occhio: devo poi aggiungere che erano due o tre mesi che mi accorgevo che quando partivo i fari davanti erano leggermente tremolanti, almeno per i miei occhi – Anna diceva di non vedere nulla di strano, ma per questo tipo di cose un mezzo cecato come me è più adatto – e mi sa che fossero i primi sintomi dello schianto finale. Diciamo che c’è andata ancora bene.

Ultimo aggiornamento: 2007-12-03 10:14

Sembrava troppo bello

Ricordate il trasloco di Accenture dal palazzo dove c’è il nostro ufficio, con conseguente (?) liberazione di un bel posto per bloccare la bicicletta? Bene, venerdì sera la guardia mi ha intimato che a partire da oggi avrei dovuto lasciare la bicicletta sopra, quindi non coperta e in un posto che secondo me è l’ideale per un ladro che passi da quelle parti. Sì, è vero che finalmente hanno riparato il cancello che quindi resta generalmente chiuso, ma mi sa che la cosa non durerà a lungo. Secondo voi, è possibile denunciare il datore di lavoro se vi rubano la bicicletta (lucchettata, claro) in orario di lavoro?
p.s.: la rabbia maggiore è che le moto continuano a parcheggiare nel cortile interno.

Ultimo aggiornamento: 2007-12-03 09:40

A ciascuno le sue prediche

L’omelia di oggi di Eugenio Scalfari parla del suo collega, Joseph Ratzinger. Mi sembra giustissimo: come io parlo di chi mi pare, non vedo perché non possa farlo anche lui. Se non ho letto male il suo primo paragrafo, ce l’ha con Benedetto XVI: anche in questo caso non vedo nulla di male per avere le proprie opinioni, soprattutto quando sono discusse e spiegate.
Però al secondo paragrafo mi sono fermato. Non certo perché «Per certi cattolici il pensiero di un laico non credente può forse non avere rilievo alcuno o può esser tacciato di indebita interferenza» (testo che in effetti è ancora nel primo paragrafo :-) ), ma per questa sua frase: «Prima osservazione. L’enciclica porta un sottotitolo che indica i destinatari del documento: “Ai vescovi ai presbiteri e ai diaconi e a tutti i fedeli laici sulla speranza cristiana”. E’ strano che un’enciclica elenchi fin dal titolo i suoi destinatari.».
Se Scalfari avesse provato a farsi fare da qualcuno una ricerca ancorché minima sull’argomento, avrebbe scoperto che Ecclesia De Eucharistia, l’ultima enciclica di GP2, inizia con “Ai vescovi ai presbiteri e ai diaconi alle persone consacrate e a tutti i fedeli laici”. La penultima, Fides et Ratio, con “Venerati Fratelli nell’Episcopato, salute e Apostolica Benedizione!”. Banalmente, Deus Caritas Est, il precedente lavoro di Benedetto XVI, ha esattamente lo stesso inizio: “Ai vescovi ai presbiteri e ai diaconi e a tutti i fedeli laici sull’amore cristiano” (noticina mia: a questo punto mi immagino che la terza enciclica ratzingeriana sarà sulla fede :-) )
Ci si può lamentare che il papa parli (ufficialmente) solo alle sue pecorelle, anche se ho l’impressione che aggiungere “a tutti gli uomini di buona volontà” come Giovanni XXIII fece nella Pacem In Terris oggi verrebbe visto come un’ingerenza e non come un segno di attenzione; resta il fatto che non vedo perché perdere tempo a leggere una paginata di roba che fin dal suo inizio mostra che il nostro non sa esattamente di cosa stia parlando. Per queste cose bastano i blogh :-)

Ultimo aggiornamento: 2007-12-02 18:22

Teoria e pratica ATM

Confermo – è la seconda volta di fila che ci capita – che il 7 che dovrebbe passare il sabato sera davanti a Zara M3 in direzione centro alle 19:02 non esiste se non negli stampati ATM, o se esiste passa con almeno sette minuti d’anticipo. La cosa non sarebbe così grave, se non fosse che per arrivare allo Strehler alla 19:30 il tram successivo deve essere perfettamente in orario. Queste due volte è stato così, ma basta un semaforo perso o un imbecille che lascia la macchina male ed è finita… Ma tanto ATM dirà subito che non è colpa loro, su quello hanno una puntualità stratosferica.

Ultimo aggiornamento: 2007-12-02 17:37