È possibile che qualcuno di coloro che sta leggendo questo post si sia chiesto come sia possibile che il MiBACT, nella persona del ministro Dario Franceschini, twitti che l’immagine del David di Michelangelo che imbraccia un fucile (da 2500 euro nella versione base, tra l’altro) “violi la legge”. Le offese in fin dei conti sono negli occhi di chi osserva, ma la legge dovrebbe essere uguale per tutti… e il David non è certamente sotto copyright, no? E non è neppure vietato pubblicizzare armi, no? Leggendo il Post si trova qualche informazione in più, ma anche da lì non si capisce quale sia la legge al riguardo. Provo a darvi qualche spiegazione, e già che ci sono prendo spunto da quella pubblicità per mostrare con un esempio pratico qual è il significato delle varie sigle delle licenze Creative Commons, che ci danno la possibilità di scegliere quali dei nostri diritti ci interessa tutelare.
Come ho scritto sopra, non c’è una legge che vieti di usare un’opera d’arte come punto di partenza per una pubblicità, e naturalmente non c’è neppure alcun copyright sul David di Michelangelo che ha avuto una vita lunghissima ma è morto da vari secoli. Però noi italiani ci siamo inventati il Codice dei beni culturali e del paesaggio, amichevolmente (?) noto come Codice Urbani dal ministro che lo promulgò. Questa legge definisce il concetto di «autorità che ha in consegna» un bene culturale, autorità che può chiedere (articolo 108) canoni di concessione e
corrispettivi connessi alle riproduzioni dei beni culturali stessi. Bontà sua, il ministero concede che «nessun canone è dovuto per le riproduzioni richieste da privati per uso personale o per motivi di studio» ma questo non è ovviamente il caso di una pubblicità. In pratica, ArmaLite avrebbe dovuto richiedere la concessione per l’uso dell’immagine del David e – ammesso che gli Uffizi gliela concedessero – pagare il relativo canone. Il fatto che Armalite non sia italiana non significa di per sé nulla: la legge vale lo stesso e si può tranquillamente andare a incriminare l’azienda straniera… in teoria.
In pratica, non funzionerebbe mai. Non tanto perché, come scrive la soprintendente del polo museale di Firenze Cristina Acidini, «Certo, si tratta di un caso internazionale e non posso, evidentemente, scatenare l’FBI contro ArmaLite»; ma molto più prosaicamente perché un qualunque giudice americano penserebbe al loro Primo Emendamento, si farebbe due baffi della legge italiana e applicherebbe la Convenzione di Berna, la quale non ha nulla da dire in questo caso. Mica stiamo parlando di un’immagine di Topolino! E soprattutto chi ha creato il fotomontaggio è stato molto attento a coprire con una foglia di fico le pudenda del David; quelle sì che sarebbero state un problema per il pubblico statunitense… (il fucile naturalmente non può essere un problema, quello è il Secondo Emendamento)
A dirla tutta, a chi lavora su Wikipedia piacerebbe davvero che qualcuno andasse formalmente da un giudice americano per chiedere il ritiro di quella pubblicità: una volta che il giudice sentenziasse sulla liceità della campagna, infatti, la Wikimedia Foundation non avrebbe più nessuna remora a caricare immagini dei beni culturali italiani su Wikimedia Commons, sempre che non fossero state scattate da noi italiani 🙂 Wikimedia Italia si è già scontrata con il MiBAC (all’epoca senza T finale) per questi diritti: per l’edizione 2012 di Wiki Loves Monuments Italia siamo riusciti all’ultimo momento ad avere la possibilità di scattare foto da pubblicare con la licenza Creative Commons CC-BY-SA 3.0 senza dover pagare alcun canone, ma nel 2013 ciò non è stato possibile.
E a proposito di Creative Commons, vediamo rapidamente il significato di tutte le sue sigle e siglette, immaginando che il David (senza fucile…) non sia in origine una statua, ma un’immagine creata dal famoso artista contemporaneo Michele Angeli, che vuole tutelarsi da usi a suo parere impropri ma permetterne alcuni altri. Michele ha scoperto l’esistenza delle licenze Creative Commons (CC in breve), ma si è perso. Che sigle può mettere?
Innanzitutto c’è BY. Con queste due lettere indica che chiunque voglia usare il David deve dire che è stato fatto da Michele Angeli, e non è una roba “trovata su Internet”. Di per sé questo dovrebbe succedere sempre per default, lo afferma anche la Convenzione di Berna: peccato che non capiti quasi mai. Poi Michele può decidere che a lui sta bene che si usi la foto, ma che la si deve usare così com’è: niente fucile addosso, insomma. In questo caso deve usare il codice ND, che sta per “Niente opere Derivate”. Può anche dire (le due cose non sono in opposizione tra loro) che la foto non può essere usata per una pubblicità, a meno di chiedere un permesso esplicito, mentre invece può essere tranquillamente usata in un blog o un sito personale: in questo caso userà il codice NC, che sta per “Niente usi Commerciali”. Notate che naturalmente può sempre dare una specifica licenza commerciale: i diritti sono suoi e può dare quelli che vuole a chi vuole. Infine c’è il codice SA (Stesso Accesso), che dice semplicemente che chi utilizza l’immagine, e la modifica se ne ha il diritto, non può impedire ad altri di fare la stessa cosa con l’immagine da lui usata.
Semplice, vero? Ma ricordatevi che questo vale solo per le opere “nuove”, non certo per quelle per cui il copyright è scaduto. (E sappiate che la mia impressione è che se ArmaLite avesse sganciato in anticipo un po’ di euro al Polo Museale fiorentino ci si sarebbe rapidamente dimenticati delle offese)