Ora che ne sapete abbastanza sui formati degli ebook, probabilmente avrete anche intuito che la loro gestione non è proprio banale: magari vi tocca convertire il formato perché il vostro lettore e-book non supporta quello che avete scaricato, o molto più banalmente non avete voglia di rischiare una connessione 3G per avere il bramato testo direttamente sul vostro dispositivo. Insomma, è sempre opportuno appaltare al vostro PC la gestione della vostra biblioteca elettronica. Se poi siete bravi, potete persino modificare i vostri libri, o magari prepararne uno da distribuire ai vostri amici e nemici… Ma andiamo con ordine. Questa volta vi presento tre software – tutti gratuiti – che non dovrebbero mancare nel vostro computer se volete essere dei seri lettori elettronici.
Il primo programma che probabilmente vi occorrera avere è Adobe Digital Editions (ADE in breve). La ragione è molto semplice: molti ebook che acquistate hanno una protezione digitale anticopia. A volte la protezione è semplicemente una filigrana, il cosiddetto Social DRM: il libro è semplicemente stato creato apposta per l’utente – il bello della produzione digitale… – e contiene il suo nome all’interno. In questo caso non ci sono problemi nel copiarlo da un dispositivo all’altro; con i sistemi di DRM veri e propri, invece, la copia del libro è legata ai dispositivi – fino a cinque – personalizzati con l’indirizzo email dell’acquirente. Una volta aperto il software, la schermata è molto semplice: sulla sinistra trovate una colonna con i capitoli del libro che state leggendo, e al suo fianco il testo vero e proprio. Nella riga in alto potete scegliere se passare alla vostra libreria virtuale oppure leggere un libro; sapete anche a che pagina vi trovate e potete ingrandire o rimpicciolire il font.
Mentre ci sono versioni di ADE per Windows e Mac, purtroppo non ne esiste una per Linux: qui si dice però che può essere usato l’emulatore Wine e il tutto più o meno funziona.
Il secondo software che non dovrebbe mancare nel computer di un vero amante degli ebook è calibre (prego notare la minuscola, come da richiesta del suo creatore. Lo spelling è sempre molto importante nell’informatica, dal CamelCase con le gobbe ai nomi tutti minuscoli). Calibre (purtroppo a inizio frase la maiuscola la devo pur mettere!) fa principalmente due cose: gestisce la biblioteca elettronica personale e fa da convertitore di formati.
Una volta scaricato e installato il software – c’è una versione per Windows, Linux e Mac, quindi non si fa molta fatica – viene scelta la directory dove verranno salvati i file: anche se li avete già sul disco, quindi, ne verrà fatta una copia. Nella schermata principale di calibre a ciascun file corrisponderà una riga nell’elenco: nella parte centrale si possono vedere (e modificare…) i metadati, vale a dire la parte del libro che non è il libro vero e proprio ma le informazioni su di esso. Le informazioni sono presenti anche nei libri cartacei, in una delle prime pagine pari del testo (il colophon), ma nel caso dei libri elettronici sono ancora più importanti perché sono il modo più semplice per metterli in ordine.
Sulla colonna di destra si possono vedere i vari formati in cui il file è presente sul computer: da uno dei tab in alto è possibile fare le varie conversioni. Vi dico subito che non tutte le conversioni vengono col buco… no, intendevo perfette. In genere quelle più importanti per l’utente di un ebook, cioè tra epub e mobi, sono ottime. Più difficile la conversione da pdf a epub/mobi, anche perché nel migliore dei casi le parole che vanno a capo restano divise e nel peggiore il pdf è stato costruito in modo da non essere scompattabile come testo. Lo stesso per la conversione da doc: in questo caso il mio consiglio, se avete già installato LibreOffice, è di cercare l’estensione che permette di salvare direttamente in epub. In genere il risultato è molto migliore di quello di calibre.
Ma naturalmente calibre può essere anche usato semplicemente per leggere gli ebook, nel caso non abbiate a disposizione un lettore dedicato. Per tutti i libri non protetti con il DRM, insomma, usare calibre è un’opzione da non disprezzare. Se volete saperne di più, vi consiglio questo tutorial di makeuseof.com.
Infine un consiglio agli smanettoni: procuratevi Sigil. Anche questo software è open source, e disponibile per i tre principali sistemi operativi casalinghi, quindi non è difficile usarlo. Sigil ha una modalità di visualizzazione file – in formato epub, è monosistema – ma il suo scopo principale è quello di editor di file epub. A differenza di calibre, insomma, non ci si limita più a correggere i metadati, ma si può operare sul testo stesso del libro! Si possono quindi correggere gli errori di una conversione di calibre, come le parole tagliate a metà dei file pdf convertiti in epub; oppure si può suddividere un testo molto lungo in capitoli, in modo che i lettori di ebook meno potenti possano visualizzarlo senza bloccarsi – e garantisco che la cosa può capitare.
È possibile scegliere la visualizzazione WYSIWYG, quella con il codice xhtml, oppure la modalità mista, che permette di vedere quasi subito (occorre comunque salvare il file) come un lettore rispettoso degli standard processa il testo. L’editor è multitab, il che spesso è una maledizione se uno sta lavorando su un file diviso in molti capitoli perché si finisce con l’aprirli tutti e non riuscire più a trovare quello che ci serve.
Naturalmente Sigil permette di editare anche i metadati, e di inserirne molti di più di quanti siano presenti in calibre. Di per sé è anche possibile editare tutti i file ausiliari che compongono il formato epub, anche se quando si prova a farlo compare un messaggio di avviso che ricorda che se non si sa davvero cosa si sta facendo forse è meglio lasciare perdere. La parte più interessante è sicuramente quella del foglio di stile, che permette di fare di tutto, dal cambiare il font a creare gli effetti più strani per il nostro testo. Oppure si può aggiungere una copertina al libro, il che non guasta mai quando si vede il libro nel proprio scaffale virtuale anche se è abbastanza inutile per la lettura.
Per la cronaca, le schermate esemplificative di questo post mostrano un ebook creato da me a partire da quanto ho scritto nel mio blog di matematica sul Post, creato con OpenOffice e rifinito con Sigil. [Piccolo spazio pubblicità: è liberamente scaricabile a partire da qui] Adobe Digital Editions l’ho usato solo per verificare com’era il risultato finale, e ho scoperto sulla mia pelle che è il programma meno rispettoso dello standard CSS. Il mio testo è pieno di apici e pedici, e non sono riuscito a spiegare ad ADE che non è che dovesse necessariamente mettere dello spazio in più tra le righe. D’altronde è sempre così: più un’azienda è importante, meno è interessata a seguire gli standard…