Buon Natale!

considerando che questi ultimi mesi sono stati pesantucci, e che nella casa nuova non c’è ancora linea telefonica, spero che mi capirete se in questi giorni staccherò. Conto di postare un po’ di roba arretrata che arriverà automaticamente, giusto per non lasciare il blog triste e sconsolato.
Che voi possiate passare un Natale sereno e avere qualche giorno di riposo… e che lo stesso augurio valga per me, Anna, Cecilia e Jacopo!

La Freccia (rivista promozionale)

Credo siano passati dieci anni da quando avevo visto l’ultima rivista patinata marchettara, al tempo sugli aerei – vi ricordate Alitalia e la sua Ulisse? Ebbene, le FS hanno pensato di rinverdirne i fasti e pubblicare il mensile La Freccia con lo stesso scopo: fornire un mezo per dare un po’ di soldi a gente per scrivere sciocchezzuole che fanno sembrare i miei parti letterari dei capolavori, e prendere un po’ di soldi da chi vuole (deve?) farsi pubblicità. Ho guardato il numero 1 di novembre e il numero 2 di dicembre, e non ho trovato un articolo degno di nota, se non forse il primo editoriale dove l’amministratore delegato si vantava che il conto economico era in leggero attivo e quindi erano i migliori d’Europa… anche se purtroppo ci sono varie centinaia di milioni di debiti pregressi, terminava quasi piangente. Non perdo neppure tempo a commentare: il mondo ha anche di queste cose.

habemus domum!

Oggi a mezzogiorno c’è stato l’atto di acquisto della nostra nuova casa (in cui abitiamo già da una settimana, ma questi sono dettagli)
Rispetto alla vendita della vecchia casa torinese non è successo praticamente nulla, se non che
– ieri pomeriggio, quando faccio i bonifici per il costruttore visto che non avevo il tempo materiale di farmi fare un assegno circolare, scopro che non mi viene dato il C.R.O. che dovrà essere allegato all’atto, e che la banca che riceve il bonifico ha tempo 48 ore per generarlo. Sento il notaio, e mi viene concesso di inviarglielo anche dopo l’atto, purché porti le ricevute.
– stamattina alle 9:30 vado in via Cavriana a ritirare l’assegno circolare per la parte di estinzione mutuo del costruttore, e l’impiegata mi dice che non sono ancora arrivati e ci saranno alle 11:30 (poi fortunatamente sono arrivati per le 10:30)
– dal notaio ho scoperto di avere sbagliato a fare i conti, e che mancavano dieci euro per arrivare al totale pattuito. Avremo un rogito in cui i mezzi di pagamento comprenderanno “dieci/00 euro in contanti”.
Quisquilie :-)

Terzismo calabresiano

A me le risposte di Mario Calabresi alle lettere al direttore sulla Stampa piacciono sempre di meno. In quella di oggi, ad esempio, risponde a un lettore che si lamentava della situazione di Milano dopo la nevicata dicendo «È successo in tutta Europa ma nessuno si è indignato, eppure tra Parigi e Londra sono stati cancellati centinaia di voli, i treni si sono fermati a Bruxelles o sono rimasti intrappolati sotto il tunnel della Manica. Per non parlare degli Stati Uniti dove migliaia di persone sono rimaste senza luce e Washington paralizzata. Non ci sono state proteste, perché da millenni sappiamo che non c’è nulla da fare di fronte a una tempesta di neve se non ripararsi.»
Mah. Trenta centimetri di neve non mi paiono esattamente una tempesta, a dire il vero. Quello che non capisco proprio è come mai Calabresi debba fare quei commenti; è come se dovesse far vedere a tutti che lui non è uno sfascista, e vuole l’ottimismo e l’ammmore. Mistero.

When it snows, work with us!

Tra ieri pomeriggio e stamattina sono caduti trenta centimetri di neve, non chissà cosa insomma. Però i risultati sono stati come al solito tragici, con gente che ci ha messo sei ore per uscire da Milano e andare nella prima cintura (Maciachini – Bollate, giusto per fare nomi). Come mai?
Non so se la pubblicità AMSA di cui al titolo abbia funzionato: in effetti ieri sera alle 17:30 ho visto in giro un paio di spazzaneve ma nessuno che spalasse a mano. Solo che anche gli spazzaneve non potevano fare molto, visto il traffico impossibile che c’era fin dal mattino. In effetti, io sono tornato a casa con metro rossa e 7, pensando che il tram correva su sede propria; e in effetti l’unico problema è stato agli incroci, come a quello di viale Monza dove ci sono voluti tre cicli prima di attraversare l’incrocio. D’altra parte è ovvio che un automobilista non può avere un numero sufficiente di neuroni per capire che non è mettendosi in mezzo a un incrocio che arriva prima.
Stamattina la situazione è stata peggiore: i tram passavano ogni due minuti su Fulvio Testi – dove all’incrocio con Dolcebuono una squadra di militari spalava abbastanza onestamente – ma erano tutti dei 31, e il 7 non si vedeva proprio. Alla fine ce l’ho fatta ad arrivare in ufficio (un’ora per 4.2 Km in bici o in auto, un po’ più coi mezzi) ma è stata duretta. Vedremo stasera, sennò ricordate che vi ho voluto bene.

Le grandi innovazioni dell’Alta Velocità

Ho casualmente scoperto che con il nuovo orario dei treni non c’è più il rimborso del 50% del costo del biglietto se il treno accumula un ritardo di 25 minuti, ma il 25% con un ritardo di più di un’ora; per il 50% ci vogliono ben due ore di ritardo. Per la cronaca, l’ineffabile amminstratore delegato delle Ferrovie Moretti ha comunicato che la colpa di questi tagli è dell’Europa! Eh sì, prima infatti non c’era una normativa e quindi ognuno faceva come credeva, adesso è stato posto un obbligo di rimborso anche se minimo per i treni con più di un’ora di ritardo. Se poi Mauro Moretti – che sabato ha rilasciato almento un’intervista alla Stampa e una a Repubblica, anche perché sono vari giorni che i due quotidiani insieme al Corriere della Sera stanno dedicando pagine su pagine alla débacle ferroviaria – è convinto che la gente gli creda, come creda alla sua affermazione che i ritardi sulla Torino-Milano siano dovuti ai pendolari che non sono contenti di avere un abbonamento a prezzo ridotto e pretendono anche di sedersi sui treni, quello è un suo problema. Credo sia chiaro che Trenitalia abbia fatto i suoi conti, sapesse che non può assolutamente rispettare le fantasmagoriche tabelle di marcia, e si sia premunita in conseguenza. Il fatto che il Frecciarossa Torino-Milano che io ho preso venerdì sera sia arrivato (toh, con esattamente 60 minuti di ritardo, non sessantuno…) dopo il regionale che costava un quarto del prezzo è naturalmente ininfluente. Tanto quella è solo stata la ciliegina sulla torta della mia giornata.