Legittimo impedimento nucleare

La vita, per il nostro PresConsMin, è sempre una dura battaglia. Non bastava il doversi esporre in prima persona nelle elezioni comunali di Milano (tanto gli toccava già di passare da quelle parti a visitare i brigatist… pardon, i magistrati; tanto valeva unire l’utile al poco dilettevole). Non bastava l’aver chiesto al ministro tastierista di spostare il più in là possibile i referendum, sperando che tutti si dimenticassero della loro esistenza. Macché: quei senzadio di giapponesi si sono fatti venire terremoto e tsunami per riuscire a far sì che la centrale di Fukushima si nuclearizzasse, così gli italiani si sarebbero mossi in massa per votare ai referendum, il quorum sarebbe stato raggiunto e il legittimo impedimento (oggetto di uno dei referendum) spazzato via.
A questo punto, a mali estremi estremi rimedi: hanno dovuto perdere i lucrosi guadagni già messi in conto e bloccare l’iter per costruire centrali nucleari. In questo modo il referendum cadrà, gli italiani andranno al mare e tutto sarà salvo. Una vergogna, vero?

O con Silvio o contro Silvio

Confesso – ma tanto l’avevate già capito – che non ce la sto facendo più a seguire il dibattito (si fa per dire) politico italiano. Non per lo schifo che fa ma proprio perché non ho tempo. Questo sta diventando un problema, perché dovrebbe essere noto a tutti che gli articoli dei giornali e i servizi dei tg devono essere accuratamente interpretati per riuscire ad avere un’idea abbastanza accurata di quello che sta dietro.
Prendiamo ad esempio le dichiarazioni che il nostro attuale PresConsMin ha fatto durante il weekend. Così ad occhio mi pare che non ci sia nulla di nuovo: è risaputo che Berlusconi dà il meglio di sé nel conflitto, e quindi essendo in campagna elettorale si sta prodigando – nelle pause concessegli dalla dura agenda parlamentare per la costruzione di un salvacondotto – per radunare a sé le pecorelle smarrite del centrodestra. Anche cinque anni fa, tanto per dire, si è candidato come capolista a Milano; spero che nessuno degli elettori del suo schieramento sia così stupido o ingenuo dal pensare che Lui si possa mai presentare in consiglio comunale.
Quello che mi chiedo è se però sono io inguaribilmente ottimista oppure è vero che a Milano le intenzioni di voto non siano così rosee come un tempo. Non certo per merito della “sinistra”, che sta facendo il possibile per perdere ancora una volta: non sia mai che i DS siano costretti a governare la città, specialmente con un sindaco che non sarebbe certo dei loro. Ma il Terzo Polo dovrebbe rosicchiare quei sei-sette punti percentuali sufficienti a togliere la maggioranza assoluta a Letizia Moratti; ed è ben noto che ai ballottaggi la destra si trova sempre in difficoltà. Qualcuno ha impressioni un po’ più precise?

Guardia Medica Pediatrica

Nel libro delle Cento Cose fatte da Letizia Moratti in qualità di sindaco di Milano c’è anche l’istituzione della Guardia Medica Pediatrica, che è stata messa insieme al servizio ambulatoriale di continuità e risponde al numero facilmente memorizzabile 02.34567.
Il numero è in effetti facilmente memorizzabile: peccato che tutte le volte che Anna ed io abbiamo tentato di comporlo ci siamo trovati ad ascoltare una musichetta di attesa nemmeno troppo simpatica con un avviso registrato che ogni tanto segnalava come tutti gli operatori fossero occupati e che si pregava di riagganciare se il caso non fosse stato urgente. In effetti se il caso fosse stato urgente mi pare chiaro che uno avrebbe riagganciato lo stesso, per evidente impossibilità di ottenere un qualsivoglia risultato in tempi accettabili.
Ma la cosa più interessante è che lo stesso messaggio l’abbiamo ascoltato sabato pomeriggio alle 14.45, quando il servizio non è funzionante (c’è una pausa pranzo, riprende alle 15). Erano tutti a provare a vedere se c’era per caso qualcuno?

italiche mamme

Stamattina ho portato i giovini a prendere un po’ d’aria. Visto che oramai sono abbastanza grandi da scocciarsi di stare bloccati nel passeggino per tutto il tempo, mi sono diretto a quelli che chiamo “giardinetti segreti”, che a dire il vero sono visibilissimi ma sempre praticamente vuoti, a differenza ad esempio dei giardini Wanda Osiris. Come potete facilmente inmmaginare, gestire due unemezzenni allo stato brado non è banalissimo; quindi preferisco avere meno distrazioni possibili.
Stranamente oggi i giardini erano strapieni, addirittura una dozzina di persone oltre al sottoscritto-e-allegati, il che è significato per esempio il non poterli fare andare sull’altalena (devo averle entrambe disponibili per ovvie ragioni). C’era comunque lo scivolo, Cecilia si diverte sui cosi a molla soprattutto dopo che ha capito che bisogna spingersi con un ritmo preciso, Jacopo da buon ingegnere in pectore è rimasto per un po’ a guardare la sbarra che chiude la strada privata sollevarsi e abbassarsi un paio di volte.
Ma torniamo allo scivolo: i due giovini lo apprezzano, ma hanno i loro tempi, e fin qua nulla di male. A un certo punto è arrivata una bambina ben più grande, diciamo sui cinque anni; la bambina ovviamente passava davanti ai due (e fin qua nulla di male), ma non è che poi scendesse dallo scivolo; no, se ne stava lì a bloccare il passaggio, mostrando evidenti segni di bullismo precoce. Anche questo non è poi così strano; quello che – pur essendo anch’esso tristemente normale – mi ha fatto incavolare parecchio è che la mamma della bimba non si è mai degnata di alzare il suo culo dalla panchina dove si era piazzata, limitandosi ogni tanto a dire con voce monocorde “Emma, fai passare gli altri bambini!”. Visto l’esempio della sua mamma non credo che Emma imparerà mai a fare qualcosa di simile.

gioco della domenica: Paper Train

Vi è sempre piaciuto giocare con i trenini? Paper Train, da Smart-Kit, allora fa per voi. La cosa divertente è che i trenini si muovono… su carta, o meglio su una schermata in stile foglio di carta. Se volete spendere sette dollari avrete la versione completa; ma secondo me ci si diverte già – oppure ci si arrabbia già, fate voi – con la versione limitata gratuita.

Le mani nelle tasche degli italiani

Oggi sono andato a comprare l’antibiotico per Jacopo, cosa putrtoppo abbastanza usuale. Il farmacista mi dice che quello specifico indicato nella ricetta non ce l’aveva, e se mi andava bene il generico. Certo, faccio io, non penso che i batteri si accorgano della differenza e secondo me nemmeno Jacopo avrà qualcosa da ridire. Il farmacista mi dà la confezione, e poi mi dice che – come da cartello esposto – devo comunque pagare un euro e 33 centesimi perché il ministero della Sanità ha abbassato da ieri i rimborsi per i farmaci generici e si è dimenticato di abbassare contestualmente le tariffe. Probabilmente tra qualche giorno la cosa si allineerà, ma per il momento paga Pantalone.
Capisco che il governo italiano abbia cose molto più importanti a cui pensare, e capisco anche che essere costretti a tenere i Consigli dei Ministri in pausa pranzo con in mano un panino e un bicchiere di spuma può far sì che un povero ministro si dimentichi qualcosa mentre cerca disperatamente di far quadrare i conti dopo i tagli impostigli dal Giulio (che se Visco veniva raffigurato come vampiro lui cosa sarebbe, Edward Mani di Forbice?) Né sarà l’euro e trentatré sborsato che cambia la mia vita. Però mi sono scocciato di sentire ripetere che questo governo non mette le mani nelle tasche degli italiani: che almeno si dica che non potendo rubare le monetine dalle cassette delle offerte in chiesa lo fa dai portamonete dei cittadini

_L’orizzonte di Riemann_ (libro)

[copertina]Lo dico subito, cosi mi tolgo il dente: da questa antologia di racconti matematici fantascientifici, o di racconti fantascientifici matematici che dir si voglia (Antonio Bellomi e Luigi Petruzzelli (ed.), L’orizzonte di Riemann, Edizioni Della Vigna “La botte piccola – 8”, pag. 320, € 16,18, ISBN 978-88-6276-032-4), mi aspettavo parecchio di più. I racconti sono tutti inediti in italiano – quindi per esempio non c’è And He Built a Crooked House di Heinlein, un classico del genere – e si dividono in italiani contemporanei e in americani di annata. Può darsi che io mi sia ormai rovinato, ma devo dire che i secondi, nonostante il loro essere un po’ naïf, sono di solito una spanna sopra dei primi. È anche vero che andando avanti a leggere mi è sembrato di vedere un miglioramento: La sparizione di Majorana di Antonino Fazio è un po’ troppo didascalico e Orologio veneziano di Veronika Santo un po’ poco fantascientifico; 1+1=4 di Francesco Perrotta ha un’ottima idea che poteva essere resa un po’ meglio. Poi c’è un’eccezione notevolissima, Teorema sinfonico di Massimo Ferri (ma è il Max Ferri dei tempi fidonettiani?) che merita davvero sia come idea che come realizzazione, e migliora sicuramente l’umore del lettore, che su alcuni degli altri racconti potrebbe essere rimasto sconcertato.
Molto interessante il post scriptum di Giovanni Valerio con altri suggerimenti di lettura; il tutto fa però risaltare ancora di più l’assenza di una presentazione dei vari autori, cosa a cui mi sono oramai abituato a furia di antologie asimoviane e greenberghiane. Insomma, una buona occasione sprecata, il che paradossalmente fa ancora più dispiacere proprio perché si vede che il libro è stato curato fin nei minimi particolari (provate a chiedervi il perché di quel prezzo non arrotondato…) e direi quasi amato.

occhei, siamo nel pieno della campagna elettorale

Ricordate il mio pippone sui cancelletti scassati ai giardini Wanda Osiris? Una settimana dopo averlo scritto, visto che non c’era stato nessun intervento riparatorio, mi sono armato di santa pazienza e sono andato a cercare lo sportello reclami web del Comune di Milano. Notate come venga chiesto un identificativo dell’identità (anche se il codice fiscale sono capaci tutti a generarselo, quindi non vedo la grande utilità).
Bene, ho appena ricevuto un’email dall’inquietante titolo RISPOSTA CONCLUSIVA dove «in riferimento al reclamo inviato in data 12/04/2011 12.18.48 dal codice DSEV-8FUE4N» l’Area Tecnica competente mi risponde che «a seguito di una verifica effettuata in data odierna, La informiamo che entro il 22 aprile c.a. si provvederà a sostituire i meccanismi di chiusura dei cancelletti che sono risultati manomessi.»
I tempi sono (davvero) stati rapidi. Ora sarebbe interessante fare un controllo, e avere una segnalazione simile da fare a settembre :-)