La rinchiccola del Blasco

Oggi stanno parlando tutti della (auto)sospensione di Nonciclopedia causa Vasco Rossi. Non posso garantire che la storia funzioni come l’hanno scritta i nonciclopedisti (mi sembra strana una chiusura completa solo dopo una visita di gruppo agli uffici di Escopost), ma è sufficientemente verosimile.
Ovvio che nonciclopedia stia sulle palle a molta gente, se per questo ha preso a pesci in faccia anche il sottoscritto perché in quanto wikipediano non avrebbe dovuto osare postare qualcosa lì. Non chiamandomi vascorossi™, ho semplicemente pensato “chissenefrega” e lasciato perdere, tanto di cose da fare ne ho sempre tante. Egli (e i Suoi avvocati) invece sono molto più importanti di me, e quindi si sono attivati.
Immagino che questo non c’entri proprio nulla, però: in fin dei conti manca ancora un mese.
[No, non esiste la parola “rinchiccola”, c’è solo il verbo “rinchiccolarsi” che mi sa sia anche difficile da usare parlando dello Zocchese che ormai mi assomiglia più che altro a Boldi]

gioco della domenica: Cut&Shine

In Cut&Shine, gioco della scuola dei puzzle fisici, occorre far uscire un povero girasole dalla porta del tunnel spaziotemporale, o magari semplicemente infilarlo in una specie di nido: mica ho capito cosa dovrebbe essere il traguardo. L’unico strumento a disposizione è una sega, che serve per segare il segabile: ovviamente occorre tagliare nel punto o nei punti giusti perché la gravità faccia il suo corso e permetta di superare il livello.
(via Passion for Puzzles)

Terre di confine… (libro)

[copertina] Nei primi anni 1990, con il decentramento amministrativo, molti quartieri periferici delle grandi città italiane commissionarono libri che raccogliessero le testimonianze del locale passato: tali opere venivano pubblicate in tiratura limitata a spese delle circoscrizioni e adesso si possono trovare a far polvere nelle biblioteche locali. Questo libro (Edo Bricchetti, Terre di confine…, Associazione “Gorla domani” 1994, pag. 120, s.i.p., no ISBN), che racconta dei vecchi comuni a nord-nordest di Milano inglobati nella città all’inizio del secolo scorso, non fa eccezione. I borghi milanesi considerati sono Turro, Gorla, Precotto, Greco, Crescenzago: oggi semplici nomi di stazioni metropolitane o ferroviarie, un tempo comunità di campagna o al più preindustriali e poi fagocitate dall’ampliarsi della metropoli. A parte le prime pagine con le cartine topografiche dei secoli passati e il racconto della nascita del Naviglio della Martesana, il libro è però deludente. Posso capire le ultime pagine di autocelebrazione per l’appena creato – siamo nel 1994 – percorso ciclopedonale della Martesana, ma la parte centrale è poco più di un elenco di nomi e indirizzi, a parte le fotografie d’epoca. Non è insomma che si impari nulla di nuovo.

La gente e la strada

Stamattina, per una serie di cause indipententi dalla mia volontà, sono uscito un quarto d’ora dopo il solito. Peggio ancora, ho portato i bimbi al nido e preso la bici che era stata opportunamente lasciata là, quindi il secondo tratto di strada è stato percorso mezz’ora dopo. Non che siano orari così di mezza mattina, nel senso che sono uscito di casa alle 8.45 e arrivato in ufficio alle 9.22: però la solita gimcana per usare il marciapiede di via Farini, largo due metri, senza sfruttare la notevole quantità di moto del sistema .mau.+passeggino non mi è stata possibile causa automobilista parcheggiato storto sul marciapiede all’altezza di un passo carraio (automobilista anche piuttosto incazzato perché gli ho bussato sul finestrino facendogli notare che se lascia quaranta centimetri di spazio un pedone ci passa, ma non molto di più), a parte la gente che esce dai bar pensando non esista nessun altro nel raggio di dieci metri. E anche il pezzo in bici non è stato molto meglio, nonostante il presidio in via dei Transiti che mi stava preoccupando era composto da non più di dieci-quindici persone.
Mi chiedo se effettivamente il problema siano quei pochi minuti, se oggi sia statisticamente stata una brutta giornata, oppure il compleanno congiunto del capo del governo e del supposto capo dell’opposizione abbia contribuito a questo rincoglionimento.

io gioco da solo

C’è una sola cosa che mi stupisce nella bagarre di ieri tra i vertici del PD e i Radicali che non hanno votato la sfiducia al ministro Romano: che i suddetti radicali siano nel gruppo parlamentare PD.
Un qualunque osservatore, di destra o di sinistra o di centro, di sopra o di sotto, sa perfettamente qual è la linea del partito: fare quello che ritiene opportuno per farsi notare. È una situazione ancora diversa da quella della sinistra italiana (no, non sto parlando del PD), che fa di tutto per perdere le elezioni altrimenti sarebbe costretta a governare. Pannella&friends al momento delle elezioni possono allearsi con uno o con l’altro schieramento, semplicemente contando il numero di parlamentari che possono essere eletti. Posso capire il ragionamento di Uòlter tre anni fa: con una legge elettorale come il Porcellum potrei guadagnare più onorevoli “miei” imbarcando i radicali, quindi tanto vale farlo. Ma il giorno dopo le elezioni ci si saluta virilmente e ognuno a casa propria, no? No, a quanto pare.
La situazione di ieri è stata poi assolutamente comica: la pattuglia radicale si è astenuta “perché è a favore dell’amnistia”. Una bellissima battaglia di principio che si può approvare oppure no; un tema legato alla situazione impossibile delle carceri italiane (a proposito, nel programma elettorale del centrodestra non c’era la costruzione di nuove case di reclusione e la formazione di nuove guardie carcerarie? Gli stanziamenti sono stati dirottati verso il ponte sullo Stretto di Messina o sul pagamento delle multe per le quote latte?). Ma una cosa che non c’entrava una cippa con il voto di ieri, che non era per l’autorizzazione all’arresto del ministro Francesco Saverio Romano ma una mozione di sfiducia individuale. Detto in altre parole, anche se avessero votato contro lui non sarebbe comunque finito in galera, e se mai ci dovrà andare non lo sarebbe stato per questo voto.
(e poi andate a vedere i conti: la maggioranza assoluta della Camera ha votato a favore del ministro, quindi il (non)voto dei radicali è stato ininfluente. L’unico risultato del PD è stato insomma fare loro un po’ di pubblicità…)

_I segreti di Pitagora_ (libro)

[copertina] Questo libro (Guido Trombetti e Giuseppe Zollo, I segreti di Pitagora, Bruno Mondadori “Matematica e dintorni” 2010, pag. 149, € 12, ISBN 978-88-6159-495-1) è figlio di una rubrica tenuta dall’autore sul quotidiano napoletano “Il Mattino”. Non è insomma in caso che i racconti che fanno da cornice ai problemi della prima parte del libro sono tutti ambientati a Procida! Questi problemi sono esplicitamente dei classici, e viene anche specificato da dove sono tratti, cosa che trovo molto bella: si sa che i problemi matematici sono comunque riciclati da una parte e dall’altra, e in questo modo ci si può più concentrare su come è stata fatta la dematematizzazione, almeno per gli esperti del campo.
Le soluzioni ai problemi ci sono, non preoccupatevi… e sono in fondo al libro, come ovvio. La parte centrale è invece dedicata ad alcuni brevi saggi, che prendono spunto da cose di tutti i giorni per scoprire la matematica dietro di esse. Questa è la parte a mio parere più interessante, non solo per i temi trattati ma anche per il taglio che è piuttosto diverso da quello che si trova in altri libri dello stesso tipo. In definitiva, il libro può essere interessante come testo di avvicinamento a questo ripo di problemi, oppure per i “collezionisti”; altrimenti non porta grandi novità.

assemblea

Oggi c’è stata l’assemblea per la presentazione della piattaforma per il rinnovo del contratto telecomunicazioni. Guardiamo le cose positive: rispetto all’ultima volta la Triplice è insieme. Tre anni fa SLC-CGIL era andata per conto suo (ed era rimasta alla fine in minoranza, ma sono cose che succedono). Una cosa probabilmente altrettanto positiva, anche se non sono certo che lo sia per tutti, è che la piattaforma è smilza: quattro pagine di cui una di introduzione. Non oso pensare però a quale sarà la controproposta padronale…
Ma tutto questo penso vi interessi poco: e non molto di più vi interesserà sapere che c’è una richiesta di vietare l’outsourcing dei call center al di fuori dell’Italia “causa privacy” quando spostarli in Romania, cioè in UE, è protetto dalle leggi comunitarie. Però magari vi potrà incuriosire una chicca sullo scorso contratto, che mi è stata raccontata alla fine dell’assemblea.
Dovete sapere che tre anni fa per la prima volta il contratto è stato firmato contestualmente non solo dalla Triplice ma anche dall’UGL. Notate la scelta delle parole: se andate a leggere il testo scoprirete che ci sono due premesse distinte. Però nei contratti precedenti le altre organizzazioni firmatarie firmavano sempre qualche giorno dopo, e la loro firma finiva come appendice al contratto stesso. Bene, un grande successo per il sindacato che fu della Polverini, no? Sì. Ma lo è stato ancora di più perché, a detta del delegato che mi ha raccontato la storia, gli ugiellini non si sono mai fatti vivi durante le trattative e sono stati chiamati per la firma, mezz’ora prima della firma stessa che al solito è arrivata dopo il rito della notte dei lunghi coltelli… dall’Assotelecomunicazioni, cioè dalla Confindustria dei telecomunicazionisti.
Non so voi, ma io trovo la cosa interessante.

gioco della domenica: YourDoku

A dire il vero YourDoku non è un gioco vero e proprio, ma un generatore di sudoku (non standard, nel senso che non sono simmetrici, ecc. ecc.) dove la riga centrale compone una parola di nove lettere a vostra scelta. Se poi siete dei tipi romantici o amanti delle stupidaggini, potete anche comprarvi una mug con il vostro schema :-)
(via Passion for Puzzles)