«Era una notte buia e tempestosa. Va bene, ma in quale data?»
Questo è l’incipit di Dicono di oggi, un sito/blog (scegliete voi come chiamarlo… non è certo quella la cosa più importante) che per ogni giorno dell’anno dà una citazione letteraria in cui il giorno stesso appare.
L’idea non è nuova: nel sito si trova la fotocopia di una Bustina di Minerva dove Umberto Eco, ancora nel 1994, recensiva un libro fatto proprio con una pagina per “giorno”. La realizzazione in rete però ha molti vantaggi, a partire dal non avere limitazioni di spazio e dalla possibilità di fare crowddatation: c’è un modulo per fare segnalazioni. Buon calendario, insomma!
Reviewer rank: 5,928,664
Ho appena pubblicato una recensione su amazon.com (un ebook di problemini matematici: non affrettatevi ad andare a leggerla, tanto sabato ve la trovate qua sul blog scritta in italiano). L’anno scorso avevo pubblicato la recensione dell’ebook precedente, quindi il grand total delle mie recensioni in Bezoslandia è pari a 2 (due).
A differenza della sua versione italiana, Amazon mi ha scritto avvisandomi che il testo da me scritto è pubblico, e ha commentato che la mia posizione in classifica è la numero 5.928.664, come da titolo di questo post. Presumendo che sia l’ultima posizione per i birecensiori, questo significherebbe che ci sono più di cinque milioni di persone che hanno scritto almeno due recensioni, e se tanto mi dà tanto ce ne saranno almeno altrettanti ad averne scritta una sola.
È possibile che ci sia un gran numero di recensioni automatiche e di spam. Ma è comunque qualcosa di enorme: dal mio punto di vista molto più che sapere che c’è un miliardo di account su Facebook. Milioni di persone che perdono tempo a scrivere la recensione di un libro, di un videogioco, di chissà cosa; il tutto senza guadagnarci nulla. Ci pensate?
Rimborsi elettorali: ennesima bufala su Facebook
Siamo sotto elezioni, e quale posto migliore di Facebook per condividere le solite bufale? Quella che sta girando adesso (vedi qui) “spiega” che «anche i voti bianchi e nulli entrano nel calcolo del premio di maggioranza, favorendo chi ha preso più voti», e fin qua nemmeno Monsieur de la Palisse avrebbe di che obiettare. Ma poi prosegue “spiegando” che
«ESISTE UN’ARMA LEGALE CONTRO QUESTA LEGGE INDECENTE
E ANTIDEMOCRATICA!»
(formattazione loro), e spiega che si può verbalizzare il rifiuto della scheda elettorale. In tal modo,
«EVITERETE CHE IL VOTO NULLO O BIANCO
· SIA CONTEGGIATO COME QUOTA PREMIO PER IL PARTITO CON PIÙ VOTI
ED EVITERETE CHE INCASSINO I VOSTRI 5€»
Ora, l’ortografia è corretta ma la semantica slitta pericolosamente dal “premio di maggioranza” inteso come seggi in più al “premio” inteso come rimborso elettorali; ma questo sarebbe il meno. Limitiamoci alla legge, ricordando che una delle poche cose buone che sono state fatte per quanto riguarda le leggi italiane è Normattiva, e partiamo da Wikipedia, che racconta come i soldi dati ai partiti dipendano dalla legge n. 157 del 3 giugno 1999 (per la parte normativa), Nuove norme in materia di rimborso delle spese elettorali emendata con la legge n. 156 del 26 luglio 2002, Disposizioni in materia di rimborsi elettorali per quanto riguarda l’entità dei rimborsi e la legge 51 del 23 febbraio 2006 che fissa a cinque anni l’erogazione dei contributi anche se la legislatura finisce prematuramente (nota: ecco come faceva Lusi ad avere i soldi per l’inesistente partito della Margherita).
Andando su Normattiva, attivando il pulsante “aggiornamenti normativi”, e leggendo l’articolo 2 e l’aggiornamento relativo che abbassa le percentuali, si scopre che il contributo è dato a tutti i partiti che abbiano raggiunto l’1 per cento dei voti validamente espressi in ambito nazionale (grassetto mio). Quindi potete votare scheda bianca, annullare la scheda, rifiutare la scheda, o semplicemente starvene a casa: in ogni caso vi limiterete ad abbassare il numero di voti validamente espressi e quindi al più favorirete la possibilità che un partito piccolo possa superare la mitica quota dell’1% dei voti che non permette di avere rappresentanti in Parlamento ma comunque dà i soldi. Ah, il premio di maggioranza non c’entra un tubo, non è che chi lo vinca ottenga più soldi: quelli sono suddivisi rispetto ai voti validamente espressi. Notate che il fondo è ripartito tra i partiti e movimenti di cui sopra: quindi cercare di disperdere il voto dandolo a partitini dello 0,poco percento serve semplicemente a dare più soldi ai partiti più grandi.
Certo è vero che, come dice l’articolo 2 della legge 26 luglio 2002, n. 156, «Le spese per la campagna elettorale di ciascun partito, movimento o lista, che partecipa alle elezioni, escluse quelle di cui al comma 2, non possono superare la somma risultante dall’importo di euro 1,00 moltiplicato per il numero complessivo dei cittadini della Repubblica iscritti nelle liste elettorali per la elezione della Camera dei deputati nelle circoscrizioni provinciali nelle quali ha presentato proprie liste». Ma rifiutare a verbale il proprio voto non significa certo togliersi dalle liste elettorali, e comunque per ottenere un qualche risultato occorrerebbe che l’80% dei cittadini si togliesse dalle liste elettorali. Non posso garantire che quello non sia il vero scopo dei “Fasci Littori di Combattimento” che hanno pubblicato il testo su Facebook, ma non credo lo sia di quelli che lo copincollano sulla loro bacheca, perché tanto copiare costa solo un clic…
sì, ma
Il post odierno di Gilioli è interessante. Un riassunto in forma twitter è “Io già prima non mi sognavo proprio di votare PD. Però il PD adesso sta facendo in modo di riuscire a perdere, ed è colpa di quello che ha fatto”.
Ma se tanto non lo voti (scelta più che legittima e magari condivisibile), e soprattutto se sei convinto che la sua politica sia troppo di destra, che ti importa di quello che fa?
(Attenzione: non vale la risposta “sì, ma Gilioli ha detto che potrebbe votare SEL, che è in coalizione col PD, per riequilibrare a sinistra la coalizione”. Primo, perché non è detto che lo voti effettivamente; secondo perché non puoi fare affidamento sulle spalle di qualcun altro)
Ho fatto carriera
Quasi due anni fa mi autonominai portavoce/addetto stampa (“pro tempore” e a titolo gratuito) di Wikimedia Italia. La ragione era molto semplice: ogni tanto, almeno in linea di principio, occorreva che qualcuno scrivesse ai giornali per indicare le castronerie informazioni non proprio corrette su Wikipedia e affini. Ora, io non ho certo studiato da addetto stampa né l’avevo mai fatto, però almeno su Wikipedia ne so abbastanza e sono anche in grado di scrivere in italiano. Insomma, la situazione si è più o meno cristallizzata: chi si ricorda il wikisciopero di ottobre 2011 sa che io sono sopravvissuto a una serie di interviste di tutti i tipi (e vi siete persi quelle che non sono mai state pubblicate, una per il New York Times e una televisiva per un canale francese), ma bisogna dire che i miei comunicati stampa sono sempre caduti nel vuoto.
Ieri pomeriggio la Capa mi scrive, dicendomi “domani viene ufficialmente lanciato Wikivoyage. Fai un comunicato?” Io non le dico che ero convinto fosse già partito da due mesi, e mi limito a rispondere “la Wikimedia Foundation ha mica preparato qualcosa?” al che mi viene spedito il comunicato ufficiale (con embargo fino a oggi pomeriggio). Prendo, traduco – ah, Google Translate fa un lavoro quasi sufficiente per i comunicati stampa. Devono essere scritti con una sintassi e semantica davvero standard! – chiedo ai wikiviaggiatori se vogliono aggiungere qualcosa, visto che mi lasciano mano libera aggiungo due righe mie, e ieri sera spedisco il tutto alla lista dei contatti.
Beh, stasera mi ritrovo su repubblica.it, addirittura puntato dalla home page. Sono soddisfazioni, no?
_Costantino 313 d.C._ (mostra)
Venerdì ho preso mezza giornata di permesso, e per le 13 ero a Palazzo Reale con Anna per vedere la mostra su Costantino nel millesettecentario dell’editto di Milano. Iniziamo dalle cose buone. A quell’ora non c’era proprio nessuno – figuratevi che il biglietto era prestampato con data in ingresso 10:30, giusto per dire quanta gente era arrivata quel giorno. Ho poi sfogliato il catalogo: ben fatto, e nemmeno caro – 29 euro, al momento online addirittura col 25% di sconto. La presentazione infine è molto spaziosa, forse persino troppo. Poi ho imparato che il Chrismon (il segno sulle insegne durante la battaglia di Ponte Milvio) non è una croce, e comincio a chiedermi se e quanto potesse venire confuso con il simbolo mitraico (che è un sole stilizzato); infine ho visto una lapide dove ΙΧΘΥΣ aveva come ultima lettera una C, e ho finalmente capito perché Cirillo e Metodio hanno fatto in modo che SSSR si scrivesse CCCP. Fine.
Detto tutto questo, mi chiedo come sia possibile nel 2013 che la cassa all’ingresso obblighi a pagare in contanti, manco fossero stati bloccati i POS come in Vaticano. Capisco che la mostra non è esattamente sulla modernità, però… (Ah, a proposito: il sito dà ancora la “Mobile App Coming Soon”. Chissà se arriverà prima della chiusura della mostra). Ho poi dei forti dubbi sull’aggiungere cose che di Costantino parlano semplicemente, tipo gli arazzi seicenteschi: è vero che la cosa potrebbe avere un senso per vedere la perduranza dell’eredità costantiniana e l’accrescersi degli errori storici, ma non ne sarei poi così certo. Ma soprattutto mi chiedo chi abbia scritto le didascalie nelle varie sale. A parte che costui o costei appartengono alla scuola che osa mettere una virgola tra soggetto e verbo, è evidente che i testi sono stati preparati per impedire che una persona anche colta possa capire di che si parli. Vi segnalo tre parole che abbiamo trovato nei testi: itifallico, clamidata, crioforo. La grande fortuna è che i testi sono anche in inglese, e colui o colei che li ha tradotti evidentemente è seguace della filosofia “parla come mangi”, così abbiamo potuto leggere “with upright penis”, “holding a mantle”, “carrying a lamb”.
In definitiva, preparatevi in anticipo, se proprio volete vedere la mostra.
Strategie politiche
Cosa significa lo smarcarsi di Monti, che ha iniziato ad attaccare pesantemente Berlusconi? Semplice: è un favore a quel mattacchione del penultimo PresConsMin.
Guardiamo le cose disinteressatamente: i sondaggi favorevoli al PD degli ultimi mesi erano dovuti da un lato al disinnamoramento dei fan di Silvio e dall’altro dallo spostamento di una parte di centristi verso un partito che avrebbe potuto garantire una governabilità senza essere davvero di sinistra. Non so se le uscite di mariomonti$$ servano a ricondurre all’ovile berlusconiano i delusi – probabilmente no, ma per quello ci penserà da solo il vecchio piazzista – ma sicuramente fanno travasare voti dal PD alla Lista Monti, il che in un sistema fintoproporzionale come quello del Porcellum è letale per entrambi i partiti.
Sarebbe interessante scoprire quali saranno a questo punto le mosse di Bersani: se non lui almeno il suo staff deve avere chiara la situazione, chissà se hanno anche delle soluzioni…
Carnevale della Matematica #57: GOTO Matem@ticaMente
Non so se un mese basterà per vedere tutti gli interventi raccolti da Annarita Ruberto nel Carnevale della Matematica di gennaio. Ergo, iniziate subito a leggerlo, soprattutto se siete interessati alla didattica della matematica e ai software educativi!