Oggi piovicchiava; non troppo da dovere usare un ombrello, ma abbastanza da bagnarsi. Così mi sono messo in testa il cappello da ciclista-sotto-la-pioggia (lo vedete nel mio avatar sul Friendfeed, per esempio) e sono uscito così a pranzo. Bene: la gente mi guardava e ridacchiava.
Sono vecchio, e me ne accorgo anche da queste piccole cose: una volta mi arrabbiavo oppure arrossivo per queste cose, adesso guardo in faccia la gente con lo sguardo “embè?”. Però c’è una cosa che mi è rimasta a frullare in testa. Il cappellaccio al posto dell’ombrello ha degli indubbi vantaggi: ti lascia entrambe le mani libere e non ti fa rischiare, quando è smesso di piovere e hai chiuso l’ombrello, di ficcarlo nelle gambe se non peggio di chi passa vicino a te. Però il cappello non è il modo standard per ripararsi dalla pioggia, e quindi la gente per default si mette a ridere invece che provare a pensare se ha un senso oppure no. Ecco: il non pensare mi pare sì qualcosa di preoccupante.
Ad ogni modo, quando torno a casa il cappello lo uso ancora :-)
c’è qualche economista in sala?
Leggendo il punto due, comma 1 :-) delle proposte odierne di Bersani trovo scritto «Pagamenti della Pubblica Amministrazione alle imprese con emissione di titoli del tesoro dedicati». Ammetto che tra le mie mille lacune ci sono anche quelle sulla composizione dei bilanci, ed è per questo che chiedo aiuto a quelli tra i miei ventun lettori che sul tema ne sanno qualcosa.
Le domande che ho sono due. La prima: i debiti della Pubblica Amministrazione verso le imprese sono comunque segnati a bilancio, oppure vengono surrettiziamente spostati al bilancio successivo? Come capite, le cose sono molto diverse dal punto di vista del deficit (che se non sbaglio è di cassa e non di competenza, ma anche qua chiedo lumi). Peggio ancora, i debiti degli enti locali, che mi sa siano molto maggiori di quelli statali veri e propri, farebbero saltare ancora di più il patto di stabilità. Ora, è vero che io trovo il patto di stabilità un’idiozia, almeno fino a quando non viene data una vera possibilità di imposizione fiscale agli enti locali; però non mi sembra che si stia parlando di toglierlo, nemmeno nel punto uno delle proposte.
La seconda domanda è un po’ più articolata. Emettere titoli del tesoro significa comunque aumentare surrettiziamente la massa monetaria – la stessa mossa fatta da Draghi a livello europeo. Questo di per sé non è necessariamente un male, ma porterà con ogni probabilità da un lato a un vivace mercato secondario dove le aziende con l’acqua alla gola cercheranno di monetizzare questi titoli, e poi a cascata a un aumento della spesa per interessi per i nuovi titoli di stato che si troveranno a competere con questi titoli speciali (ah: questa cosa Berlusconi non l’ha mai capita, o se l’ha capita è stato bene attento a non farlo sapere a nessuno). È stato tenuto in conto tutto questo? Grazie a chi mi sa rispondere.
(ps: piantiamola con il “femminicidio”, che poi sarebbe anche incostituzionale. Volete aggiungere un’aggravante per un’omicidio commesso contro una persona più debole? Sacrosanto. Le donne sono mediamente più deboli degli uomini? Vero. Ma pensate a un poveretto che uccidesse Marina Berlusconi, e ditemi voi se sarebbe un femminicidio)
gomblotto chavista
Hugo Chávez è morto ieri sera. Requiescat in pace. Io sono un terzista dentro: non credo che fosse quel demone pitturato dagli statunitensi (che hanno sempre una fottuta paura di chiunque provi anche solo a pensare la parola “socialismo”: non per nulla apprezzano l’italico PD), ma mi ha fatto ridere l’attacco delle notizie delle 7 di Radio Popolare, con la riproposizione dell’annuncio ufficiale venezuelano (tutto in spagnolo, senza traduzione) come pezzo di apertura. Per quello che sono riuscito a capire negli anni, Chávez è stato molto amato dal popolo, ha fatto sicuramente cose giuste e utili soprattutto per la parte più povera della popolazione, ma le ha condite con un populismo che non so quanto sia stato utile alla nazione nel complesso.
Ma quello di cui vorrei parlare è un’altra cosa: il complotto che il finto vicepresidente Maduro aveva denunciato ieri, quando è stato chiaro a tutti che Chávez era in fin di vita. Sono certo che anche in Italia milioni di persone saranno convinti che il cancro non gli è arrivato per caso ma gli è stato inoculato (?) in un modo non ben identificato, perché ormai gli imperialisti americani hanno capito che il modo migliore per far fuori i propri avversari – tranne Osama Bin Laden, ma questo perché lui era troppo salutista: o forse perché non era un vero avversario? sapete, non sono molto esperto in politica internazionale – era per l’appunto questo. Vi rendete conto di dove si può arrivare, quando il populismo si traduce in teoria del complotto?
(p.s.: ho parlato di “finto vicepresidente” perché, come sicuramente ricorderete, Chávez era stato eletto presidente alla fine dell’anno scorso ma non ha mai giurato, tanto che tra tre mesi si dovranno tenere nuove elezioni in Venezuela. Complotto per complotto, com’è possibile che nell’ultimo mese – vedete anche la foto del mese scorso nell’articolo del Corriere citato qui sopra – non siano riusciti a trovare mezz’ora per fare in tutta fretta la cerimonia del giuramento? L’avessero fatto, Maduro avrebbe legalmente assunto la presidenza per il resto dei quattro anni del mandato, e probabilmente la situazione sarebbe stata più semplice…
il primo impeachment m5s?
(lo so, sto parlando troppo di politica e soprattutto troppo del MoVimento 5 Stelle. La cosa peggiore è che di per sé non ci guadagno nulla, visto che non c’è neppure un partito che mi rappresenti davvero, e figuratevi se io ho la tessera di qualche partito. Però ho il sacro furore di chi vuole mostrare le conseguenze logiche di certi assunti, perché sono convinto che in tanti non ci pensano. Ah: divertitevi con le analisi dei flussi, che saranno immagino farlocche come tutti i sondaggi di queste settimane)
Ho letto ieri che è già pronta una petizione online per ingiungere al neodeputato M5S Alessio Tacconi di dimettersi. Motivo? Ha violato il codice etico. Come? Semplice. Inviando pubblicità elettorale (era candidato all’estero, quindi con le preferenze) e soprattutto usando le tariffe postali agevolate: il tutto senza dire nulla agli altri candidati. Se preferite la fonte ufficiale (mentre scrivo change.org è giù) andate pure su beppegrillo.it.
Che dire? A parte la frase «La lettera contiene un programma elettorale non discusso ne votato e non fornisce al cittadino elettore la possibilità di conoscere il movimento e la totalità dei candidati facendo intendere che i candidati siano solo quelli presentati dalla lettera/volantino.» che fa ridere non tanto per il “né” senza accento quanto perché fa supporre che i simpatizzanti M5S non sappiano nemmeno guardare le schede elettorali per verificare i candidati, è chiaro che i petenti hanno ragione. Non so se chi si è candidato ha dovuto firmare una scrittura privata per sancire i suoi obblighi verso il MoVimento (e la cosa non mi stupirebbe affatto), ma sicuramente un comportamento del genere è contro tutta la filosofia M5S, a partire dall’uso di soldi pubblici (virtuali, ma pur sempre soldi) per la tariffa postale iperscontata – che io odio, leggi qui e qui – per arrivare soprattutto al Massimo Peccato Grillino: provare a immaginare di poter essere diversi dagli altri. Credo che molti votanti M5S siano pienamente d’accordo con questo concetto: a me fa semplicemente paura.
e se uno vuol fare il bravo cittadino?
Sabato ero all’assemblea di Wikimedia Italia. Solo che avendo due tremezzenni che hanno il corso di acquaticità, alle 11:45 ho inforcato la bicicletta per arrivare in piscina e aiutare Anna ad asciugare e rivestire i giovani. Arrivato in via Meravigli quasi all’angolo con piazza Cordusio ho visto che una delle lastre di pietra che il comune si ostina a lasciare “per arredare la città” era sollevata dalla sua sede e toccava la rotaia del tram.
Mi sono fermato e ho spostato la lastra, che si è tornata al suo posto: sabato sera era ancora ben messa. Però è chiaro che c’è comunque un problema di base, e basta poco perché si sposti di nuovo. Sì, probabilmente chiamando lo 02.02.02 avrei potuto spiegare cosa era successo in un tempo lungo a piacere. Ma non è proprio possibile inventarsi una specie di segreteria telefonica dove registare la segnalazione?
beppegrillo(tm) e l’articolo 67
I quotidiani odierni hanno raccontato di come Beppe Grillo oggi abbia tuonato contro l’articolo 67 della Costituzione, quello che afferma che i parlamentari non hanno vincolo di mandato. Vabbè, dando un’occhiata su Facebook ho visto che Giovanni Stinco ha riportato questo post, non più vecchio di due anni e mezzo fa, in cui il Vate di Sant’Ilario affermava esattamente l’opposto; ma in fin dei conti solo gli imbecilli e i morti non cambiano mai idea, soprattutto quando si scoprono in prima persona le conseguenze di tale idea. Su Friendfeed (sì, frequento troppi socialcosi) Braciola ha riportato un’interessante voce di Wikipedia dove si scopre che questa norma è nata con la Rivoluzione Francese e nel seguito è stata ripresa più o meno ovunque… tranne che negli stati comunisti :-)
Ma detto tutto questo, occorre dire che l’abolizione del vincolo di mandato avrebbe anche un senso… visto che abbiamo il Porcellum. Pensateci un attimo: con l’attuale legge elettorale italiana tu, o elettore, non stai votando una persona ma un partito. Quindi perché quella persona può agire diversamente dalle direttive del Partito? (e poi chiedetevi perché a mio parere il Porcellum sia la più immonda schifezza escogitata in questi sessantacinque anni di Repubblica Italiana)
Quizzino della domenica: niente parallele
Scrivete un’espressione che valga 1 usando quattro fiammiferi, tutti orientati in direzioni diverse. La figura qui sotto andrebbe quasi bene, ma ci sono due fiammiferi nella stessa direzione, e non vale ruotarne uno di 180 gradi. Allo stesso modo, potrei ottenere 1 scrivendo 1×1, ma anche in questo caso ci sono due fiammiferi paralleli.

(un aiutino lo trovate sul mio sito, alla pagina http://xmau.com/quizzini/p086.html; la risposta verrà postata lì il prossimo mercoledì. Problema tratto da Julio Mira, Mathematical Teasers.)
_I computer di Star Trek_ (libro)
Non sono un grandissimo esperto di Star Trek, però insomma qualchecosina la so anche, pur confessando che dopo TNG mi sono perso abbastanza. Mi sono preso così a suo tempo questo vecchio libro (Lois H. Gresh e Robert Weinberg, I computer di Star Trek, Longanesi 2001 [1999], pag. 244, € 13,43, ISBN 9788830417700, trad. Libero Sosio), e in questi giorni me lo sono letto con la malcelata speranza di vedere cosa era successo in questi dieci anni. L’idea alla base del libro è spiegare quali cose sono presumibilmente fattibili e quali no nell’universo di Star Trek, e cosa potremmo effettivamente aspettarci nel futuro prossimo.
Diciamo che il risultato finale è stato piuttosto deludente. Da un lato gli autori hanno continuato a rimarcare il fatto che nei telefilm sono state continuamente fatte scelte “televisive” e quindi chiaramente irreali; e fin qui lo sapevamo già tutti, grazie. Essendo gli autori due informatici, la prima parte – quella che studia il funzionamento dei computer di bordo, partendo dalle conoscenze “ufficiali” trekkiane – è abbastanza interessante, anche se spesso i due tendono al ricorrere alle argomentazioni per auctoritatem che come immaginate non sono il massimo. Andando avanti nel testo però ci si allontana sempre più da una plausibilità scientifica, e quindi gran parte del divertimento si perde. E la parte finale, con quello che “supera già Star Trek”? Beh, gli autori non potevano certo sapere della possibilità di teletrasporto di un fotone, e quello non glielo possiamo computare come errore. Però le “magliette intelligenti” che erano già in betatest nel 1999 eppure non sono mai apparse nei negozi mi fanno solo venire in mente una teoria del gomblotto, scusatemi.
(Ah, e non mi aspettavo che Libero Sosio scrivesse “millimetri di centimetro”. Anche tralasciando la svista millimetri / millesimi, “thousandths of inch” sarebbero stati “centesimi di millimetro”)