ripedaliamo!

A parte lo sciopero, mi ero dimenticato di scrivere che ieri, dopo solo un mese e mezzo, ho ripreso la bicicletta per andare in ufficio.
Non è stato così difficile: il freddo era sopportabile, e l’unico problema resta a livello delle mie gambe che non hanno apprezzato il tipo di movimento, ben diverso dalla camminata.

sciopero selvaggio bus

Stamattina ci siamo svegliati alle 9:30, per una volta.
Accesa la radio, abbiamo scoperto che a Milano hanno deciso di scioperare a oltranza per il contratto.
Bah. Può essere anche vero che uno sciopero “per riuscire bene deve fare male”, ma non mi sembra proprio che sia giusto arrivare a scioperare all’improvviso. Qui non si dà un disservizio, ma si impedisce alla gente di programmarsi le proprie giornate. Non so quanto tutto ciò possa aiutare i tranvieri, credo ben poco.

Naming Authority: 1994-2003

Boh, forse la categoria corretta sarebbe “politica”, oppure “piagnucolio”.
Per la gioia della parte del mio pubblico che ama conoscere i retroscena dell’internette all’italiana, ho scritto un commento su quanto successo all’Assemblea della Naming Authority dello scorso 9 dicembre. Per il momento, lo trovate nelle mie pagine relative alla NA.

Attenti al ghiaccio

Ieri sera la temperatura si era molto abbassata, il termometro dell’auto segnava tre gradi, e c’era anche qualche gocciolina di pioggia. Quando accendo il motore, oltre alla solita segnalazione “autonomia limitata” – assicuro che non puoi non accorgerti di essere finito in riserva con la 147 – mi arriva un disegnino di fiocco di neve e la scritta “possibilità di ghiaccio sulla strada”.
Mi sto chiedendo se questo messaggio appaia semplicemente perché la temperatura è sotto i quattro gradi, oppure verifichi anche l’umidità…

proposte occupazionali

Da una parte abbiamo i lavoratori di Retequattro che perderanno il posto di lavoro se l’emittente deve essere assunta in cielo. Dall’altra ci sono i lavoratori di Alitalia che perderanno il posto di lavoro se qualcosa non accadrà. Non vedete un embrione (no, scusate, il termine non è politicamente corretto) di possibilità?
Il governo potrebbe creare Telealitalia impiegando i lavoratori in esubero della nostra compagnia di bandiera. I notiziari potranno essere tenuti dai piloti, che sono già abituati a dare notizie varie su ritardi condizioni meteo e località sorvolate nel percorso: gli assistenti di volo possono diventare i protagonisti di programmi di varietà molto migliori di quelli che si vedono adesso in televisione; i lavoratori dei servizi a terra verranno riciclati come teleoperatori. Anche le telenovelas, punto di forza di Retequattro, potranno venire gestite senza problemi: avete presente le scene con la lista d’attesa, gli orari di partenza lentamente spostati in avanti che nemmeno Bergman, le mille storie di vita nel corridoio dell’aereo?
Purtroppo non mi pare possibile completare l’opera e creare una nuova compagnia aerea (AirFede?) con i dipendenti di Retequattro. Una imperdonabile pecca in questo per il resto perfetto piano.

<em>Come smettere di farsi le seghe mentali</em>

Il libro (Ponte alle Grazie, 121 pagine, ISBN 88-7928-662-5, 9 €) meriterebbe solo per il titolo – che per amor di precisione termina con “… e godersi la vita” – di essere acquistato. In fin dei conti non è neppure poi troppo caro, ti viene più o meno a costare come un paio di DVD in affitto da Blockbuster. Sono anche convinto che l’autore Giulio Cesare Giacobbe, che insegna tra l’altro Fondamenti delle discipline psicologiche orientali (qualunque cosa siano) all’Università di Genova, abbia scritto delle idee interessanti. Che aiutino o meno le persone, non lo so: sono abbastanza convinto che ognuno è un caso a sé. Di nuovo, però: il libro è breve, quindi non si perde troppo tempo a leggerlo.

C’è una cosa che però mi sta davvero sulle palle: lo stile utilizzato dall’autore. Mi sarebbe stato benissimo se si fosse limitato ad essere leggero, anzi avrei apprezzato la scelta di non nascondersi dietro ai paroloni ed esprimere i concetti in modo lineare. Mi vanno bene anche le battute qua e là. Ma qui il caro Giulio Cesare ha utilizzato un gergo falso giovanilistico che a me personalmente risulta particolarmente sgradito, soprattutto perché assolutamente staccato dal contenuto. Un vero peccato.