La mostra, ospitata a Varese al castello di Masnago, era nata come una retrospettiva di Enrico Baj curata dallo stesso artista, che tra l’altro aveva preparato anche le didascalie alle varie sezioni oltre che decidere che sarebbe iniziata il giorno del suo settantanovesimo compleanno. Purtroppo è morto senza poterci assistere: si può però capire che questo è il suo testamento artistico.
La mostra (ingresso 4 euro; dura fino al 15 gennaio ma forse verrà prolungata al 29 febbraio) è davvero interessante, sia per la quantità di opere esposte che per la loro varietà. Tutti i periodi creativi del pittore sono rappresentati, con opere che almeno io trovo molto belle e piacevoli, anche se mostrano come lui fosse abbastanza fuori di testa.
Noticina: forse ci sono più opere in francese che in italiano che hanno avuto illustrazioni di Baj. Un altro artista misconosciuto in patria.
Riposizioniamoci
alta tecnologia al Museo Egizio
No, non ci faccio una recensione. Il Museo Egizio di Torino è tra i primi tre al mondo, dopo quello del Cairo e giocandosela con la sezione egizia del British Museum; peccato che sia tenuto in maniera assolutamente oscena.
Capisco che rifarlo secondo le moderne tendenze museali (non una serie di vetrine per uso quasi unicamente degli esperti come accadeva duecento anni fa, ma un percorso più fruibile anche dalla gente comune) richieda soldi e spazi. Però forse riverniciare le pareti e spolverare le statue – è granito, mica si rovina nei prossimi cinquemila anni! – potrebbe essere fattibile.
Anche riscrivere le targhette al primo piano non sarebbe male: quella del Libro dei Morti era di un colore marroncino che rendeva chiara la sua datazione agli anni ’30, anche senza notare che il testo era scritto a macchina e con parole tipo “ricavansi” che già il Manzoni aborriva. Divertente la scenetta tra me e Anna: lei punta una frase e mi fa “«Sillogi similari». Secondo loro qualcuno qui dentro sa cos’è una silloge?”. Dopo qualche secondo io replico “Beh, una silloge dovrebbe essere una raccolta… o no? che cos’è?” E lei “Boh?”. (Per i curiosi pigri: era effettivamente una raccolta, quel povero mio neurone non si era già bruciato)
Ma il peggio è stato vedere i mezzi con cui si conservano i sarcofagi. “Purissima canfora”. C’era ancora il cellophane aperto: ho provato a fotografarlo, ma non potevo né mi sarei sognato di usare il flash e non c’era luce a sufficienza. In altre salette, i sali igroscopici erano belli visibili nella loro fiaschetta con tappo di sughero appena intagliato… Bel biglietto da visita!
_Africa_ (mostra)
La mostra, che si terrà fino al 15 febbraio alla GAM di Torino (ingresso 7 euro e mezzo) è davvero stupenda. Divisa in quattro sezioni – che tra l’altro hanno fatto temporaneamente sloggiare la parte dedicata al ventesimo secolo: a mio parere, un vantaggio in più della mostra! – si possono vedere in gran quantità delle opere antiche e moderne di artisti generalmente del centr’Africa. È impressionante vedere la varietà degli stili, che vanno da un verismo che per i soloni europei del 1800 doveva essere per forza copia dei classici greci, a una raffigurazione astratta che è tutto tranne che primitiva. Come sempre io avrei apprezzato qualche spiegazione in più: la localizzazione delle opere era chiara e in alcuni casi veniva spiegata la ragione di certe forme, ma perché zone relativamente vicine hanno sviluppato delle forme di arte così diverse?
Meno interessante a mio parere la sezione sugli avori afroportoghesi: cucchiai e saliere intagliati sicuramente con incredibile bravura, ma che non è che dicessero molto.
Assai meglio l’ultima parte, contenente sia opere moderne di autori africani che opere di europei che si sono ispirati all’arte africana: artisti come Modigliani, Picasso, Matisse giusto per fare qualche nome.
Non abbiamo verificato se con il biglietto si può anche andare a vedere la collezione dell’800: in caso affermativo potrebbe essere interessante andarci a dare un’occhiata, se non ricordo male quanto vidi l’ultima volta che ci andai.
statistica
Che ci guadagna?
Leggo adesso che Carl’Azeglio Ciampi ha conferito la medaglia d’oro al valor civile a Natale Morea. Per chi non si ricordasse chi è, è la persona che il 14 dicembre salvò cinque ragazze da un’aggressione a Piazzale Ostiense a Roma, subendo violente percosse per le quali è ancora ricoverato.
Sarà tanto bello, ma credo sarebbe stato meglio vedere cosa gli poteva servire davvero: ricordo che è un senzacasa, e con la medaglia non ci fa molto.
costo marginale
Dietrologi
L’altro ieri, a cena con amici, qualcuno è uscito fuori dicendo che lo scandalo Parlamat è uscito fuori adesso non tanto perché Calisto Tanzi ha tra i suoi amici De Mita, quanto perché possiede Odeon TV. Quindi è tutta una storia di Berlusconi per potersi tenere le sue televisioni.
No, non ci credo. Inoltro solamente.