leggeri aumenti di prezzo

Come forse sapete, RFI sta man mano creando le nuove linee ad alta velocità (o alta capacità, se preferite). Secondo l’articoletto di Metro, da Milano si riuscirà ad arrivare in meno di un’ora a Torino (entro il 2009) o a Bologna (entro il 2007). E il costo? L’incremento tariffario verso Torino sarà di “soli” dieci euro. Considerando che oggi un biglietto Eurostar Milano-Torino costa 15 euro, l’aumento sarà del 66.6%. Quisquilie.

Il sabato news cerca collaboratori!

La locandina di questa settimana del giornale preferito dai rozzanesi non è effettivamente il massimo: abbiamo una lite familiare (“La moglie lo lascia – fa strage nella casa di lei”) e una speranza di aiuto (“Cercate lavoro in zona? Forse questa settimana c’è l’inserzione che aspettate”. Il corsivo è mio). Ma la cosa più interessante è che a quanto pare cercano dei nuovi collaboratori intenzionati a scrivere del sud Milano. Chi è interessato provi a scrivere a ilsabatonews@libero.it, ma non dica che l’ho mandato io :-)

<em>La musica in cento parole</em>

[copertina]
Il sottotitolo di questo libro (Arrigo Quattrocchi, La musica in cento parole, Carocci – Quality Paperbacks 2003, pag. 138, € 12, ISBN 88-430-2638-0) è “un piccolo lessico”. Effettivamente Quattrocchi, critico musicale del Manifesto, ha voluto condensare in cento lemmi principali, e 132 secondari, il lessico della musica classica, pensando al pubblico magari anche di buoni studi ma figlio della cultura italiana che si è sempre preoccupata di tenere l’insegnamento musicale bene in disparte. Viene così evitato l’uso di un qualsiasi pentagramma, mentre viceversa sono spesso evidenziate le somiglianze tra l’uso comune di un termine, si pensi ad esempio ad “armonia”, e quello musicale. Il libro insomma non può certo considerarsi una storia della musica, ma quello non è certo lo scopo che si propone, mentre invece raggiunge pienamente quanto dichiarato nell’introduzione.

CD audio rovinati

Io posseggo almeno tre CD (un doppio live di Jannacci e una raccolta di rock italiano del Dizionario della Canzone Italiana della Curcio) che si sono rovinati. Il colore del disco è diventato bronzo, dall’argento originale, e all’ascolto si sente una quantità di crepitio che manco un 78 giri, oltre ad alcuni stop quando il povero correttore di errore non sa più che pesci pigliare.
A parte le operazioni necessarie adesso per rifarmi i dischi (leggasi, scaricarmi da qualche parte gli mp3… è una specie di backup retroattivo se ci si pensa bene) c’è qualcuno che ha un’idea di cosa fare in genere, e come ci si può accorgere in anticipo della degradazione del supporto?

Museo di arte contemporanea di Rivoli

Visto che come ho scritto eravamo a Torino per un battesimo, prima di tornare a Milano Anna e io siamo andati a vedere il Museo di arte contemporanea a Rivoli. Premetto che io ero stato spesso fino al Castello, ma avevo accuratamente evitato di entrare al museo; inoltre avevo sempre lasciato l’auto ai piedi della collina camminando per l’isola pedonale, tanto che ho avuto dei problemi a trovare la strada per salire in cima.
Il castello è indubbiamente molto bello, e infatti Anna che non l’aveva mai visto è rimasta estasiata. Come è capitato spesso per le residenze dei Savoia, non era mai stato finito per mancanza cronica di soldi unita a una certa qual tirchieria, e inoltre nel diciannovesimo secolo era anche stato adibito a caserma. I restauri hanno deciso di fare un’opera di rottura, costruendo delle parti in vetro e cemento al posto di quelle mancanti. A dirlo così sembrerebbe una schifezza, invece il risultato è davvero piacevole. Anche la caffetteria non è male, e ha dei prezzi civili, a differenza del ristorante che a vedere la carta sembra essere una di quelle cose di gran lusso.
Ah: domenica era la Giornata del Patrimonio, e così il biglietto di ingresso era gratuito, il che non ha fatto certo male. Non che comunque ci fosse moltissima gente, e molti dei presenti non erano italiani. Ad ogni modo, le sale del primo piano (il secondo era chiuso perché in allestimento) avevano opere che io ho trovato per la maggior parte francamente inutili, anche se devo riconoscere che c’erano un paio di chicche molto piacevoli. Lo so, il mio orizzonte culturale è limitato, Anna me lo dice sempre; anche nelle opere video esposte al terzo piano ce ne sono state alcune che a me sembravano tanto i filmini che puoi fare in spiaggia – occhei, non c’erano i bagnanti in costume, ma nulla di più – insieme ad altri lavori che magari non mi piacevano ma avevano almeno un senso artistico. La cosa che però mi ha stupito di più è che tra gli scultori c’era un solo artista nato nel 1954, e tutti gli altri erano nati prima del 1950. A questo punto mi chiedo dove la mia generazione, per non parlare dei trentenni, può esporre. Ci sarà forse un museo d’arte postcontemporanea?

Cotoletta a rischio

No, non è che mucca pazza tocchi anche la fettina. La notizia, che stranamente ho trovato solo sul romano Leggo, è che i macellai meneghini hanno ieri indetto una “festa di sensibilizzazione” in via Spallanzani, comprensiva di “degustazioni per valorizzare la tradizione della macelleria milanese”. Cosa sta succedendo? quello che si può vedere direttamente per le vie milanesi: non ci sono più macellai italiani. Cito Maurizio Arosio, presidente dell’associazione macellai: «A Milano ci sono solo sei macellai italiani sotto i trent’anni, mentre sono 14 gli under 30 stranieri, che di cotolette, busecche e nodini sanno ben poco». Nemmeno io so molto di busecche, ma non è questo il punto. A me sarebbe sembrato logico dire “facciamo dei corsi destinati ai macellai stranieri per insegnare loro la tradizione lombarda”, cosa che a quanto sembra non è nemmeno passata per la testa ai nostri, o al vicesindaco che è venuto a portare la solidarietà non si sa se sua o della giunta.

<em>Sports</em>

Si definisce “Free press del lunedì e del giovedì”, esce a Roma e Milano, ed è arrivato al numero sei, anche se questa di oggi è la prima copia che io provo a prendere. Il colophon non dice molto, se non che la pubblicità è curata dal Sole-24 ore che magari è anche quello che mette i soldi per il giornale gratuito (ah, da pagina di pubblicità in fondo ho scoperto che esiste il mensile “Il Sole-24 ore Sport”, e che è già partito nel 2000…) e che gli indirizzi email rimandano a un sito al momento inesistente, il che non è poi la fine del mondo. A proposito di pubblicità: ci sono sei pagine piene su 24 della foliazione, più tre moduli più piccoli per un totale di altra mezza pagina abbondante.
Il font utilizzato è sempre con le grazie, come del resto negli altri quotidiani gratuiti: non è però un classico Times Roman, e soprattutto l’interlinea mi pare leggermente maggiore, dando un’impressione di vuoto indipendente dal contenuto degli articoli. Come ci si può aspettare, metà del numero è dedicata al calcio, stranamente solo di serie A anche se la cosa si può spiegare con la diffusione che non tocca città con squadre in B o C/1. Occorre però dire che gli altri sport sembrano trattati abbastanza bene: ad esempio c’è un articolo sulla vittoria della Grecia negli europei di basket, che tutta la stampa italiana ha snobbato non appena la nostra nazionale è stata eliminata. Insomma, potrebbe essere peggio :-)

I fischi a Ruini

Qualche giorno fa, mentre stava ritirando un premio dalla fondazione Liberal (sic), il cardinale Camillo Ruini è stato sonoramente fischiato da una quarantina di studenti per le sue prese di posizione contro i PACS. L’accaduto è stato stigmatizzato da tutti i politici: non solo da Prodi, che in fin dei conti Ruini lo conosce bene visto che è stato sposato da lui, ma anche da un pezzo grosso dei DS come Vannino Chiti.
Io invece non ci trovo nulla di così scandaloso. Esattamente come affermo il diritto di Ruini in quanto cittadino italiano di esprimere la sua opinione sulla politica italiana, così affermo il diritto di chi lo vuole contestare di poterlo fare. E visto che in Italia – come ovunque – c’è una asimmetria comunicativa, l’unico modo per chi “non è importante” per fare conoscere la sua tesi è fare “il parassita” in modi come questi. Tutto qua.
Divertente post scriptum: ho appena scoperto che dopo la contestazione Adornato ha amabilmente affermato che ‘in America i fischi valgono come gli applausi”. Mi chiedo che cosa passi all’interno della testa di quell’uomo.