Computer Stupidities

Il link di oggi mi è stato segnalato da Gaudenzio. Avete presente tutte le battute sugli utonti? Ecco, qua ce n’è una raccolta amplissima. Vere o false? Non importa, sono sempre divertenti… l’unico guaio è che sono in inglese. E no, non ho voglia di tradurle.
Nel sito in questione ci sono anche altre sezioni che a mio parere meritano: Movie-A-Minute, che fa capire come i trailer siano inutilmente prolissi; Things People Said, perché non di soli computer vive l’utonto; Trivia Stampede, per perdere tempo a rispondere a domande stupide.

La settimana del ghisa

È da lunedì che vedo in giro per Milano una quantità incredibile di vigili urbani. In macchina, in bici, a piedi. Capisco la loro presenza in piazza Appio Claudio, dove un annetto dopo che avevano messo i nuovi pali stanno cambiando l’impianto semaforico; ma ce ne sono davvero più o meno dappertutto.
A dire il vero, in questi giorni il traffico mi sembra più caotico del solito: adesso rimane da capire qual è il corretto rapporto causa-effetto.

rinnovescion

Come la mia più attenta lettrice ha notato, ho fatto un restyling della mia homepage. Le informazioni sono le stesse, ma la leggibilità dovrebbe essere migliore, e gli angolini (copiati da qui con un po’ di lavoro per rendere la pagina senza errori con XHTML) mi sembrano carini. E il tutto si legge decentemente anche con lynx!

un po' di attenzione, insomma!

Capisco volere fare del phishing scritto in un italiano diciamo “interessante” (che ne dite di «se recentemente accedeste al vostro conto mentre viaggiavate»?)
Capisco che non sono molti a guardare le header e vedere che il messaggio è stato spedito da TLV62-0-78-214.bb.netvision.net.il (eh, questi sporchi ebrei… :-) )
Però postare il messaggio usando come mittente ChiquitaBayno@bancopostaonline.poste.it mi pare un po’ troppo!

mail marketing

Compro molto spesso vestiti da Boggi: ho raggiunto un compromesso con Anna, e almeno non mi porta in dieci posti diversi quando decide che il mio guardaroba è da cambiare. Qualche mese fa ho provato a chiedere al negoziante “ma non è che a un affezionato cliente come me fate una fidelity card?”, sottintendendo che potevo rinunciare a un po’ della mia privacy per qualche sconto. La risposta è stata “non so, queste cose le fanno in sede centrale: io posso solo inviare la richiesta”. Vabbè, penso io, al limite butto via un po’ di cartaccia in più (ho messo un indirizzo email di quelli che non controllo praticamente mai, se non per cancellare tutto una volta ogni tanto).
Mi ero dimenticato poi della cosa fino a venerdì scorso, quando in buca ho trovato tre buste con il catalogo Boggi; in due delle buste c’era un’altra lettera con la famosa fidelity card. I numeri d’ordine delle due lettere erano tra l’altro consecutivi, e l’indirizzo era scritto allo stesso modo in tutte e tre le buste. Ora, capisco che la loro base dati abbia dei problemi, ma mi chiedo come mai questa disparità nella terza busta…

Tra furlane ci s’intende

Mia zia tuonava contro Renato Brunetta. Mia madre chiede “e chi è?”, e mia zia, per chiudere la questione: “Varda, l’è un de Pravisdomini”.

<em>Io, l'erede</em>

Pièce scritta nel 1942 da Eduardo basandosi a suo dire su un aneddoto realmente accadutogli, la storia racconta di Ludovico, che torna in patria per reclamare la sua “eredità”: il padre infatti aveva vissuto come beneficato di una famiglia, e lui ritiene di avere diritto ad avere lo stesso posto. Detta così, la cosa sembra essere assurda, e probabilmente lo è anche: però la commedia è molto amara, con Ludovico che mostra impietosamente come le relazioni fossero molto più complicate di quanto sembrasse all’inizio. Eppure Ludovico non ce la fa ad uscire dalla spirale, e l’unica che romperà questo ricorso storico sarà la giovane Bice, anch’essa mantenuta dalla famiglia.
La commedia, come ho detto, è molto bella. Però ho una serie di appunti da fare sulla regia. L’inizio è troppo lento, addirittura scolastico nella recitazione: deve entrare Leopoldo Mastelloni nella parte di zia Dorotea per riuscire a fare partire davvero la scena. I cambi scena con i due domestici che fanno una specie di balletto sono poi francamente inutili, e di nuovo rallentano il flusso. Ciò detto, oltre a Mastelloni c’è da sottolineare la bravura di Geppy Gleijeses come Ludovico Ribera: recitazione da “cattivo” e rompipalle, proprio quella che ci voleva per colpire il pubblico. Memorabile il duetto con Umberto Bellissimo nella parte dell’avvocato. Gli altri interpreti, a parte Margherita di Rauso che anche in una piccola parte come quella di Caterina è riuscita a distinguersi, non mi hanno detto molto. Marianella Bargilli (per i gossippari: è la compagna di Gleijeses, e ha partecipato al Grande Fratello 3 – qualcuno credeva ancora venissero tutti dalla strada?) era partita molto bene come Adele, ma nel secondo atto le poche apparizioni mi sono sembrate meno incisive; Gabriella Franchini – Margherita non mi è proprio piaciuta; quanto a Valentina Tonelli, le do il beneficio del dubbio in quanto debuttante, e perché nelle prime scene si era mossa bene.