Notiziona apparsa nientemeno che su Repubblica: un tale aveva fatto tredici al totocalcio, ma aveva perso la schedina. Aveva allora fatto causa al Coni, indicando esattamente data, ora e minuto della giocata vincente – oltre immagino alla ricevitoria; dopo sei anni, il tribunale gli ha dato ragione, condannando il Coni a pagargli i 120000 euro più gli interessi legali.
Giusto per non portare avanti luoghi comuni a proposito di soldi: il tizio è ligure.
Nebiun
Notiziola assolutamente inutile, se non per chi vorrà o dovrà spulciare i miei archivi tra qualche decennio per capire cosa capitava da queste parti: oggi è stato il primo giorno di nebbia della stagione 2005-2006. Niente di straordinario, trent’anni fa l’avremmo chiamata “foschia densa”, ma tant’è.
"La prof ideale"
Ieri su Leggo c’era anche la notizia – lancio in prima pagina, articolo all’interno – che “Roberta Capua è la professoressa ideale per gli universitari riuniti al Salone dello studente di Roma”. Evito i commenti sul Salone in questione, ma non posso esimermi dal far notare quali erano le candidate in questo “sondaggio” proposto dalla rivista Campus: Simona Ventura, Maria de Filippi, Afef Jnifen, Daria Bignardi, e Letizia Moratti che casualmente è arrivata ultima – e non posso nemmeno dare torto ai votanti, visto che la scelta non sembrava affatto considerare che magari un professore dovrebbe in primis insegnare.
Ma quello che mi ha stupito di più è che non ho trovato nessuna citazione in rete. Sembrerebbe quasi che si siano vergognati di pubblicare la notizia.
Il vero scandalo
Quello che io trovo scandaloso non è vedere Santoro invitato a RockPolitik a parlare del suo caso, e nemmeno che a destra urlino contro la par condicio (tanto Silvio la vuole togliere perché dice che è contro di lui… e comunque fossi stato Celentano avrei invitato Emilio Fede per pareggiare i conti: o, se voleva proprio un giornalista, Paolo Guzzanti oppure Gustavo Selva. Tutto divertimento in più)
La parte scandalosa è che Santoro ha tradito la fiducia di più di mezzo milione di cittadini che l’hanno votato perché andasse a fare l’europarlamentare, dimettendosi non appena si è aperto uno spiraglio. In questo modo è passato dalla parte della ragione a quella del torto: un conto è decidere che sia meglio combattere altrove la propria battaglia, un altro è usare la fiducia della gente come semplice predellino per risaltare sul proprio treno.
ordinamento
Su Leggo si dà notizia della graduatoria della corruzione, stilata dalla ONG Transparency. I meno corrotti, secondo un “quoziente matematico di percezione della corruzione” sono gli islandesi; si afferma poi che l’Italia è al 42° posto, un passo avanti visto che nel 2004 eravamo al 40° (neretto mio).
Leggendo il lancio Ansa, scopriamo che i numeri sono rovesciati: nel 2004 eravamo al 42° posto, quest’anno al 40°, il che ha senso visto che si parla di miglioramento. Ma per l’anonimo articolista, si direbbe che un numero grande è meglio di un numero piccolo…
niente election day
Non sono riuscito a capire come mai Berlusconi abbia immediatamente cassato la possibilità di tenere le elezioni amministrative dell’anno prossimo insieme alle politiche. La motivazione che ho sentito stamattina per radio (“la gente si potrebbe confondere”) mi pare ridicola, ma non so nemmeno se la frase sia stata davvero pronunciata. (Beh, il nostro Commissario Europeo Frattini ha sentenziato che «Le elezioni Politiche hanno una rilevanza tale che mi sembra francamente inopportuno collegarle a quelle comunali»)
Ah, intendiamoci: simmetricamente non credo nemmeno alla scusa “così si risparmiano 150 milioni di euro”. Non che non li si risparmi, ma storicamente questo non è mai stato un punto che interessasse i politici.
Ma torniamo a questo accorpamento. Una volta, Silvio B si lamentava perché nelle elezioni amministrative Forza Italia perdeva voti rispetto alle politiche, e attribuiva la causa del calo al fatto che non si poteva impegnare in prima persona. Vero o falso che fosse, a quanto pare adesso la cosa non sembrerebbe valere più. Ma perché?
Da buon fantapolitico, provo a buttare giù alcune ipotesi, anche se a dire il vero non credo a nessuna di esse. Voi che ne pensate?
– Visto che la proposta è partita da Prodi, Silvio la deve negare per principio.
– Silvio ha scoperto che i sondaggi affermano che il suo peso ultimamente è negativo, quindi preferisce lasciare perdere.
– Le tornate elettorali in realtà spingono l’economia, quindi è meglio farne tante.
– Si sta già pensando all’appalto per esternalizzare i seggi elettorali, quindi è meglio fare più elezioni possibile.
– Statisticamente su tre voti (politiche e primo e secondo turno amministrative) è più facile vincerne almeno uno.
– Silvio vuole candidarsi a sindaco di Milano e quindi è meglio separare i voti.
torniamo alle proporzioni
Ieri sera, nei cinque minuti prima di uscire, ho provato a fare un simpatico esperimento: ho preso le homepage di una serie di quotidiani non italiani in lingue che io riesco a capire, per vedere se e cosa dicevano delle primarie italiane. Così in tutta fretta devo avere saltato qualche giornale, soprattutto francese: sono grato a chi proporrà aggiunte e correzioni alla mia lista.
I giornali considerati, con quella che dobrebbe essere la loro tendenza (tagliata con l’accetta) sono stati: per la Gran Bretagna The Times (destra), The Guardian (sinistra), The Independent (destra); per la Francia, Le Monde (sinistra); per la Spagna, ABC (destra), El Mundo (sinistra), La Vanguardia (?); per la Germania, Die Welt (destra) e la SüddeutscheZeitung (?). Inoltre i due quotidiani statunitensi New York Times e USA Today, giusto per completare il pacco.
Bene. A parte i due giornali americani dove non mi aspettavo nulla, il risultato è stato che solamente Le Monde e la Süddeutsche hanno citato tra i titoli la notizia. Ma quello che è più interessante è leggere i titoli: i francesi scrivono “In Italia, Romano Prodi guiderà la coalizione della sinistra alle elezioni legislative del 2006” e i tedeschi “Romano Prodi sfiderà Berlusconi”. Delle primarie si parla all’interno degli articoli, e solo su Le Monde si accenna alla “partecipazione che ha superato tutte le previsioni”.
Insomma, non montiamoci la testa :-)
La fabbrica di cioccolato (film)
Ho deciso. Tim Burton è troppo bravo. Ha preso una favola – che adesso penso che mi andrò a cercare – e l’ha trasportata perfettamente sullo schermo. Non è banale riuscire a mantenere il manicheismo insito nelle fiabe, con i caratteri che devono essere tagliati con l’accetta, senza scadere nella farsa. Sicuramente gli effetti digitali aiutano: quando stamattina ho scoperto che Deep Roy ha fatto tutti gli Umpa-Lumpa, ho finalmente capito come mai sembravano tutti uguali. Sicuramente Johnny Deep Depp ci ha messo del suo: un gigione come Robin Williams qui non sarebbe stato adatto, mentre la sua recitazione è sempre asciutta il giusto. Ma ribadisco: il tutto è stato magnificato dalla poesia dietro la macchina da presa. Film da guardare, possibilmente al cinema.