Complice il fatto che Anna doveva stirare, siamo restati a vedere l’apparizione televisiva di Giulio Tremonti alla trasmissione di Fabio Fazio Che tempo fa (a parte che il Magnifico Rettore ha un’aria molto più carina adesso che venticinque anni fa – questa la capiranno in pochi).
Commenti? Beh, innanzitutto Corrado Guzzanti è un maestro. Quando ha rifatto Tremonti dalla Dandini era assolutamente indistinguibile dall’originale. Ma quello che mi ha lasciato davvero basito è che Tremonti non ha senso dell’umorismo. Non capiva quando Fazio lo prendeva per i fondelli, si è messo a puntualizzare da maestrina sulla (vecchia) barzelletta raccontata in precedenza da Rutelli mettendosi a spiegare che l’Italia non è bagnata da tre mari, ma da quattro; la battuta che ha fatto (alla domanda su cosa si erano detti Berlusconi e Ciampi ha risposto snocciolando le cifre del numero telefonico del centralino di Palazzo Chigi) non era male, ma pronunciata così era incomprensibile.
Per il resto, idee poche ma confuse, o meglio che facevano confondere il povero ascoltatore. Ma sono certo che lui è uscito dagli studi milanesi convinto di avere riscosso un successone!
sacro copyright
Su La Stampa di oggi c’era un articolo che mi ha lasciato davvero basito. Papa Benedetto XVI ha infatti deciso che da ora in poi rafforzerà, attraverlo la Libreria Editrice Vaticana, il copyright sui suoi testi; quindi se un altro editore volesse stampare una copia di una sua enciclica d dovrà pagare i diritti d’autore a B16.
A parte che io avrei già dei problemi con il concetto di copyright su parole che si suppone siano per il mondo tutto, potrei ancora capire l’idea di impedire che qualcuno travisi i testi, e quindi l’apposizione di un copyright. Ma pagare i diritti? Se ci pensate un attimo, è assurdo. Un fedele non ha la possibilità di sapere cose che indubbiamente lo riguardano, se non pagando “un diritto” a chi glielo deve dire: quasi meglio della simonia.
Aggiornamento: Grazie a quasi.dot, ecco il lancio d’agenzia. Interessante notare la data: fine maggio scorso.
CX589VC
Se vi capita di vedere a Milano una Yaris rossa con questa targa – ripeto: CX-589-VC – vorrei che sapeste qualcosa in più della tipa che la guida.
Oggi pomeriggio eravamo andati a far la spesa all’Esselunga di viale Zara; mentre tornavamo a prendere la nostra auto in parcheggio vediamo la macchina in questione infilarsi a tutta velocità nel parcheggio riservato agli handicappati. Non che non ci fossero altri posti: in quello stesso piano ne ho visti almeno una quindicina.
Anna, che in certe cose è ancora più talebana di me, rimane casualmente vicino all’auto. La tipa dentro se ne deve essere accorta, perché ci ha messo un minuto buono prima di uscire; finalmente apre la porta, e Anna con la sua dolce voce le fa “guardi che quello è un posto per handicappati”. Il dialogo continua: “Lei è handicappata?” “No…” “E allora che c*** gliene frega?”
Il mio errore è stato di non prendere una foto, che avrei potuto allegare qua come sputtanamento completo. Sono ripassato alle 17:55, ma si vede che quell’essere di sesso femminile aveva già finito la spesa, probabilmente passando davanti a qualcuno in coda.
ed è stato Guardasigilli
In teoria uno che è stato ministro della Giustizia ne dovrebbe sapere più di me sul tema (anche se l’ingegner Castelli verrà subito a rimbrottarmi…), ma confesso di non avere capito il commento di Fassino alla notizia che Ciampi ha rimandato alle camere la legge sull’inappellabilità.
Chi non è stato attento probabilmente non sa molto di questa legge, che sostanzialmente dice “se una persona è stata prosciolta, il pubblico ministero non può ricorrere in appello”. Inoltre, non sono appellabili le sentenze che terminano con una condanna a una semplice ammenda.
Presumo che il motivo del rinvio alle camere sia dovuto al fatto che la Costituzione prevede che accusa e difesa siano alla pari, e in questo caso la legge diverrebbe sbilanciata verso la difesa.
Però Fassino dice tra l’altro che se la legge fosse rimasta così avrebbe “reso più lunghi e intensi i tempi dei processi”, e questo non mi torna proprio. Se si dice che in una certa serie di casi non si può più andare in appello, come fanno i processi ad allungarsi?
Aggiornamento: (20 gennaio) Per chi non ha voglia di leggere i commenti, i processi si sarebbero potuti allungare perché la Cassazione avrebbe giudicato anche nel merito, e quindi fare tornare al via parecchi processi. Chi invece non riesce a capire perché parlo di Fassino deve sapere che l’articolo di Repubblica che ho linkato non è quello che appare oggi: non c’era la spiegazione di Carl’Azeglio, ma appunto il commento di Piero. Riciclare i bit è facile!
Mercato dei testimonial
A sinistra, sempre!
Repubblica di ieri aveva, nascosto in una colonnina, una interessante notiziola che riguarda il venezuela. Il presidente Hugo Chavez ha infatti deciso che lo stemma nazionale deve cambiare. Nello scudo c’è infattti un cavallo, che al momento guarda verso destra, e questo non va bene. L’articolo 9 della legge appena approvata dall’assemblea sudamericana recita infatti che l’immagine sarà quella di “un cavallo indomito che galoppa verso sinistra, bianco, con la testa alta e che guarda dinanzi a sé, emblema dell’indipendenza e della libertà”.
Fortuna che l’Italia turrita guarda avanti, e non a sinistra.
un cambio di paradigma
Quando Google lanciò Gmail, lo slogan utilizzato era “non avrai più bisogno di cancellare nulla”. Beh, naturalmente si sono accorti quasi subito che magari riuscire a cancellare lo spam non era una pessima idea, ma restava il fatto che se volevamo eliminare un messaggio che non ci interessava occorreva necessariamente scorrere un menu, indicare “send to trash”, andare sulla vista “trash”, e solo allora si poteva finalmente eliminarlo.
Bene. Qualche mese fa nell’interfaccia la frase “send to trash” è stata sostituita con “delete”, e fin qua nulla di strano. Ma oggi è stato aggiunto il pulsantino Delete! Un cambiamento epocale, ve l’assicuro. Adesso voglio vedere se finalmente i messaggi nel cestino verranno cancellati automaticamente dopo un mese, come è sempre stato indicato nelle FAQ ma non è mai stato implementato. Magari anche Google sta finendo lo spazio disco :-)
Aggiornamento: (25 gennaio). Lo dice anche User Friendly.
Going Postal
Quando uno si mette a leggere un libro in cui alcuni finanzieri d’assalto confessano di avere ottenuto il controllo di un’azienda comprandola con i soldi dell’azienda stessa, gli viene in mente la realtà corrente. Invece qui (Terry Pratchett, Going Postal, Corgi 2005 [2004], pag. 474, Lst 6.99, ISBN 0-552-14943-8) parliamo del Discworld, sempre più specchio nemmeno troppo deformato della nostra società. La storia narra di un truffatore condannato a morte, che viene salvato da lord Vetinari che lo obbliga a rimettere in sesto l’ufficio postale di Ankh-Morpork, dove da decenni si accumula la posta inevasa. Vedremo l’invenzione dei francobolli, e la lotta contro la compagnia di telecomunicazioni a cui questa nuova situazione non piace molto; e scopriremo come i golem Abbiano Un’Aspirazione: non essere dei semplici martelli.
Una stranezza: credo che questo sia il primo libro della serie del Discworld con i capitoli. In stile settecentesco, ma pur sempre capitoli.