Tessera Sanitaria

La Sogei oggi mi ha gentilmente inviato la Mia Tessera Sanitaria. Le maiuscole le han messe loro, intendiamoci.
Se qualcuno si chiedesse perché è una società del Ministero delle Finanze, pardon Agenzia delle Entrate, a spedirmela, la risposta è presto detta: è anche “in sostituzione del tesserino di codice fiscale”.
Può darsi. Ma adesso chi glielo dice al Formigoni che la tesserina che mi ha spedito a inizio dicembre (e con un chip interno, che sono anche dovuto andare in posta a chiedere il pin, mica albicocche artiche!) non era quella giusta? O forse in Padania va bene la vecchia, mentre in Europa ci va la nuova?

Quando si hanno delle certezze

Federico Aldovrandi era un diciottenne di Ferrara morto a settembre mentre era in stato di fermo.
Nei giorni scorsi una perizia di parte, fatta fare dalla famiglia, ha affermato che la morte era dovuta a un arresto cardiaco dovuto a una pressione sul torace, presumibilmente dei carabinieri. Ieri un’altra perizia della procura afferma invece che è morto per un mix di droghe.
Diciamo che normalmente qualcuno potrebbe avere dei dubbi su quale sia la versione reale: City no. Titolo della notizia: “Ferrara, Federico è morto per la droga – Polizia scagionata”. Testo: “… è morto per un mix di droghe e non per le botte degli agenti, come, invece, continua a ipotizzare la madre”. È bello essere certi di qualcosa.

lo sparigliatore

Prodi rilancia: non solo chiede di confontarsi lui da solo contro “le tre punte” della CdL, ma propone che il dibattito sia fatto su una rete Mediaset e soprattutto che abbia come arbitro… Emilio Fede, che «ha più volte avuto modo, diciamo così, di analizzare criticamente le mie proposte, il mio linguaggio e la mia immagine ed è quindi, a pieno titolo, uno dei più attenti e competenti osservatori del mio operato» (lo scrive Romano, mica io!). Il tutto chiedendo come unica contropartita la rinuncia «alla conferenza stampa finale che la Commissione di Vigilanza ha voluto assegnare al Presidente del Consiglio sulle reti Rai». (Per chi non avesse seguito la diatriba: finora l’ultima conferenza stampa prima delle Politiche è stata “tecnica” e tenuta dal ministro degli Interni. Casualmente stavolta le cose sono cambiate, e conoscendo Silvio mi sa tanto che di tecnicità ce ne sarà pochina).
La mossa è bellissima. A parte i vantaggi di cui avevo già parlato in precedenza nel confronto uno-contro-tre, è molto meglio avere un arbitro e un campo chiaramente di parte piuttosto che un finto neutrale, anche perché i veri neutrali sono sempre stati tacciati di essere komunisti. Almeno si sa cosa ci si può aspettare. Inoltre la metodologia proposta per il regolamento del dibattito è quella del protocollo Bush-Kerry per le scorse presidenziali USA, che non si può certo considerare sinistrorso o altro.
Non per nulla, l’unica risposta di Bonaiuti è stata «I confronti tra il presidente Berlusconi e lui sono stati decisi dalla Commissione di Vigilanza e quindi dal Parlamento, così come la conferenza stampa finale del presidente del Consiglio. A quelle regole, volente o nolente, Prodi si deve attenere». Come si nota, non entra affatto nel merito, e non è certo un caso; basti pensare che nella Commissione di Vigilanza, anche se il presidente è designato dall’opposizione, la maggioranza dei suoi membri è ovviamente della maggioranza parlamentare. Si arriva persino al paradosso con Casini che afferma «Dire che il confronto – aggiunge Casini – deve essere fatto con i tre leader della Cdl da Fede è come dire di non volerlo fare». Pensateci: perché dovrebbe essere come non volerlo fare? Quello che Prodi non vuole è esattamente l’opposto: un monologo finale di Berlusconi.
Termino con una nota: l’intervento di Prodi è scritto davvero bene, nel senso che non è affatto fumoso come al solito né si limita a slogan. Invito i miei lettori a dargli un’occhiata direttamente, senza passare dai filtri dei quotidiani.

campanilismo

Oggi il dorso milanese del Corsera racconta dell’assegnazione ufficiale dei lavori per la linea 5 della metropolitana (sì, si salta la 4. C’è qualche problema con l’aritmetica). Lasciando perdere l’inutilità pratica della linea persino per chi come me se la troverà sotto casa, faccio notare come per spiegare il fatto che sarà tutta automatizzata è stato scelto come esempio… Copenhagen. Si sa, mai parlare di Torino.

IBSN

[IBSN 39-1963-05-05]
No, non è un caso di dislessia: sto parlando dell’Internet Blog Serial Number, l’ultima idioztrovata che arriva questa volta dalla Spagna, dove qualcuno si è arrabbiato perché non hanno dato un numero ISSN al suo blog. Il tipo ha così creato una pagina dove ognuno può crearsi il proprio numero di serie: basta che abbia dieci cifre e tre trattini da qualche parte. Io ho scelto di iniziare il mio per 39, essendo un Vero Italiano… D’altra parte a nessuno è venuto in mente di partizionare prima lo spazio dei numeri, il che prova che avere qualcuno che decide chi può avere un certo codice non è sempre una Pessima Idea.
(via Gattostanco)

<em>La stirpe dell'Aquila</em>

[copertina]
Siamo al terzo libro delle Cronache di Camelot (Jack Whyte, La stirpe dell’Aquila [The Eagles’ Brood], Piemme Pocket 2001 – [1994,1997], pag. 526, €9.30, ISBN 88-384-4814-0, trad. Susanna Bini) e finalmente arriva Re Artù. Beh, “arriva” è una parola grossa. Per la precisione, nelle ultime due pagine troviamo un neonato che sarà il futuro re: il figlio di Uther, re dei Pendragon e cugino di Caio Merlino Britannico. Sì, il Mago Merlino che abbiamo visto nascere alla fine del secondo libro, che qui è la voce narrante, al posto di Publio Varro che in fin dei conti ha ormai una certa età. Certo che il Caius Merlinus che troviamo qua è un guerriero e uno stratega, oltre che un amante delle grazie femminili: non esattamente quello che ci aspettiamo.
Il libro scorre molto bene nella prima parte, sia pure con qualche ingenuità qua e là; perde però parecchio verso la fine, sia durante il Sinodo dei vescovi a Verulanium che nella cesura che Whyte ha trovato necessaria per segnare il passaggio al prossimo libro.

Saga Alfa Romeo – chi l'avrebbe detto?

Eravamo rimasti a mercoledì scorso, con la nostra povera Alfa 147 ferma nuovamente dal meccanico, mentre perlomeno avevamo avuto una Panda come auto sostitutiva.
Oggi telefono tanto per sapere cosa sta succedendo, e il meccanico mi dice “stiamo aspettando un pezzo dall’Alfa”. Chiedo se può dirmi esattamente cosa è successo, e mi risponde “eh, c’è una minima ovalizzazione che ci costringe a cambiare l’albero motore”.
Lo so che è una soddisfazione da molto poco, ma non ho potuto fare a meno di commentare “scusi, noi a dicembre avevamo detto che quel tipo di motori aveva dei problemi e i suoi capi ci hanno riso dietro. Adesso viene fuori che il motore ricondizionato – e quindi di quella partita, presumibilmente – che arriva direttamente dall’Alfa è scassato uguale. Allora?” Non mi ha risposto.