Che cosa ha veramente detto Paolo (libro)

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Noi non ci si fa mancare nulla: nemmeno l’esegesi biblica. In questo libro (Tom Wright, Che cosa ha veramente detto Paolo [What Saint Paul Really Said], Claudiana – Piccola biblioteca teologica 1999 [1997], pag. 231, € 14.98, ISBN 8870163040, trad. Erik Noffke) l’autore, così ad occhio un teologo anglicano – ma potrei sbagliarmi – cerca di definire quale fosse davvero il pensiero di Paolo nel contesto in cui operava. Le conclusioni di Wright sono molto diverse da quello che generalmente ci si aspetterebbe. Secondo lui, Saulo non solo era un rigido ebreo osservante prima della sua conversione, ma lo sarebbe stato anche dopo; le accuse di ellenizzazione nemmeno troppo strisciante che gli vengono normalmente fatte sono erronee, con tanto di doviziose spiegazioni a partire dai testi delle sue epistole e dagli Atti degli Apostoli. Paolo prefigurerebbe la Trinità come poi definita quasi tre secoli dopo a Nicea e Costantinopoli, ma Dio resta uno; Cristo è il Re, ma è indubbiamente un figlio di Israele; e infine il linguaggio usato per spiegare queste cose ai Gentili rispecchia perfettamente quello dell’Antico Testamento. Non sono così bravo in teologia da poter dare un giudizio, anche se gli argomenti sono indubbiamente esposti bene; sono poi stato sufficientemente pigro da non avere una Bibbia sottomano per leggermi autonomamente i brani citati, accontentandomi dei riassunti fatti. In definitiva, però, una lettura molto interessante.

Informazioni in tempo reale

Ho acquistato via Internet Bookshop qualche libro di ricreazioni matematiche – ognuno ha le sue perversioni, si sa.
Ieri mattina mi è arrivato l’avviso che i libri erano in spedizione, e avrei potuto dopo qualche ora (corsivo mio) verificare lo stato della spedizione via eboost. Che bello, dico io, finalmente anche noi abbiamo i Potenti Mezzi della Tecnica applicati alle spedizioni e possiamo dilettarci col Realtime Tracking
I libri mi sono arrivati stamattina, mentre naturalmente ero bloccato in auditorium per la mattinata di presentazione dei colleghi di T.IE.CA; ma tanto, visto che io so bene come la sfiga ci vede benissimo, avevo chiesto alla guardia se poteva scendere a chiamarmi. Il fatto è che ancora adesso, cliccando sul link fornitomi, appare una scarna paginetta con la scritta “Informazione non ancora disponibile”.
(Ah, ovviamente i libri sono tutti in inglese, ma questo penso fosse chiaro fin dal principio…)

Silvio e i poveri

Mittente di un messaggio che mi è appena arrivato: “Mr Silvio”
Titolo del messaggio: “Help me save the poor”
È doppiamente chiaro che non può essere Lui.
(sì, è la solita truffa nigeriana, anche se l’amico afferma di scrivere dalle Mauritius)

verme solitario

non è il mio, ma quello delle nostre gatte.
Magari a causa dell’assenza di Anna che in questi giorni è a Trieste e al fatto che io torni la sera lasciandole sole tutto il giorno, stanno mangiando come delle disperate. In genere la quota cibo è di due scatolette al giorno, una a testa, più una dose di croccantini la sera. Ieri, dopo che mi avevano pulito la ciotola con la prima scatoletta già alle 8, ho lasciato alla signora che viene due volte la settimana a farci le pulizie una scatoletta da dare loro il pomeriggio; la sera gliene ho dato ancora una terza, ma stamattina alle 6 Ariel era già a miagolare ad alta voce e a raspare sulla porta sperando – vanamente – che io mi alzassi.
Oggi lo stesso. Dopo la mattutina non c’è stata la seconda scatoletta pomeridiana, ma dopo averne data loro mezza alle 20:30, quando sono tornato da una rapida spesa all 21 erano ancora lì entrambe sulla porta, col loro solito modo di fare “perché non ci hai dato pappa?”
E adesso Ariel ogni tanto fa un miagolio da gattina che sta per morire di fame.

<em>Max Bill</em>

Dopo il lauto pranzo pasquale con Anna e i suoi, abbiamo deciso di continuare la giornata in maniera acculturata: siamo così andati a Palazzo Reale a vedere la mostra su Max Bill. Data la nostra scarsa cultura non sapevamo nulla di questo svizzero che ha fatto l’architetto, il pittore, lo scultore, il designer, eccetera eccetera. Una volta scoperto dove si entra, cioè dal lato in fondo del palazzo e pagato il biglietto come al solito troppo caro (9 euro), la mostra ci ha riservato delle belle sorprese, accresciute dal fatto che non c’era nessuno – probabilmente perché tutti andavano a vedere “le donne nude”, leggasi l’altra mostra a Palazzo, dedicata ad Helmut Newton.
Bill ha conosciuto praticamente tutti quelli che contano, e prima di decidersi per il suo stile concreto-minimalista ha dipinto in svariati modi, come si vede nella prima sala. Quindi possiamo dirci certi che quello che fa è frutto di una scelta precisa. Diciamo che mettere assieme molti quadri piuttosto simili è forse un po’ pesante, ma nel mezzo si trovano opere assolutamente piacevoli, come “Sei linee della stessa lunghezza” e soprattutto le “Quindici variazioni su un tema”, che partono da un disegno puramente geometrico e poligonale per mostrare come dai punti ricavati si possono costruire varie forme sempre più o meno geometrizzanti ma completamente diverse tra di loro. Anche la parte della scultura è notevole, con forme spesso legate al nastro di Möbius – è anche vero che Bill ha iniziato la sua carriera come argentiere, e quindi non aveva grossi problemi a dorare le sue sculture. Infine per quanto riguarda la parte di designer: con la scusa che ha progettato lo “sgabello di Ulm”, finalmente le sale avevano un numero sufficiente di posti a sedere, che non erano nient’altro che file di questi sgabelli :-)
Giudizio complessivo: se come a me a voi piace questo tipo di arte, non potete mancare la mostra, che rimarrà allestita fino al 25 giugno (chiusura lunedì, tranne Pasquetta e il 1. maggio in cui resterà aperta), quindi per una volta avete tempo di andare a vederla!

Come si somma un singolo addendo?

L’ultima trovata per dimostrare che l’Unione non ha vinto le elezioni è arrivata nientepopodimeno che dall’ineffabile ex-ministro Calderoli. Come potete leggere ad esempio sul Corsera, l’uomo a cui è intitolato un Prestigioso Premio, e che si è anche gloriato di avere prodotto lui questa legge elettorale, rimarca che i 45000 voti della lista Lega Alleanza Lombarda non possono essere conteggiati a favore dell’Unione con cui pure la lista era apparentata. Perché? Ma è (per lui) chiaro! La legge elettorale 270/05 ha modificato l’articolo 83 del Testo Unico sulle Elezioni scrivendo al comma 1.1 “determina la cifra elettorale nazionale di ciascuna lista. Tale cifra è data dalla somma delle cifre elettorali circoscrizionali conseguite nelle singole circoscrizioni dalle liste aventi il medesimo contrassegno;“. Ora, prosegue Calderoli, la somma delle cifre elettorali circoscrizionali (plurale) non può essere fatta perché la lista si è presentata in una circoscrizione (singolare).
Quello che mi fa più specie non è tanto il ragionamento di Calderoli o il fatto che Cicchitto e La Russa gli siano subito andati dietro: in fin dei conti, à la guerre comme à la guerre. Ma che dall’altra parte nessuno abbia semplicemente detto di guardare le regole dell’addizione (e scoprire che si possono anche sommare zero addendi se è per questo)

Google, il Garante e l’oblio

Oggi City doveva proprio aver deciso di recuperare notizie lasciate perdere per le elezioni. Perché è pur vero che il comunicato stampa del Garante per la Privacy, che è andato da Google per fargli tutelare il diritto all’oblio, è apparso ieri; ma è anche vero che Anna Masera ne parlava sulla Stampa già domenica scorsa, e non credo avesse delle talpe dal Garante.
Di cosa si parla? Beh, una donna ha digitato il proprio nome su Google e ha scoperto che tra i vari link ce n’era uno a proposito di un procedimento penale che aveva subìto e da cui secondo City era andata assolta. (Secondo la Masera, la signora era stata invece condannata, la ricerca era avvenuta la scorsa estate e l’avvenimento era di sedici anni fa; a Zeus News parlavano dell’argomento in generale a febbraio 2005; tutto questo per dire che una ricerca non dà necessariamente risultati veriteri).
Il guaio è che è un po’ duro dire che “il diritto delle persone ad essere rappresentate su Internet con informazioni esatte” si possa applicare così banalmente. Se ci si pensa su, quell’avvenimento è avvenuto, e non può essere cancellato in stile orwelliano; logica vorrebbe al limite dire “si mette un puntatore alle notizie aggiornate”, ma come si può fare il tutto in maniera automatica?
Insomma, un bel casino. Chissà che si inventeranno a Mountain View.