Stavo guardando le statistiche del mio sito: ecco la prima riga per il mese di ottobre.
# Contatti | File | KBytes | Visite | Host
1 6809927 92.60% | 510 0.22% | 2346501 63.81% | 154 0.36% | 87.5.150.184
Insomma, un singolo host ha fatto il 92% degli accessi al mio sito – per dare un’idea, il secondo sito ha 3956 accessi nello stesso periodo. Il tutto è avvenuto tra il 6 e il 7 ottobre, il che tra l’altro mostra quanto io sia attento alle statistiche :-)
Sono andato a guardare un po’ più attentamente cosa diavolo potesse essere successo: magari c’è qualche baco sfruttato per inviare spam in giro. Un controllo al log degli errori http mi fa però scoprire la verità: eccone un (piccolo) estratto.
[...]
[Thu Oct 05 22:59:43 2006] [error] [client 87.5.150.184] File does not exist: /home/httpd/html/xmau/0/000000000c.html
[Thu Oct 05 22:59:43 2006] [error] [client 87.5.150.184] File does not exist: /home/httpd/html/xmau/0/000000000c.html
[Thu Oct 05 22:59:43 2006] [error] [client 87.5.150.184] File does not exist: /home/httpd/html/xmau/0/000000000c.html
[...]
[Thu Oct 05 22:59:46 2006] [error] [client 87.5.150.184] File does not exist: /home/httpd/html/xmau/0/000000000d.html
[Thu Oct 05 22:59:46 2006] [error] [client 87.5.150.184] File does not exist: /home/httpd/html/xmau/0/000000000d.html
[Thu Oct 05 22:59:46 2006] [error] [client 87.5.150.184] File does not exist: /home/httpd/html/xmau/0/000000000d.html
[Thu Oct 05 22:59:47 2006] [error] [client 87.5.150.184] File does not exist: /home/httpd/html/xmau/0/000000000d.html
[...]
Non è un errore di copincolla. Ci sono stati vari milioni di richieste contemporanee – e quindi significa che è stato fatto uno script apposito – con richieste multiple alla stessa pagina – e quindi significa che chi ha fatto lo script non è nemmeno in grado di programmare decentemente. Il tutto per riuscire a scoprire quali fossero le pagine del mio giochino. Mi sono chiesto che cosa potesse essere successo a host184-150-dynamic.5-87-r.retail.telecomitalia.it per impazzire così, e mi è venuto in mente uno scambio di email iniziato con questo messaggio (il dominio email del mittente è stato oscurato per ovvie ragioni di privacy)
nome: T©® ELITE RAVENLORD ®©T
email: elite_pro@xxxxxx.xx
messaggio: Salve. E' possibile sapee quante pagine ci sono in questo gioco ( http://0.xmau.com/ ) ? Come sono disposte all'interno della root del tuo dominio? Sono nella stessa cartella oppure vengono reindirizzate da altre posizioni?
Guarda caso, quell’email è stata spedita da un altro sito dinamico sotto retail.telecomitalia.it. Io gli avevo risposto picche, e probabilmente l’amico ha voluto dimostrare di essere più furbo di me. A parte che non è riuscito a trovarle tutte, potrebbe essere interessante scoprire se il mio provider vuole piantare qualche casino al riguardo… :-)
Cappuccetto rosso e gli insoliti sospetti (DVD)
Cosa non fa Anna pur di farmi guardare un film! Ieri mattina da Blockbuster ho espresso un moderato interesse per il trailer di questo film, e subito ha deciso di prenderlo.
Lo dico subito: non è un capolavoro, nemmeno limitandoci ai film di animazione. D’altra parte, è una piacevole ora e mezzo, dove la storia di Cappuccetto Rosso viene analizzata come se fossimo in un giallo (dalla facile soluzione), dove nessuno dei personaggi è quello che sembra a prima vista. L’animazione è mediocre, le battute sono spesso scontate, ma ho trovato simpatiche tutte le citazioni inserite nella storia, dai Tre Porcellini alle storie di Wile E. Coyote, al taccuino con su scritto “Evil Plan”.
L’unica cosa che ci ha fatto arrabbiare è che il DVD prevede soltanto audio italiano e inglese e sottotitoli in italiano. Abbiamo provato a vederlo in inglese “puro”: capivamo a fatica Cappuccetto Rosso, mentre il lupo era assolutamente incomprensibile. Costava tanto lasciare i sottotitoli inglesi a disposizione?
ladri di Parmigiano
Leggo su Rep. online che il Parmigiano Reggiano ha la palma del prodotto più rubato nei supermercati, con il 9% del valore del prodotto che non si sa come sparisce.
Così ad occhio, non trovo per nulla strano che il formaggio grana venga rubato più di altre cose: ha un contenuto calorico molto alto, si trova in pezzi relativamente piccoli e quindi nascondibili, e se qualcuno non ce la fa ad arrivare a fine mese mi sembra un’ottima scelta. Quello che mi chiedo è perché quello che rubano è Parmigiano Reggiano e non ad esempio Grana Padano. Forse perché uno dice “se devo rischiare un furto, tanto vale prendere quello che costa di più”?
Una nota assolutamente scorrelata: la ricerca in questione non arriva da un consorzio della grande distribuzione, ma… dal sesto rapporto della Coldiretti :-)
fare le somme è difficile
Massimo Morelli mi segnala questo commento (di tal Luca Trevisan, immagino un cervello emigrato) sui dati apparsi sulla rivista Lancet a proposito del numero reale di morti civili in Iraq dall’inizio della seconda guerra del Golfo. Secondo la rivista, tali morti si possono stimare in 600.000, anche se con una forchetta piuttosto ampia (Lancet dà sempre i risultati con un intervallo di confidenza, che tecnicamente è la cosa più corretta da fare ma spesso viene usata in maniera assurda… non divaghiamo). Il blog di cui sopra riprende un articolo del National Review in cui l’autore Mark Goldblatt dice “anche ammesso che questa stima fosse vera, bisogna tenere conto che prima della guerra morivano 150.000 persone l’anno a causa delle sanzioni: quindi in realtà le morti dovute alla guerra sono solo (!) 100.000. E se poi il numero reale di morti fosse quello più basso della forchetta del Lancet, la guerra ha salvato delle vite! A questo ragionamento il bloggatore di cui sopra controbatte “Col cavolo! la guerra ha fatto terminare le sanzioni, e quindi quei morti non ci sarebbero stati. Quindi il vero conto delle morti a causa della guerra è di oltre un milione!”
A parte il fatto che c’è tutta una diatriba politica sottostante – se non ricordo male, il NR è di destra profonda persino per gli USA – chi ha ragione? Dipende.
Premesso che non è affatto bello parlare di morti così come se fossero eventi statistici, in un certo senso Goldblatt ha ragione. Se si guarda l’equivalente mediorentale del Calendario Atlante De Agostini, si vede un incremento della mortalità pari alla differenza dei due valori. Se si guarda il fatto che la guerra ha terminato le sanzioni, si vede un incremento della mortalità pari alla somma dei due valori. Cominciate a capire perché ai numeri si può far dire quello che si vuole?
Aggiornamento: Massimo mi fa notare che ho letto male la statistica del Lancet. Mea culpa, che non sono andato a leggere l ‘articolo di partenza (richiede registrazione, bugmenot.com è il tuo amico). Visto che i 600.000 morti non sono quelli degli ultimi tre anni, ma quelli in più rispetto a tre anni fa, diventa immediatamente ovvio che non è proprio possibile mettersi a fare la differenza, come Goldblatt tentava di fare. Avrei dovuto immaginare che si trattava di un “metodo Tremonti”…
La matematica della Costituzione (conferenza)
Vabbè, ogni tanto mi prendo il diritto di fare una pazzia. Dopo avere parlato male del MateSpeedDate, sono stato invitato a Palazzo Ducale a Genova a sentire la conferenza “La matematica della costituzione“. Mi sono detto “perché no?”, e sfidando il venerdì 13 e Trenitalia ho preso il treno e mi sono diretto nella ridente città ligure.
A parte la mia difficoltà nel riuscire a farmi stampare delle mappe per arrivare alla sede della conferenza – Alice mi disegnava il percorso senza mappa; Google taglia via i pezzi nella versione per la stampa – sono riuscito ad arrivare e a godermi buona parte dell’incontro. Fernanda Contri (ex vicepresidente della corte costituzionale) e Fioravante Patrone (ordinario della teoria dei giochi) hanno preparato un’esposizione che partendo dai primi dodici articoli della Costituzione svela le strutture matematiche implicitamente contenute. La scelta è stata interessante: invece che fermarsi ai vari numeri inevitabilmente presenti nel testo, come le maggioranze necessarie per promulgare vari tipi di legge oppure il numero di deputati e di senatori, i relatori hanno preferito far vedere come il linguaggio terso della Carta non solo presenta analogie con quello della matematica, ma può anche essere un utile spunto per scoprire le strutture matematiche esistenti. Assicuro che vedere l’articolo 7 (separazione di Stato e Chiesa) con la lente “questo è il primo articolo in cui si afferma che esiste qualcosa oltre alla Repubblica, e quindi modifica la percezione dell’universo trattato” è sconcertante ma piacevole, così come l’excursus all’articolo 10, quello sull’accettazione dei trattati costituzionali. In questo caso, le parole “generalmente accettate” ha portato a spiegare come per arrivare al massimo assoluto di una funzione per approssimazioni successive ogni tanto bisogni anche “ammettere qualche sbaglio”, cioè non cercare di massimizzare ad ogni momento il valore trovato.
Punti divertenti sono stati il far notare come in un certo senso la Costituzione è circolare, visto che l’ultimo articolo riprende a parlare della forma repubblicana; e l’equivalente letterario della cartina muta dove si vede un articolo “obeso” con uno dei suoi commi lungo più di vari altri articoli. L’articolo in questione è il 111, per la cronaca, relativo al “giusto processo”… e modificato nel 1999, giusto per capire la differenza tra i Padri Costituenti e i legislatori attuali. Tra l’altro, a questo proposito si è anche parlato dei concetti di rigidità (la Costituzione è meno modificabile delle altre leggi) e di gerarchia (le leggi costituzionali sono più “importanti” di quelle ordinarie). Diciamo che avrei preferito un approccio più aggressivo a favore della matematica, con un po’ di disegnini che spiegassero anche visivamente i concetti esposti: altrimenti si corre il rischio che la Costituzione venga meglio compresa, il che comunque non è mai male, ma la matematica no.
Un appunto personale: quello che mi ha fatto arrabbiare è che non sono riuscito a spostare la prenotazione del treno e quindi mi sono dovuto scapicollare via prima della fine della conferenza per riuscire a prendere il treno del ritorno; treno che è arrivato perfettamente in orario, ma è partito con un quarto d’ora di ritardo. Ad averlo saputo… :-(
Sono stato nominato!
Telecom ha voluto dare una risposta forte allo scandalo sulle intercettazioni. Venerdì scorso, da Torino ci è arrivata comunicazione che avevano deciso che le nostre vecchie lettere con le quali eravamo stati nominati incaricati del trattamento dell’informazione in Tim non erano più valide, e quindi dovevamo firmarle delle nuove. A dire il vero, essendo Tim Italia stata assorbita in Telecom tutta questa storia non sarebbe dovuta affatto servire, ma si sa che in certi momenti occorre essere più realisti del re.
La cosa peggiore non è stata però la letterina, un classico modo per l’azienda per semplificarsi la vita riducendo i suoi controlli su chi può o non può avere accesso ai dati sensibili, quanto la fretta del tutto. A noi è arrivata comunicazione per email venerdì scorso, ingiungendo di inviare la ricevuta di avvenuta consegna entro oggi. Il tutto perché lunedì prossimo devono avere le statistiche pronte. Peccato che noi non abbiamo una segretaria in sede, e le simpatiche lettere ci siano arrivate nel pomeriggio di oggi… sì, qualcuno in alto aveva tentato di dire “vabbè, intanto inviate la ricevuta, poi tanto prima o poi la lettera arriverà, e sarà uguale alla vecchia”. La cosa non è stata accolta molto bene :-)
La deriva di City
Il quotidiano gratuito del gruppo Rcs avrebbe dei bei vantaggi competitivi, se ci pensiamo su: non gli costerebbe praticamente nulla avere degli articoli interessanti già pronti, magari semplicemente da tagliare un po’ per entrare nello striminzito formato che la free press esige. Invece no: o meglio, magari gli articoli vengono anche presi, ma si sta attenti a scegliere quelli più leggeri possibile. Ritengo che l’unica ragione per questa scelta sia banalmente economica, nel senso che altrimenti ci sarebbe qualcuno che eviterebbe di pagare il giornale e si accontenterebbe del suo surrogato. Certo che così City sta ormai avvicinandosi all’inarrivabile Leggo… contenti loro.
Oggi, ad esempio, avevamo la pagina 12 col titolo Persone. Penserete mica che si parli di qualcuno, foss’anche una stellina televisiva? Mannò, per quello ci saranno le pagine successive. Questa invece inizia la sezione, e quindi deve avere argomenti più pregnanti. Notizia principale, a destra: il sondaggio sullo stile di vita delle donne di oggi, rispetto a come si comportavano le loro mamme. Un sondaggio è sempre bello e riempie un bel po’ della pagina.
Notizia sul fianco sinistro: i ricercatori – pregasi aprire la O alla Littizzetto – nientemeno che dell’Ucla hanno scoperto che le donne durante l’ovulazione si vestono in maniera più sgargiante, a indossare le gonne e non i pantaloni, e a scoprire più pelle: insomma, l’equivalente di un segnale sessuale. Il tutto viene pubblicato sulla rivista Hormones and Behaviour, il che fa pensare che la ricerca stessa sia stata un po’ guidata; senza contare il fatto che una spiegazione più semplice è che durante l’ovulazione le donne si sentano bene e quindi siano più portate a vestirsi bene, senza pensare a dovere cuccare. Però l’articolo così ha permesso di mettere in mezzo una foto delle gambe di una fanciulla in microgonna dorata, con borsa dorata e taccazzo da 12 dorato anch’esso: volete mettere?
Tra le gambe della fanciulla, sotto la borsa, c’era ancora uno spazietto: altro ricercatore (ma quanti ce ne sono?) che spiega perché i musicisti fanno strage di cuori. “La musica segnala alle potenziali compagne una buona salute fisica, intellettuale e sessuale”, non si sa bene come; chi fa musica è visto come “creativo” (Monsieur de la Palisse sta chiedendo delle royalty) e quindi “migliore” per portare avanti la specie. Non dite che non vi avevo avvertito.
cercasi colino
Premessa 1: a casa, se devo fare fino a due tazze di tè, uso una bella teiera che il babbo di Anna portò a casa dal Giappone. il tutto è composto da teiera, coperchio e un colino: si mette quindi il tè, si versa l’acqua calda – ma non bollente, come un vero intenditore sa – e dopo qualche minuto si toglie il colino e si versa il tè.
Premessa 2: questa settimana Anna è a Bologna per lavoro.
Premessa 3: lunedì sera ero in birreria (indipendentemente dalla Premessa 2, giuro), e sono andato a dormire a un’ora per me tarderrima.
Stamattina mi alzo, faccio la doccia, metto a scaldare l’acqua per il tè, apro lo scolapiatti per prendere la teiera che avevo lavato ieri. Trovo teiera e coperchio, ma non il colino. Ci penso un attimo su (oggi ero relativamente più sveglio di ieri), e giungo alla conclusione che quando ieri ho preparato il sacchetto della spazzatura, invece che pulire il colino buttando via le foglie di tè ho buttato via direttamente il colino. Essendo Murphy una persona che ha sempre ragione, stanotte è stata raccolta la spazzatura condominiale, e quindi la mia ricerca è stata infruttuosa.
C’è qualcuno che ha idea di dove si possa comprare a Milano un colino “da teiera”?