È un po’ che non racconto più dei troiani che mi arrivano in mezzo allo spam…ehm, alla posta elettronica. Ma è anche vero che non è che ci siano tante novità: la cosa più eclatante è probabilmente notare come mi arrivino cinque-sei messaggi spediti da “Posteitaliane” nelle sue varie incarnazioni di BancoPosta, PostePay e simili. La cosa più triste, però, è che sul sito delle poste non hanno nemmeno messo un bell’avvisone in grande sui rischi di phishing.
Ma qualcosa di buffo mi capita ancora. Non so come mai, ma mi arriva ogni tanto sull’account gmail qualche tentativo di phishing della serie “hai ricevuto una cartolina!” scritti in portoghese (brasiliano, per la precisione). Stanotte me n’è arrivato uno da una certa “Andrea”:
Olá, Você acaba de receber um TIM videomensagem do número 98247758
Para ver a Mensagem Clique abaixo em ver.
TIM VideoMensagem ( VER )
Se andavi a “ver”, finivi su http://www.voxlove.kit.net/ che a sua volta ridirigeva su http://www.info-vip.com che rimbalzava al volo sul file http://www.bizaide.net/uploads/cartao32456.scr – così ad occhio, un sito giapponese che è stato bucato.
Ma il giro di link in stile “alla fiera dell’Est” non è in fin dei conti nulla di strano: quello che mi ha colpito davvero è che il videomessaggio fosse indicato arrivare da Tim Brazil. Ma allora la nostra consociata sudamericana è davvero importante!
la “precisione” della matematica
Tra i commenti a un post precedente, hronir ha scritto:
Una delle cose che piu’ mi impressiona(va) dei matematici (all’universita’) era proprio questa loro mania di precisione. Ricordo una sessione di open-day per gli studenti delle superiori, in cui un trio di matematiche, cercando di invogliare gli studenti ad iscriversi alla loro facolta’, ne elogiavano entusiaste quel suo tratto essenziale di insegnarti la “precisione” nelle cose. […] Tutt’ora ho un’idea della matematica moooolto lontana da una cosa “da precisini” che poteva intuirsi dalla matematica del liceo. E del resto, se penso a interi settori come la geometria (algebrica, topologica, metrica, proiettiva, differenziale…), la teoria dei gruppi, la teoria della misura… la matematica del liceo non c’entra niente, e’ mera computazione!
Ora, è indubbiamente vero che la “matematica”, così come si vede a scuola, è completamente diversa non solo dalla matematica “di ricerca” ma anche semplicemente da quella universitaria. Io, che spesso faccio conti per iscritto o a mente, sono effettivamente fuori dai canoni del Vero Matematico. Però la storia della “precisione” è un po’ più complicata, e non può essere liquidata così. Lo spiega molto bene Ian Stewart (immagino), nel libro Darwin’s Watch: Science of Discworld III, che prima o poi recensirò. Ecco la sua citazione, graziosamente tradotta dal vostro affezionato blogghettaro:
Lo sviluppo di nuove idee matematiche tende a seguire un modello ideale. Se i matematici dovessero costruire una casa, partirebbero dai muri a pianterreno, librantisi senza supporto mezzo metro sopra la soletta catramata… o dove sarebbe dovuto esserci la soletta catramata. Non ci sarebbero porte o finestre, solo buchi della forma giusta. Una volta arrivati al primo piano, la qualità dei muri sarebbe migliorata enormemente, le pareti interne sarebbero intonacate, porte e finestre sarebbero tutte al loro posto, e il pavimento sarebbe sufficientemente robusto per poterci camminare su. Il secondo piano sarebbe ampio, ben rifinito, pieno di tappeti, con quadri sui muri, mobili a iosa, tutti bellissimi anche se di stili che fanno tra loro a pugni, sei tipi diversi di tappezzeria in ogni stanza… L’attico, in compenso, sarebbe poco arredato ma elegante – design minimalista, nulla fuori posto, tutto quello che c’è con uno scopo ben preciso. A questo punto, e solo a questo punto, i matematici tornerebbero al pianterreno, scaverebbero le fondamenta, le riempirebbero di cemento, metterebbero la soletta incatramata, ed estenderebbero in giù i muri fino a raggiungere le fondamenta.
Alla fine di tutto questo si avrebbe una casa che si regge in piedi, ma che per buona parte della sua esistenza sarebbe sembrata altamente improbabile. Però i costruttori, tutti eccitati nel far crescere i muri fino al cielo e decorare gli interni, sarebbero stati troppo impegnati per accorgersene, fino a che gli ispettori edili non avrebbero piantato il naso nelle falle strutturali.
La metafora a me pare davvero bella e azzeccata. Chi fa matematica – e non penso solo ai matematici di professione, ma anche semplicemente a chi si diverte a risolvere i problemini matematici… – non sa assolutamente dove andrà a finire, ma non si preoccupa più di tanto della cosa: la cosa principale è trovare il risultato, nella metafora costruire il primo piano. Se poi in effetti si fa matematica sul serio, si iniziano a buttare giù risultati su risultati (il secondo piano), senza preoccuparsi più di tanto di metterli insieme organicamente: quello al limite è un passo successivo, dove si sfronda tutto quello che non serve direttamente (l’attico). Il guaio è che la matematica che ti insegnano a scuola è appunto l’equivalente logico dell’attico. Capisco che alcune di queste cose ti dovrebbero servire nella vita – anche se già sulla risoluzione delle equazioni di secondo grado avrei dei dubbi – e non è che si possa stravolgere i programmi di studio. Ma se devo essere sincero comprendo anche il disagio, per non dire lo spavento, di chi si trova queste costruzioni perfettine e senza sbavature. Ci credo che poi resti questa idea della mania di precisione; purtroppo ci sono cascate anche le tre matematiche citate da hronir. Non tutti sono perfetti.
E le fondamenta, starà pensando qualcuno? Beh, il matematico tipico non si preoccupa più di tanto, visto che sa che prima o poi ci sarà qualcuno che gliele farà :-)
macchina per fare il pane
Oggi il Lidl ha in offerta uno sfornapane automatico a 39 euro. Anna l’ha visto e ha detto “lo voglio”. Però oggi Anna è a Roma per lavoro, quindi, per guadagnare un po’ di punti-moglie™ le ho detto “non preoccuparti, vado io”.
Stamattina alle 9 meno qualche minuto ero così davanti al Lidl di via Valassina, con un po’ di gente che stava aspettando l’apertura. Devo dire che Anna aveva ragione a farmi andare subito: a parte i commenti delle signore davanti a me, ho visto un assalto alla pila di scatoloni. In cassa (alle 9 e tre minuti…) eravamo in quattro, tutti colla nostra bella scatola!
dedicare attenzione a questa Survey
Da molto tempo non ci arrivano più le buste paga cartacee, ma dobbiamo connetterci alla intranet per scaricare il cedolino in formato PDF. Per connettersi a quella sezione del sito, occorre digitare una seconda password, che per default è il codice fiscale. Essendo pigro, non l’avevo mai cambiata, ma dal mese scorso il cambio password è stato reso obbligatorio, e quindi ieri mi sono accorto che mi ero chiaramente dimenticato la password che avevo messo. Nessun problema: nella pagina c’è un tastino che permette di farsi resettare la password (al codice fiscale :-) ), tastino su cui ho subito cliccato.
In effetti, dieci minuti dopo, mi sono trovato quattro email: l’avviso che avevo fatto la richiesta, l’apertura del ticket, la sua chiusura… e una richiesta di compilare un survey. Va bene, dico io, andiamo sul sito. Clicco, e mi trovo una pagina di cortesia di Network Solution con su scritto “This Site Is Under Construction and Coming Soon.” Rispondo alla email facendo notare la cosa, e mi torna un messaggio di errore “La casella postale del destinatario è piena”. Cose che capitano.
Nel pomeriggio però il sito era finalmente funzionante, ma… Tutto Scritto Con Le Iniziali Di Ogni Parola In Maiuscolo! Avevo provato a copincollare un pezzo, ma le maiuscole sparivano; sono così andato a verificare più attentamente e ho scoperto che hanno usato un foglio di stile con l’istruzione text-transform: capitalize;, quindi Le Maiuscole Iniziali Sono State Una Loro Scelta Stilistica.
Non mi metto nemmeno a commentare la sintassi delle frasi: lascio solo un esempio. “Il tuo contributo è essenziale per migliorare il servizio offerto,
pertanto ti ringraziamo anticipatamente per aver dedicato attenzione a
questa Survey.” Sì, forse avrei dovuto farle qualche coccola.
PS: Non è Telecom che gestisce tutto questo, visto che la cosa è stata appaltata ad HP DCS.
“maggioranza politica”
Un tormentone politico delle ultime settimane è la locuzione “maggioranza politica”, relativa al numero di voti che la maggioranza ha in Senato. Come scrivevo a proposito della recensione de l’Occidentale, in un loro articolo Giancarlo Loquenzi fa “i conti” e afferma che la maggioranza politica non c’è, perché tolti i senatori a vita e quelli dell’UDC la sedicente maggioranza si sarebbe fermata a 155 voti, tre meno dei 158 “dovuti”.
Se devo essere sincero, tutti questi bizantinismi mi ricordano il paradosso dei tre tipi che prendono un aperitivo, e pagano alla fine un conto totale di 30 euro. Appena usciti, il titolare del locale rifà i conti e scopre che il conto era solo di 25 euro; manda allora il suo garzone a correre loro dietro per ridargli il resto. (Non ho affermato da nessuna parte che la storia avesse un fondo di realtà…) Il garzone però pensa “poi i tre non sapranno come dividersi i 5 euro: tanto vale che gliene dia loro solo tre, che tanto li rende contenti, e mi intaschi gli altri due”. Alla fine quindi ciascun tipo ha pagato 9 euro, per un totale di 27; due euro se li è intascati il garzone, e si arriva così a 29; e l’euro che manca dove è finito?
Qui capita la stessa cosa. Già il numero magico di 158, che è calcolato prendendo la metà più uno del numero di senatori eletti (315), non ha un grande senso: se per ipotesi i 7 senatori a vita votassero tutti contro il governo, andrebbe sotto e basta. Il numero corretto a questo punto dovrebbe essere 161, la metà più uno di 321 (no, non ho sbagliato a fare i conti. Il presidente del Senato non vota) Ma supponiamo pure che 158 sia il numero “magico”: questo vale naturalmente se tutti i senatori sono presenti. Se qualcuno non vota, le cose naturalmente cambiano. Ieri (controllate qua, voto numero 34) c’era un senatore della maggioranza “assente giustificato” (Bulgarelli), così come due senatori a vita (Cossiga e Pininfarina), mentre Andreotti non ha votato così come De Gregorio (che avrà avuto un bel problema di coscienza, essendo il presidente della Commissione Difesa…), Pistorio, e Fernando Rossi. A questo punto i votanti “politici” erano 310, e quindi in un certo senso il ragionamento di Loquenzi potrebbe essere corretto (ci sarebbero voluti 156 voti). Però è anche vero che Bulgarelli non ha potuto votare, e quindi “politicamente” il centocinquantaseiesimo voto ci sarebbe stato.
Risultato finale di tutto questo? I conti in realtà ognuno li mostra come vuole lui (e lo stesso vale per il paradosso sopra!)
L’Occidentale (quotidiano on line)
Ieri Ugo mi ha segnalato L’Occidentale, neonato quotidiano on line (è stato inaugurato il 20 marzo), dicendomi subito che ha “una connotazione politica poco vicina alla tua”, e chiedendomi nemmeno troppo tra le righe un giudizio.
Beh, innanzitutto non si può sbagliare sulla collocazione politica del quotidiano, visto il bannerino a Tocqueville (l’aggregatore di blog di destra) presente sulla home page.
La home page mentre sto scrivendo è particolare perché non parla di politica italiana, per la precisione del voto di ieri sul rifinanziamento della missione in Afghanistan, che è relegato nella sezione “Italia”, ma di questo parlerò in un altro post. Si trovano invece un articolo di lunedì scorso di Mario Seminerio sulla riforma delle pensioni, che condivido nella sostanza anche se non certo con il tono scritto; un’intervista sul futuro demografico dell’Europa, un pippone di Raffaele Iannuzzi (figlio di?) sulla bruciata gioventù italica, un rant fallaciano di Dimitri Buffa. Molto interessante l’articolo di apertura sull’Iraq di Filippo Cammarota, su fatti relativamente noti quello su Putin e il suo possibile cartello per il gas e sulla riunione della Lega Araba. Non linko nemmeno la notizia della fine di Life, puro riempitivo.
Notare che tutti gli articoli, in stile blog, hanno la possibilità di essere commentati (ne ho postato uno per prova), ma la cosa non sembra suscitare un interesse così grande. Infine ci sono varie sezioni (la neonata War, dove si sono assicurati la firma di Fiamma Nirenstein; Network, che non sono riuscito a comprendere; Verso l’Eliseo; Pennsylvania Avenue; La Chiesa in movimento; Tax; Astronomia, che a dispetto del nome sembra parlare di Confindustria) oltre alle pagine sui temi classici di un giornale e un “Inside Italy” scritto in inglese.
Giudizio finale? misto. Ci sono articoli interessanti e utili per vedere un punto di vista un po’ diverso dal solito, articoli da buttare via senza nemmeno aprire, e articoli da prendere un po’ con le molle. Diciamo buono per chi sta politicamente a destra, ma tanto credo che chi sta molto a sinistra non lo leggerebbe mai :-)
quisss and fun
Due link per oggi.
Il primo, via Typesetter, dopo più di cento domande ti dice quale personaggio di Harry Potter sei: ho vinto di gran lunga la rappresentazione di Luna Lovegood, il che in effetti potrebbe anche starci più che bene. (trovate il mio risultato completo qui)
Il secondo, trovato da Placida Signora, è un giochino che consiglio di fare con le cuffie o comunque senza troppa gente vicino. Però garantisco che merita!
Troppo esercizio
Per una serie di avvenimenti contingenti, stamattina prima di andare in ufficio sono stato in palestra. Bisogna dire che alle 8:30 del mattino trovi ben poca gente, per la maggior parte carampane e carampani che camminano sul tapis roulant (tra l’altro, c’era un tipo che assomigliava al buonanima di Bruno Lauzi che ha iniziato alle 8:40 e alle 9:50, quando sono uscito, stava ancora arrancando. E farsi una bella passeggiata, invece?).
Leggermente stanco, visto che mi hanno cambiato esercizi, ho poi preso la bicicletta per arrivare in ufficio… e mi sono trovato l’ascensore scassato. Per il resto della mattinata ho avuto problemi vari di coordinamento delle mie stanche membra.