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Aggiornamento (8 febbraio) Avevo scritto a quell’indirizzo per un’informazione venerdì 2. Mi hanno risposto stamattina.
Aggiornamento (9 febbraio) … e mi hanno ri-risposto oggi :-)
niente sesso, meglio i vestiti
Tempi duri per chi vuole cercare notiziole gustose sui quotidiani gratuiti. È da un po’ che Metro ha la sua campagna “Metro no smog” che serve principalmente a mostrare come non abbiamo solo cinquanta milioni di commissari tecnici della Nazionale ma anche cinquanta milioni di esperti sull’inquinamento; Leggo mette a pagina 2, 3, e 5 le notizie sul calcio – e qui siamo nella sezione “Attualità”… poi naturalmente ci sono quelle delle pagine sportive. Per chi se lo chiedesse, pagina 4 è pubblicità. Insomma, mi rimane solo il fidato City, l’apripista del gruppo RCS verso l’infotainment. La paginona “Fatti” ha come articolo principe quello in cui, secondo un sondaggio statunitense, la maggioranza delle donne potrebbe restare senza fare sesso fino a quindici mesi, se in cambio venisse loro dato un guardaroba pieno di nuovi capi. Il lancio Reuters si trova qua (in inglese). La cosa più strana di tutta la notizia è però che il sondaggio è stato promosso da… Unilever, che per quanto ne so fa prodotti per la pulizia e gelati, e non vestiti né gadget sessuali. Ma forse si vogliono diversificare.
Giusto una nota su una notizia di spalla: a quanto pare in Brasile va a ruba la mutanda imbottita che modella il sedere… e a comprarla sono gli uomini. Abbiamo proprio raggiunto la parità!
Silvio e i gay
A dire il vero non avevo intenzione di parlarne. Non mi sembrava chissà quale notiziola. Ma non posso rimanere insensibile al grido di dolore di un mio fan, che mi scrive così:
«Caro .mau.,
tu che puoi raccontare fatti ed opinioni alla nazione: difendi il povero Silvio che non può manco più fare una battutina sui culatt… ehm.. gay (facendo peraltro incazzare Zeffirelli…). Ma di cosa può parlare il meschino pacemekerato, senza scatenare mostruosi movimenti d’opinione?
Un tuo fedele lettore.»
Insomma, mi tocca. Né posso schivarla portando un collegamento ai komunistacci di OneMoreBlog oppure alla vignetta di quell’altro komunistaccio di Staino (che tra parentesi, dopo un periodo in cui lo trovato poco ispirato, mi sembra tornato in ottima forma). Bene, iniziamo da capo.
Quest’anno si vota per le comunali a Monza, dove attualmente c’è una giunta di centrosinistra, non si sa bene come mai. Silvio B. si è sentito moralmente in dovere di dare una mano al candidato della Casa delle Libertà, il “3m” Marco Maria Mariani. Dopo avere esordito dicendo che non può più parlare di donne, vista tutta la pubblicità con le lettere tra lui e Veronica, è andato avanti dicendo «Marco Maria,mi piace il tuo secondo nome perché un po’ di intuito femminile fa bene». E fino a qua nulla di male, anche se la battuta non è certo di quelle fulminanti. Se ne deve essere accorto anche lui, perché ha proseguito “sorridendo” (secondo City, che è stato l’unico dei giornali gratuiti che ha riferito la notizia) dicendo «Gli uomini arrivano sempre dopo. Le donne hanno più intuito, quell’intuito tipicamente femminile che non hanno gli uomini e nemmeno i gay. Ma i gay sono tutti dall’altra parte». Apriti cielo.
Onestamente spero che per almeno quattro anni e mezzo il problema non si ponga per nulla: quello che Silvio pensa sono problemi suoi, e fino a che se ne sta all’opposizione può strepitare quanto vuole. D’altra parte lo sappiamo poi da una vita: lui è geneticamente programmato per fare il venditore di tappeti, e dopo decenni di lavoro nel ramo non riesce a tenere la bocca chiusa. D’altra parte la memoria della gggente è tale che entro ventiquattr’ore l’episodio è cancellato dalle sinapsi, e l’unica cosa che resta è la reiterazione della sua presenza, che è poi quello che gli serve davvero. Da questo punto di vista non posso che inchinarmi alla suprema saggezza Silvica, e al limite sorridere alle dichiarazioni dell’Alleato Nazionale Enrico Oliari, leader di GayLib (l’associazione degli omosessuali che votano a destra), che si preoccupa affermando «non vorrei che certe battute del presidente Berlusconi ci facciano perdere di nuovo le elezioni per 20mila voti, magari di gay stanchi della sua omofobia». È davvero bello scoprire che non sono tanto importanti le affermazioni, quanto i voti che si potrebbero perdere…
Quanto pesa la Germania?
Ieri su City hanno pubblicato una notiziola secondo la quale la Germania peserebbe 28 milioni di miliardi di tonnellate (28*1015 tonnellate, o se preferite le misure ufficiali 2.8*1022g). Attenzione: questo non è il peso dei tedeschi, che anche se si abbuffano di birre e wurstel non arriverebbero a quella massa. È proprio il peso della nazione: i ricercatori avrebbero “pesato” «gli strati di roccia, terra e sabbia che formano il paese». La notizia è vera, o almeno appare su Der Spiegel che continua a spiegare come ad esempio l’Austria pesi un terzo della Germania nonostante la sua superficie sia un quarto, il che significa che il suo peso per metro quadrato è maggiore: e questo non perché ci siano più montagne (il che comunque aiuta…) ma perché la crosta terrestre è più profonda.
A che serve tutto ciò? Boh. Nell’articolo si parla di studi relativi ai terremoti, ma non mi pare il tutto ti aiuti più che tanto…
Letizia vuole risanare il bilancio comunale/2
Vista l’impossibilità di avere una risposta dal numero verde – certo che quel poverino che tutte le volte che il telefono gli squilla butta giù la linea fa un lavoraccio… – stamattina ho provato a recarmi in via Rugabella dalla polizia municipale (insomma, i vigili). Praticamente ho preso il numero 85 mentre stava passando il 12; in dieci minuti si è passati dal 12 al 13. A dire il vero, c’era scritto che nella ben più vuota sezione “riscontri” tra gli argomenti trattabili c’era anche “verbale già pagato”; peccato che la cosa sia di un falso assolutamente clamoroso. E lo so bene che basta andare nell’altro ufficio e la cartella esattoriale me l’annullano, ma non mi pare il caso di perderci un’intera mattinata; se proprio devo farlo, vado in grande e faccio ricorso al giudice di pace.
Devo però dire che dopo un’ulteriore compulsata al chiarissssssimo e comprensibilisssssimo sito del comune di Milano mi è capitato un modulo che ho compilato e spedito via fax. Ho ancora dei dubbi se andare a consegnarlo anche di persona, però :-(
PS: sono le 15:51. Il numero verde in questo momento risponde, dicendo che il servizio è attivo dal lunedì al venerdì dalle 8:30 alle 12 e dalle 14 alle 16, oltre che il sabato mattina. Hanno dei problemi con gli orologi, mi sa.
spendi spandi effendi
Ve la ricordate? era una canzone del buonanima di Rino Gaetano che ironizzava sull’aumento del prezzo della benzina e su cosa l’italiano medio non avrebbe fatto pur di avere un litro di “gasolina”.
Oggi pomeriggio al Fiordaliso c’era il caos: tutto a causa del distributore di benzina che era stato preso d’assalto da un centinaio di automobilisti pronti a fare il pieno per evitare di restare a secco durante i due giorni di sciopero dei benzinai, che non vogliono la liberalizzazione delle pompe. Notare che lo sciopero inizia domani sera. Non entro nella discussione se lo sciopero è giusto o no, ma faccio notare che il costo di questo sciopero per il benzinaio è virtualmente nullo, visto che tutti si affrettano a riempire i serbatoi prima; in pratica si farà un paio di giorni di iperlavoro e altri due giorni di vacanza, condizione generalmente invidiabile. Non posso che complimentarmi per la loro capacità di marketing…
(ah, naturalmente la nostra auto se ne starà tranquillamente nel box come al solito, quindi il problema non mi si pone)
Letizia vuole risanare il bilancio comunale
La scorsa settimana trovo in buca delle lettere un avviso di posta in giacenza, proveniente da Esatri – Bologna. “Esatri” so bene che significa “esazione tributi”; non riesco però a capire cosa mai abbia fatto a Bologna. Vado comunque in posta, e scopro di non essere affatto il solo: hanno tutto uno scaffale di cartelle esattoriali. Quella a nome mio risulta essere di 115.56 euro, emessa dal comune di Milano (perché allora la spediscono da Bologna? misteri burocratici) relativa a “CONTRAV.COD.STRADA L.689/81 AMMINISTRAZIONE COMUNALE – ART 007 DIREZIONE CONSENTITA”, in data 10/01/03. (sì, quattro anni fa). In effetti, quattro anni fa non avevo ancora rottamato la mia vecchia Tipo, e quindi tecnicamente avrei anche potuto prenderla, la multa; solo che non si può pretendere che la memoria di una persona torni indietro di quattro anni.
Due giorni dopo, mentre mi faccio la doccia, arriva improvvisa l’illuminazione: in effetti avevo preso una multa perché avevo svoltato a sinistra dal controviale di viale Certosa (da buon torinese, per me era la cosa giusta da fare, ma non era così). E in effetti ne avevo anche scritto, il che prova vieppiù che io non sono una persona normale, e che i blog a qualcosa servono. A questo punto, scartabello tra le mie carte, e trovo il verbale della multa, assieme alla ricevuta di pagamento (beh, per la precisione la stampata con il codice relativo: ai tempi avevo un conto corrente postale, e quindi avevo fatto tutto via Internet).
Che fare ora? verso il fondo del plico speditomi, c’è scritto che posso presentare istanza scritta direttamente alla polizia municipale di Milano (che gentili, che sono…). Peccato che sul sito non sia assolutamente postato un esempio di domanda di istanza, e che gli orari del numero verde stampati sull’istanza in due punti diversi non coincidano per nulla.
Detto tutto questo, mi chiedo (a) se i vigili urbani milanesi o le poste italiane abbiano dei problemi con il pagamento delle multe online e non con il bollettino standard, e (b) se per puro caso il sindaco di Milano non stia cercando di vedere se statisticamente il numero di persone che non tengono da parte i bollettini di pagamento sia sufficientemente alto da rischiare di spendere un po’ di soldi di notifiche per ottenerne molti di più con i pagamenti.
Aggiornamento: sto cercando di fare il numero verde. Digito “4 – parla con un operatore”, mi sento la musichetta per un po’, e poi mi buttano giù la linea. Questo per tre volte di fila.
<em>Harry Potter and the Half-Blood Prince</em> (libro)
Lo so, con questa recensione mi alienerò la stima e l’amicizia di tutti i fan del maghetto: ma qualcuno lo deve pur dire. Ho capito il motivo dell’enorme successo della saga potteriana: non è la magia della magia, ma molto più banalmente il fatto che Harry Potter è stupido come può esserlo solamente un adolescente; e subito scatta l’identificazione. Limitandoci a questo sesto libro (J. K. Rowling, Harry Potter and the Half-Blood Prince, Bloomsbury 2006 [2005], pag. 607, Lst 6.99, ISBN 0-7475-8468-0) devo dire che mi è piaciuto più del quinto, e non l’ho trovato così dark come scritto in quarta di copertina: da questo punto di vista, “l’Ordine della Fenice” era davvero alienante. La Rowling affastella colpi di scena uno dietro l’altro ma non riesce a spiegare una serie di cose, tipo il comportamento di Snape – Piton, per chi legge in italiano – nel corso di tutti i libri. Resta il fatto che Harry Potter porta indubbiamente sfiga, visto che tutti quelli cui vuole bene muoiono; se aggiungiamo che alla fine lascia apposta la sua ragazza, dimostrando vieppiù come gli ormoni non aiutino a pensare troppo, non possiamo che aspettarci nel prossimo e sperabilmente ultimo volume una bella “fine con un bang”.